ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06112009-215611


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
DI FILIPPI, MARIANNA
URN
etd-06112009-215611
Titolo
Metodiche di screening, diagnosi e indicazioni terapeutiche della malattia metabolica dell'osso del neonato pretermine
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Prof. Boldrini, Antonio
Parole chiave
  • osteopenia
  • neonato pretermine
  • densità minerale ossea
  • quantitative ultrasound (QUS)
Data inizio appello
30/06/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
30/06/2049
Riassunto
Il processo di mineralizzazione ossea del feto si realizza per la maggior parte nel corso del terzo trimestre di gravidanza. L’interruzione precoce del processo si mineralizzazione ossea e dell’apporto placentare di minerali in caso di parto pretermine rappresenta per i neonati prematuri (<37 settimane di età gestazionale) il principale fattore di rischio per lo sviluppo di alterazioni del metabolismo minerale e di patologie a carico del sistema scheletrico; dopo la nascita, le difficoltà di alimentazione (malassorbimento, alimentazione parenterale prolungata), le terapie (corticosteroidi, diuretici) e l’immobilizzazione prolungata che spesso caratterizzano il decorso clinico dei neonati pretermine contribuiscono a determinare anomalie della crescita e della mineralizzazione ossea.
La malattia metabolica dell’osso del neonato pretermine, denominata anche osteopenia della prematurità o rachitismo neonatale, è definita come la presenza di valori di contenuto minerale osseo (Bone Mineral Content, BMC) e di densità ossea (Bone Mineral Density, BMD) totale o regionale significativamente inferiori rispetto ai livelli attesi in un feto di uguale peso ed età gestazionale, e rappresenta una condizione patologica molto comune, che si manifesta clinicamente nel 55% dei neonati di peso estremamente basso alla nascita (< 1000 g) e fino al 30% dei neonati di peso molto basso alla nascita (< 1500 g). La malattia metabolica dell’osso è caratterizzata da un crescendo di eventi che partono dalla evidenza biochimica asintomatica di alterazioni del metabolismo minerale, fino ad arrivare a quadri di rachitismo conclamato con indebolimento osseo e fratture patologiche, in grado di determinare gravi complicanze sia a breve termine, con la compromissione della funzione respiratoria, sia a lungo termine, manifestandosi con disturbi dell’accrescimento e della mineralizzazione ossea in età adulta.
La possibilità di individuare, attraverso indagini di laboratorio e strumentali, le alterazioni responsabili delle manifestazioni cliniche dell’osteopenia del pretermine in uno stadio precoce della sua evoluzione consentirebbe l’attuazione di interventi terapeutici tempestivi, di tipo nutrizionale, farmacologico, e fisioterapeutico; tuttavia, non esiste ad oggi un protocollo che definisca le modalità di screening e i criteri diagnostici per questa patologia.
La diagnosi della malattia metabolica dell’osso del pretermine richiede, oltre a dati clinici e biochimici, la dimostrazione di un ridotto contenuto minerale osseo mediante indagini strumentali. La metodica più utilizzata negli ultimi anni per la valutazione del contenuto minerale osseo in età neonatale si basa sull’utilizzo di ultrasuoni (Quantitative UltraSound o QUS).
Lo scopo del nostro lavoro è esaminare le relazioni tra la densità minerale ossea di neonati pretermine misurata tramite QUS e:
1) i parametri antropometrici alla nascita e i fattori caratterizzanti il decorso clinico post-natale durante il ricovero nell’ U.O. di Neonatologia della Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana (terapie farmacologiche, regimi dietetico/vitaminici, patologie neonatali), al fine di valutare le correlazioni tra le variabili QUS utilizzate come indicatori della densità ossea e i fattori di rischio noti, e individuare altri fattori di rischio su cui poter agire in senso preventivo;
2) i parametri biochimici del metabolismo minerale osseo, al fine di individuare dei marker attendibili e affidabili per la definizione di un corretto protocollo di screening e di diagnosi della malattia metabolica dell’osso del neonato pretermine.
Sono stati arruolati per lo studio di tipo prospettico-osservazionale ventisette neonati pretermine degenti presso l’U.O. di Neonatologia della Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, di età gestazionale compresa tra 23 e 35 settimane. Sono state esaminate le cartelle cliniche dei neonati con raccolta dei dati riguardanti l’anamnesi ostetrica (gravidanza ed eventuali complicanze, eziologia del parto pretermine, travaglio e parto) e l’anamnesi neonatale (assistenza e rianimazione in sala parto). Di ogni neonato incluso nello studio è stato seguito il decorso clinico e sono state raccolte le informazioni riguardanti: 1) le patologie presentatesi durante il ricovero; 2) le terapie farmacologiche e gli interventi terapeutici effettuati nel corso delle degenza; 3) le modalità di alimentazione (parenterale totale, parenterale parziale, tipo di latte utilizzato) e le composizioni dei diversi regimi dietetico-vitaminici (apporto di calcio, fosforo, magnesio e vitamina D giornaliero); 5) le indagini di laboratorio ( esami ematochimici, esami delle urine) e strumentali (Rx ossea, ecografia renale) effettuati nel corso della degenza; 6) la crescita staturo – ponderale del neonato.
Lo studio degli indicatori biochimici del metabolismo minerale osseo è stato effettuato attraverso prelievi ematici ripetuti per la valutazione dell’andamento dei livelli ematici di calcio, fosforo, magnesio e fosfatasi alcalina. La densità minerale ossea dei neonati è stata analizzata tramite ecografia ossea (QUS) effettuata tra il 15° e il 30° giorno di vita. In base ai risultati del nostro studio, è possibile affermare che l’ultrasonografia quantitativa (QUS) rappresenta una metodica affidabile per la valutazione della densità minerale ossea nei neonati pretermine. Le variabili ecografiche SOS e BTT mostrano una forte correlazione con i parametri biochimici valutati nella pratica clinica per evidenziare i disturbi della mineralizzazione ossea (fosfatasi alcalina e fosfato inorganico); la correlazione appare maggiore nelle misurazioni effettuate in sedi in cui la componente ossea è mista (trabecolare e corticale), come il metacarpo e la porzione distale della diafisi omerale, rispetto alle misurazioni effettuate nella porzione centrale della diafisi omerale in cui la componente ossea è quasi interamente di tipo corticale.
I neonati compresi nella popolazione studiata che hanno mostrato nel corso del ricovero nella U.O. di Neonatologia segni radiografici di malattia metabolica dell’osso presentavano invariabilmente valori di BTT inferiori alla media per età gestazionale, peso alla nascita e lunghezza alla nascita e valori di ALP > 450 U/L e di fosfato < 5 mg/dL. La presenza di concentrazioni plasmatiche di ALP > 450 U/L e/o di P < 5 mg/dL è associata a bassi valori delle variabili ecografiche: il riscontro di valori degli indici biochimici compresi negli intervalli descritti dovrebbe essere considerata un’indicazione per l’esecuzione di esame densitometrico (QUS) per la ricerca della malattia metabolica dell’osso. Suggeriamo inoltre che l’osservazione di valori di BTT e di SOS inferiori alla media per età gestazionale, lunghezza alla nascita e peso alla nascita rappresenti un criterio di diagnosi della malattia metabolica dell’osso del neonato pretermine e una indicazione all’instaurazione di adeguata terapia.


File