Thesis etd-10272020-164456 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
MAVIGLIA, FEDERICO
URN
etd-10272020-164456
Thesis title
Seneca, De Beneficiis, libro V. Edizione, traduzione e commento (capp. 1-14).
Department
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Course of study
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Supervisors
relatore Ferri, Rolando
relatore Grilli, Alessandro
relatore Grilli, Alessandro
Keywords
- Critica letteraria
- Critical edition
- De beneficiis
- Edizione critica
- Literary criticism
- Seneca
- Stoic philosophy
- Stoicismo
Graduation session start date
16/11/2020
Availability
Withheld
Release date
16/11/2090
Summary
La mia tesi è una nuova edizione critica con traduzione e commento di Seneca, De Beneficiis, 5 (capp. 1-14). Il De Beneficiis, cui per lungo tempo non è stata attribuita una posizione centrale all'interno della produzione filosofica di Seneca, dalla seconda metà del secolo scorso è stato oggetto di attenzione crescente da parte della comunità degli studiosi, in particolar modo per quanto riguarda l'aspetto storico e critico-filologico. Un recente filone di studi, infatti, ha cercato di valorizzare il significato del trattato senecano all'interno del suo originario contesto di circolazione, approfondendone i rapporti sia con la situazione politica sia con la contemporanea riflessione filosofica di ambito stoico. Parallelamente, un altro filone di ricerca si è occupato di indagare la fortuna dell'opera e le vie della sua trasmissione dall'antichità fino ai giorni nostri. Ad oggi manca, tuttavia, un lavoro che raccolga le conclusioni di queste ricerche e se ne serva per costruire una nuova lettura sistematica del trattato, unendo i piani del close reading e dell'interpretazione globale del testo. La mia tesi vorrebbe essere un primo passo in questa direzione.
Diversi studi hanno dimostrato che uno dei manoscritti più importanti attraverso i quali è stato tramandato il trattato senecano è l'archetipo conservato della tradizione. Mutate premesse stemmatiche e una maggiore conoscenza delle caratteristiche materiali del manoscritto hanno perciò reso obsolete le vecchie edizioni, risalenti a non oltre il terzo decennio del secolo scorso, e consentito un miglioramento del testo in diversi punti. La presente edizione accoglie questi miglioramenti e, in determinati casi, ne propone di nuovi, come ad esempio nei due loci vexati ai capp. 4.1 e 6.6. Inoltre, è stata data speciale attenzione a un dibattuto problema di storia della tradizione, cioè se il capostipite della tradizione manoscritta recenziore sia discendente diretto dell'archetipo. Il quinto libro del trattato contiene una prova già portata a sostegno di tale ipotesi, ma sottovalutata dalla bibliografia più recente. Il suo riesame consente, invece, di corroborare l'ipotesi della discendenza diretta.
La traduzione obbedisce al principio del sussidio scientifico: è funzionale all'immediato chiarimento delle scelte interpretative e funge al contempo da banco di prova delle scelte testuali. Tale esigenza è stata comunque bilanciata dalla complementare ricerca di scorrevolezza e leggibilità anche da parte del lettore non specialista.
Il commento si propone invece l'obiettivo di affrontare un ampio ventaglio di questioni, dalla discussione puntuale dei problemi filologici più rilevanti all'illustrazione di riferimenti storici e antiquari per noi inevitabilmente oscuri, fino all'interpretazione filosofica e letteraria del testo. Per quest'ultimo fine sono stati impiegati strumenti teorici provenienti da vari ambiti disciplinari, tutti orientati alla comprensione dell'esperienza di ricezione del testo da parte dei suoi lettori. In particolare, rivestono un ruolo importante le teorie dell'intertestualità, la semiotica e la linguistica cognitiva. Questo costituisce il taglio esegetico specifico del presente commento.
All'introduzione, infine, è affidata la giustificazione dei principi metodologici seguiti e una breve contestualizzazione del ruolo argomentativo del libro quinto all'interno del De Beneficiis nel suo complesso.
