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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01092021-000543


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
DE FRANCESCO, MIRIAM
URN
etd-01092021-000543
Titolo
Biopsia delle ghiandole salivari minori nella sindrome di Sjögren: associazioni clinico-sierologiche e significato prognostico nell'outcome a lungo termine
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Baldini, Chiara
Parole chiave
  • sindrome di Sjögren
  • focus score
  • biopsia ghiandole salivari minori
  • strutture linfoidi ectopiche
  • sierologia
  • clinica
  • prognosi
Data inizio appello
26/01/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/01/2091
Riassunto
Introduzione
La sindrome di Sjögren (SS) è una malattia sistemica autoimmune caratterizzata principalmente dall’interessamento delle ghiandole salivari e lacrimali.
La SS è una patologia ad andamento prevalentemente benigno, ma tra le malattie reumatologiche è quella con il rischio di sviluppo di linfoma più alto.
La biopsia delle ghiandole salivari rappresenta il gold standard per la diagnosi di malattia.
Recenti studi suggeriscono come la biopsia attraverso la descrizione di parametri istopatologici addizionali, quali le strutture linfoidi ectopiche, possa essere sfruttata anche per la stratificazione di subset omogenei di pazienti e come marker di risposta alla terapia e di prognosi.

Obiettivo della tesi
Questa tesi si prefigge l’obiettivo di identificare se la biopsia delle ghiandole salivari minori oltre al suo ruolo fondamentale per la diagnosi di malattia, permetta anche di identificare dei parametri istopatologici (numero di foci, focus score e strutture linfoidi ectopiche) utili per la stratificazione dei pazienti clinicamente, sierologicamente ed in termini di progressione di malattia e di risposta alla terapia.

Materiali e metodi
Nello studio sono state valutate le biopsie delle ghiandole salivari minori di una coorte di soggetti con sospetto clinico di SS.
I pazienti inoltre, si sono sottoposti a test funzionale (test di Schirmer, colorazione con verde di lissamina e scialometria), test sierologici (ricerca autoanticorpi anti-SSA/SSB) per completare il work-up diagnostico.
I campioni bioptici oltre alla normale colorazione con ematossilina ed eosina, sono stati studiati con tecniche di immunoistochimica per la ricerca dei linfociti B e T e delle cellule dendritiche.

Risultati
Nel nostro studio sono state studiate 355 biopsia delle ghiandole salivari minori, confermando la diagnosi di SS in 145 casi.
Dallo studio è emerso come il valore del FS sia significativamente più alto nei pazienti con diagnosi di SS (p-value < 0.0001) e come questo si associ in maniera significativa alle manifestazioni bioumorali di malattia (p-value < 0.0001).
In un 19% dei casi non è stato possibili calcolare il FS per le dimensioni inadeguate del campione.
Sono state poi studiate le strutture linfoidi ectopiche (ELS) che si associano in maniera significativa ad elementi di severità di malattia come la linfopenia (r= -0,262*), l’ipocomplementemia (r= -0,212*) e un pattern di tumefazione ghiandolare persistente (r= 0,227**).
Infine dal nostro studio è emerso come nei pazienti con ELS≥1 si osservi una maggiore progressione di malattia nel tempo sia in termini di incremento di ESSDAI che in relazione al cambiamento del pattern di impegno delle ghiandole salivari maggiori (assente/ricorrente/persistente).
Purtroppo dal nostro lavoro di tesi risulta come nel gruppo con ELS nel campione, l’assunzione di idrossiclorochina non sia efficace nel prevenire la progressione di malattia.

Conclusioni
Da questo studio emerge come la presenza delle ELS nella biopsia delle ghiandole minori si associ ad un patotipo caratterizzato da attività di malattia maggiore, da quadri di malattia più severi, da una peggior progressione di malattia e dalla mancata risposta alla terapia con idrossiclorochina.
Sarebbe opportuno nella pratica clinica ricercare la presenza delle ELS nel campione bioptico per poter stratificare più efficacemente i pazienti e per candidarli a terapie di precisione.
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