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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01112023-143309


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
COLONNA, GENNARO MAURO
URN
etd-01112023-143309
Titolo
Frontiera Adriatica: variazioni del confine orientale e ricadute nel tempo tra questioni politiche e questioni nazionali
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTÀ
Relatori
relatore Prof. Fulvetti, Gianluca
correlatore Prof. Di Donato, Michele
Parole chiave
  • comunismo
  • confine orientale
  • De Gasperi
  • esuli
  • fascismo
  • foibe
  • Friuli
  • guerra
  • invasione militare
  • irredentismo
  • Italia
  • Jugoslavia
  • Kardelj
  • resistenza
  • rivoluzione jugoslava
  • Slovenia
  • socialismo
  • Tito
  • titoismo
  • Togliatti
  • trattati di pace
  • trattato di Osimo.
  • Trieste
  • Trst
  • Venezia Giulia
Data inizio appello
02/02/2023
Consultabilità
Completa
Riassunto
Sommario
La secolare impronta di italianità delle terre adriatiche orientali, rafforzatasi dopo la Prima guerra mondiale, si è fortemente ridotta dopo la Seconda guerra mondiale per l’irresponsabile entrata in guerra dell’Italia nel conflitto. La rimozione di Mussolini non segnò una reale discontinuità dal fascismo e insospettì gli Alleati sulle intenzioni del Governo Badoglio. La difficile situazione, complicata dalla fuga del Re al Sud e dalla nascita della Repubblica Sociale Italiana al Nord, vide l’opposizione di Badoglio alla formazione di una Resistenza popolare. Nel Nord-Est d’Italia vi furono notevoli attriti tra il Partito comunista d’Italia e gli altri partiti antifascisti a causa della posizione filo slava del Partito di Togliatti sottoscrittore di un accordo politico col Partito comunista sloveno.
Ai trattati di pace di Parigi del 1947, Italia esclusa dai tavoli delle trattative, prevalse la posizione jugoslava comportando per l’Italia la perdita delle terre conquistate con la Grande Guerra. La violenza delle forze rivoluzionarie di Tito, abusi e arresti immotivati, confische di beni e sparizioni improvvise nella zona di Trieste e Gorizia, nonché le clausole del Trattato di pace, spinsero all’allontanamento forzato i molti italiani della diaspora giuliano-dalmata.
La sistemazione del confine nordorientale, conclusa con l’accordo di Osimo del 1975, sebbene abbia definitivamente chiuso la questione dal punto di vista politico, ha lasciato insoddisfazione e amaro in bocca per le popolazioni giuliano-dalmate.

Summary
The age-old Italian imprint of the eastern Adriatic lands, strengthened after the First World War, was greatly reduced after the Second World War due to Italy's irresponsible entry into the conflict. The removal of Mussolini did not mark a real discontinuity from fascism and made the Allies suspicious of the intentions of the Badoglio government. The difficult situation, complicated by the King's flight to the South and the birth of the Italian Social Republic in the North, saw Badoglio oppose the formation of a popular Resistance. In the North-East of Italy there was considerable friction between the Communist Party of Italy and the other anti-fascist parties due to the pro-Slav position of Togliatti's party, signatory of a political agreement with the Slovenian Communist Party.
At the Paris peace treaties of 1947, Italy excluded from the negotiating tables, the Yugoslav position prevailed, resulting in the loss for Italy of the lands conquered in the Great War. The violence of Tito's revolutionary forces, abuses and unjustified arrests, confiscations of assets and sudden people disappeared in the area of Trieste and Gorizia, as well as the clauses of the Peace Treaty, drove the many Italians of the Julian-Dalmatian diaspora to forced removal.
The arrangement of the north-eastern border, concluded with the Osimo agreement of 1975, although it definitively closed the question from a political point of view, has left Julian-Dalmatian populations with dissatisfaction and a bitterness in the mouth
File