Tesi etd-01122005-224539 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Egisti, Lorenzo
Indirizzo email
bem73@libero.it
URN
etd-01122005-224539
Titolo
L’associazione ad otoliti tardo messiniana di Cava Serredi: analisi paleoecologica e paleoambientale
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Dott. Sarti, Giovanni
Parole chiave
- cava serredi
- lago-mare
- messiniano
- paleoecologia
- otoliti
- ricostruzione paleoambientale
Data inizio appello
28/01/2005
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/01/2045
Riassunto
Lo studio delle ittiofaune fossili, sia sotto forma di resti scheletrici sia sotto forma di otoliti, costituisce un strumento molto efficace nell’ambito delle ricostruzioni paleogeografiche e paleoceanografiche. Questo è dovuto, principalmente, alle caratteristiche ecologiche ed etologiche di questi organismi che, in alcuni casi, li rendono gli unici elementi in grado di fornire informazioni affidabili in alcuni tipi di indagini. Il lavoro della tesi consiste in un’analisi multidisciplinare della successione stratigrafica tardo-miocenica di Cava Serredi, incentrata sull’analisi delle paleoittiocenosi. Nel corso degli ultimi anni tale sezione è stata più volte investigata, sotto molteplici punti di vista, ottenendo risultati a volte contrastanti. Lo scopo della tesi è, quindi, quello di chiarire il quadro relativo agli ambienti deposizionali rappresentati dai depositi alto-messiniani affioranti nella cava, utilizzando un elemento fino ad oggi inspiegabilmente trascurato, nonostante le numerose segnalazioni esistenti in letteratura: gli otoliti.
Ad una fase preliminare di osservazione sedimentologica e stratigrafica, che ha permesso di individuare 8 livelli produttivi, è seguita un’accurata fase di campionamento. I campioni sono stati trattati in laboratorio con varie tecniche fino ad ottenere i lavati finali che, all’analisi microscopica, hanno restituito oltre 5000 otoliti, attribuiti, attraverso un minuzioso lavoro di classificazione, a 21 taxa. Sulle associazioni fossili presenti nella successione è stato, inoltre, eseguito un trattamento statistico multivariato a carattere qualitativo, quantitativo e semiquantitativo. L’utilizzo dei metodi statistici è servito principalmente a discriminare le diverse strutture di popolamento e, contemporaneamente, ad evidenziare le eventuali analogie faunistiche esistenti tra i campioni, ma difficilmente interpretabili tramite un semplice trattamento descrittivo.
Le informazioni ricavate dalle ittiofaune unite a quelle di carattere sedimentologico e microfaunistico hanno permesso di ricostruire, con molta precisione, l’evoluzione paleoambientale, rappresentato dalla successione terrigena messiniana di Cava Serredi. La presenza di due generi stenoalini (Diaphus e Grammonus) e di almeno 11 gruppi ad affinità marina, che necessitano di condizioni marine normali per il completamento del loro ciclo vitale, oltre a dare delle indicazioni forti e precise in merito alle condizioni paleoecologiche e paleoambientali dell’area esaminata, costituiscono una prova inequivocabile della presenza, nel Mediterraneo, di bacini marini a salinità normale durante le fasi terminali del Messiniano. I dati illustrati costituiscono, senza dubbio, un ottimo punto di partenza per ottenere un quadro evolutivo dell’intera regione mediterranea durante la ben nota Crisi di Salinità, ed in particolare sulla sua fase più controversa, conosciuta come evento «Lago-Mare».
Ad una fase preliminare di osservazione sedimentologica e stratigrafica, che ha permesso di individuare 8 livelli produttivi, è seguita un’accurata fase di campionamento. I campioni sono stati trattati in laboratorio con varie tecniche fino ad ottenere i lavati finali che, all’analisi microscopica, hanno restituito oltre 5000 otoliti, attribuiti, attraverso un minuzioso lavoro di classificazione, a 21 taxa. Sulle associazioni fossili presenti nella successione è stato, inoltre, eseguito un trattamento statistico multivariato a carattere qualitativo, quantitativo e semiquantitativo. L’utilizzo dei metodi statistici è servito principalmente a discriminare le diverse strutture di popolamento e, contemporaneamente, ad evidenziare le eventuali analogie faunistiche esistenti tra i campioni, ma difficilmente interpretabili tramite un semplice trattamento descrittivo.
Le informazioni ricavate dalle ittiofaune unite a quelle di carattere sedimentologico e microfaunistico hanno permesso di ricostruire, con molta precisione, l’evoluzione paleoambientale, rappresentato dalla successione terrigena messiniana di Cava Serredi. La presenza di due generi stenoalini (Diaphus e Grammonus) e di almeno 11 gruppi ad affinità marina, che necessitano di condizioni marine normali per il completamento del loro ciclo vitale, oltre a dare delle indicazioni forti e precise in merito alle condizioni paleoecologiche e paleoambientali dell’area esaminata, costituiscono una prova inequivocabile della presenza, nel Mediterraneo, di bacini marini a salinità normale durante le fasi terminali del Messiniano. I dati illustrati costituiscono, senza dubbio, un ottimo punto di partenza per ottenere un quadro evolutivo dell’intera regione mediterranea durante la ben nota Crisi di Salinità, ed in particolare sulla sua fase più controversa, conosciuta come evento «Lago-Mare».
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