Tesi etd-01032011-190458 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CASSANO, SERENA
URN
etd-01032011-190458
Titolo
Perché i genitori maltrattano? Studi sulle cause.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
PROGRAMMAZIONE E POLITICA DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Mazza, Roberto
Parole chiave
- genitori
- infanzia
- madre
- maltrattamento
- padre
Data inizio appello
24/01/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/01/2051
Riassunto
I maltrattamenti e le violenze ai bambini sono sempre esistiti senza che se ne avesse, però, la consapevolezza, sviluppatasi in tempi recenti grazie ai cambiamenti che si sono verificati a livello sociale.
Comportamenti abusanti compaiono nei miti e nelle fiabe che raccontano di figli abbandonati, come Edipo lasciato in una montagna con i piedi legati e feriti o come nelle fiabe di Pollicino e di Hansel e Gretel.
Anche la Bibbia racconta di padri che sacrificano i figli, benché il sacrificio di Isacco da parte di Abramo sia stato fermato all'ultimo momento, oppure i figli minacciati di morte o uccisi come nella “strage degli innocenti”ordinata da Erode. Troviamo il motivo dell'abbandono anche nella storia di Romolo e Remo abbandonati alla nascita e, poi, allevati da una lupa. Dunque i miti raccontano una realtà che ha sempre accompagnato la storia dell'umanità.
In ogni epoca, troviamo condotte che oggi non esiteremmo a definire abuso: pensiamo ad esempio allo sfruttamento economico, al lavoro minorile, all'abbandono, all'incuria. Nel Medio Evo, ad esempio i bambini subivano maltrattamenti sistematici,così tanti da far pensare che l'elevata mortalità infantile non era dovuta solo ad indigenza o alla mancanza di condizione igienica.
Nel diritto romano arcaico i poteri del “pater familias”prevedevano il decidere della vita dei figli oltre a quella di decidere del loro matrimonio. Tale stato di sottomissione, proprio dei minori nella famiglia patriarcale, rafforzava due opinioni: una,era quella per cui i bambini erano proprietà dei genitori e si riteneva naturale che essi avessero pieno diritto su di loro, e di conseguenza quella secondo cui i genitori erano considerati unici responsabili dei figli, per cui un trattamento severo veniva giustificato dalla convinzione che fossero necessarie le punizioni, anche corporali, per mantenere la disciplina, trasmettere le buone maniere e correggere le cattive inclinazioni.
In Inghilterra ad esempio, non era raro che i bambini fossero accusati di impietosire le persone e ottenere elemosine; in questo modo i bambini volutamente menomati, costituivano fonte sicura di sostentamento per la famiglia.
Negli ultimi tempi si parla molto di maltrattamenti e abusi e bisognerebbe chiedersi se questo avviene perché sono effettivamente aumentati o perché la società si pone diversamente di fronte a questo fenomeno.
I maltrattamenti all'infanzia, quindi sono sempre esistiti, ma negli ultimi anni, si sta certamente sviluppando una diversa consapevolezza e soprattutto il bambino viene osservato in un'ottica più ampia che non prende in considerazione esclusivamente il concetto di maltrattamento fisico o abuso sessuale, ma si estende anche alla trascuratezza e agli abusi psicologici.
Sul tema dei maltrattamenti e degli abusi sessuali nei confronti dei piccoli c'è grande attenzione da parte del pubblico, di associazioni, di istituzioni e, soprattutto dei media. Eppure, nella nostra società così apparentemente piena di premure e attenzioni verso i più piccoli e con gli adulti sempre più pronti ad esaudire le richieste dei propri figli, molti bambini, proprio dalla famiglia, sono costretti a subire violenze, maltrattamenti, senza avere la forza di sottrarsi.
Lo scopo del presente lavoro è quello d analizzare il motivo che spinge i genitori a maltrattare, trascurare i propri figli. Tratteremo soltanto delle forme di maltrattamento e trascuratezza, escludendo le forme di abuso sessuale, altrimenti la trattazione diverrebbe molto dispersiva.
E' stato interessante verificare, che maltrattamenti gravi sui minori avvengono anche in famiglie di condizione sociale elevata.
