Thesis etd-11152012-184140 |
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Thesis type
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Author
FALERI, VALERIA
URN
etd-11152012-184140
Thesis title
La nouvelle vague
Department
SCIENZE POLITICHE
Course of study
SCIENZE POLITICHE
Supervisors
relatore Prof. Ampola, Massimo
Keywords
- Truffaut
- Godard
Graduation session start date
03/12/2012
Availability
Withheld
Release date
03/12/2052
Summary
Il termine Nouvelle Vague,col quale si ricorderà un particolare movimento
cinematografico francese, nasce dai risultati di un'indagine sociologica,
promossa dalla rivista l'Express, per conoscere “in profondità la
generazione degli anni'50”.I risultati, descrissero una nuova generazione
desiderosa di “reinventare” la propria vita, alla luce di un forte
sentimento di libertà e autonomia, che come un'onda, non si poteva
arrestare. La società francese negli anni '50 vive un periodo di forti
cambiamenti e contraddizioni, aperta e dinamica aspira ad un futuro moderno,
dovendo però fare i conti con una guerra mondiale appena finita e con le
laceranti guerre coloniali ancora in corso. A Parigi, meta di numerosi
intellettuali provenienti anche dall'estero, si assiste ad una fioritura
intellettuale ed artistica; anche nel cinema si avverte questa “necessità di
rinnovamento”. Già dagli anni '40 alcuni giovani intellettuali,tra cui
Alexandre Astruc e André Bazin, considerati i “padri” della Nouvelle Vague
cinematografica, avevano dato inizio alla riflessione sul cinema come arte
indipendente. Le loro idee di cinema moderno, capace di esprimere, il mondo
mentale dell'artista(camera-stylo), sono alla base della formazione teorica
dei giovani cineasti. Truffaut, Godard, Chabrol, Rivette e Rohmer, sono gli
alfieri del nuovo cinema; provengono dalla cinefilia e dal giornalismo, in
particolare dai famosi “Cahiers du cinéma” dalle cui colonne hanno espresso
idee rivoluzionarie sulla critica (politica degli autori)e da cui hanno dato
uno scossone a tutto il mondo del cinema. Forti della loro idea di cinema
personale,a basso budget, “spontaneo”, nel 1959 sono pronti a passare alla
regia, senza aver fatto un solo giorno di praticantato. La Nouvelle Vague
(così li definì il critico Pierre Billard) esplose con film come I 400 colpi
di Truffaut, Fino all'ultimo respiro di Godard, Il bel Sergio di Chabrol, di
minor successo le opere di Rivette (Parigi ci appartiene) e di Rohmer (Il
segno del Leone). Il pubblico rispose freddamente alle loro seconde opere,
presto ai clamori del successo si sostituirono forti critiche che ancora
oggi sopravvivono soprattutto in Francia, dove la Nouvelle Vague viene
considerata spesso una parentesi infausta la cui eredità è “una carrettata
di insopportabili bidoni che devono ammuffire alla Cinémateque”(Le Figarò).
Questo lavoro, partendo dall'analisi dei film che hanno fatto la storia del
movimento e attraverso un breve excursus sulla carriera dei “copains”, cerca
di mettere in luce il particolare contributo della Nouvelle Vague; movimento
che è considerato, fuori patria, una sorta di patrimonio nazionale francese
e al quale si riconosce universalmente il merito di aver contribuito allo
sviluppo del cinema moderno.
cinematografico francese, nasce dai risultati di un'indagine sociologica,
promossa dalla rivista l'Express, per conoscere “in profondità la
generazione degli anni'50”.I risultati, descrissero una nuova generazione
desiderosa di “reinventare” la propria vita, alla luce di un forte
sentimento di libertà e autonomia, che come un'onda, non si poteva
arrestare. La società francese negli anni '50 vive un periodo di forti
cambiamenti e contraddizioni, aperta e dinamica aspira ad un futuro moderno,
dovendo però fare i conti con una guerra mondiale appena finita e con le
laceranti guerre coloniali ancora in corso. A Parigi, meta di numerosi
intellettuali provenienti anche dall'estero, si assiste ad una fioritura
intellettuale ed artistica; anche nel cinema si avverte questa “necessità di
rinnovamento”. Già dagli anni '40 alcuni giovani intellettuali,tra cui
Alexandre Astruc e André Bazin, considerati i “padri” della Nouvelle Vague
cinematografica, avevano dato inizio alla riflessione sul cinema come arte
indipendente. Le loro idee di cinema moderno, capace di esprimere, il mondo
mentale dell'artista(camera-stylo), sono alla base della formazione teorica
dei giovani cineasti. Truffaut, Godard, Chabrol, Rivette e Rohmer, sono gli
alfieri del nuovo cinema; provengono dalla cinefilia e dal giornalismo, in
particolare dai famosi “Cahiers du cinéma” dalle cui colonne hanno espresso
idee rivoluzionarie sulla critica (politica degli autori)e da cui hanno dato
uno scossone a tutto il mondo del cinema. Forti della loro idea di cinema
personale,a basso budget, “spontaneo”, nel 1959 sono pronti a passare alla
regia, senza aver fatto un solo giorno di praticantato. La Nouvelle Vague
(così li definì il critico Pierre Billard) esplose con film come I 400 colpi
di Truffaut, Fino all'ultimo respiro di Godard, Il bel Sergio di Chabrol, di
minor successo le opere di Rivette (Parigi ci appartiene) e di Rohmer (Il
segno del Leone). Il pubblico rispose freddamente alle loro seconde opere,
presto ai clamori del successo si sostituirono forti critiche che ancora
oggi sopravvivono soprattutto in Francia, dove la Nouvelle Vague viene
considerata spesso una parentesi infausta la cui eredità è “una carrettata
di insopportabili bidoni che devono ammuffire alla Cinémateque”(Le Figarò).
Questo lavoro, partendo dall'analisi dei film che hanno fatto la storia del
movimento e attraverso un breve excursus sulla carriera dei “copains”, cerca
di mettere in luce il particolare contributo della Nouvelle Vague; movimento
che è considerato, fuori patria, una sorta di patrimonio nazionale francese
e al quale si riconosce universalmente il merito di aver contribuito allo
sviluppo del cinema moderno.
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