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Thesis etd-11102014-141502


Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
MANCINI, ANDREA
URN
etd-11102014-141502
Thesis title
Il narcotraffico internazionale e i suoi effetti destabilizzanti nei paesi di transito
Department
SCIENZE POLITICHE
Course of study
STUDI INTERNAZIONALI
Supervisors
relatore Prof. Vannucci, Alberto
Keywords
  • 'Ndrangheta
  • Africa Occidentale
  • droga
  • Ellenika
  • instabilità
  • Italia
  • mercato illecito
  • narcotraffico
  • sostanze stupefacenti
  • Sud America
Graduation session start date
01/12/2014
Availability
Full
Summary
In questa tesi vengono analizzati gli effetti destabilizzati che possono scaturire dalle attività connesse al traffico internazionale di stupefacenti, dai luoghi di produzione sino all’arrivo sui mercati Nord americano ed europeo, considerati i più redditizi. Lo studio ha cercato di descrivere innanzitutto le sostanze interessate, i paesi coinvolti, le organizzazioni criminali che operano al loro interno e le problematiche storico-economiche che hanno permesso l’affermarsi e lo svilupparsi di queste determinate colture, attraverso un’accurata analisi dei dati disponibili e passando in rassegna quelle che sono le principali aree di produzione, in Asia e in Sud America. Seguendo questo schema descrittivo, il lavoro prosegue evidenziando come le arterie del narcotraffico si siano nel tempo sviluppate ed aggiornate, mostrando flessibilità nella scelta dei luoghi da raggiungere e nelle rotte da seguire, andando alla continua scoperta di nuove opportunità allo scopo di rendere più complicata l’opera di contrasto da parte delle forze dell’ordine dei vari paesi coinvolti. Questa esigenza ha suggerito alle organizzazioni criminali del settore di estendere i loro interessi ed i loro contatti in altri paesi ed in altri continenti. Le ricerche menzionate riguardanti l’Africa occidentale suggeriscono un preoccupante trend concernente il fenomeno del narcotraffico transnazionale, agevolato da situazioni politiche, economico-finanziarie e sociali molto complicate e dunque favorevoli alla penetrazione di interessi tanto importanti dal punto di vista prettamente economico, data la massa di risorse che gli stupefacenti sono in grado di smuovere. Nel continente africano, i proventi derivanti dalle rotte della cocaina riescono ad alimentare una corruzione per certi aspetti dilagante e difficilmente quantificabile, sovvenzionare movimenti insurrezionali di varia natura e a sconvolgere intere economie, in quanto solitamente piccole e non molto appetibili per gli indispensabili investimenti stranieri, andando dunque ben oltre la mera produzione tradizionale tipica di realtà come quella della cannabis marocchina, che comunque gioca un ruolo non meno interessante. Il Regno del Marocco, con le sue problematicità e le sue contraddizioni, ospita una produzione di stupefacente storicamente importante nella regione montuosa del Rif, mantenuta florida da un collaudato sistema protettivo capace di dirottare quei prodotti verso la vicina Europa, attraverso canali e stratagemmi consolidati nel tempo. Questa capacità di collegare paesi di produzione e mercati anima la ricerca di nuove rotte e l’esigenza di aggiornare le vecchie da parte delle organizzazioni criminali di tutto il mondo. Il percorso delle sostanze stupefacenti originarie di alcuni paesi asiatici appare esemplare. Sfruttando anche in questo caso paesi già fortemente segnati da lunghi periodi di instabilità, Afghanistan su tutti, le organizzazioni criminali transnazionali operanti lungo la famigerata Balkan route sono riuscite ad aggiornare ed a frammentare le tappe del narcotraffico, usufruendo di contesti ancora in piena transizione verso la democrazia, dove l’eco delle guerre balcaniche e del mercato nero impiegato dalle diverse fazioni negli anni novanta non accenna ad attenuarsi. A tale riguardo, nella parte finale del lavoro, la tesi descrive come le sostanze stupefacenti riescano ad arrivare materialmente in Italia, uno dei principali mercati europei, avvalendosi del sostegno offerto per l’occasione dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila, ricostruendo attraverso l’operazione Ellenika le tappe e le attività di tre gruppi di narcotrafficanti.
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