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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01102017-173734


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CAPASSO, MARIANNA
URN
etd-01102017-173734
Titolo
Il concetto di "Anwendung" nell'etica kantiana. L'esperienza morale nella Metafisica dei costumi
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Fabris, Adriano
Parole chiave
  • metafisica dei costumi
  • Immanuel Kant
  • etica
  • applicazione
  • virtù
Data inizio appello
06/02/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questo lavoro ha cercato di individuare un filo rosso che unisse le riflessioni di Kant sulla morale, lungo il percorso che dalle Grundlegungsschriften l’aveva portato all’elaborazione della successiva opera del 1797, "La Metafisica dei costumi". Il primo capitolo è stato dedicato all’individuazione del volto teleologico della Tugendlehre all’interno della Metaphysik der Sitten. Grazie al confronto con la precedente Grundlegung zur Metaphysik der Sitten, si è visto come il concetto di umanità [Menschheit], già precedentemente indagato nell’opera del 1785, sia stato ripreso da Kant e portato a un’ulteriore spessore speculativo: esso, infatti, è stato interpretato come un elemento chiave in grado di rendere conto del sistema dei doveri e dell’esperienza morale umana. Nel secondo capitolo l’attenzione è stata rivolta a questo tipo di esperienza, in particolare alla relazione esistente nella volontà umana tra Wille, Willkür e Gesinnung. All’analisi dei meccanismi all’opera nella volontà umana, è poi seguita quella sui doveri di virtù e sul concetto, ad essi strettamente collegato, di latitudo. Qui è stato dimostrato come l’applicazione della legge morale ai casi concreti può essere portata avanti in modi diversi, poiché all’arbitrio viene lasciato uno spazio positivo, un vero e proprio campo di gioco [Spielraum] in cui esso può agire liberamente, scegliendo da chi o cosa essere determinato. Infine, il terzo capitolo ha messo al centro dell'indagine il concetto di “Anwendung”, mettendo in luce l’intento kantiano di fornire una teoria morale che tenesse conto della realizzazione delle norme morali nei più svariati contesti dell’esperienza umana. A questo punto, l'analisi si è concentrata sulla capacità di giudizio [Urteilskraft], vista come elemento di traduzione tra la ragion pura pratica e il contesto in cui l’agente si ritrova ad agire. La filosofia pratica kantiana risulta così essere una prospettiva in grado di assumere su di sé non soltanto gli elementi formali legati alla fondazione della morale, ma anche l'applicabilità delle norme morali alla concretezza dell'esperienza umana.
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