Thesis etd-09222010-135131 |
Link copiato negli appunti
Thesis type
Tesi di laurea specialistica LC5
Author
OCCHIBOVE, FLAVIA
URN
etd-09222010-135131
Thesis title
Sopravvivere alla frammentazione dell'habitat: l'ecologia alimentare di Alouatta palliata presso la stazione biologica " La Suerte ", Costa Rica
Department
MEDICINA VETERINARIA
Course of study
MEDICINA VETERINARIA
Supervisors
relatore Dott. Gazzano, Angelo
correlatore Dott. Liponi, Gian Battista
controrelatore Prof. Sighieri, Claudio
correlatore Prof.ssa Borgognini Tarli, Silvana
correlatore Dott. Donati, Giuseppe
correlatore Dott. Liponi, Gian Battista
controrelatore Prof. Sighieri, Claudio
correlatore Prof.ssa Borgognini Tarli, Silvana
correlatore Dott. Donati, Giuseppe
Keywords
- Alouatta palliata
- Costa Rica
- ecologia nutrizionale
- frammentazione
- uso dell'habitat
Graduation session start date
22/10/2010
Availability
Partial
Release date
22/10/2050
Summary
La frammentazione di habitat intatti è un processo dinamico su larga scala che implica la perdita di habitat e la suddivisione dello stesso in isolati, di numero, dimensione e caratteristiche variabili. Le aree integre si ritrovano disperse in una matrice di habitat modificato, spesso destinate alle attività umane (coltivazioni, pascoli, strade, etc.). Tra i primati, Alouatta palliata (scimmia urlatrice dal mantello) dimostra un'ampia flessibilità eco-etologica come risposta alla degradazione dell'habitat e spesso si ritrova in frammenti nei quali altre specie non riescono a sopravvivere. I limiti minimi ecologici che permettono a questi animali di sopravvivere però non sono stati ancora chiariti. La scimmia urlatrice ha una dieta essenzialmente foglivora, caratteristica che aiuta la sopravvivenza in aree ad estensione limitata, ma non possiede una specializzazione anatomica del tratto gastro-enterico per la digestione della cellulosa. Il presente studio è volto a mettere in evidenza gli effetti della frammentazione dell'habitat sull'eco-etologia di una popolazione di Alouatta palliata presso “La Suerte Biological Field Station”, situata nel nord-est del Costa Rica. Abbiamo studiato quattro gruppi di A. palliata occupanti due frammenti di foresta pluviale diversi per dimensioni, struttura e composizione botanica. Il primo caratterizzato da vegetazione primaria, l'altro da vegetazione secondaria. Il frammento di foresta primaria è di estensione minore rispetto all'altro (rispettivamente 20 ettari e 200 ettari). La densità di A. palliata rilevata nel primo frammento è tra le più alte mai registrate per questa specie. Ipotizziamo che se l’alta densità è determinata dalla qualità delle risorse la vegetazione primaria fornirà risorse qualitativamente migliori. Se questo è vero, i gruppi del frammento primario, coprendo prima i loro fabbisogni nutrizionali, investiranno meno tempo in spostamenti e in attività di foraggiamento rispetto a quelli della foresta secondaria (ipotesi ecologica). L’ipotesi alternativa è che l'elevata densità induca gli animali della foresta primaria a limitare gli spostamenti per evitare interazioni aggressive con i gruppi limitrofi e quindi ad avere una dieta qualitativamente inferiore rispetto ai gruppi della foresta secondaria (ipotesi demografica). Allo scopo di testare le due ipotesi sono stati raccolti dati tramite un Focal Animal Sampling ogni 5 minuti sia sull'attività degli animali, che sull’uso dell’habitat e sulle specie botaniche presenti nella dieta. Sono anche stati raccolti campioni di cibo di ogni gruppo di Alouatta ed eseguite su di essi analisi volte ad evidenziarne la composizione nutrizionale. Inoltre è stato stimato l'home-range e la distanza media percorsa da ogni gruppo mediante la raccolta di coordinate geografiche opportunamente elaborate. Gli animali sono rimasti prevalentemente inattivi, ma i gruppi della foresta secondaria hanno avuto una maggiore percentuale di movimento. È risultata altamente significativa anche la differenza tra distanza media percorsa dagli animali (più elevata nella foresta secondaria) (p<0,001). Gli alberi utilizzati dalle scimmie sono stati di taglia maggiore rispetto alla dimensione media degli alberi nel rispettivo frammento. I campioni raccolti rappresentano il 36 % della dieta degli animali calcolata tramite il tempo di foraggiamento. Gli alimenti della foresta secondaria presentano una maggiore quantità di fibra (NDF e ADF) (p<0.05) e un rapporto proteina grezza/ADF inferiore (p<0,05). Tenendo conto del tempo di foraggiamento dedicato ad ogni specie campionata, la dieta delle scimmie nella foresta secondaria ha presentato una più alta concentrazione di fibre, in tutte le sue frazioni, ma anche di proteina. In conclusione, pur dovendo interpretare i risultati con cautela per la brevità delle osservazioni, questi sembrano supportare fortemente l'ipotesi ecologica. La foresta primaria sembra avere risorse migliori della foresta secondaria, di conseguenza gli animali presenti in quest'ultima debbono spostarsi maggiormente ed effettuare una più accurata selezione delle risorse per assolvere il fabbisogno nutrizionale.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
abstract...ttato.pdf | 174.90 Kb |
tesi_1_f...ndice.pdf | 142.76 Kb |
1 file non consultabili su richiesta dell’autore. |