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La tesi si propone come finalità quella di effettuare uno studio sulle magistrature urbane e il potere amministrativo a Palermo nel corso del XV secolo. Maggiore risalto è stato dato alle figure dei giurati e alle famiglie di appartenenza nella seconda parte del secolo, utilizzando la documentazione inedita dell'Archivio Storico Comunale, in maniera particolare di un registro contenuto nella cassetta 36 del fondo "Atti del Senato" anno indizionale 1465-1466 e degli elenchi degli ufficiali dal 1475 al 1501, attingendo ai volumi del fondo "Atti, Bandi e Provviste". Dallo studio della documentazione sono emersi nuovi contributi in riferimento alle condizioni economiche dell'Università palermitana, che permettono di effettuare dei confronti con l'Età alfonsina e di rivalutare il periodo corrispondente alla seconda metà del Quattrocento, attribuendo a Palermo un chiaro dinamismo e certa una varietà di strategie per reperire risorse economiche, nonostante le epidemie di peste. In secondo luogo, è stato possibile individuare i caratteri delle nuove oligarchie cittadine che dimostrano, rispetto al periodo precedente: una miglior coesione sociale, disponibilità di denaro superiori e quindi una capacità di investire e diversificare in misura maggiore i loro profitti. Tutti questi fattori hanno giocato un ruolo determinante nel favorire il processo di maturazione di tali lignaggi conferendo loro più pervasività e facoltà di condizionare l'economia e la politica cittadina, complici anche una maggior autonomia data all'Università e la lontananza dal potere centrale reale.