Tesi etd-01122024-103317 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
LARI, MARIAGIULIA
URN
etd-01122024-103317
Titolo
Lo sfruttamento delle risorse naturali del Sahara Occidentale e i ricorsi di fronte alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea e alle Corti nazionali
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Martines, Francesca
Parole chiave
- Accordi commerciali
- ricorsi alla CGUE
- ricorsi alle Corti nazionali
- Sahara Occidentale
- sfruttamento delle risorse
Data inizio appello
01/02/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/02/2094
Riassunto
Il Sahara Occidentale è un territorio africano conteso tra il Marocco e la popolazione autoctona Saharawi, la quale rivendica il territorio sulla base del diritto di autodeterminazione dei popoli.
Questo elaborato si pone l’obbiettivo di analizzare i ricorsi presentati di fronte alla CGUE e ai tribunali nazionali e di valutare - ponendo l’attenzione sul problema dello sfruttamento delle risorse naturali presenti nel territorio - se la tutela dei diritti del popolo Saharawi possa ottenere soddisfazione attraverso tali ricorsi giurisdizionali.
Il capitolo I al paragrafo I svolge una breve una ricostruzione storica degli eventi interessanti tale territorio a partire dalla storia antica fino ai nostri giorni. Si sottolinea in particolare la grande quantità di risorse naturali (pesce, fosfati e petrolio) di cui il territorio del Sahara Occidentale è ricco. Il paragrafo si occupa poi di approfondire il tema del rapporto Marocco-Ue. Infatti, è importante ricordare che, a partire dagli anni 2000, la CE e i suoi Stati membri hanno stipulato vari accordi economici con il Marocco. Nel paragrafo II viene approfondito il principio di autodeterminazione dei popoli e la sua affermazione nel diritto internazionale, ampiamente evidenziato in particolare dal parere della Corte di Giustizia del 1975. L’analisi si propone di affrontare anche il tema delle due accezioni relative al principio di autodeterminazione: autodeterminazione esterna ed autodeterminazione interna. L’autodeterminazione esterna riguarda la scelta della forma statuale da assumere nell’ambito della società internazionale mentre l’autodeterminazione interna esprime la necessità di rispettare la volontà di un popolo in merito alla scelta del proprio regime politico, economico e sociale. Il paragrafo evidenzia il modo in cui viene applicato il principio di autodeterminazione dei popoli al territorio del Sahara Occidentale e gli obblighi degli Stati terzi collegati al rispetto di tale principio. Bisogna ricordare, infatti, che dal principio di autodeterminazione, oltre al diritto del popolo di scegliere il proprio assetto politico e il corrispettivo obbligo incombente sullo Stato occupante di consentire che ciò avvenga, discende anche l’obbligo per gli Stati terzi di non sostenere lo Stato che impedisce l’autodeterminazione di quel popolo. Il problema, nel caso di specie, si pone poiché il Marocco conclude con altri Stati dei trattati attraverso i quali dispone delle risorse del o di beni prodotti sul territorio occupato. Il tema è stato oggetto di ampi studi e in questo lavoro l’analisi si concentrerà sulla possibilità del Marocco di disporre o meno di queste risorse naturali. Infine, si conclude il capitolo con un breve riferimento alla violazione dei diritti nel Sahara Occidentale perpetrati dal Marocco a danno del popolo Saharawi. Più nello specifico, diverse ONG e associazioni hanno promosso varie iniziative che comprendono il sostegno ai Saharawi e la sensibilizzazione della società civile nei confronti della questione.
Il capitolo II, si concentra sull’analisi giuridica delle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in merito alla questione del Sahara Occidentale. Attraverso l’analisi dei punti essenziali delle sentenze si cercherà di comprendere come nel corso gli anni la stessa CGUE si è posta in merito a due questioni dibattute: la prima riguarda la legittimazione attiva del Fronte Polisario (rappresentante del popolo Saharawi) ad attivare ricorsi presso la CGUE e la seconda riguarda gli obblighi internazionali violati dall’Unione Europea in riferimento all’ applicazione degli accordi conclusi dalla stessa con il Marocco al territorio del Sahara Occidentale. Questa analisi si pone l’obbiettivo di rilevare:
1) come nel corso degli anni, attraverso le relative pronunce, la CGUE abbia cambiato approccio nell’affrontare le varie questioni
2) quali conclusioni si possono trarre dall’analisi di tali pronunce.
