logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01112022-123659


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
TRANFA, ALESSANDRO
URN
etd-01112022-123659
Titolo
LIAISON QuantiFERON-TB Gold Plus: un nuovo approccio diagnostico alla tubercolosi latente
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MICROBIOLOGIA E VIROLOGIA (non medici)
Relatori
relatore Prof.ssa Rindi, Laura
Parole chiave
  • Liaison
  • QuantiFeron
  • diagnosi
  • Tubercolosi
Data inizio appello
18/02/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/02/2062
Riassunto
Nonostante sia una malattia nota all’uomo sin dall’antichità, la tubercolosi (TB) è ancora oggi uno dei maggiori pericoli per la salute pubblica: secondo il Global TB Report 2020, rimane la malattia infettiva da singolo agente patogeno a più elevata mortalità nel mondo. In seguito alla diffusione di condizioni immunosoppressive (HIV, trapianti, terapie antitumorali), all’intensificazione dei flussi migratori da Paesi ad alta endemia e all’insorgenza di ceppi di Mycobacterium tuberculosis multiresistenti, essa costituisce motivo di preoccupazione crescente anche nelle aree geografiche industrializzate.
L’infezione tubercolare acquisita in forma latente (LTBI, dall’inglese Latent TB Infection), asintomatica e non rilevabile all’esame microbiologico diretto, è riconosciuta come un grande serbatoio da cui derivano i nuovi casi di TB attiva e uno dei più grandi ostacoli al raggiungimento degli obiettivi prefissati dalla End TB Strategy.
La diagnosi di LTBI, specialmente nei soggetti ad alto rischio di progressione verso la malattia conclamata, è la chiave per il contenimento dell’infezione a livello globale. Il test cutaneo in vivo di intradermoreazione alla tubercolina, o Tuberculin Skin Test (TST), è noto da più di 100 anni ed è ancora convenzionalmente utilizzato per l’identificazione dei casi di infezione latente, ma presenta non pochi svantaggi. Per superare i limiti imposti dal TST, sono stati sviluppati test immunologici in vitro basati sulla rilevazione del rilascio di Interferon gamma (IFN-ƴ) (IGRA, dall’inglese Interferon-Gamma Release Assay) da parte dei linfociti dell’immunità cellulo-mediata sensibilizzati dall’incontro con il bacillo di Koch. Il QuantiFERON TB Gold Plus (QFT-Plus) è uno di questi e presenta diversi vantaggi legati essenzialmente alla presenza di: un controllo positivo con mitogeno aspecifico per valutare lo status immunitario del paziente e due provette diverse (TB1 e TB2) entrambe con antigeni specifici di M.tuberculosis ma formulati differentemente in modo tale da stimolare i linfociti T-CD4 e T-CD8, rispettivamente. Il test QFT-Plus è comunemente svolto tramite saggi immunoenzimatici di tipo ELISA, tuttavia, recentemente è stato implementato lo strumento LIAISON® (DiaSorin, Italy), basato sulla rilevazione con chemiluminescenza (tecnologia CLIA), per la sua esecuzione nella routine di laboratorio.
Lo scopo dello studio è stato valutare le performance cliniche e analitiche dell’analizzatore LIAISON XS per la rilevazione di IFN-ƴ nella diagnosi di LTBI in un’area a bassa incidenza di TB. A tal fine, presso l’U.O.C. di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale San Giuseppe Moscati di Avellino, è stata condotta un’analisi qualitativa e quantitativa dei risultati del test QFT Plus su piattaforma CLIA seguita da un confronto retrospettivo con le informazioni già in possesso relative al periodo di utilizzo della tecnologia ELISA. I dati raccolti coprono un periodo di circa due anni (2020-2021) e riguardano una popolazione maggiorenne, senza differenze significative in termini di età, sesso, provenienza geografica, status vaccinale e malattia pregresse e composta da 2014 individui, suddivisi tra operatori sanitari sottoposti al protocollo di sorveglianza (688), pazienti ambulatoriali giunti in sede per una valutazione di infezione tubercolare (660) e pazienti ricoverati nelle diverse Unità Operative del nosocomio (666).
Nell’arco di tempo considerato, l’utilizzo del saggio CLIA ha permesso di ottenere una significativa diminuzione (p < 0.05) del numero di campioni indeterminati (39) rispetto a quanto è stato riscontrato nei due anni precedenti (78). Il 99.7% dei campioni provenienti da pazienti ambulatoriali (658/660) e la totalità provenienti dalle seguenti classi di pazienti, ovvero HIV positivi, oncologici con tumori solidi e pediatrici, tendenzialmente più propensi a dare livelli di mitogeno inferiori al valore soglia di validità del test, sono risultati validi. Da un punto di vista quantitativo, il valore mediano di IFN-ƴ rilasciato in TB1 e TB2 (5.165 IU/ml e 5.645 IU/ml) si è mostrato significativamente più elevato (p < 0.05) nel confronto indiretto con la metodica ELISA (2.65 IU/ml e 3.05 IU/ml). In tutti i casi di TB attiva confermata (isolamento di M.tuberculosis complex in coltura e/o rilevazione del suo materiale genetico con saggio molecolare da campioni biologici delle vi aeree), il test ha dato esito positivo (sensibilità 100%) e in 85 su 88 individui, appositamente scelti nella popolazione in quanto considerati a basso di rischio di infezione, ha dato esito negativo (specificità 96.9%).
L’incidenza della LTBI calcolata all’interno della popolazione composta da pazienti ambulatoriali e operatori sanitari si è attestata al 5.84%, superiore rispetto a quanto stimato per i Paesi a bassa endemia (3-5%) da precedenti studi effettuati con l’uso del TST e di test IGRA diversi dal LIAISON QFT-Plus.
Andando a valutare le differenze tra TB1 e TB2 nelle due coorti di individui positivi al saggio IGRA su base CLIA, ovvero quelli con infezioni attiva e quelli con infezioni latente:
• da un punto di vista qualitativo, in solo tre casi è stato accertato un risultato positivo solo in TB2 e si trattava di pazienti LTBI e con comorbidità (HIV e malattie oncologiche); in tutti gli individui con TB attiva il test ha sempre dato esito positivo in entrambe le provette;
• da un punto di vista quantitativo, la concentrazione mediana di IFN-ƴ in TB1 e TB2 (7.24 IU/ml e 8.01 IU/ml) e la differenza mediana TB2 – TB1 (0.28 IU/ml) nel gruppo con TB attiva erano entrambe superiori rispetto al gruppo LTBI (5.165 IU/ml, 5.645 IU/ml e 0.10 IU/ml), tuttavia i dati non erano statisticamente rilevanti (p > 0.05); una significativa mole di individui appartenenti ad entrambi i gruppi, inoltre, presentava livelli di IFN-ƴ maggiori del limite di detection del metodo, ovvero 10 IU/ml.
In conclusione, l’esecuzione del test QFT-Plus su piattaforma LIAISON XS garantisce un minore turn-around-time e una tecnologia high-throughput legati alle caratteristiche intrinseche dello strumento. I risultati ottenuti dallo studio hanno evidenziato in più una maggiore sensibilità rispetto alla versione su piastra, evidenziabile sia qualitativamente come un incremento del tasso di risultati validi sia quantitativamente come un innalzamento dei livelli di IFN-ƴ rilevato. L’aggiunta della provetta TB2 incrementa la sensibilità del test nei casi di infezione latente, specialmente per quegli individui con comorbidità associate ad un decremento delle capacità immunitarie del soggetto, ma il suo possibile legame con la forma attiva della malattia non risulta confermata.
File