Thesis etd-09222022-122002 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
ORLANZA, EMANUELE
URN
etd-09222022-122002
Thesis title
Un'agenzia per lo sviluppo del Meridione e delle aree depresse d'Italia: la Cassa per il Mezzogiorno (1950 - 1984).
Department
SCIENZE POLITICHE
Course of study
STUDI INTERNAZIONALI
Supervisors
relatore Prof. Cini, Marco
Keywords
- Alcide De Gaspare
- Banca Mondiale
- BIRS
- Cassa per il Mezzogiorno
- Credito Industriale
- Donato Menichella
- IBRD
- intervento straordinario
- Meridione
- Mezzogiorno
- polarizzazione
- programmazione
- Riforma Agraria
Graduation session start date
24/10/2022
Availability
Withheld
Release date
24/10/2062
Summary
Il presente elaborato si prefigge di analizzare le cause del divario socio-economico tra Nord e Sud, sorto all’indomani del processo risorgimentale e delle politiche poste in essere dallo Stato per superarlo. In particolare, esso consta di tre capitoli attraverso i quali verrà effettuata una disamina dei processi che portarono alla nascita, allo sviluppo ed alla cessazione della Cassa per il Mezzogiorno (CasMez).
Nel primo capitolo, grazie al supporto degli studi economico-statistici di V. Daniele e P. Malanima, andremo a verificare l’ampiezza del divario economico tra le due parti della penisola. La comparsa di una tale differenza era da legarsi principalmente ai processi storico-economici che investirono il Sud negli anni immediatamente successivi al processo di unificazione, dando vita a quella situazione storica definita questione meridionale. Il ‘900 si inaugurò con i tentativi volti ad attuare le leggi speciali a favore del Mezzogiorno, rivelatesi scarsamente foriere di miglioramenti economici e sociali. Ed ancora, continueremo con le importanti esperienze beneduciane prodromiche alla CasMez dell’Opera Nazionale Combattenti (ONC) e dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI). La stasi della Seconda Guerra Mondiale e le problematiche relative agli aiuti Alleati prepareranno il sedime per uno slancio nell’ambito del sostegno all’economia meridionale.
Il secondo capitolo fotografa il complesso quadro socio-economico del secondo dopoguerra, oltremodo caratterizzato dall’occupazione delle terre nel Mezzogiorno da parte dei contadini. La Strage di Torre Melissa in Calabria e la paura di un’avanzata del comunismo in Italia indussero le intellighenzie, italiane ed Alleate, a collaborare per elaborare delle necessarie soluzioni. Ne scaturì l’adozione della Legge Sila e della Legge Stralcio, e la costituzione di un ente di diritto pubblico, la CasMez – ordinativamente composta da organi politici e organi amministrativi – di durata decennale (più volte procrastinata) la quale, sotto il patrocinio della International Bank for Reconstruction and Development, pianificò e controllò l’intervento straordinario nel Mezzogiorno attraverso due fasi complementari: la pre-industrializzazione e l’industrializzazione.
Il terzo capitolo evidenzia: le iniziali difficoltà del nuovo ente nel reperire personale tecnico preparato; la riorganizzazione del credito industriale nel Mezzogiorno e gli eventi politico-internazionali ed economici (la nascita e sviluppo delle Comunità Europee e del Mercato Unico) che spinsero verso una sintesi del modus operandi del processo di risanamento dell’economia meridionale, limitato e concentrato al solo step dell’industrializzazione. Esso si sarebbe attuato, grazie al supporto della CasMez, attraverso la costituzione di poli/centri localizzati di sviluppo ma, la mancanza di controllo sulla loro nascita, – a causa delle forti pressioni politico-clientelari locali – ne causò la massiva proliferazione, portando, da un lato, ad un ridimensionamento nella loro genesi e, dall’altro, ad una programmazione dei processi nel panorama economico nazionale. Quest’ultima, svolta inizialmente dal Comitato Interministeriale per la Ricostruzione e, poi, dal costituito Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), di fatto, limitò l’azione del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, organo politico di vertice della CasMez. Gli anni ‘70 si aprirono con la crisi internazionale petrolifera e con la volontà, da parte del Governo italiano di centro-sinistra, di attuare i dettami costituzionali sul decentramento amministrativo relativi alla nascita e alla distribuzione delle competenze alle nascenti Regioni a Statuto Ordinario, estromettendo di fatto la CasMez dalle future opere di risanamento e rilancio del Mezzogiorno. Pertanto, alla scadenza del termine ultimo di vita della Cassa, fissato al 31 dicembre 1980, il Parlamento non volle decidere sulla prosecuzione dell’esperienza straordinaria e, successivamente, il DPR del 6 agosto 1984 né sancì la definitiva liquidazione, chiudendo trentaquattro anni di intervento straordinario nel Mezzogiorno.
