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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01082019-200036


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
GAUDINO, GRETA
URN
etd-01082019-200036
Titolo
Dalla dieta alle malattie neurodegenerative passando attraverso il microbiota
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. Giannaccini, Gino
relatore Prof.ssa Betti, Laura
correlatore Prof.ssa Palego, Lionella
Parole chiave
  • disbiosi
  • malattie neurodegenerative
  • dieta occidentale
  • dieta
  • microbiota
  • asse cervello-intestino
  • sport
Data inizio appello
30/01/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Lo scopo di questo studio di tesi è rivolto a capire l'impatto della dieta, dei suoi alimenti sul microbiota e sulla salute dell'ospite. La dieta può modificare il microbiota intestinale, che a sua volta ha un profondo impatto sulla salute dell' ospite. L' intervento alimentare può essere utilizzato per gestire le malattie complesse. Il microbiota intestinale varia costantemente secondo le nostre abitudini alimentari e l'ambiente. Il microbiota effettua varie funzioni all' interno del nostro organismo: regola l' assorbimento dei nutrienti, produce vitamine ed enzimi, produce acidi grassi a catena corta (SFCA), controlla la proliferazione dei batteri patobionti presenti nel tratto gastrointestinale e contribuisce all'integrità di barriera intestinale. Il microbiota dalla nascita fino alla vecchiaia varia nel tempo. La colonizzazione batterica inizia direttamente alla nascita, infatti durante la gravidanza il tratto gastrointestinale del feto è sterile nell'utero, a seconda del tipo di parto e di allattamento il neonato presenta una diversa colonizzazione. Nei messi successivi alla nascita con l'introduzione precoce di antibiotici e di cibi solidi nella dieta il neonato inizia gradualmente la colonizzazione batterica. quando si raggiunge i due, tre anni di vita il microbiota si stabilizza e converge verso quello adulto. In condizioni fisiologiche rimane stabile, ma con l' avanzare dell' età si possono avere dei cambiamenti che sono dovuti principalmente all' alimentazione e all' assunzione talvolta cronica di farmaci. La dieta chiamata "occidentale" principalmente costituita da un alto apporto di carne rossa, zuccheri e grassi saturi provoca disbiosi e favorisce l' insorgenza di patologie infiammatorie intestinali, a differenza di una dieta mediterranea che favorisce l'omeostasi intestinale. La correlazione tra dieta e composizione del microbiota è stata vista tramite uno studio su modelli di topi germ free al quale è stato trapiantato, mediante sonda gastrica, una comunità microbica fecale umana. I topi sono stati nutriti con una dieta ricca di polisaccaridi vegetale e povera di grassi. Dopo un mese è stata cambiata la dieta passando a quella occidentale, si è notato che la composizione del microbiota varia in ventiquattro ore dopo il cambiamento della dieta. La dieta vegetariana modifica l'habitat intestinale e, l'esercizio fisico in relazione alla dieta migliorano le prestazioni atletiche, riducendo lo stress fisico, l'insorgenza di patologie cardiovascolari e malattie metaboliche. Inoltre l' esercizio fisico può determinare cambiamenti nella composizione microbica intestinale sia qualitativa che quantitativa con possibili benefici per l' ospite. L'asse cervello-intestino è una comunicazione bidirezionale che si verifica sia in caso di salute che di malattia. Un'alterazione di questo asse può provocare disturbi gastrointestinali, i cambiamenti in questo tratto possono avere riscontro a livello del sistema nervoso centrale. Inoltre attraverso diversi studi è stato possibile notare come la correlazione tra una dieta ricca di vegetali, prodotti a basso contenuto di grassi, probiotici, prebiotici e microbiota in condizioni benefiche può aiutare a prevenire le patologie neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson e sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Gli effetti del sistema nervoso centrale sulla composizione del microbiota sono probabilmente mediati da una perturbazione del normale habitat intestinale che può essere ripristinato con l' uso di probiotici e possibilmente con la dieta.
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