Thesis etd-06232019-213911 |
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Thesis type
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Author
BARTOLINI, ROSSANA
URN
etd-06232019-213911
Thesis title
La guerra fredda e la lotta politico-ideologica nel territorio di Rosignano dal 1946 al 1953
Department
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Course of study
LETTERE
Supervisors
relatore Prof. Baldissara, Luca
Keywords
- guerra fredda
- Rosignano
Graduation session start date
08/07/2019
Availability
Withheld
Release date
08/07/2089
Summary
L’argomento di questa ricerca è la lotta politico-ideologica in una zona circoscritta dell’Italia, quella della Maremma settentrionale, in particolare nel territorio di Rosignano e Vada, negli anni della “guerra fredda”.
Il periodo considerato è quello che intercorre tra la fine della seconda guerra mondiale e la prima metà degli anni ’50, anche se talvolta i confini temporali e spaziali saranno violati per esigenze di collegamento con periodi precedenti e successivi e per il riferimento ad avvenimenti storici che interessano non solo questa zona, ma tutta l’Italia e altri paesi europei ed extra-europei.
La dinamica dei fatti storici è vista nel suo intimo rapporto con l’ideologia dominante, in particolare con l’ideologia dei comunisti, i quali, dopo essere stati una delle forze emergenti e determinanti durante la Resistenza e la Liberazione, nonché forza di governo nell’immediato dopoguerra, non sono stati poi in grado di consolidare ovunque i propri strumenti di governo e la propria egemonia politica, come è avvenuto invece a Rosignano e in molti altri comuni della Toscana.
Verrà esaminato anche il rapporto del Partito Comunista Italiano con gli altri partiti italiani, con il movimento sindacale e con i partiti comunisti europei, in particolare con il PCUS, considerato il partito-guida, e il capo indiscusso di questo partito, Giuseppe Stalin.
Inizialmente sarà analizzata la situazione politica internazionale, per ricercare le cause e le dinamiche che hanno caratterizzato la cosiddetta “guerra fredda”; la divisione dell’Europa, in due blocchi, la scelta atlantica dell’Italia e degli altri paesi europei e il conseguente legame con l’America, l’irrigidimento dell’URSS e il rischio di una guerra nucleare.
Le fonti utilizzate sono state prevalentemente testi storiografici, memorialistici, stampe d’epoca, documenti d’archivio, ma anche fonti orali, testimonianze di persone che hanno vissuto quel periodo così drammatico e controverso, e grazie alle quali possiamo ricostruire anche una parte di storia locale in una zona circoscritta, come quella del territorio di Rosignano Marittimo.
Sono stati infatti oggetti d’indagine anche la vita del PCI di Rosignano, come partito egemone, e il ruolo dei comunisti nel periodo considerato (1946-53), in rapporto agli eventi nazionali e internazionali, di cui si è verificata l’incidenza a livello locale, in un medio comune della Toscana, nell’immediato dopoguerra, con la presenza di una fabbrica chimica in fase di espansione produttiva e di un movimento operaio organizzato.
La presente ricerca non ha il carattere di sistemazione cronologica o teorica degli avvenimenti, ma ne studia l’essenza, i motivi e le ripercussioni all’interno di una comunità e sull’intera regione. Pertanto i capitoli non si susseguono in modo rigorosamente cronologico, ma, per esigenze narrative, sono state considerate maggiormente le dinamiche sociali e geopolitiche, quindi gli argomenti trattati saranno sviluppati, anche se non esauriti, in ogni singolo capitolo, senza tuttavia essere slegati dal lavoro complessivo.
Inoltre vi è il tentativo di inquadrare i principali eventi politici e culturali su uno sfondo, anche se limitato, di storia generale, per contestualizzare i singoli fatti in un panorama più ampio di storia internazionale, nel quadro di un equilibrio bipolare.
La ricerca si articola in cinque capitoli.
Il primo capitolo, a carattere più generale, definisce le caratteristiche della guerra fredda e ricerca le origini e gli sviluppi del conflitto seguendo le mosse sullo scacchiere internazionale nel periodo che va dal 1946 al 1953, anno della morte di Stalin.
Il secondo capitolo ricostruisce in sintesi la storia dell’Italia nella guerra fredda: il dopoguerra, il referendum per la Repubblica, la fine del governo di unità nazionale e l’estromissione dei comunisti, la campagna elettorale del 1948 e la vittoria del centrismo, gli scontri sulla legge maggioritaria e le elezioni politiche del 1953.
