Tesi etd-01102020-133833 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PUCCINI, PAOLA
URN
etd-01102020-133833
Titolo
Analisi dell'efficacia di un trattamento combinato farmacologico e psicoterapico in un campione di bambini con disturbo del controllo degli impulsi e ADHD
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Muratori, Filippo
correlatore Dott.ssa Milone, Annarita
correlatore Dott.ssa Milone, Annarita
Parole chiave
- ADHD
- Disturbo del controllo degli impulsi
- Metilfenidato
- trattamento multimodale
Data inizio appello
28/01/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/01/2090
Riassunto
I Disturbi del Comportamento Dirompente, del Controllo degli impulsi e della condotta rappresentano una vasta ed eterogenea categoria di disturbi che si manifestano in bambini a partire dai 5 anni di età circa ed hanno un grande impatto sullo sviluppo del bambino stesso e sul nucleo familiare. Molto frequentemente questi disturbi si presentano in comorbidità con il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività; una condizione che fa parte dei disordini del neurosviluppo ed è caratterizzata da un persistente pattern di disattenzione e iperattività/impulsività che interferisce con il funzionamento e lo sviluppo dell’individuo.
Il trattamento di questi disturbi è di fondamentale importanza per prevenire la cronicizzazione dei comportamenti aggressivi e lo svilupparsi di una traiettoria evolutiva che, con molte probabilità, porterà questi bambini a sviluppare condotte antisociali e abuso di sostanze in età adulta. Da un punto di vista eziologico è necessario comprendere quanto questi disturbi siano il risultato di una complessa interazione fra fattori genetici e ambientali. Data la complessità del quadro clinico l’approccio multimodale dovrebbe rappresentare la strategia più efficace, comprendendo da una parte un intervento diretto sul bambino, che può essere esclusivamente psicoterapeutico o associato a una terapia farmacologica, dall’altra è necessario un intervento genitoriale, per cercare di affrontare eventuali problematiche del nucleo familiare che potrebbero essere responsabili del mantenimento e/o peggioramento dei sintomi del bambino, ed infine un intervento extrafamiliare (scolastico).
Questo studio si pone come obiettivo di analizzare, in un campione di minori con Disturbo del Controllo degli Impulsi e ADHD, il ruolo del trattamento farmacologico a base di metilfenidato (MPH) in associazione ad un intervento multimodale basato sul modello del Coping power Program (CPP). Il metilfenidato è un farmaco che ha indicazione nel trattamento dei sintomi di disattenzione, iperattività e impulsività ma che si è dimostrato in grado di migliorare anche alcuni sintomi comportamentali in bambini con diagnosi di Disturbo del Comportamento Dirompente, in particolar modo qualora sia presente ADHD in comorbidità.
Lo studio si è svolto presso l’IRCCS Fondazione Stella Maris e ha coinvolto bambini seguiti all’interno del Servizio “Al Di Là Delle Nuvole”, specificatamente dedicato alla diagnosi e al trattamento dei Disturbi del Comportamento in età evolutiva.
Il principale obbiettivo di questo studio pilota è stato valutare, attraverso l’utilizzo di una batteria di questionari, atti ad esplorare le caratteristiche psicopatologiche del bambino, e di scale compilate dal clinico per la valutazione del funzionamento globale del bambino, l’efficacia del trattamento combinato (CPP + MPH) in un gruppo di bambini con disturbo del comportamento dirompente e ADHD. Successivamente, i risultati ottenuti sono stati comparati con i risultati ottenuti da un gruppo di bambini che ha svolto esclusivamente il trattamento multimodale basato sul modello Coping Power.
Il trattamento farmacologico è stato cominciato entro 6 mesi dall’inizio del trattamento multimodale, che ha avuto una durata complessiva di 15 mesi, in quei bambini che si mostravano maggiormente gravi o parzialmente responsivi al Coping Power.
I risultati mostrano, nel gruppo che ha svolto CPP e MPH, un miglioramento della sintomatologia esternalizzante (comportamenti aggressivi, delinquenziali e impulsivi) e internalizzante (ansia/depressione) e di alcune condotte genitoriali (disciplina incoerente e punizioni corporali); tale dato si conferma anche nel gruppo che ha effettuato CPP esclusivo e le differenze risultano non significative.
Tuttavia i dati necessitano di alcune considerazioni riguardo la differente numerosità dei due gruppi; la differenza dei punteggi C-GAS esprimenti il funzionamento globale del bambino al baseline, che mostrava una maggiore compromissione nel gruppo che ha svolto CPP + MPH, ed infine la grande discrepanza di comorbidità con ADHD, nettamente maggiore nel gruppo che ha svolto CPP + MPH.
