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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01052010-174545


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
LARI, FABIO
URN
etd-01052010-174545
Titolo
Italia e Francia al tempo di Vichy (1940-1943). Il ruolo della commissione italiana di armistizio nelle relazioni italo-francesi.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE POLITICHE
Relatori
relatore Prof. Nello, Paolo
Parole chiave
  • Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
25/01/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
25/01/2050
Riassunto
L’oggetto di questo lavoro è l’analisi dei rapporti politici e militari tra l’Italia e la Francia durante il regime armistiziale. Osservando i documenti della Commissione italiana di armistizio è possibile notare l’importanza che questo organo assunse sin dalla firma della Convenzione. Istituita principalmente per vigilare sull’esecuzione del disarmo dell’esercito francese previsto dall’armistizio, la Commissione rappresentò invece l’unico canale delle relazioni con la Repubblica di Vichy. Il regime armistiziale si protrasse infatti per oltre due anni, dando origine a una situazione particolare, nella quale i rapporti con il paese sconfitto dovevano essere spesso regolati in deroga agli obblighi della Convenzione.
Nel periodo tra luglio e ottobre del 1940 un insieme di eventi contribuì a rendere ancora più complessa la gestione del problema francese. Gli attacchi anglo-gollisti a Mers el-Kebir e Dakar e l’attività di France Libre nelle colonie francesi convinsero i tedeschi ad adottare un atteggiamento più flessibile nei confronti della Repubblica di Vichy, permettendo un parziale riarmo volto a consentire alla Francia di difendersi autonomamente. I documenti della Delegazione francese presso la Commissione tedesca di armistizio permettono di ricostruire la dinamica dei negoziati franco-tedeschi (culminati con i protocolli di Parigi) e mostrano l’ostilità dell’Italia a un ravvicinamento tra Vichy e l’Asse.
La nomina del generale Vacca Maggiolini a presidente della CIAF nel giugno del 1941 segnò la svolta dell’Italia verso un atteggiamento più pragmatico nei confronti della Francia. Gli accordi di Natale del 1941, nonostante la breve durata della loro applicazione, furono il successo della politica di Vacca Maggiolini, ma rappresentarono altresì il preludio a un periodo di crisi nei rapporti tra la Francia e l’Asse, che si concluse di fatto con la fine dell’autonomia di Vichy nel novembre del 1942.
Le relazioni franco-italiane tra il giugno del 1940 e la fine del 1942 furono caratterizzate dalla pretesa di Roma di mantenere intatto il regime armistiziale e ottenere la parziale collaborazione dei francesi e dalla volontà di Vichy di alleggerire gli obblighi della convenzione senza però uscire dalla condizione di “semi-neutralità”.
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