Nella maggior parte dei casi l'autrice principale del maltrattamento, è la madre, ma è interessante notare come le vittime trovano delle giustificazioni al comportamento dei genitori, e a volte, li vedono come dei bambini che devono essere accuditi.
Per comprendere il maltrattamento all'infanzia, in ambito familiare, bisogna osservare e riflettere le condizioni di vita dei perpetratori, ovvero le dinamiche intrapsichiche e relazionali dei genitori.
Tra genitore e figlio si instaura una relazione sana quando l'adulto, avendo un buon equilibrio interiore e consapevolezza dei propri bisogni e vissuti, riesce ad accogliere quelli del figlio rispondendovi in modo sufficientemente soddisfacente. La relazione maltrattante, è, invece caratterizzata da un genitore che, indipendentemente dagli intenti consapevoli ed a causa della sua situazione psichica, non è in grado di riconoscere i bisogni del figlio né la sua individualità, fornendogli quindi risposte inadeguate.
Nel primo capitolo analizzeremo le varie forme di maltrattamento che un minore può subire dai suoi genitori e come queste possono essere riconosciute. In passato si riconosceva come forma di maltrattamento solo quella fisica; oggi invece si riconoscono anche altre forme di maltrattamento che un genitore può rivolgere verso il proprio figlio: maltrattamento psicologico, trascuratezza (incuria, discuria ipercuria), abuso sessuale. Come abbiamo detto prima, in questo lavoro di tesi non tratteremo dell'abuso sessuale.
Nel secondo capitolo tratteremo il contributo delle ricerche sui fattori di rischio delle famiglie violente, introducendo così dei modelli per interpretare tutti i fattori che possono scatenare la crisi della famiglia e di conseguenza forme di maltrattamento verso i figli.
Nel terzo capitolo analizzeremo la sindrome di Munchausen per procura, ovvero quel disturbo mentale che affligge per lo più le madri, spingendole ad arrecare un danno fisico al figlio per attirare l'attenzione su di sé. La madre viene così a godere dell'affetto e della stima delle altre persone perché si preoccupa della salute del proprio figlio. Questa sindrome costituisce un serio abuso all'infanzia.
Infine nell'ultimo capitolo parleremo di forme estreme di maltrattamento nei confronti dei figli, che possono portare alla loro morte: infanticidio e figlicidio. Spesso è la madre a commettere tali reati. In questa tesi cercheremo di capire cosa spinge una madre a commettere simili azioni.
Comportamenti abusanti compaiono nei miti e nelle fiabe che raccontano di figli abbandonati, come Edipo lasciato in una montagna con i piedi legati e feriti o come nelle fiabe di Pollicino e di Hansel e Gretel.
Anche la Bibbia racconta di padri che sacrificano i figli, benché il sacrificio di Isacco da parte di Abramo sia stato fermato all'ultimo momento, oppure i figli minacciati di morte o uccisi come nella “strage degli innocenti”ordinata da Erode. Troviamo il motivo dell'abbandono anche nella storia di Romolo e Remo abbandonati alla nascita e, poi, allevati da una lupa. Dunque i miti raccontano una realtà che ha sempre accompagnato la storia dell'umanità.
In ogni epoca, troviamo condotte che oggi non esiteremmo a definire abuso: pensiamo ad esempio allo sfruttamento economico, al lavoro minorile, all'abbandono, all'incuria. Nel Medio Evo, ad esempio i bambini subivano maltrattamenti sistematici,così tanti da far pensare che l'elevata mortalità infantile non era dovuta solo ad indigenza o alla mancanza di condizione igienica.
Nel diritto romano arcaico i poteri del “pater familias”prevedevano il decidere della vita dei figli oltre a quella di decidere del loro matrimonio. Tale stato di sottomissione, proprio dei minori nella famiglia patriarcale, rafforzava due opinioni: una,era quella per cui i bambini erano proprietà dei genitori e si riteneva naturale che essi avessero pieno diritto su di loro, e di conseguenza quella secondo cui i genitori erano considerati unici responsabili dei figli, per cui un trattamento severo veniva giustificato dalla convinzione che fossero necessarie le punizioni, anche corporali, per mantenere la disciplina, trasmettere le buone maniere e correggere le cattive inclinazioni.
