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Il lavoro inizia con una panoramica sulla nascita, il significato e lo sviluppo della moda in epoca rinascimentale per poi ripercorrere alcune tappe della vita di Leonardo da Vinci, nato in contesto storico in cui la "cultura delle apparenze" giocava un ruolo fondamentale nelle dinamiche interne alle corti, ambienti da lui frequentati a più riprese.
Si prosegue con un approfondimento sugli anni trascorsi da Leonardo presso la ricca e sontuosa corte sforzesca, dove ebbe occasione di applicarsi, tra i vari impegni e studi, alla progettazione di macchine funzionali al comparto tessile e all'ideazione di veri e propri cartamodelli per abiti.
Nel secondo capitolo si passa a una riflessione sull'approccio pittorico di Leonardo rispetto all'abbigliamento, prima nel contesto dei temi profani, poi di quelli sacri, con una breve riflessione sulle problematiche generali relative alla rappresentazione degli abiti in pittura e un paragrafo conclusivo dedicato all'attività svolta da Leonardo in qualità di "apparatore di scena", una figura professionale a metà tra il regista e lo scenografo.
L'ultimo capitolo mette in rapporto Leonardo da Vinci e il cineasta russo Sergej Ejzenštejn, autore che nel corso della sua vita ha studiato con passione l'opera del “genio universale”, ispirandosi alle composizioni iconografiche da lui ideate per le inquadrature dei suoi film. Entrambi, accomunati da sorprendenti connessioni attitudinali e caratteriali, furono scenografi e "costumisti", artisti capaci di operare una rivoluzione estetica focalizzata sul concetto di immagine.