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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01112022-140954


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GHELFI, ARIANNA
URN
etd-01112022-140954
Titolo
<>: le rime lugubri di Laura Terracina tramandate dal codice Palatino 229
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
ITALIANISTICA
Relatori
relatore Masi, Giorgio
Parole chiave
  • Laura Terracina
  • Le poetesse del XVI secolo
  • None rime
  • Poesia femmile nel Cinquecento
  • Poesia lugubre
Data inizio appello
31/01/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
31/01/2062
Riassunto
L’obiettivo della mia ricerca è stata la realizzazione di un commento puntuale al testo delle rime lugubri del volume delle None rime di Laura Terracina, una tra le poetesse più prolifiche del Rinascimento italiano, considerata dai suoi contemporanei <<la decana delle poetesse>> e definita da Virginia Cox <<the most published poet of the century XVI>> .
Dal 1548, anno di pubblicazione della sua prima raccolta di Rime presso il prestigioso editore Giolito de’ Ferrari a Venezia, ella pubblicò infatti ben otto successivi volumi di rime, ristampati più volte da editori diversi, senza contare il manoscritto delle None rime, che non fu mai pubblicato né vivente l’autrice né nei secoli successivi, ma è stato oggetto di un’edizione critica solamente nel 2021 a cura della filologa italiana Valeria Puccini.
Nonostante la fama di cui godette presso i suoi contemporanei e nel secolo successivo (le ultime ristampe delle sue opere si datano alla seconda metà del Seicento), Laura Terracina fu poi completamente dimenticata e soltanto ai giorni nostri è oggetto di studio e di critica – non sempre benevola – da parte di ricercatori italiani e stranieri, soprattutto nell’ambito degli studi di genere.
Di conseguenza, ho deciso di soffermarmi su quest’autrice per cercare di dimostrare come la sua carriera e le sue opere costituiscano un’efficace specola di osservazione dell’ambiente letterario, sociale e politico della Napoli della Controriforma; inoltre, i sessanta componimenti in morte delle None rime evidenziano come la poetessa si sia cimentata in un genere di gran moda nel Cinquecento, recuperandone le tematiche, che in larga parte erano già presenti nel Canzoniere di Petrarca
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