Thesis etd-10122021-232604 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
MIGGIANO, NICOLO
URN
etd-10122021-232604
Thesis title
La coartazione aortica nel neonato con dotto arterioso pervio: valutazione di un modello ecocardiografico predittivo
Department
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Course of study
PEDIATRIA
Supervisors
relatore Prof. Peroni, Diego
correlatore Dott.ssa Assanta, Nadia
correlatore Dott.ssa Assanta, Nadia
Keywords
- cardiologia pediatrica
- coartazione aortica
- dotto arterioso di Botallo
- ecocardiografia
- neonatologia
Graduation session start date
02/11/2021
Availability
Withheld
Release date
02/11/2091
Summary
Introduzione:
La coartazione dell'aorta (CoA) è un comune difetto cardiaco congenito caratterizzato da ostruzione dell'arco aortico, tipicamente a livello del punto di inserzione del dotto arterioso di Botallo. Una mancata diagnosi tempestiva di tale condizione può portare a insufficienza cardiaca, shock e morte. Tale condizione desta pertanto molta preoccupazione nelle terapie intensive e risulta fondamentale una diagnosi precoce che ha permesso, negli anni, di ridurre il numero di pazienti coartati critici. L’ecocardiografia è la modalità di imaging d’elezione per tale diagnosi, tuttavia, esistono pochi indici ecocardiografici in grado di predire precocemente il rischio di CoA, quando il dotto di Botallo risulta ancora pervio e garantisce una parte significativa della portata sistemica. Una volta posta la diagnosi, trattandosi di una dotto-dipendenza sistemica, può essere intrapresa l’infusione endovenosa di prostaglandine (PGE) per mantenere la pervietà del dotto arterioso prima della riparazione chirurgica del difetto congenito. Diversi parametri ecocardiografici sono stati sviluppati per facilitare la diagnosi di CoA. Tra questi ricordiamo il rapporto tra il diametro dell’arteria carotide comune (CA) e quello trasverso dell’arco distale (DT) – (CA/DT); l’indice CSA dato dal rapporto tra il DT e la distanza tra arteria carotide e arteria succlavia (CA_SC); l’indice I/D dato dal rapporto tra il diametro aortico nella regione istmica (I) e quello dell’aorta discendente (D). Soslow et al. hanno ideato un modello per stimare la probabilità di coartazione (CPM) integrando gli indici CA/DT, CSA e I/D, precedentemente studiati in letteratura e validati, al fine di creare uno strumento più completo per la diagnosi di CoA.
Obiettivi:
Lo scopo del nostro studio è stato quello di testare i parametri attualmente presenti in letteratura e quello proposto da Soslow et al. in termini di capacità di identificare la CoA in una popolazione di studio rappresentata da neonati a termine con dotto arterioso di Botallo pervio (PDA) ed in assenza di cardiopatie complesse.
Materiali e metodi:
La popolazione di studio è stata rappresentata da 52 neonati che sono nati da Luglio 2016 a Settembre 2021 presso l’ospedale del cuore di Massa (OPA) o presso altri ospedali del territorio e trasferiti successivamente all’OPA per sospetto clinico e/o strumentale di CoA. Sono stati pertanto sottoposti ad ecocardiografia color-Doppler come esame di imaging per l’indagine diagnostica. Sono stati esclusi i soggetti con dotto arterioso di Botallo chiuso, quelli con cardiopatie maggiori ed i pretermine. In totale sono stati esclusi, per tali motivi, 11 pazienti. Le immagini ecocardiografiche utilizzate per la raccolta delle misurazioni consistevano esclusivamente in proiezioni bidimensionali e color Doppler dell’arco aortico ottenute dalla finestra soprasternale e raccolte da ecocardiografisti con comprovata esperienza in cardiologia pediatrica. La popolazione risultante constava quindi di 39 neonati rispondenti ai criteri di inclusione. Tale popolazione è stata suddivisa in due gruppi: 25 neonati che sono andati incontro a cardiochirurgia per diagnosi confermata di CoA e 14 neonati ai quali è stata esclusa tale diagnosi. Nei due gruppi di studio sono state effettuate le misurazioni degli indici CA/DT, I/D e DT/CA_SC e del CPM con l’obiettivo di testarli e confrontarne la sensibilità e specificità.
Risultati:
L’indice CA/DT ha manifestato una sensibilità del 72% e specificità del 85.3%, l’I/D una sensibilità del 99.8% e specificità del 92%, il CSA una sensibilità del 71.4% e specificità del 92%, infine, il CPM una sensibilità del 96% e specificità del 99.9% nella stima di predittività di CoA.