In particolare, questo lavoro si propone di analizzare la sentenza del Tribunale T-512/2012 e la sua relativa impugnazione C-104/16 P, il rinvio pregiudiziale proposto dalla High Court of Justice (England & Wales), Queen’s Bench Division (Administrative Court) alla CGUE che decide con sentenza C-266/16, le cause riunite T-344/19 e T-356/19 e T-279/19 con le relative impugnazioni ancora pendenti e le ordinanze T-180/14, T-275/18 e T-376/18. Infine, viene fatto riferimento a due ricorsi, T-393/20 e T-793/21, il cui giudizio di merito è ancora pendente al momento in cui l’elaborato è stato concluso.
Il capitolo III vuole approfondire il tema alcuni ricorsi proposti di fronte ai tribunali nazionali in quanto, oltre alla strada dei ricorsi presentati alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, i rappresentanti del Fronte Polisario hanno tentato di ottenere ragione delle loro pretese anche davanti a tribunali nazionali. L’analisi ha il fine di capire se questi ricorsi si sono rivelati o meno efficaci e analizzare come sono tutelati i diritti dei Saharawi relativamente al problema affrontato anche nel capitolo 1 ovvero, quello relativo allo sfruttamento delle risorse naturali nel territorio del Sahara Occidentale. Il tema è stato oggetto di alcuni interventi in dottrina, la quale si è chiesta se i ricorsi incardinati presso corti e tribunali nazionali conducono ad una tutela maggiore, oppure se, al contrario, tali azioni sono limitate dall’applicazione di altri principi e norme internazionali o anche di norme interne in materia. Nello specifico, in questo capitolo si analizzano le sentenze New Zealand Superannuation Fund Case (del 15 marzo 2021), Cherry Blossom (15 giugno 2017 e 23 febbraio 2018) e tre casi particolari che riguardano un ricorso presentato all’Alta Corte di Giustizia (Inghilterra e Galles) Divisione Queen’s Bench del 17 giugno 2021, una denuncia presentata il 18 settembre 2018 davanti al pubblico ministero del Tribunal de Grande Instance di Parigi contro la società Chancerelle e infine un caso del 18 ottobre 2018 con il quale il Fronte Polisario ha avviato una causa legale contro il Procuratore di Stato presso l’Alta Corte di Parigi.
Questo elaborato si pone l’obbiettivo di analizzare i ricorsi presentati di fronte alla CGUE e ai tribunali nazionali e di valutare - ponendo l’attenzione sul problema dello sfruttamento delle risorse naturali presenti nel territorio - se la tutela dei diritti del popolo Saharawi possa ottenere soddisfazione attraverso tali ricorsi giurisdizionali.
Il capitolo I al paragrafo I svolge una breve una ricostruzione storica degli eventi interessanti tale territorio a partire dalla storia antica fino ai nostri giorni. Si sottolinea in particolare la grande quantità di risorse naturali (pesce, fosfati e petrolio) di cui il territorio del Sahara Occidentale è ricco. Il paragrafo si occupa poi di approfondire il tema del rapporto Marocco-Ue. Infatti, è importante ricordare che, a partire dagli anni 2000, la CE e i suoi Stati membri hanno stipulato vari accordi economici con il Marocco. Nel paragrafo II viene approfondito il principio di autodeterminazione dei popoli e la sua affermazione nel diritto internazionale, ampiamente evidenziato in particolare dal parere della Corte di Giustizia del 1975. L’analisi si propone di affrontare anche il tema delle due accezioni relative al principio di autodeterminazione: autodeterminazione esterna ed autodeterminazione interna. L’autodeterminazione esterna riguarda la scelta della forma statuale da assumere nell’ambito della società internazionale mentre l’autodeterminazione interna esprime la necessità di rispettare la volontà di un popolo in merito alla scelta del proprio regime politico, economico e sociale. Il paragrafo evidenzia il modo in cui viene applicato il principio di autodeterminazione dei popoli al territorio del Sahara Occidentale e gli obblighi degli Stati terzi collegati al rispetto di tale principio. Bisogna ricordare, infatti, che dal principio di autodeterminazione, oltre al diritto del popolo di scegliere il proprio assetto politico e il corrispettivo obbligo incombente sullo Stato occupante di consentire che ciò avvenga, discende anche l’obbligo per gli Stati terzi di non sostenere lo Stato che impedisce l’autodeterminazione di quel popolo. Il problema, nel caso di specie, si pone poiché il Marocco conclude con altri Stati dei trattati attraverso i quali dispone delle risorse del o di beni prodotti sul territorio occupato. Il tema è stato oggetto di ampi studi e in questo lavoro l’analisi si concentrerà sulla possibilità del Marocco di disporre o meno di queste risorse naturali. Infine, si conclude il capitolo con un breve riferimento alla violazione dei diritti nel Sahara Occidentale perpetrati dal Marocco a danno del popolo Saharawi. Più nello specifico, diverse ONG e associazioni hanno promosso varie iniziative che comprendono il sostegno ai Saharawi e la sensibilizzazione della società civile nei confronti della questione.
