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La cavitazione è un fenomeno fisico intrinsecamente legato al moto di corpi in un fluido. Vent’anni dopo l’ingresso nel terzo millennio risulta ancora appetibile nell’analisi dei suoi effetti in termini di erosione delle superfici solide, di perdita di prestazioni del sistema propulsivo dei semoventi e di rumore generato e giocoforza immesso nell’ambiente. Ultimo ma non meno importante, specie per la connotazione volutamente militare delle riflessioni quivi contenute, la cavitazione impone rilevanti limitazioni all’intensità acustica massima ammissibile sulla superficie dei generatori di suono subacqueo destinati alla scoperta e alle comunicazioni telegrafiche.
Il presente testo non pone l’ambizioso obiettivo di fornire risposte alle poche ma pur presenti lacune che il mondo scientifico tarda a colmare in merito al fenomeno, quanto più quello di stilarne, tramite la vastissima letteratura ricca di importanti contributi sia teorici che sperimentali, una raccolta completa e dettagliata delle cause, di effettuarne un’analisi basata su un rigoroso approccio matematico e valutarne l’impatto nel singolare ambiente dei sottomarini convenzionali.
Il variopinto mondo biologico vanta alcuni eccentrici esempi di specie marine che impiegano la cavitazione per asservire i bisogni fondamentali della propria esistenza, fornendo un notevole esempio di come altrettanto possa essere fatto dall’Uomo per ottenere risultati dal grande pregio scientifico e dall’inestimabile utilità sociale.
L’intero spettro delle attività marittime potrebbe essere rivoluzionato nei prossimi decenni dall’avvento dei mezzi supercavitanti, progettati per operare interamente avvolti da una bolla di cavitazione e consentire di abbattere il principale limite del trasporto via mare: la scarsa velocità dovuta all’elevatissima resistenza generata dal movimento relativo tra il corpo ed il fluido.
L’elaborato rappresenta un documento accademico scritto da un frequentatore dell’Accademia Navale italiana nell’adempimento dei requisiti del corso di studi, pertanto le affermazioni contenute, qualora intese come speculazioni dell’autore, non riflettono necessariamente il pensiero di alcuna autorità, ivi compresi il Ministero della Difesa o il Governo italiano