L'obiettivo ultimo del presente lavoro di tesi è quello di rendere disponibile uno strumento utile allo studio di un'opera, in generale poco studiata, di un autore canonico dell'antichità. Da qui il tentativo di racchiudere in un lavoro unitario la risposta a esigenze scientifiche eterogenee, corrispondenti alla varietà di interessi che il testo di Seneca può suscitare.
My thesis is a new critical edition with translation and commentary of Seneca, De Beneficiis, 5 (chpt. 1-14). De Beneficiis was not regarded as central to Seneca's philosophical production for a long time, but since the second half of the last century has been given increasing attention by the scholarly community, particularly with regard to the historical and critical-philological aspect. A recent strand of studies has tried to understand the significance of the Seneca's treatise in light of its original circulation, both in relation to the political situation and the contemporary philosophical reflection in the Stoic sphere. At the same time, another strand of research has been investigating the Fortleben of Seneca's treatise, and the ways in which it has been transmitted from antiquity to the present day. However, to date no scholarly work collects the conclusions of such research and employs them to construct a new systematic reading of the treatise, combining close reading with global interpretation. The present thesis is meant to be a first step in this direction.
Several recent studies have shown that one of the most important manuscripts transmitting Seneca's treatise is the extant archetype of the tradition. Different stemmatic premises and a greater knowledge of the manuscript material consistency have therefore made obsolete the old editions, which date back no later than the 1930s, and have allowed the text to be improved in several places. The present edition accepts these improvements and, in certain cases, proposes new solutions, such as in the two loci vexati in chpts. 4.1 and 6.6. Moreover, special attention has been devoted to a debated problem of Überlieferungsgeschichte, i.e. whether the ancestor of the recentiores-tradition is a direct descendant of the archetype. The fifth book of De Beneficiis contains evidence already brought in support of this hypothesis, but disregarded by more recent literature. Its reassessment corroborates the hypothesis of direct derivation.
The translation obeys the principle of scientific aid: it is functional to the immediate clarification of interpretative solutions, and at the same time serves as a test bench for textual choices. However, this principle has been counterbalanced by the search for smoothness and readability even by non-specialist readers.
The commentary aims at addressing a wide range of issues, such as the precise discussion of the most relevant philological problems, the clarification of historical references, up to the philosophical and literary interpretation of the text. For this last purpose I have made use of theoretical tools from various disciplinary fields, which altogether emphasise the experiential dimension of the reception of Seneca's text. In particular, theories of Intertextuality, Semiotics, and Cognitive Linguistics play an important role. This constitutes the exegetical approach specific to this commentary.
Finally, the introduction states the methodological principles that have been followed and briefly contextualizes the argumentative role of the fifth book within De Beneficiis as a whole.
The ultimate aim of my thesis is to make available a useful instrument for research on an overall neglected treatise by a canonical author of antiquity. Hence comes my attempt to respond with a unitary work to heterogeneous scientific demands, which reflect the variety of interests that Seneca's text may arouse.
Diversi studi hanno dimostrato che uno dei manoscritti più importanti attraverso i quali è stato tramandato il trattato senecano è l'archetipo conservato della tradizione. Mutate premesse stemmatiche e una maggiore conoscenza delle caratteristiche materiali del manoscritto hanno perciò reso obsolete le vecchie edizioni, risalenti a non oltre il terzo decennio del secolo scorso, e consentito un miglioramento del testo in diversi punti. La presente edizione accoglie questi miglioramenti e, in determinati casi, ne propone di nuovi, come ad esempio nei due loci vexati ai capp. 4.1 e 6.6. Inoltre, è stata data speciale attenzione a un dibattuto problema di storia della tradizione, cioè se il capostipite della tradizione manoscritta recenziore sia discendente diretto dell'archetipo. Il quinto libro del trattato contiene una prova già portata a sostegno di tale ipotesi, ma sottovalutata dalla bibliografia più recente. Il suo riesame consente, invece, di corroborare l'ipotesi della discendenza diretta.
