Tesi etd-01132015-180858 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
GAROFALO, DALILA
URN
etd-01132015-180858
Titolo
L'assistenza linguistica nel processo penale. Le sollecitazioni dell' Unione Europea e le insoddisfacenti risposte del legislatore italiano".
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Dott. Bresciani, Luca
Parole chiave
- interpretazione
- traduzione
Data inizio appello
05/02/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel presente lavoro viene approfondita la questione inerente un problema non solo giuridico ma anche sociale, che verte sulla questione del diritto a ricevere assistenza linguistica nel processo penale. Questione che è stata di recente affrontata dal legislatore italiano sotto la spinta, in particolare, della Direttiva europea 2010/64 che impone agli Stati membri di predisporre,a favore degli indagati e imputati che non abbiano conoscenza della lingua in cui si svolge il processo, uno strumento che garantisca al soggetto medesimo di poter consapevolmente partecipare al procedimento che lo riguarda e, in primis avendo piena conoscenza delle accuse a lui rivolte. L’obiettivo sarà quello di garantire il pieno esercizio del diritto di difesa e ad un equo processo. Ma la direttiva chiarisce che un tale strumento debba essere garantito a spese dello Stato e da persona competente: gratuità e professionalità, dunque, sono elementi imprescindibili della tutela medesima.
E il legislatore italiano, seppure tardivamente rispetto agli altri Stati membri, ha dato attuazione alla direttiva con D.lgs. 32/2014, che però risulta essere insoddisfacente sotto più profili, non essendo stato in grado di cogliere l’occasione per riscrivere la norma ( artt. 143 ss. C.p.p.) in senso più ampio e garantista, alla luce di un sistema giuridico e giudiziario fortemente influenzato dal pluralismo linguistico che ha caratterizzato e, caratterizza, questa società.
E il legislatore italiano, seppure tardivamente rispetto agli altri Stati membri, ha dato attuazione alla direttiva con D.lgs. 32/2014, che però risulta essere insoddisfacente sotto più profili, non essendo stato in grado di cogliere l’occasione per riscrivere la norma ( artt. 143 ss. C.p.p.) in senso più ampio e garantista, alla luce di un sistema giuridico e giudiziario fortemente influenzato dal pluralismo linguistico che ha caratterizzato e, caratterizza, questa società.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
tesi.pdf | 1.75 Mb |
Contatta l’autore |