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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01042022-215813


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
MAZZANTINI, ELISA
URN
etd-01042022-215813
Titolo
Leucemie acute mieloidi: la malattia residua misurabile oggi
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
EMATOLOGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Galimberti, Sara
Parole chiave
  • leucemia mieloide acuta
  • malattia residua misurabile
  • malattia minima residua
  • WT1
  • FLT3
  • NPM1
  • AML1/ETO
  • CBFB-MYH11
Data inizio appello
20/01/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/01/2092
Riassunto
La leucemia mieloide acuta (in sigla LMA) è una patologia oncoematologica caratterizzata dalla proliferazione di progenitori mieloidi clonali patologici, detti blasti, e determinata dall’accumulo di multiple mutazioni somatiche del genoma.
Nonostante l’eterogeneità molecolare, l’iter diagnostico e terapeutico è ad oggi definito da ben precisi marker immunofenotipici, di biologia-molecolare e di citogenetica e sulle valutazioni della remissione di malattia in corso di trattamento.
La remissione completa di malattia (in sigla RC) è definita, a livello morfologico e citofluorimetrico, dalla presenza di una percentuale inferiore al 5% di blasti mieloidi e, a livello citogenetico e molecolare, dall’assenza delle mutazioni identificate alla diagnosi.
La valutazione della malattia minima residua (in sigla MMR) è un importante fattore prognostico alla diagnosi ed in corso e post-trattamento. Tale riscontro può avvenire, ove possibile, con metodiche citofluorimetriche, citogenetiche e di biologia-molecolare.
L’obiettivo di questo studio è proprio l’analisi del ruolo prognostico della MMR, in termini di sopravvivenza globale (in sigla OS) e sopravvivenza libera da malattia (in sigla PFS), nei pazienti affetti da LMA su di una coorte di pazienti appartenenti alla casistica pisana delle LMA risalenti al periodo degli ultimi 10 anni.
Dal nostro studio è emerso il ruolo cruciale delle indagini di biologia-molecolare nella determinazione dell’MMR. In particolare, tra i marker più studiati ed annoverati anche nelle più recenti linee guida internazionali, ci siamo concentrati sullo studio della ricerca delle mutazioni di FLT3, in particolare della cosiddetta internal tandem duplication (ITD), della ricerca della mutazione del gene codificante per la nucleofosmina (NPM1), della traslocazione AML1/ETO (RUN1/RUNX1T1) e della traslocazione CBFB-MYH11 (altresì detta inversione del cromosoma 16), oltre a approfondire il ruolo dei livelli di espressione del gene WT1.
Tra le suddette, la presenza di NPM1, di AML1/ETO o di CBFB-MYH11, caratterizza delle entità a sé di sottotipi di leucemia acuta mieloide accomunate dal fatto di essere a rischio prognostico favorevole (low-risk). Inoltre, la persistenza di MMR di biologia-molecolare, eseguibile mediante determinazione quantitativa di NPM1, fornisce una valutazione prognostica accurata ed indipendente rispetto ad altri fattori di rischio e permette l’attuazione di strategie terapeutiche cosiddette “di consolidamento” adattate al rischio della patologia stessa. Di alcune delle suddette mutazioni e traslocazioni, nella nostra casistica, abbiamo indagato dettagliatamente l’espressione o meno alla diagnosi e l’espressione quantitativa delle stesse, ove possibile, durante tutte le principali fasi dell’iter terapeutico; infine, abbiamo valutato la potenziale utilità del monitoraggio del dosaggio quantitativo di WT1 in correlazione allo stadio di malattia quale possibile indicatore prognostico e per valutare se potesse anche avere un valore di predittività precoce di recidiva di malattia.
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