In Inghilterra ad esempio, non era raro che i bambini fossero accusati di impietosire le persone e ottenere elemosine; in questo modo i bambini volutamente menomati, costituivano fonte sicura di sostentamento per la famiglia.
Negli ultimi tempi si parla molto di maltrattamenti e abusi e bisognerebbe chiedersi se questo avviene perché sono effettivamente aumentati o perché la società si pone diversamente di fronte a questo fenomeno.
I maltrattamenti all'infanzia, quindi sono sempre esistiti, ma negli ultimi anni, si sta certamente sviluppando una diversa consapevolezza e soprattutto il bambino viene osservato in un'ottica più ampia che non prende in considerazione esclusivamente il concetto di maltrattamento fisico o abuso sessuale, ma si estende anche alla trascuratezza e agli abusi psicologici.
Sul tema dei maltrattamenti e degli abusi sessuali nei confronti dei piccoli c'è grande attenzione da parte del pubblico, di associazioni, di istituzioni e, soprattutto dei media. Eppure, nella nostra società così apparentemente piena di premure e attenzioni verso i più piccoli e con gli adulti sempre più pronti ad esaudire le richieste dei propri figli, molti bambini, proprio dalla famiglia, sono costretti a subire violenze, maltrattamenti, senza avere la forza di sottrarsi.
Lo scopo del presente lavoro è quello d analizzare il motivo che spinge i genitori a maltrattare, trascurare i propri figli. Tratteremo soltanto delle forme di maltrattamento e trascuratezza, escludendo le forme di abuso sessuale, altrimenti la trattazione diverrebbe molto dispersiva.
E' stato interessante verificare, che maltrattamenti gravi sui minori avvengono anche in famiglie di condizione sociale elevata.
Nella maggior parte dei casi l'autrice principale del maltrattamento, è la madre, ma è interessante notare come le vittime trovano delle giustificazioni al comportamento dei genitori, e a volte, li vedono come dei bambini che devono essere accuditi.
Per comprendere il maltrattamento all'infanzia, in ambito familiare, bisogna osservare e riflettere le condizioni di vita dei perpetratori, ovvero le dinamiche intrapsichiche e relazionali dei genitori.
Tra genitore e figlio si instaura una relazione sana quando l'adulto, avendo un buon equilibrio interiore e consapevolezza dei propri bisogni e vissuti, riesce ad accogliere quelli del figlio rispondendovi in modo sufficientemente soddisfacente. La relazione maltrattante, è, invece caratterizzata da un genitore che, indipendentemente dagli intenti consapevoli ed a causa della sua situazione psichica, non è in grado di riconoscere i bisogni del figlio né la sua individualità, fornendogli quindi risposte inadeguate.
Nel primo capitolo analizzeremo le varie forme di maltrattamento che un minore può subire dai suoi genitori e come queste possono essere riconosciute. In passato si riconosceva come forma di maltrattamento solo quella fisica; oggi invece si riconoscono anche altre forme di maltrattamento che un genitore può rivolgere verso il proprio figlio: maltrattamento psicologico, trascuratezza (incuria, discuria ipercuria), abuso sessuale. Come abbiamo detto prima, in questo lavoro di tesi non tratteremo dell'abuso sessuale.
Nel secondo capitolo tratteremo il contributo delle ricerche sui fattori di rischio delle famiglie violente, introducendo così dei modelli per interpretare tutti i fattori che possono scatenare la crisi della famiglia e di conseguenza forme di maltrattamento verso i figli.
Nel terzo capitolo analizzeremo la sindrome di Munchausen per procura, ovvero quel disturbo mentale che affligge per lo più le madri, spingendole ad arrecare un danno fisico al figlio per attirare l'attenzione su di sé. La madre viene così a godere dell'affetto e della stima delle altre persone perché si preoccupa della salute del proprio figlio. Questa sindrome costituisce un serio abuso all'infanzia.
Infine nell'ultimo capitolo parleremo di forme estreme di maltrattamento nei confronti dei figli, che possono portare alla loro morte: infanticidio e figlicidio. Spesso è la madre a commettere tali reati. In questa tesi cercheremo di capire cosa spinge una madre a commettere simili azioni.
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