La traduzione obbedisce al principio del sussidio scientifico: è funzionale all'immediato chiarimento delle scelte interpretative e funge al contempo da banco di prova delle scelte testuali. Tale esigenza è stata comunque bilanciata dalla complementare ricerca di scorrevolezza e leggibilità anche da parte del lettore non specialista.
Il commento si propone invece l'obiettivo di affrontare un ampio ventaglio di questioni, dalla discussione puntuale dei problemi filologici più rilevanti all'illustrazione di riferimenti storici e antiquari per noi inevitabilmente oscuri, fino all'interpretazione filosofica e letteraria del testo. Per quest'ultimo fine sono stati impiegati strumenti teorici provenienti da vari ambiti disciplinari, tutti orientati alla comprensione dell'esperienza di ricezione del testo da parte dei suoi lettori. In particolare, rivestono un ruolo importante le teorie dell'intertestualità, la semiotica e la linguistica cognitiva. Questo costituisce il taglio esegetico specifico del presente commento.
All'introduzione, infine, è affidata la giustificazione dei principi metodologici seguiti e una breve contestualizzazione del ruolo argomentativo del libro quinto all'interno del De Beneficiis nel suo complesso.
L'obiettivo ultimo del presente lavoro di tesi è quello di rendere disponibile uno strumento utile allo studio di un'opera, in generale poco studiata, di un autore canonico dell'antichità. Da qui il tentativo di racchiudere in un lavoro unitario la risposta a esigenze scientifiche eterogenee, corrispondenti alla varietà di interessi che il testo di Seneca può suscitare.
My thesis is a new critical edition with translation and commentary of Seneca, De Beneficiis, 5 (chpt. 1-14). De Beneficiis was not regarded as central to Seneca's philosophical production for a long time, but since the second half of the last century has been given increasing attention by the scholarly community, particularly with regard to the historical and critical-philological aspect. A recent strand of studies has tried to understand the significance of the Seneca's treatise in light of its original circulation, both in relation to the political situation and the contemporary philosophical reflection in the Stoic sphere. At the same time, another strand of research has been investigating the Fortleben of Seneca's treatise, and the ways in which it has been transmitted from antiquity to the present day. However, to date no scholarly work collects the conclusions of such research and employs them to construct a new systematic reading of the treatise, combining close reading with global interpretation. The present thesis is meant to be a first step in this direction.
Several recent studies have shown that one of the most important manuscripts transmitting Seneca's treatise is the extant archetype of the tradition. Different stemmatic premises and a greater knowledge of the manuscript material consistency have therefore made obsolete the old editions, which date back no later than the 1930s, and have allowed the text to be improved in several places. The present edition accepts these improvements and, in certain cases, proposes new solutions, such as in the two loci vexati in chpts. 4.1 and 6.6. Moreover, special attention has been devoted to a debated problem of Überlieferungsgeschichte, i.e. whether the ancestor of the recentiores-tradition is a direct descendant of the archetype. The fifth book of De Beneficiis contains evidence already brought in support of this hypothesis, but disregarded by more recent literature. Its reassessment corroborates the hypothesis of direct derivation.
The translation obeys the principle of scientific aid: it is functional to the immediate clarification of interpretative solutions, and at the same time serves as a test bench for textual choices. However, this principle has been counterbalanced by the search for smoothness and readability even by non-specialist readers.
The commentary aims at addressing a wide range of issues, such as the precise discussion of the most relevant philological problems, the clarification of historical references, up to the philosophical and literary interpretation of the text. For this last purpose I have made use of theoretical tools from various disciplinary fields, which altogether emphasise the experiential dimension of the reception of Seneca's text. In particular, theories of Intertextuality, Semiotics, and Cognitive Linguistics play an important role. This constitutes the exegetical approach specific to this commentary.
Finally, the introduction states the methodological principles that have been followed and briefly contextualizes the argumentative role of the fifth book within De Beneficiis as a whole.
The ultimate aim of my thesis is to make available a useful instrument for research on an overall neglected treatise by a canonical author of antiquity. Hence comes my attempt to respond with a unitary work to heterogeneous scientific demands, which reflect the variety of interests that Seneca's text may arouse.
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