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ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01072010-170630


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CAPPAGLI, VIRGINIA
URN
etd-01072010-170630
Titolo
Rischio di sviluppare un secondo tumore in pazienti con carcinoma differenziato della tiroide e possibile correlazione con la terapia radiometabolica
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Elisei, Rossella
Parole chiave
  • radioiodio
  • secondo cancro primitivo
Data inizio appello
26/01/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/01/2050
Riassunto
Scopo della presente tesi è stato quello di valutare l’associazione di un secondo carcinoma primitivo (SCP) con il carcinoma differenziato della tiroide (CTD) in una serie di pazienti (pz.) con un lungo follow-up. Abbiamo poi analizzato se il rischio di sviluppare un SCP era maggiore nei pazienti con CTD rispetto alla popolazione generale e l’eventuale correlazione con il trattamento radio metabolico (I-131) ed altri parametri epidemiologici.
Il razionale del nostro lavoro risiede nelle recenti evidenze di un’aumentata associazione tra CTD e SCP, e delle controversie sul possibile effetto cancerogeno del radioiodio.
Abbiamo studiato retrospettivamente 530 pz. afferiti consecutivamente al Dipartimento di Endocrinologia di Pisa nel periodo 1969-1997 con diagnosi di CTD. I pz. sono stati seguiti mediante controlli clinici e biochimici fino al momento della raccolta dei dati. I pazienti che avevano eseguito l’ultimo controllo prima del 2006 sono stati contattati telefonicamente per l’aggiornamento clinico-anamnestico. Nonostante questa ricerca accurata 12/530 (2.2 %) pz. non sono stati rintracciati in alcun modo e pertanto risultano persi al follow-up. La durata media del follow-up, fino all’aprile 2009, è stata di 16.3±10.2 aa (range 0.5-45 aa). La maggior parte dei pz. è stata sottoposta a terapia radiometabolica con I-131 (dose media 229.6±296.1 mCi), ad eccezione di 17/530 pz. (3.2%) che non hanno assunto alcuna dose di I-131.
Dai nostri dati è emerso che 473/530 pz. (89.2%) non hanno sviluppato un SCP (GRUPPO 1); i restanti 57/530 pz (10.8%) hanno invece presentato un SCP (GRUPPO 2). Dal punto di vista istologico i SCP erano così rappresentati: 15 ca. mammari; 8 ca. polmonari; 7 epiteliomi; 7 ca. apparato genitale femminile; 7 ca. colon-rettali; 4 ca. testa-collo; 3 ca. prostatici; 3 ca. apparato urinario; 3 melanomi; 1 meningioma; 1 ca. epatico; 1 ca. pancreatico; 1 tumore osseo; 1 linfoma immunoblastico.
Confrontando le caratteristiche epidemiologiche dei pz. del GRUPPO 1 con quelle dei pz. Del GRUPPO 2 (i.e sesso, età alla diagnosi, dose di I-131 assunta e stadiazione clinica del CTD) non abbiamo riscontrato alcuna differenza statisticamente significativa, ad eccezione del parametro età alla diagnosi: il rischio di sviluppare un SCP è risultato significativamente aumentato dal punto di vista statistico (p=0.03) nei pz. con età alla diagnosi di CTD > 45 anni rispetto a quelli con età alla diagnosi < 45 anni. In particolare nella nostra serie lo sviluppo di un SCP non sembra correlato alla dose di I-131 somministrata. Tuttavia analizzando la prevalenza dei SCP nei pazienti trattati con I-131 prima dello sviluppo del SCP (n=505) rispetto a quelli non trattati o trattati successivamente allo sviluppo di un SCP (n=25) abbiamo osservato una percentuale di SCP molto più elevata nel gruppo dei trattati (49/505=10.7%) rispetto a quella dei non trattati (1/25= 4%) che non raggiunge la significatività statistica probabilmente per l’esiguo numero di questo secondo gruppo.
Abbiamo poi voluto calcolare il SIR (Standardized Incidence Ratio) della coorte di pazienti trattati con I-131 rispetto ai tassi di riferimento della popolazione italiana (dati forniti da AIRTUM, www.registri-tumori.it). L’analisi statistica ha mostrato un SIR di 1.23, 1.76 e 2.24 per ca. mammario, ca. polmonare e ca. prostatico rispettivamente, suggerendo quindi un aumentato rischio per questi 3 tipi di SCP. La stessa analisi analizzando però tutti i pz. con CTD compresi anche i non trattati con I-131 ha mostrato un SIR di 1.22 nei confronti di tutti i tumori considerati nel loro complesso, indicando un aumentato rischio generico di sviluppare un qualsiasi SCP.
In conclusione questo studio eseguito su un gruppo di pz. con CTD, la maggior parte dei quali trattati con I-131 e seguiti per un lungo periodo di tempo, dimostra che l’ associazione tra un SCP, ed in particolare con un ca. mammario o polmonare o prostatico, e il CTD è maggiore nei pazienti trattati con I-131 senza però apparente relazione con la dose somministrata. Anche l’ età più avanzata al momento della diagnosi di CTD rappresenta un elemento di rischio per lo sviluppo di un SCP. Tuttavia dai nostri dati risulta che in generale i pz. con CTD trattati o non tratti con I-131, hanno un maggior rischio di sviluppare un qualsiasi SCP rispetto alla popolazione generale.
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