Thesis etd-07232018-124854 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
LEORIN, MARCO
URN
etd-07232018-124854
Thesis title
EVENTI EMORRAGICI IN PRONTO SOCCORSO: STUDIO REAL LIFE SU PAZIENTI CON EVENTI EMORRAGICI CON E SENZA TERAPIA ANTICOAGULANTE
Department
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Course of study
MEDICINA D'EMERGENZA-URGENZA
Supervisors
relatore Prof. Ghiadoni, Lorenzo
Keywords
- emorragie maggiori
- emorragie minori
- Pronto Soccorso
- terapia anticoagulante
Graduation session start date
20/08/2018
Availability
Withheld
Release date
20/08/2088
Summary
La terapia anticoagulante, anche con l’avvento dei nuovi anticoagulanti orali, è causa di eventi avversi, in particolari emorragici. Numerosi studi internazionali hanno avuto come oggetto la valutazione dell’incidenza del rischio di sanguinamento riguardo alla terapie anticoagulante, in particolare nel pazienti con fibrillazione atriale non valvolare. Il presente è uno studio real-life che valuta l’incidenza dei sanguinamenti maggiori in una coorte di pazienti che giungono in Pronto Soccorso con sanguinamento per ogni causa in un ospedale di comunità, indipendentemente dall’età, dalle comorbidità e dalla strategia di trattamento antitrombotico.
Il background è rappresentato da un Ospedale comunitario con 85.000 accessi all'anno con bacino di utenza di 200.000 abitanti; nella popolazione generale ci sono 8.239 pazienti in terapia con Warfarin e 3.797 in terapia con anticoagulanti orali diretti (DOAC).
In un periodo di 2 anni hanno avuto accesso 3048 pazienti con diagnosi di evento emorragico.
I sottogruppi presi in analisi sono stati i sanguinamenti maggiori, variabili cliniche, sito di sanguinamento, terapia anticoagulante, trattamento terapeutico di emergenza procoagulante (reversal therapy) o trasfusioni e mortalità a uno, tre, sei e dodici mesi.
Su 3.048 pazienti arruolati, i sanguinamenti maggiori sono stati 1.185 (39%). Di questi, le sedi interessate sono state: sanguinamenti gastrointestinali 379 (32%: 100 ematemesi, 90 melena, 189 rectorragia), intracranici 491 (41%: 199 emorragia cerebrale, 99 ematoma subdurale, 193 associato a trauma); altri sanguinamenti 27%. I sanguinamenti maggiori sono associati maggiormente a terapia anticoagulante, alla presenza di comorbidità (p <0,001); inoltre i pazienti con sanguinamenti maggiori risultano essere quelli sottoposti a reversal therapy, ad emotrasfusioni e tra quelli ricoverati (p <0,001). Il Warfarin, comparato con i NAO, è maggiormente associato a emorragie da sedi specifiche come epistassi, ematuria e emottisi/emoftoe (p <0,001). Solo l’età avanzata (Odds Ratio, 1.03, CI 1.02-1.04, p< 0.001) e la glicemia (OR 1.01, CI 1.00-1.01, p <0.001) sono predittori indipendenti di un sanguinamento maggiore con una ROC significativamente accurata (area 0.64). La mortalità a uno, sei e dodici mesi è stata rispettivamente di 2,7%, 4,6% e 5.7%. L’età, il sesso femminile, il CHA2D2VASc ≥ 2 e la terapia anticoagulante sono maggiormente associati alla mortalità a 1 mese.
In conclusione, le emorragie rappresentano una importante causa di accesso in Pronto Soccorso; di queste, 4 su 10 sono considerate emorragie maggiori. Il Warfarin, comparato ai NAO, è associato a una maggiore probabilità di causare un sanguinamento maggiore. L’età, il sesso femminile, il CHA2D2VASc ≥ 2 e la terapia anticoagulante sono associate a una maggiore mortalità a un mese dall’evento.
Il background è rappresentato da un Ospedale comunitario con 85.000 accessi all'anno con bacino di utenza di 200.000 abitanti; nella popolazione generale ci sono 8.239 pazienti in terapia con Warfarin e 3.797 in terapia con anticoagulanti orali diretti (DOAC).
In un periodo di 2 anni hanno avuto accesso 3048 pazienti con diagnosi di evento emorragico.
I sottogruppi presi in analisi sono stati i sanguinamenti maggiori, variabili cliniche, sito di sanguinamento, terapia anticoagulante, trattamento terapeutico di emergenza procoagulante (reversal therapy) o trasfusioni e mortalità a uno, tre, sei e dodici mesi.
Su 3.048 pazienti arruolati, i sanguinamenti maggiori sono stati 1.185 (39%). Di questi, le sedi interessate sono state: sanguinamenti gastrointestinali 379 (32%: 100 ematemesi, 90 melena, 189 rectorragia), intracranici 491 (41%: 199 emorragia cerebrale, 99 ematoma subdurale, 193 associato a trauma); altri sanguinamenti 27%. I sanguinamenti maggiori sono associati maggiormente a terapia anticoagulante, alla presenza di comorbidità (p <0,001); inoltre i pazienti con sanguinamenti maggiori risultano essere quelli sottoposti a reversal therapy, ad emotrasfusioni e tra quelli ricoverati (p <0,001). Il Warfarin, comparato con i NAO, è maggiormente associato a emorragie da sedi specifiche come epistassi, ematuria e emottisi/emoftoe (p <0,001). Solo l’età avanzata (Odds Ratio, 1.03, CI 1.02-1.04, p< 0.001) e la glicemia (OR 1.01, CI 1.00-1.01, p <0.001) sono predittori indipendenti di un sanguinamento maggiore con una ROC significativamente accurata (area 0.64). La mortalità a uno, sei e dodici mesi è stata rispettivamente di 2,7%, 4,6% e 5.7%. L’età, il sesso femminile, il CHA2D2VASc ≥ 2 e la terapia anticoagulante sono maggiormente associati alla mortalità a 1 mese.
In conclusione, le emorragie rappresentano una importante causa di accesso in Pronto Soccorso; di queste, 4 su 10 sono considerate emorragie maggiori. Il Warfarin, comparato ai NAO, è associato a una maggiore probabilità di causare un sanguinamento maggiore. L’età, il sesso femminile, il CHA2D2VASc ≥ 2 e la terapia anticoagulante sono associate a una maggiore mortalità a un mese dall’evento.
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