Tesi etd-01132021-140259 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CARUSO, MICHELA
URN
etd-01132021-140259
Titolo
Il mandato di arresto europeo e la tutela dei diritti fondamentali
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Marzaduri, Enrico
Parole chiave
- "giudiziarietà" MAE
- diritti fondamentali
- doppia incriminazione
- estradizione-principio di specialità
- mandato di arresto europeo
Data inizio appello
01/02/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/02/2091
Riassunto
Il Mandato di arresto europeo nasce il 3 giugno 2002 con l’approvazione della decisione quadro 2002/584/ GAI, relativa al mandato di arresto e alle procedure di consegna fra gli Stati membri.
La necessità di tale strumento si è avvertita proprio dall’esigenza scaturita dal preoccupante allarme sociale creatosi negli ultimi anni, caratterizzato da una nuova consapevolezza dei soggetti criminali, scaturita dalla nuova dimensione territoriale che si stava creando, in cui l’assenza di limiti territoriali nello spazio europeo, la libertà di circolazione, veniva sfruttata con lo scopo unico di eludere al sistema giudiziario penale. In questo clima di criminalità transfrontaliera si è avvertito il bisogno di abbandonare il vecchio istituto dell’estradizione, istituito con la Convenzione europea di estradizione di Parigi, firmata il 13 dicembre 1957, legato ancora ad un forte vaglio politico e ad una forte sovranità territoriale, per questo ritenuto inadeguato a far fronte alle nuove esigenze che si stavano prospettando. In questo clima di svolta, di novità, si è sentita la necessità di adottare uno strumento che fosse in grado di garantire questa “libertà” intesa come libera circolazione, che potesse essere goduta in condizioni di sicurezza e giustizia. Tappe fondamentali che hanno contribuito all'evoluzione dell'Unione europea e alla nascita del mandato di arresto europeo risultano essere state: il Trattato di Maastricht(1993), il Trattato di Amsterdam(1997) e il Consiglio di Tampere(1999).In Italia il mandato di arresto europeo è stato recepito con la legge n. 69 2005 contenente disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2002/584/GAI, sollevando non pochi dubbi circa al rispetto delle garanzie poste a presidio della libertà individuale della nostra Carta costituzionale. Il MAE come tutti gli strumenti che incidono sulla libertà personale ha sollevato non poche problematiche al momento della ricezione nei diversi ordinamenti degli Stati membri, nonostante le difficoltà iniziali rappresenta un successo, tanto che il suo ricorso appare ormai istituzionalizzato.
La necessità di tale strumento si è avvertita proprio dall’esigenza scaturita dal preoccupante allarme sociale creatosi negli ultimi anni, caratterizzato da una nuova consapevolezza dei soggetti criminali, scaturita dalla nuova dimensione territoriale che si stava creando, in cui l’assenza di limiti territoriali nello spazio europeo, la libertà di circolazione, veniva sfruttata con lo scopo unico di eludere al sistema giudiziario penale. In questo clima di criminalità transfrontaliera si è avvertito il bisogno di abbandonare il vecchio istituto dell’estradizione, istituito con la Convenzione europea di estradizione di Parigi, firmata il 13 dicembre 1957, legato ancora ad un forte vaglio politico e ad una forte sovranità territoriale, per questo ritenuto inadeguato a far fronte alle nuove esigenze che si stavano prospettando. In questo clima di svolta, di novità, si è sentita la necessità di adottare uno strumento che fosse in grado di garantire questa “libertà” intesa come libera circolazione, che potesse essere goduta in condizioni di sicurezza e giustizia. Tappe fondamentali che hanno contribuito all'evoluzione dell'Unione europea e alla nascita del mandato di arresto europeo risultano essere state: il Trattato di Maastricht(1993), il Trattato di Amsterdam(1997) e il Consiglio di Tampere(1999).In Italia il mandato di arresto europeo è stato recepito con la legge n. 69 2005 contenente disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2002/584/GAI, sollevando non pochi dubbi circa al rispetto delle garanzie poste a presidio della libertà individuale della nostra Carta costituzionale. Il MAE come tutti gli strumenti che incidono sulla libertà personale ha sollevato non poche problematiche al momento della ricezione nei diversi ordinamenti degli Stati membri, nonostante le difficoltà iniziali rappresenta un successo, tanto che il suo ricorso appare ormai istituzionalizzato.
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