Il capitolo II, si concentra sull’analisi giuridica delle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in merito alla questione del Sahara Occidentale. Attraverso l’analisi dei punti essenziali delle sentenze si cercherà di comprendere come nel corso gli anni la stessa CGUE si è posta in merito a due questioni dibattute: la prima riguarda la legittimazione attiva del Fronte Polisario (rappresentante del popolo Saharawi) ad attivare ricorsi presso la CGUE e la seconda riguarda gli obblighi internazionali violati dall’Unione Europea in riferimento all’ applicazione degli accordi conclusi dalla stessa con il Marocco al territorio del Sahara Occidentale. Questa analisi si pone l’obbiettivo di rilevare:
1) come nel corso degli anni, attraverso le relative pronunce, la CGUE abbia cambiato approccio nell’affrontare le varie questioni
2) quali conclusioni si possono trarre dall’analisi di tali pronunce.
In particolare, questo lavoro si propone di analizzare la sentenza del Tribunale T-512/2012 e la sua relativa impugnazione C-104/16 P, il rinvio pregiudiziale proposto dalla High Court of Justice (England & Wales), Queen’s Bench Division (Administrative Court) alla CGUE che decide con sentenza C-266/16, le cause riunite T-344/19 e T-356/19 e T-279/19 con le relative impugnazioni ancora pendenti e le ordinanze T-180/14, T-275/18 e T-376/18. Infine, viene fatto riferimento a due ricorsi, T-393/20 e T-793/21, il cui giudizio di merito è ancora pendente al momento in cui l’elaborato è stato concluso.
Il capitolo III vuole approfondire il tema alcuni ricorsi proposti di fronte ai tribunali nazionali in quanto, oltre alla strada dei ricorsi presentati alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, i rappresentanti del Fronte Polisario hanno tentato di ottenere ragione delle loro pretese anche davanti a tribunali nazionali. L’analisi ha il fine di capire se questi ricorsi si sono rivelati o meno efficaci e analizzare come sono tutelati i diritti dei Saharawi relativamente al problema affrontato anche nel capitolo 1 ovvero, quello relativo allo sfruttamento delle risorse naturali nel territorio del Sahara Occidentale. Il tema è stato oggetto di alcuni interventi in dottrina, la quale si è chiesta se i ricorsi incardinati presso corti e tribunali nazionali conducono ad una tutela maggiore, oppure se, al contrario, tali azioni sono limitate dall’applicazione di altri principi e norme internazionali o anche di norme interne in materia. Nello specifico, in questo capitolo si analizzano le sentenze New Zealand Superannuation Fund Case (del 15 marzo 2021), Cherry Blossom (15 giugno 2017 e 23 febbraio 2018) e tre casi particolari che riguardano un ricorso presentato all’Alta Corte di Giustizia (Inghilterra e Galles) Divisione Queen’s Bench del 17 giugno 2021, una denuncia presentata il 18 settembre 2018 davanti al pubblico ministero del Tribunal de Grande Instance di Parigi contro la società Chancerelle e infine un caso del 18 ottobre 2018 con il quale il Fronte Polisario ha avviato una causa legale contro il Procuratore di Stato presso l’Alta Corte di Parigi.
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