Conclusioni:
L’analisi effettuata, pertanto, ha rivelato una sensibilità e specificità del CPM maggiori rispetto a quelle dei singoli indici ecocardiografici precedentemente utilizzati e validati. Per tale motivo, confermando il risultato di letteratura ottenuto da Soslow et al., si raccomanda la misurazione del CPM in tutti i neonati con sospetto clinico e/o ecocardiografico di coartazione aortica al fine di incrementare l’accuratezza diagnostica dei singoli indici precedentemente validati (CA/DT, I/D e DT/CA_SC), integrandoli nel CPM, che può essere quindi utilizzato per il monitoraggio clinico-strumentale di neonati a rischio di CoA.
La coartazione dell'aorta (CoA) è un comune difetto cardiaco congenito caratterizzato da ostruzione dell'arco aortico, tipicamente a livello del punto di inserzione del dotto arterioso di Botallo. Una mancata diagnosi tempestiva di tale condizione può portare a insufficienza cardiaca, shock e morte. Tale condizione desta pertanto molta preoccupazione nelle terapie intensive e risulta fondamentale una diagnosi precoce che ha permesso, negli anni, di ridurre il numero di pazienti coartati critici. L’ecocardiografia è la modalità di imaging d’elezione per tale diagnosi, tuttavia, esistono pochi indici ecocardiografici in grado di predire precocemente il rischio di CoA, quando il dotto di Botallo risulta ancora pervio e garantisce una parte significativa della portata sistemica. Una volta posta la diagnosi, trattandosi di una dotto-dipendenza sistemica, può essere intrapresa l’infusione endovenosa di prostaglandine (PGE) per mantenere la pervietà del dotto arterioso prima della riparazione chirurgica del difetto congenito. Diversi parametri ecocardiografici sono stati sviluppati per facilitare la diagnosi di CoA. Tra questi ricordiamo il rapporto tra il diametro dell’arteria carotide comune (CA) e quello trasverso dell’arco distale (DT) – (CA/DT); l’indice CSA dato dal rapporto tra il DT e la distanza tra arteria carotide e arteria succlavia (CA_SC); l’indice I/D dato dal rapporto tra il diametro aortico nella regione istmica (I) e quello dell’aorta discendente (D). Soslow et al. hanno ideato un modello per stimare la probabilità di coartazione (CPM) integrando gli indici CA/DT, CSA e I/D, precedentemente studiati in letteratura e validati, al fine di creare uno strumento più completo per la diagnosi di CoA.
Obiettivi:
Lo scopo del nostro studio è stato quello di testare i parametri attualmente presenti in letteratura e quello proposto da Soslow et al. in termini di capacità di identificare la CoA in una popolazione di studio rappresentata da neonati a termine con dotto arterioso di Botallo pervio (PDA) ed in assenza di cardiopatie complesse.
Materiali e metodi:
La popolazione di studio è stata rappresentata da 52 neonati che sono nati da Luglio 2016 a Settembre 2021 presso l’ospedale del cuore di Massa (OPA) o presso altri ospedali del territorio e trasferiti successivamente all’OPA per sospetto clinico e/o strumentale di CoA. Sono stati pertanto sottoposti ad ecocardiografia color-Doppler come esame di imaging per l’indagine diagnostica. Sono stati esclusi i soggetti con dotto arterioso di Botallo chiuso, quelli con cardiopatie maggiori ed i pretermine. In totale sono stati esclusi, per tali motivi, 11 pazienti. Le immagini ecocardiografiche utilizzate per la raccolta delle misurazioni consistevano esclusivamente in proiezioni bidimensionali e color Doppler dell’arco aortico ottenute dalla finestra soprasternale e raccolte da ecocardiografisti con comprovata esperienza in cardiologia pediatrica. La popolazione risultante constava quindi di 39 neonati rispondenti ai criteri di inclusione. Tale popolazione è stata suddivisa in due gruppi: 25 neonati che sono andati incontro a cardiochirurgia per diagnosi confermata di CoA e 14 neonati ai quali è stata esclusa tale diagnosi. Nei due gruppi di studio sono state effettuate le misurazioni degli indici CA/DT, I/D e DT/CA_SC e del CPM con l’obiettivo di testarli e confrontarne la sensibilità e specificità.
Risultati:
L’indice CA/DT ha manifestato una sensibilità del 72% e specificità del 85.3%, l’I/D una sensibilità del 99.8% e specificità del 92%, il CSA una sensibilità del 71.4% e specificità del 92%, infine, il CPM una sensibilità del 96% e specificità del 99.9% nella stima di predittività di CoA.
Conclusioni:
L’analisi effettuata, pertanto, ha rivelato una sensibilità e specificità del CPM maggiori rispetto a quelle dei singoli indici ecocardiografici precedentemente utilizzati e validati. Per tale motivo, confermando il risultato di letteratura ottenuto da Soslow et al., si raccomanda la misurazione del CPM in tutti i neonati con sospetto clinico e/o ecocardiografico di coartazione aortica al fine di incrementare l’accuratezza diagnostica dei singoli indici precedentemente validati (CA/DT, I/D e DT/CA_SC), integrandoli nel CPM, che può essere quindi utilizzato per il monitoraggio clinico-strumentale di neonati a rischio di CoA.
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