Tesi etd-01122017-105037 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
SACCO, RAFFAELLA
Indirizzo email
raffaellasacco81@gmail.com
URN
etd-01122017-105037
Titolo
I Sassi di Matera come esempio di Bioarchitettura. Analisi storica, materica, funzionale, tipologica e costruttiva per un corretto restauro e risanamento conservativo nei Sassi. Palazzo Zicari come caso di studio con proposta di rifunzionalizzazione.
Dipartimento
INGEGNERIA CIVILE E INDUSTRIALE
Corso di studi
INGEGNERIA EDILE
Relatori
relatore Prof. Munafò, Giampaolo
relatore Arch. Laureano, Pietro
relatore Arch. Laureano, Pietro
Parole chiave
- Bioarchitettura
- Matera
- Restauro
- Rifunzionalizzazione
- Sassi
Data inizio appello
27/02/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/02/2087
Riassunto
L’amore per i Sassi mi accompagna sin dall’infanzia grazie alla cultura classica di mia madre ma si è andato sviluppando, durante il mio periodo liceale e nei primi anni universitari, in un ambiente fortemente culturale quale quello dell’associazione La Scaletta di Matera in cui ho migliorato la conoscenza del territorio lucano e del patrimonio materano nello specifico. Questo mio lavoro di tesi nasce sicuramente dallo stretto legame con la mia terra d’origine, nato dai racconti dei miei nonni, prima, e dalla voglia di volerla fare conoscere sempre più oltre i confini regionali e nazionali, poi. Tale volontà è stata già portata avanti da me attraverso attività di promozione del territorio materano in terra toscana, durante il mio periodo universitario, per mezzo della associazione culturale Lucani a Pisa (Lu.Pi.) di cui sono socia, con la quale ho organizzato cinque eventi legati a Matera e alla sua candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019.
Ho voluto, infatti, negli anni continuare un progetto partito sin dal 2008, essendo stata una dei cittadini firmatari per la richiesta, partita dal basso, di iscrizione di Matera nell’elenco delle città candidate, per mezzo dell’Associazione Matera 2019. Il report per la candidatura a capitale europea ha parlato proprio della centralità del ruolo del cittadino culturale nella città di Matera, ragion per cui il mio nome rientra nei ringraziamenti posti all’ultima pagina del Progress Report. Il lavoro qui svolto è quindi anche legato allo studio di quello che viene comunemente definito “patrimonio culturale” per cui ho voluto evidenziare le caratteristiche materiche, morfologiche, costruttive e tipologiche che caratterizzano i Sassi di Matera. Ovviamente per rendere più agevole la comprensione della complessità del territorio materano, ho ritenuto fondamentale inserire al principio di questo mio lavoro, un excursus storico, dalla Preistoria all’Età contemporanea, con particolare attenzione allo sviluppo urbanistico. A questa analisi si è voluta aggiungere una comparazione con beni culturali stranieri come Lalibela in Etiopia, Matmata in Tunisia e Pedra in Giordania per la similitudine costruttiva degli ambienti ipogei, fino ad arrivare allo studio della casistica specifica del Palazzo Zicari nei Sassi di Matera con progetto di restauro e rifunzionalizzazione. Questa tesi si propone di sottolineare quindi lo stretto legame tra storia, ambiente e costruito per far comprendere l’unicum materano che ne ha permesso l’iscrizione nelle liste dell’UNESCO prima e l’alta concentrazione culturale attuale che le ha consentito di ottenere il titolo di CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019. Il filo conduttore è sicuramente da ricercare nel fatto che qui il genius loci è ancora perfettamente visibile .
