Thesis etd-09262012-212052 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (3 anni)
Author
BARONI, NADIA
URN
etd-09262012-212052
Thesis title
Ricerca di Coxiella burnetii in campioni di latte di ovini e di bovini, presenti nel territorio della Valdera
Department
MEDICINA VETERINARIA
Course of study
SANITA' ANIMALE, ALLEVAMENTO E PRODUZIONI ZOOTECNICHE
Supervisors
relatore Dott.ssa Ebani, Valentina Virginia
Keywords
- coxiella burnetii
- latte bovino
- latte ovino
Graduation session start date
19/10/2012
Availability
Full
Summary
Il desiderio prepotente di un ritorno al naturale da parte del consumatore, con la costituzione di G.A.S. (Gruppi d’Acquisto Solidale), l’acquisto di prodotti di filiera corta, hanno dato l’impulso alla diffusione di distributori di latte e alla nascita di caseifici artigianali.
Le peculiari caratteristiche di Coxiella burnetii, sia dal punto di visto eziologico che patogenetico, ci hanno spinto ad indagare se il latte possa costituire un rischio per il consumatore. Le indagini condotte su campioni di latte nella zona della Valdera (PI) hanno messo in evidenza la presenza di del patogeno nelle nostre aziende e come al momento non sia ancora del tutto chiara l’esatta diffusione della Febbre Q nell’uomo e negli animali domestici, non solo in Italia, ma anche in tutti gli Stati Europei, anche in virtù del fatto che non sono presenti norme comunitarie uniche in materia di monitoraggio, di diagnosi e di notifica. Pertanto sarebbe auspicabile effettuare un monitoraggio sistematico, che potrebbe porre le basi per la pianificazione di attività di controllo e profilassi mirata a contenere l’eventuale impatto economico e sanitario, sia nel settore zootecnico che umano, se la Febbre Q dovesse diffondersi.
Le peculiari caratteristiche di Coxiella burnetii, sia dal punto di visto eziologico che patogenetico, ci hanno spinto ad indagare se il latte possa costituire un rischio per il consumatore. Le indagini condotte su campioni di latte nella zona della Valdera (PI) hanno messo in evidenza la presenza di del patogeno nelle nostre aziende e come al momento non sia ancora del tutto chiara l’esatta diffusione della Febbre Q nell’uomo e negli animali domestici, non solo in Italia, ma anche in tutti gli Stati Europei, anche in virtù del fatto che non sono presenti norme comunitarie uniche in materia di monitoraggio, di diagnosi e di notifica. Pertanto sarebbe auspicabile effettuare un monitoraggio sistematico, che potrebbe porre le basi per la pianificazione di attività di controllo e profilassi mirata a contenere l’eventuale impatto economico e sanitario, sia nel settore zootecnico che umano, se la Febbre Q dovesse diffondersi.
File
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