Tesi etd-01082019-173935 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
FILIERI, LUIGI
Indirizzo email
l.filieri7@gmail.com
URN
etd-01082019-173935
Titolo
Sintesi e legge della ragione. Il confronto tra Kant e J.S. Beck
Settore scientifico disciplinare
M-FIL/01
Corso di studi
FILOSOFIA
Relatori
tutor Prof. Ferrarin, Alfredo
Parole chiave
- concetto
- giudizio
- Immanuel Kant
- intuizione
- J.S. Beck
- ragione
- sintesi
Data inizio appello
28/01/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Critica della ragion pura è la cosa stessa di questa ricerca. Lo Standpunkt di Beck pone un interrogativo che, se da un lato è accomunato alla generalità dei sistemi post-kantiani, dall’altro ha delle specificità che rendono legittima la nostra scelta. Vi è nell’opera di Kant un punto di vista a partire dal quale la filosofia critica, e nello specifico la fondamentale questione della sintesi a priori, possa essere compresa e spiegata in maniera persino più chiara e diretta rispetto ai tentativi dello stesso Kant? Vi è qualcosa che Kant ha voluto dire e che deve però essere liberato dalle modalità in cui lo stesso Kant ha deciso di dirlo? La questione che affiora in seno all’impostazione è a sua volta nota. Beck non sta forse cercando lo spirito dietro la lettera? Nel rispondere affermativamente dobbiamo precisare che Beck rimarrà sempre profondamente convinto di non aver modificato nulla dell’impianto originario della Critica. Le sue letture esplicitano, chiarificano e al massimo riformulano alcuni passaggi redatti da Kant. Ma non vi si discostano, quantomeno non secondo Beck (di tutt’altra idea sarà Kant). Tuttavia, come vedremo sin da subito, se a Beck va riconosciuto il merito di aver posto a Kant delle questioni decisive, bisogna invece rimproverare a Kant una certa superficialità nelle risposte. Le domande che fa Beck rappresentano la prima motivazione sottesa alla convinzione che il suo lavoro meriti indagini approfondite. Basterà prendere in esame lo scambio epistolare per rendersi conto della portata degli interrogativi che Beck pone.
Sempre nel contesto delle lettere vedremo poi Kant dare risposte del tutto insoddisfacenti. Non soltanto per Beck ma anche per ogni volenteroso interprete della filosofia critica. Ciò rappresenta un secondo movente per la nostra ricerca. Non potendo in alcun modo accettare le risposte di Kant e avendo tuttavia riconosciuto il valore degli appunti di Beck, riteniamo qui fondamentale muovere alla ricerca di risposte diverse. Risposte e argomenti di cui Kant disponeva e che però non ha utilizzato. Temi che inoltre sono oggetto del dibattito più recente. Veniamo con ciò alla terza ragione fondamentale della ricerca qui proposta. La vicenda del confronto tra Kant e Beck coinvolge temi centrali negli sviluppi più recenti della Kant-Forschung: dalla questione dell’idealismo trascendentale al (non)-concettualismo. Con Beck abbiamo quindi modo di contribuire al dibattito contemporaneo utilizzando risorse che, proprio in ragione delle letture che offrono, non devono essere ulteriormente trascurate. Sono sostanzialmente tre le direttive in base alle quali la scelta di considerare l’interpretazione di Beck non è né arbitraria né votata al più accanito specialismo: le questioni che Beck pone, le risposte che Kant ha dato e quelle che avrebbe potuto e dovuto dare, il contributo del confronto tra Kant e Beck al dibattito contemporaneo. Le pagine che qui introduciamo constano dei seguenti passaggi: 1) descrivere l’origine e lo sviluppo dello scambio filosofico tra Kant e Beck nel materiale epistolare; 2) prendere attentamente in esame la proposta di Beck, quindi la possibilità di un punto di vista sulla filosofia kantiana che possa valere come l’unico possibile, l’unico in grado di rendere conto, nella sua interezza, della struttura della critica della ragione; 3) evidenziare le inevitabili confusioni cui ogni interprete perviene nel momento in cui assume come fondamentale per l’intera critica della ragione un principio fondamentale per una sua sola, per quanto centrale, articolazione (la costruzione matematico-geometrica); 4) comprendere, attraverso le repliche a quelli che erano esplicitamente percepiti come fraintendimenti di punti decisivi (ma non sempre come critiche frontali), i chiarimenti di Kant riguardo i momenti fondamentali della sua riflessione; 5) riconoscere i limiti degli argomenti di Kant e avanzare proposte differenti e di maggiore pregnanza a partire da una considerazione più ad ampio raggio dell’opera critica; 6) fare tesoro degli esiti della ricerca per contribuire al dibattito contemporaneo.
Sempre nel contesto delle lettere vedremo poi Kant dare risposte del tutto insoddisfacenti. Non soltanto per Beck ma anche per ogni volenteroso interprete della filosofia critica. Ciò rappresenta un secondo movente per la nostra ricerca. Non potendo in alcun modo accettare le risposte di Kant e avendo tuttavia riconosciuto il valore degli appunti di Beck, riteniamo qui fondamentale muovere alla ricerca di risposte diverse. Risposte e argomenti di cui Kant disponeva e che però non ha utilizzato. Temi che inoltre sono oggetto del dibattito più recente. Veniamo con ciò alla terza ragione fondamentale della ricerca qui proposta. La vicenda del confronto tra Kant e Beck coinvolge temi centrali negli sviluppi più recenti della Kant-Forschung: dalla questione dell’idealismo trascendentale al (non)-concettualismo. Con Beck abbiamo quindi modo di contribuire al dibattito contemporaneo utilizzando risorse che, proprio in ragione delle letture che offrono, non devono essere ulteriormente trascurate. Sono sostanzialmente tre le direttive in base alle quali la scelta di considerare l’interpretazione di Beck non è né arbitraria né votata al più accanito specialismo: le questioni che Beck pone, le risposte che Kant ha dato e quelle che avrebbe potuto e dovuto dare, il contributo del confronto tra Kant e Beck al dibattito contemporaneo. Le pagine che qui introduciamo constano dei seguenti passaggi: 1) descrivere l’origine e lo sviluppo dello scambio filosofico tra Kant e Beck nel materiale epistolare; 2) prendere attentamente in esame la proposta di Beck, quindi la possibilità di un punto di vista sulla filosofia kantiana che possa valere come l’unico possibile, l’unico in grado di rendere conto, nella sua interezza, della struttura della critica della ragione; 3) evidenziare le inevitabili confusioni cui ogni interprete perviene nel momento in cui assume come fondamentale per l’intera critica della ragione un principio fondamentale per una sua sola, per quanto centrale, articolazione (la costruzione matematico-geometrica); 4) comprendere, attraverso le repliche a quelli che erano esplicitamente percepiti come fraintendimenti di punti decisivi (ma non sempre come critiche frontali), i chiarimenti di Kant riguardo i momenti fondamentali della sua riflessione; 5) riconoscere i limiti degli argomenti di Kant e avanzare proposte differenti e di maggiore pregnanza a partire da una considerazione più ad ampio raggio dell’opera critica; 6) fare tesoro degli esiti della ricerca per contribuire al dibattito contemporaneo.
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