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La fine della seconda guerra mondiale rappresentò il ritorno alla normalità per tutto il territorio italiano, ad eccezione di Trieste e della Venezia Guilia diventate oggetto del contendere tra Italia e Jugoslavia.
Data la particolare situazione strategica delle zone contese e il contemporaneo emergere della contrapposizione mondiale tra USA e URSS, il contezioso triestino perse fin dall'inizio il carattere interstatale per divenire uno dei capitoli più caldi della guerra fredda.
Nel tentativo di trovare una soluzione al problema, nel 1949, le potenze internazionali decisero di internazionalizzare le terre contese: fu decisa la creazione del Territorio Libero di Trieste e la sua divisione in due parti sulla base delle zone di influenza.
Tale soluzione condannò le due parti del territorio a due diversi destini. Se la Zona B, che comprendeva l'intera Istria, posta sotto il controllo jugoslavo, conobbe il tragico e progressivo allontamento della speranza di ricongiurgersi con l'Italia. La Zona A, Trieste e le sue zone limitrofe, controllata dagli angloamericani dovette affrontare un lungo periodo di limbo, durante il quale la possibilità di ricongiurgersi alla madrepatria si allontanava e si riavvicinava sulla base degli avvenimenti internazionali.
In questo scenario le sezioni triestine dei partiti politici italiani lottarono e si batterono affinchè non si spegnesse la fiammella dell'italianità nella Zona A.