Grazie ad una presa di consapevolezza da parte del genere umano dello scempio ecologico finora perpetuato, si è iniziato a parlare progressivamente di rispetto ambientale e risparmio energetico. Questi sono i princìpi alla Bioarchitettura che prevede il ritorno ai metodi costruttivi del passato e all’uso di materiali naturali locali permettendo così di staccarci sempre più dalla dipendenza commerciale dei prodotti di derivazione petrolchimica, tossici per l’uomo e per l’ambiente. I Sassi di Matera sono divenuti, per questo, esempio a cui fare riferimento in quanto luogo in cui, da sempre, si costruisce sfruttando il guadagno termico per mezzo dell’esposizione, il soleggiamento, l’ombreggiamento, il raffrescamento, l’azione del vento, con particolare attenzione alla raccolta delle acque piovane e alla ventilazione naturale soprattutto degli ambienti ipogei. Questi ultimi sono oggi considerati fondamento dall’Architettura Bioclimatica. L’importanza del rispetto ambientale è nato in me grazie alla militanza in età giovanissima nel WWF e nella LIPU ma si è sviluppato ancor più dopo la partecipazione alla conferenza Water vs Oil presso il Parlamento Europeo a Bruxelles nel 2015, in cui si è dibattuto sulle problematiche estrattive in Basilicata . Un sentito grazie all’europarlamentare P. Pedicini per avermi permesso di vivere a pieno quest’esperienza altamente formativa. Questa tesi dunque risulta essere la summa degli ideali in cui fermamente credo per questo, in questo mio lavoro, non ho voluto trascurare anche l’aspetto sociale dello stile di vita nei Sassi che hanno portato i vicinati ad essere oggetto di numerosi studi e ricerche in ambito antropologico e demoetnoantropologico.
Il landscape diviene, quindi, codice grazie al quale osservare una determinata comunità, luogo di relazioni interne ed esterne, processo culturale sempre in divenire, costruzione di luogo e narrativa dei luoghi. Il paesaggio è osservato nella sua dimensione antropica, lo spazio è concepito non come puro contenitore ma insieme complesso di fattori economici, politici, sociali e religiosi che in un determinato ambiente si relazionano: il territorio risulta quindi essere una sinergia di attività e percezioni . Questo mi ha portato ad aderire all’associazione materana MUV (Museo virtuale della memoria collettiva) che lavora per valorizzare la memoria storica della città dei Sassi. Una città che sorprende, ammalia, cattura come è capitato a personaggi del calibro di Pascoli, Levi, Cartier-Bresson, Pasolini, Piano, Ortega, Mel Gibson. Numerosi studiosi come Mounir Bouchenaki hanno relazionato sulla città dei Sassi grazie al lavoro svolto dall’architetto Pietro Laureano che permise l’iscrizione di Matera, nel 1993, nell’elenco dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Un ringraziamento speciale lo dedico proprio a questo studioso, i cui lavori ho imparato ad apprezzare sin dall’adolescenza, motivo per cui ho voluto fortemente che lui fosse uno dei relatori di questo mio lavoro di tesi perché in poche persone, come in lui, rivedo lo stesso amore che provo io per la mia terra. Grazie di cuore.
Ho voluto, infatti, negli anni continuare un progetto partito sin dal 2008, essendo stata una dei cittadini firmatari per la richiesta, partita dal basso, di iscrizione di Matera nell’elenco delle città candidate, per mezzo dell’Associazione Matera 2019. Il report per la candidatura a capitale europea ha parlato proprio della centralità del ruolo del cittadino culturale nella città di Matera, ragion per cui il mio nome rientra nei ringraziamenti posti all’ultima pagina del Progress Report. Il lavoro qui svolto è quindi anche legato allo studio di quello che viene comunemente definito “patrimonio culturale” per cui ho voluto evidenziare le caratteristiche materiche, morfologiche, costruttive e tipologiche che caratterizzano i Sassi di Matera. Ovviamente per rendere più agevole la comprensione della complessità del territorio materano, ho ritenuto fondamentale inserire al principio di questo mio lavoro, un excursus storico, dalla Preistoria all’Età contemporanea, con particolare attenzione allo sviluppo urbanistico. A questa analisi si è voluta aggiungere una comparazione con beni culturali stranieri come Lalibela in Etiopia, Matmata in Tunisia e Pedra in Giordania per la similitudine costruttiva degli ambienti ipogei, fino ad arrivare allo studio della casistica specifica del Palazzo Zicari nei Sassi di Matera con progetto di restauro e rifunzionalizzazione. Questa tesi si propone di sottolineare quindi lo stretto legame tra storia, ambiente e costruito per far comprendere l’unicum materano che ne ha permesso l’iscrizione nelle liste dell’UNESCO prima e l’alta concentrazione culturale attuale che le ha consentito di ottenere il titolo di CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019. Il filo conduttore è sicuramente da ricercare nel fatto che qui il genius loci è ancora perfettamente visibile .