Il terzo capitolo cerca di tracciare un profilo storico del territorio di Rosignano, seguendone i cambiamenti geo-politici ed economici fin dai primi anni del secolo xx, con il passaggio da un’economia rurale ad una industriale, conseguente all’insediamento della fabbrica chimica Solvay.
Il quarto capitolo tenta una ricostruzione della lotta politica e ideologica nel territorio di Rosignano, negli anni della guerra fredda, analizzando testimonianze dirette, testimonianze scritte, articoli di giornali e documenti d’archivio; vengono così riportate vicende e fatti accaduti a livello locale, nella situazione politico-sociale ed economica che va dal dopoguerra ai primi anni ’50, cercando di inserirli nel quadro di vicende e dinamiche nazionali e internazionali e di verificarne l’incidenza reciproca.
Il quinto capitolo ricostruisce le componenti specifiche delle culture presenti in questo microcosmo (quella social-comunista e quella cattolico-democristiana), individuando culture egemoni o dominanti e subculture. Come risulta evidente, è il mondo comunista che viene assunto come particolare oggetto di analisi, anche in funzione dell’egemonia politico-culturale operata nel territorio; d’altra parte la scarsità dei materiali reperiti, in riferimento al mondo cattolico e a quello socialista, non ha permesso, nell’ambito di questa ricerca, ulteriori approfondimenti in proposito. Viene inoltre considerato il rapporto del Partito Comunista con istituzioni religiose presenti sul territorio come la Chiesa cattolica e con apparati economici quali la Società Solvay.
Il sesto capitolo riporta le testimonianze raccolte a livello locale con interviste a personalità del mondo della politica, dell’associazionismo e del cattolicesimo, ciascuna delle quali è preceduta da una scheda biografica. Il capitolo è arricchito da un breve commento alle interviste. Sono inoltre allegate alcune fotocopie di documenti d’archivio e di articoli di giornali riguardanti il periodo in questione.
L’obiettivo di questa ricerca è di mostrare come la guerra fredda abbia dato origine, sin dai primi anni, ad un conflitto di tipo globale, animato da varie dinamiche locali e transnazionali, dove il rapporto causa-effetto si dilatò oltre la posizione geografica e ebbe dei contraccolpi, nel breve termine, in altre zone del mondo. La guerra fredda ha in un certo senso anticipato la globalizzazione, o l’ha comunque facilitata e canalizzata.
L’Italia non si trovò al centro del conflitto bipolare, nella misura in cui non ne fu protagonista politico-territoriale, ma i contraccolpi degli eventi e delle decisioni prese dagli attori delle guerra fredda si sentirono anche in una zona ristretta come Rosignano e influirono sugli eventi e le dinamiche di questo territorio e dei suoi abitanti.
Il periodo considerato è quello che intercorre tra la fine della seconda guerra mondiale e la prima metà degli anni ’50, anche se talvolta i confini temporali e spaziali saranno violati per esigenze di collegamento con periodi precedenti e successivi e per il riferimento ad avvenimenti storici che interessano non solo questa zona, ma tutta l’Italia e altri paesi europei ed extra-europei.
La dinamica dei fatti storici è vista nel suo intimo rapporto con l’ideologia dominante, in particolare con l’ideologia dei comunisti, i quali, dopo essere stati una delle forze emergenti e determinanti durante la Resistenza e la Liberazione, nonché forza di governo nell’immediato dopoguerra, non sono stati poi in grado di consolidare ovunque i propri strumenti di governo e la propria egemonia politica, come è avvenuto invece a Rosignano e in molti altri comuni della Toscana.
Verrà esaminato anche il rapporto del Partito Comunista Italiano con gli altri partiti italiani, con il movimento sindacale e con i partiti comunisti europei, in particolare con il PCUS, considerato il partito-guida, e il capo indiscusso di questo partito, Giuseppe Stalin.
Inizialmente sarà analizzata la situazione politica internazionale, per ricercare le cause e le dinamiche che hanno caratterizzato la cosiddetta “guerra fredda”; la divisione dell’Europa, in due blocchi, la scelta atlantica dell’Italia e degli altri paesi europei e il conseguente legame con l’America, l’irrigidimento dell’URSS e il rischio di una guerra nucleare.
Le fonti utilizzate sono state prevalentemente testi storiografici, memorialistici, stampe d’epoca, documenti d’archivio, ma anche fonti orali, testimonianze di persone che hanno vissuto quel periodo così drammatico e controverso, e grazie alle quali possiamo ricostruire anche una parte di storia locale in una zona circoscritta, come quella del territorio di Rosignano Marittimo.
