Tesi etd-01052024-114656 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SACCO, ALESSANDRO
URN
etd-01052024-114656
Titolo
Generazione di modelli paziente-derivati per predire la risposta alla chemioterapia in pazienti con adenocarcinoma duttale pancreatico
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOTECNOLOGIE MOLECOLARI
Relatori
relatore Prof.ssa Raffa, Vittoria
relatore Dott.ssa Usai, Alice
relatore Dott.ssa Usai, Alice
Parole chiave
- chemiosensibilità
- organoidi
- PDAC
- zebrafish
- zPDX
Data inizio appello
22/01/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/01/2094
Riassunto
L’adenocarcinoma duttale pancreatico (PDAC) è una delle neoplasie più aggressive in tutto il mondo. La malattia localizzata è nella maggior parte dei casi asintomatica o accompagnata da sintomi non specifici, i biomarcatori per la diagnosi precoce sono scarsi e la posizione anatomica del pancreas, di difficile accesso, impedisce uno screening ambulatoriale di routine. Questo spesso comporta un avanzamento della malattia prima che venga diagnostica, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni di circa il 12%. Resezione chirurgica e chemioterapia sono le prime opzioni di trattamento per PDAC. In particolare, attualmente, vengono utilizzate come terapie di prima linea la gemcitabina, oppure due diverse combinazioni. La prima consiste di gemcitabina in associazione con nanoparticelle di albumina coniugate al paclitaxel (nab-paclitaxel); la seconda è una combinazione di 5-fluorouracile, lederfolin, oxaliplatino e irinotecano (FOLFOXIRI). I pazienti in progressione di malattia con un regime di prima linea, vengono trattati con un’altra opzione di prima linea oppure passano a un regime di seconda linea. Per questo motivo la possibilità di avere dei modelli preclinici specifici per ciascun paziente, che possano predire la risposta ai trattamenti, potrebbe essere cruciale per identificare il più appropriato schema chemioterapico.
Per contribuire in questo ambito, durante il mio lavoro di tesi ho seguito uno studio prospettico osservazionale di medicina personalizzata su PDAC, allo scopo di validare due diversi modelli preclinici derivati da paziente e valutare il loro potenziale predittivo rispetto alla risposta alla chemioterapia dei pazienti reclutati nello studio.
(i) Il primo modello utilizzato, in vitro, è rappresentato da organoidi derivati da paziente - patient derived organoids (PDO) ottenuti mediante la messa in coltura di cellule primarie isolate da tessuto di pazienti affetti da PDAC. Per questo modello è stato svolto un lavoro di caratterizzazione morfologica e patologica volta a osservare la struttura degli organoidi e l’espressione della citocheratina 7, specifico marker tumorale per PDAC; La sensibilità ai trattamenti è stata invece analizzata tramite un saggio di vitalità.
(ii) Il secondo modello utilizzato, in vivo, è rappresentato da xenotrapianti di tessuto di PDAC in larve di zebrafish (zPDX, zebrafish patient derived xenograft), già precedentemente messo a punto presso il laboratorio della Prof.ssa Raffa. In questo caso la risposta ai trattamenti è stata valutata tramite quantificazione dei nuclei apoptotici nella massa tumorale xenotrapiantata.
In ultima analisi è stata condotta un’analisi comparativa della risposta al trattamento farmacologico dei due modelli in vitro e in vivo rispetto a quella del paziente, in termini di sopravvivenza libera da malattia o insorgenza di recidive, allo scopo di raccogliere indicazioni preliminari su quale modello abbia una migliore predittività. La sfida sarà proporre un approccio di medicina personalizzata, che consenta di scegliere la terapia migliore, evitando trattamenti non necessari e migliorando la qualità di vita dei pazienti.
Per contribuire in questo ambito, durante il mio lavoro di tesi ho seguito uno studio prospettico osservazionale di medicina personalizzata su PDAC, allo scopo di validare due diversi modelli preclinici derivati da paziente e valutare il loro potenziale predittivo rispetto alla risposta alla chemioterapia dei pazienti reclutati nello studio.
(i) Il primo modello utilizzato, in vitro, è rappresentato da organoidi derivati da paziente - patient derived organoids (PDO) ottenuti mediante la messa in coltura di cellule primarie isolate da tessuto di pazienti affetti da PDAC. Per questo modello è stato svolto un lavoro di caratterizzazione morfologica e patologica volta a osservare la struttura degli organoidi e l’espressione della citocheratina 7, specifico marker tumorale per PDAC; La sensibilità ai trattamenti è stata invece analizzata tramite un saggio di vitalità.
(ii) Il secondo modello utilizzato, in vivo, è rappresentato da xenotrapianti di tessuto di PDAC in larve di zebrafish (zPDX, zebrafish patient derived xenograft), già precedentemente messo a punto presso il laboratorio della Prof.ssa Raffa. In questo caso la risposta ai trattamenti è stata valutata tramite quantificazione dei nuclei apoptotici nella massa tumorale xenotrapiantata.
In ultima analisi è stata condotta un’analisi comparativa della risposta al trattamento farmacologico dei due modelli in vitro e in vivo rispetto a quella del paziente, in termini di sopravvivenza libera da malattia o insorgenza di recidive, allo scopo di raccogliere indicazioni preliminari su quale modello abbia una migliore predittività. La sfida sarà proporre un approccio di medicina personalizzata, che consenta di scegliere la terapia migliore, evitando trattamenti non necessari e migliorando la qualità di vita dei pazienti.
File
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