Grazie ad una presa di consapevolezza da parte del genere umano dello scempio ecologico finora perpetuato, si è iniziato a parlare progressivamente di rispetto ambientale e risparmio energetico. Questi sono i princìpi alla Bioarchitettura che prevede il ritorno ai metodi costruttivi del passato e all’uso di materiali naturali locali permettendo così di staccarci sempre più dalla dipendenza commerciale dei prodotti di derivazione petrolchimica, tossici per l’uomo e per l’ambiente. I Sassi di Matera sono divenuti, per questo, esempio a cui fare riferimento in quanto luogo in cui, da sempre, si costruisce sfruttando il guadagno termico per mezzo dell’esposizione, il soleggiamento, l’ombreggiamento, il raffrescamento, l’azione del vento, con particolare attenzione alla raccolta delle acque piovane e alla ventilazione naturale soprattutto degli ambienti ipogei. Questi ultimi sono oggi considerati fondamento dall’Architettura Bioclimatica. L’importanza del rispetto ambientale è nato in me grazie alla militanza in età giovanissima nel WWF e nella LIPU ma si è sviluppato ancor più dopo la partecipazione alla conferenza Water vs Oil presso il Parlamento Europeo a Bruxelles nel 2015, in cui si è dibattuto sulle problematiche estrattive in Basilicata . Un sentito grazie all’europarlamentare P. Pedicini per avermi permesso di vivere a pieno quest’esperienza altamente formativa. Questa tesi dunque risulta essere la summa degli ideali in cui fermamente credo per questo, in questo mio lavoro, non ho voluto trascurare anche l’aspetto sociale dello stile di vita nei Sassi che hanno portato i vicinati ad essere oggetto di numerosi studi e ricerche in ambito antropologico e demoetnoantropologico.
Il landscape diviene, quindi, codice grazie al quale osservare una determinata comunità, luogo di relazioni interne ed esterne, processo culturale sempre in divenire, costruzione di luogo e narrativa dei luoghi. Il paesaggio è osservato nella sua dimensione antropica, lo spazio è concepito non come puro contenitore ma insieme complesso di fattori economici, politici, sociali e religiosi che in un determinato ambiente si relazionano: il territorio risulta quindi essere una sinergia di attività e percezioni . Questo mi ha portato ad aderire all’associazione materana MUV (Museo virtuale della memoria collettiva) che lavora per valorizzare la memoria storica della città dei Sassi. Una città che sorprende, ammalia, cattura come è capitato a personaggi del calibro di Pascoli, Levi, Cartier-Bresson, Pasolini, Piano, Ortega, Mel Gibson. Numerosi studiosi come Mounir Bouchenaki hanno relazionato sulla città dei Sassi grazie al lavoro svolto dall’architetto Pietro Laureano che permise l’iscrizione di Matera, nel 1993, nell’elenco dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Un ringraziamento speciale lo dedico proprio a questo studioso, i cui lavori ho imparato ad apprezzare sin dall’adolescenza, motivo per cui ho voluto fortemente che lui fosse uno dei relatori di questo mio lavoro di tesi perché in poche persone, come in lui, rivedo lo stesso amore che provo io per la mia terra. Grazie di cuore.
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