Sono stati infatti oggetti d’indagine anche la vita del PCI di Rosignano, come partito egemone, e il ruolo dei comunisti nel periodo considerato (1946-53), in rapporto agli eventi nazionali e internazionali, di cui si è verificata l’incidenza a livello locale, in un medio comune della Toscana, nell’immediato dopoguerra, con la presenza di una fabbrica chimica in fase di espansione produttiva e di un movimento operaio organizzato.
La presente ricerca non ha il carattere di sistemazione cronologica o teorica degli avvenimenti, ma ne studia l’essenza, i motivi e le ripercussioni all’interno di una comunità e sull’intera regione. Pertanto i capitoli non si susseguono in modo rigorosamente cronologico, ma, per esigenze narrative, sono state considerate maggiormente le dinamiche sociali e geopolitiche, quindi gli argomenti trattati saranno sviluppati, anche se non esauriti, in ogni singolo capitolo, senza tuttavia essere slegati dal lavoro complessivo.
Inoltre vi è il tentativo di inquadrare i principali eventi politici e culturali su uno sfondo, anche se limitato, di storia generale, per contestualizzare i singoli fatti in un panorama più ampio di storia internazionale, nel quadro di un equilibrio bipolare.
La ricerca si articola in cinque capitoli.
Il primo capitolo, a carattere più generale, definisce le caratteristiche della guerra fredda e ricerca le origini e gli sviluppi del conflitto seguendo le mosse sullo scacchiere internazionale nel periodo che va dal 1946 al 1953, anno della morte di Stalin.
Il secondo capitolo ricostruisce in sintesi la storia dell’Italia nella guerra fredda: il dopoguerra, il referendum per la Repubblica, la fine del governo di unità nazionale e l’estromissione dei comunisti, la campagna elettorale del 1948 e la vittoria del centrismo, gli scontri sulla legge maggioritaria e le elezioni politiche del 1953.
Il terzo capitolo cerca di tracciare un profilo storico del territorio di Rosignano, seguendone i cambiamenti geo-politici ed economici fin dai primi anni del secolo xx, con il passaggio da un’economia rurale ad una industriale, conseguente all’insediamento della fabbrica chimica Solvay.
Il quarto capitolo tenta una ricostruzione della lotta politica e ideologica nel territorio di Rosignano, negli anni della guerra fredda, analizzando testimonianze dirette, testimonianze scritte, articoli di giornali e documenti d’archivio; vengono così riportate vicende e fatti accaduti a livello locale, nella situazione politico-sociale ed economica che va dal dopoguerra ai primi anni ’50, cercando di inserirli nel quadro di vicende e dinamiche nazionali e internazionali e di verificarne l’incidenza reciproca.
Il quinto capitolo ricostruisce le componenti specifiche delle culture presenti in questo microcosmo (quella social-comunista e quella cattolico-democristiana), individuando culture egemoni o dominanti e subculture. Come risulta evidente, è il mondo comunista che viene assunto come particolare oggetto di analisi, anche in funzione dell’egemonia politico-culturale operata nel territorio; d’altra parte la scarsità dei materiali reperiti, in riferimento al mondo cattolico e a quello socialista, non ha permesso, nell’ambito di questa ricerca, ulteriori approfondimenti in proposito. Viene inoltre considerato il rapporto del Partito Comunista con istituzioni religiose presenti sul territorio come la Chiesa cattolica e con apparati economici quali la Società Solvay.
Il sesto capitolo riporta le testimonianze raccolte a livello locale con interviste a personalità del mondo della politica, dell’associazionismo e del cattolicesimo, ciascuna delle quali è preceduta da una scheda biografica. Il capitolo è arricchito da un breve commento alle interviste. Sono inoltre allegate alcune fotocopie di documenti d’archivio e di articoli di giornali riguardanti il periodo in questione.
L’obiettivo di questa ricerca è di mostrare come la guerra fredda abbia dato origine, sin dai primi anni, ad un conflitto di tipo globale, animato da varie dinamiche locali e transnazionali, dove il rapporto causa-effetto si dilatò oltre la posizione geografica e ebbe dei contraccolpi, nel breve termine, in altre zone del mondo. La guerra fredda ha in un certo senso anticipato la globalizzazione, o l’ha comunque facilitata e canalizzata.
L’Italia non si trovò al centro del conflitto bipolare, nella misura in cui non ne fu protagonista politico-territoriale, ma i contraccolpi degli eventi e delle decisioni prese dagli attori delle guerra fredda si sentirono anche in una zona ristretta come Rosignano e influirono sugli eventi e le dinamiche di questo territorio e dei suoi abitanti.
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