Nel primo capitolo, grazie al supporto degli studi economico-statistici di V. Daniele e P. Malanima, andremo a verificare l’ampiezza del divario economico tra le due parti della penisola. La comparsa di una tale differenza era da legarsi principalmente ai processi storico-economici che investirono il Sud negli anni immediatamente successivi al processo di unificazione, dando vita a quella situazione storica definita questione meridionale. Il ‘900 si inaugurò con i tentativi volti ad attuare le leggi speciali a favore del Mezzogiorno, rivelatesi scarsamente foriere di miglioramenti economici e sociali. Ed ancora, continueremo con le importanti esperienze beneduciane prodromiche alla CasMez dell’Opera Nazionale Combattenti (ONC) e dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI). La stasi della Seconda Guerra Mondiale e le problematiche relative agli aiuti Alleati prepareranno il sedime per uno slancio nell’ambito del sostegno all’economia meridionale.
Il secondo capitolo fotografa il complesso quadro socio-economico del secondo dopoguerra, oltremodo caratterizzato dall’occupazione delle terre nel Mezzogiorno da parte dei contadini. La Strage di Torre Melissa in Calabria e la paura di un’avanzata del comunismo in Italia indussero le intellighenzie, italiane ed Alleate, a collaborare per elaborare delle necessarie soluzioni. Ne scaturì l’adozione della Legge Sila e della Legge Stralcio, e la costituzione di un ente di diritto pubblico, la CasMez – ordinativamente composta da organi politici e organi amministrativi – di durata decennale (più volte procrastinata) la quale, sotto il patrocinio della International Bank for Reconstruction and Development, pianificò e controllò l’intervento straordinario nel Mezzogiorno attraverso due fasi complementari: la pre-industrializzazione e l’industrializzazione.
Il terzo capitolo evidenzia: le iniziali difficoltà del nuovo ente nel reperire personale tecnico preparato; la riorganizzazione del credito industriale nel Mezzogiorno e gli eventi politico-internazionali ed economici (la nascita e sviluppo delle Comunità Europee e del Mercato Unico) che spinsero verso una sintesi del modus operandi del processo di risanamento dell’economia meridionale, limitato e concentrato al solo step dell’industrializzazione. Esso si sarebbe attuato, grazie al supporto della CasMez, attraverso la costituzione di poli/centri localizzati di sviluppo ma, la mancanza di controllo sulla loro nascita, – a causa delle forti pressioni politico-clientelari locali – ne causò la massiva proliferazione, portando, da un lato, ad un ridimensionamento nella loro genesi e, dall’altro, ad una programmazione dei processi nel panorama economico nazionale. Quest’ultima, svolta inizialmente dal Comitato Interministeriale per la Ricostruzione e, poi, dal costituito Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), di fatto, limitò l’azione del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, organo politico di vertice della CasMez. Gli anni ‘70 si aprirono con la crisi internazionale petrolifera e con la volontà, da parte del Governo italiano di centro-sinistra, di attuare i dettami costituzionali sul decentramento amministrativo relativi alla nascita e alla distribuzione delle competenze alle nascenti Regioni a Statuto Ordinario, estromettendo di fatto la CasMez dalle future opere di risanamento e rilancio del Mezzogiorno. Pertanto, alla scadenza del termine ultimo di vita della Cassa, fissato al 31 dicembre 1980, il Parlamento non volle decidere sulla prosecuzione dell’esperienza straordinaria e, successivamente, il DPR del 6 agosto 1984 né sancì la definitiva liquidazione, chiudendo trentaquattro anni di intervento straordinario nel Mezzogiorno.
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