Tesi etd-01112021-092527 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LISCIO, GIORGIA
URN
etd-01112021-092527
Titolo
Osteoarcheologia e paleopatologia di un campione di inumati provenienti dalla Pieve di Pava (Siena, X-XII secolo)
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ARCHEOLOGIA
Relatori
relatore Fornaciari, Gino
correlatore Cantini, Federico
correlatore Giuffra, Valentina
correlatore Cantini, Federico
correlatore Giuffra, Valentina
Parole chiave
- antropologia
- bioarchaelogy
- medievale
- Middle age
- osteoarcheologia
- paleopatologia
- paleopatology
- pieve
Data inizio appello
29/01/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Questo elaborato espone i dettagli dell’analisi osteoarcheologica effettuata su un campione di 31 inumati, relativi al X-XII secolo d.C. e recuperati nelle campagne di scavo archeologico avvenute tra il 2007 e il 2011 nella pieve di San Pietro in Pava, in provincia di Siena. Il lavoro si è svolto all’interno del Laboratorio di Paleopatologia dell’Università di Pisa, ove, dopo un primo studio dell’analisi tafonomica di ogni individuo, resa possibile grazie alle schede e alle fotografie documentate sullo scavo, si sono susseguite operazioni di pulitura, restauro e siglatura, per poi procedere con lo studio antropologico e patologico vero e proprio.
Il fine ultimo della ricerca è stato quello di delineare un quadro, seppur parziale, dello stile di vita e delle condizioni di salute degli abitanti che sono stati sepolti presso questo contesto funerario, nel lungo spaccato di tre secoli.
Nel primo capitolo vengono dapprima fornite nozioni generali sulla storia e la geografia del sito e successivamente i dettagli delle indagini preliminari e delle campagne archeologiche che hanno permesso il recupero delle sepolture, per poi passare alla descrizione dettagliata delle varie fasi storiche della struttura religiosa, tenendo in considerazione le sepolture rinvenute in ognuna di esse. Il materiale selezionato proviene dal cimitero della pieve, che consta di un totale di 900 sepolture rinvenute durante gli scavi terminati nel 2012, per opera del dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena.
Nel secondo capitolo inizia il resoconto dell’indagine bioarcheologica vera e propria, in cui vengono esposti i metodi utilizzati per lo studio del campione, facendo riferimento alle metodologie scientifiche internazionali più innovative e adeguate ai resti scheletrici paleopatologici antichi.
Nella terza parte del lavoro sono state elencate le informazioni ricavate dall’analisi di ogni individuo: scheda tafonomica, distretti scheletrici presenti al momento dello studio, sesso, età, statura media, patologie dentoalveolari, patologie scheletriche, marcatori muscolo-scheletrici ed entesopatie, alterazioni degenerative ed infine altre patologie ed osservazioni generali. Queste informazioni rispecchiano il lavoro effettuato direttamente sul materiale all’interno del laboratorio. I dati reperiti sono stati poi elaborati attraverso l’utilizzo di grafici e tabelle che riassumono le percentuali di distribuzione di ogni parametro osservato nei 31 individui. Da questa operazione è stato possibile, infatti, definire il profilo biodemografico dei 31 individui studiati, stimando in linea percentuale il numero di femmine, di maschi e di individui di sesso indeterminato e l’età di morte di ognuno, la statura media per ogni sesso, l’incidenza delle patologie scheletriche e dentoalveolari, dei marcatori muscolo-scheletrici e delle entesopatie, delle patologie degenerative, quali l’artrosi appendicolare e cervicale, e anche l’incidenza degli eventi traumatici.
Infine, l’ultima parte della ricerca si è concentrata sulla contestualizzazione di queste informazioni attraverso il confronto con altri siti italiani dello stesso periodo storico e con un’analisi paleopatologica delle sepolture che abbia adoperato in linea generale gli stessi strumenti di questa. Sono state riscontrate parecchie affinità ma anche alcune discordanze, che hanno permesso di formulare ipotesi attendibili al contesto socioeconomico e culturale degli inumati della pieve. È stata menzionata anche la letteratura più recente in materia antropologica e osteoarcheologica, al fine di delineare un quadro generale su come lo stile di vita di questo gruppo abbia influito sul carattere patologico di questi individui.
Il fine ultimo della ricerca è stato quello di delineare un quadro, seppur parziale, dello stile di vita e delle condizioni di salute degli abitanti che sono stati sepolti presso questo contesto funerario, nel lungo spaccato di tre secoli.
Nel primo capitolo vengono dapprima fornite nozioni generali sulla storia e la geografia del sito e successivamente i dettagli delle indagini preliminari e delle campagne archeologiche che hanno permesso il recupero delle sepolture, per poi passare alla descrizione dettagliata delle varie fasi storiche della struttura religiosa, tenendo in considerazione le sepolture rinvenute in ognuna di esse. Il materiale selezionato proviene dal cimitero della pieve, che consta di un totale di 900 sepolture rinvenute durante gli scavi terminati nel 2012, per opera del dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena.
Nel secondo capitolo inizia il resoconto dell’indagine bioarcheologica vera e propria, in cui vengono esposti i metodi utilizzati per lo studio del campione, facendo riferimento alle metodologie scientifiche internazionali più innovative e adeguate ai resti scheletrici paleopatologici antichi.
Nella terza parte del lavoro sono state elencate le informazioni ricavate dall’analisi di ogni individuo: scheda tafonomica, distretti scheletrici presenti al momento dello studio, sesso, età, statura media, patologie dentoalveolari, patologie scheletriche, marcatori muscolo-scheletrici ed entesopatie, alterazioni degenerative ed infine altre patologie ed osservazioni generali. Queste informazioni rispecchiano il lavoro effettuato direttamente sul materiale all’interno del laboratorio. I dati reperiti sono stati poi elaborati attraverso l’utilizzo di grafici e tabelle che riassumono le percentuali di distribuzione di ogni parametro osservato nei 31 individui. Da questa operazione è stato possibile, infatti, definire il profilo biodemografico dei 31 individui studiati, stimando in linea percentuale il numero di femmine, di maschi e di individui di sesso indeterminato e l’età di morte di ognuno, la statura media per ogni sesso, l’incidenza delle patologie scheletriche e dentoalveolari, dei marcatori muscolo-scheletrici e delle entesopatie, delle patologie degenerative, quali l’artrosi appendicolare e cervicale, e anche l’incidenza degli eventi traumatici.
Infine, l’ultima parte della ricerca si è concentrata sulla contestualizzazione di queste informazioni attraverso il confronto con altri siti italiani dello stesso periodo storico e con un’analisi paleopatologica delle sepolture che abbia adoperato in linea generale gli stessi strumenti di questa. Sono state riscontrate parecchie affinità ma anche alcune discordanze, che hanno permesso di formulare ipotesi attendibili al contesto socioeconomico e culturale degli inumati della pieve. È stata menzionata anche la letteratura più recente in materia antropologica e osteoarcheologica, al fine di delineare un quadro generale su come lo stile di vita di questo gruppo abbia influito sul carattere patologico di questi individui.
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