Thesis etd-10162020-090717 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
FELICI, FEDERICA
URN
etd-10162020-090717
Thesis title
BME ANCA: IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI DIFFERENZIALE E DEL TIMING DI TRATTAMENTO. REVISIONE CASISTICA
Department
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Course of study
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
Supervisors
relatore Prof. Capanna, Rodolfo
Keywords
- edema osseo
Graduation session start date
17/11/2020
Availability
Withheld
Release date
17/11/2090
Summary
Il BME è un sintomo riferibile a molteplici differenti stati patologici ed esprime la presenza di “liquido” nel contesto del tessuto scheletrico spongioso. Dal punto di vista clinico il sintomo più comunemente associato a Edema del midollo osseo (BME) è il dolore con la limitazione funzionale associata. Dal punto di vista diagnostico la Risonanza Magnetica (RMN) è l’indagine più utilizzata ed in grado di definire bene ed abbastanza precocemente la presenza di un BME.
La classificazione più utile dal punto di vista clinico è quella eziopatogenetica che consente di inquadrare all’interno di quale condizione morbosa si realizzi il BME ed impostare di conseguenza un idoneo trattamento.
Il trattamento, come la eziologia, è vario e cambia anche questo a seconda del quadro patologico in cui il BME si instaura; abbiamo pertanto suddiviso in trattamento sintomatico-di supporto ed eziopatogenetico. Il primo è principalmente utilizzato per le forme comunemente autolimitantesi e per le forme potenzialmente reversibili, che possono cioè potenzialmente essere trattate incruentamente senza ricorrere alla chirurgia ia meno della insorgenza di complicanze) in quanto non associate a danno strutturale irreversibile. Si avvale di terapia farmacologica, in primis farmaci antiriassorbitivi ed antiossidanti, ma anche di terapie fisiche strumentali sia per il controllo del dolore che per incrementare la stimolazione biologica a livello osseo; un ruolo di non minore importanza, soprattutto per alcune forme, è ricoperto dalla gestione del carico sull’arto affetto; se infatti alcune forme traggono beneficio dal carico per contrapporsi ad un quadro di osteoporosi localizzata, in altri il carico può portare alla insorgenza di complicanze quali le fratture nel caso della osteoporosi transitoria dell’anca. Per trattamento eziopatogenetico si intende invece la risoluzione della patologia primitiva nel caso di BME secondario ad altre condizioni morbose come le neoplastiche e le infettive. Nella tesi vengono descritti una serie di casi, appartenenti ognuno ad una diversa classe eziopatogenetica, puntando l’attenzione sulla necessità di una corretta e soprattutto tempestiva diagnosi differenziale iniziale. Viene in particolare posta l’attenzione sulla possibilità di evitare l’evoluzione da forme potenzialmente reversibili (che traggono beneficio cioè dal solo trattamento conservativo) a forme irreversibili (per la cui risoluzione è necessario intervenire chiurgicamente).
La classificazione più utile dal punto di vista clinico è quella eziopatogenetica che consente di inquadrare all’interno di quale condizione morbosa si realizzi il BME ed impostare di conseguenza un idoneo trattamento.
Il trattamento, come la eziologia, è vario e cambia anche questo a seconda del quadro patologico in cui il BME si instaura; abbiamo pertanto suddiviso in trattamento sintomatico-di supporto ed eziopatogenetico. Il primo è principalmente utilizzato per le forme comunemente autolimitantesi e per le forme potenzialmente reversibili, che possono cioè potenzialmente essere trattate incruentamente senza ricorrere alla chirurgia ia meno della insorgenza di complicanze) in quanto non associate a danno strutturale irreversibile. Si avvale di terapia farmacologica, in primis farmaci antiriassorbitivi ed antiossidanti, ma anche di terapie fisiche strumentali sia per il controllo del dolore che per incrementare la stimolazione biologica a livello osseo; un ruolo di non minore importanza, soprattutto per alcune forme, è ricoperto dalla gestione del carico sull’arto affetto; se infatti alcune forme traggono beneficio dal carico per contrapporsi ad un quadro di osteoporosi localizzata, in altri il carico può portare alla insorgenza di complicanze quali le fratture nel caso della osteoporosi transitoria dell’anca. Per trattamento eziopatogenetico si intende invece la risoluzione della patologia primitiva nel caso di BME secondario ad altre condizioni morbose come le neoplastiche e le infettive. Nella tesi vengono descritti una serie di casi, appartenenti ognuno ad una diversa classe eziopatogenetica, puntando l’attenzione sulla necessità di una corretta e soprattutto tempestiva diagnosi differenziale iniziale. Viene in particolare posta l’attenzione sulla possibilità di evitare l’evoluzione da forme potenzialmente reversibili (che traggono beneficio cioè dal solo trattamento conservativo) a forme irreversibili (per la cui risoluzione è necessario intervenire chiurgicamente).
File
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