I risultati di questo studio pilota ci hanno aiutato a identificare alcune debolezze tra cui la necessità dell’inserimento di questionari specifici, all’interno della batteria attualmente utilizzata, che siano più efficaci nella valutazione della sintomatologia in presenza di ADHD (ADHD-RS-5); l’inserimento di una valutazione standardizzata intermedia nel momento in cui venga somministrata terapia farmacologica dopo l’inizio del trattamento multimodale ed infine un follow-up a lungo termine per la valutazione dell’entità del mantenimento dei miglioramenti ottenuti con questo tipo di approccio combinato.
Tali osservazioni saranno prese in considerazione per il futuro disegno di studio che il servizio sta progettando per valutare l’efficacia della terapia combinata (Coping Power Program e Metilfenidato) nel trattamento dei Disturbi del Comportamento Dirompente in età evolutiva.
Il trattamento di questi disturbi è di fondamentale importanza per prevenire la cronicizzazione dei comportamenti aggressivi e lo svilupparsi di una traiettoria evolutiva che, con molte probabilità, porterà questi bambini a sviluppare condotte antisociali e abuso di sostanze in età adulta. Da un punto di vista eziologico è necessario comprendere quanto questi disturbi siano il risultato di una complessa interazione fra fattori genetici e ambientali. Data la complessità del quadro clinico l’approccio multimodale dovrebbe rappresentare la strategia più efficace, comprendendo da una parte un intervento diretto sul bambino, che può essere esclusivamente psicoterapeutico o associato a una terapia farmacologica, dall’altra è necessario un intervento genitoriale, per cercare di affrontare eventuali problematiche del nucleo familiare che potrebbero essere responsabili del mantenimento e/o peggioramento dei sintomi del bambino, ed infine un intervento extrafamiliare (scolastico).
Questo studio si pone come obiettivo di analizzare, in un campione di minori con Disturbo del Controllo degli Impulsi e ADHD, il ruolo del trattamento farmacologico a base di metilfenidato (MPH) in associazione ad un intervento multimodale basato sul modello del Coping power Program (CPP). Il metilfenidato è un farmaco che ha indicazione nel trattamento dei sintomi di disattenzione, iperattività e impulsività ma che si è dimostrato in grado di migliorare anche alcuni sintomi comportamentali in bambini con diagnosi di Disturbo del Comportamento Dirompente, in particolar modo qualora sia presente ADHD in comorbidità.
Lo studio si è svolto presso l’IRCCS Fondazione Stella Maris e ha coinvolto bambini seguiti all’interno del Servizio “Al Di Là Delle Nuvole”, specificatamente dedicato alla diagnosi e al trattamento dei Disturbi del Comportamento in età evolutiva.
Il principale obbiettivo di questo studio pilota è stato valutare, attraverso l’utilizzo di una batteria di questionari, atti ad esplorare le caratteristiche psicopatologiche del bambino, e di scale compilate dal clinico per la valutazione del funzionamento globale del bambino, l’efficacia del trattamento combinato (CPP + MPH) in un gruppo di bambini con disturbo del comportamento dirompente e ADHD. Successivamente, i risultati ottenuti sono stati comparati con i risultati ottenuti da un gruppo di bambini che ha svolto esclusivamente il trattamento multimodale basato sul modello Coping Power.
Il trattamento farmacologico è stato cominciato entro 6 mesi dall’inizio del trattamento multimodale, che ha avuto una durata complessiva di 15 mesi, in quei bambini che si mostravano maggiormente gravi o parzialmente responsivi al Coping Power.
I risultati mostrano, nel gruppo che ha svolto CPP e MPH, un miglioramento della sintomatologia esternalizzante (comportamenti aggressivi, delinquenziali e impulsivi) e internalizzante (ansia/depressione) e di alcune condotte genitoriali (disciplina incoerente e punizioni corporali); tale dato si conferma anche nel gruppo che ha effettuato CPP esclusivo e le differenze risultano non significative.
Tuttavia i dati necessitano di alcune considerazioni riguardo la differente numerosità dei due gruppi; la differenza dei punteggi C-GAS esprimenti il funzionamento globale del bambino al baseline, che mostrava una maggiore compromissione nel gruppo che ha svolto CPP + MPH, ed infine la grande discrepanza di comorbidità con ADHD, nettamente maggiore nel gruppo che ha svolto CPP + MPH.
I risultati di questo studio pilota ci hanno aiutato a identificare alcune debolezze tra cui la necessità dell’inserimento di questionari specifici, all’interno della batteria attualmente utilizzata, che siano più efficaci nella valutazione della sintomatologia in presenza di ADHD (ADHD-RS-5); l’inserimento di una valutazione standardizzata intermedia nel momento in cui venga somministrata terapia farmacologica dopo l’inizio del trattamento multimodale ed infine un follow-up a lungo termine per la valutazione dell’entità del mantenimento dei miglioramenti ottenuti con questo tipo di approccio combinato.
Tali osservazioni saranno prese in considerazione per il futuro disegno di studio che il servizio sta progettando per valutare l’efficacia della terapia combinata (Coping Power Program e Metilfenidato) nel trattamento dei Disturbi del Comportamento Dirompente in età evolutiva.
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