Thesis etd-05112018-193447 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale LM6
Author
BELLINI, EDOARDO
URN
etd-05112018-193447
Thesis title
Modificazioni morfologiche della gengiva marginale in relazione ai restauri conservativi. Studio pilota.
Department
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Course of study
ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Supervisors
relatore Prof. Covani, Ugo
Keywords
- composito
- gengiva
- restauro
- tessuti marginali
Graduation session start date
11/06/2018
Availability
Withheld
Release date
11/06/2088
Summary
Riassunto
Scopo della tesi: questo lavoro si occupa di suggerire una nuova tecnica per il trattamento delle recessioni gengivali di classe I e II di Miller, alle quali si unisce una lesione non cariosa del terzo cervicale dell’elemento dentario. Tale procedura minimamente invasiva viene chiamata Restoration Guided Creeping Attachment (RGCA) e si basa sui concetti della tecnica BOPT descritta da Ignazio Loi.
Materiali e Metodi: ci siamo occupati di descrivere la tecnica, analizzando il caso di una paziente. In prima seduta è stata levigata la superficie della radice esposta dell’elemento dentario coinvolto dalla recessione gengivale, attraverso l’utilizzo di una fresa a fiamma. I tessuti molli marginali, invece, sono stati leggermente scollati mediante l’utilizzo di uno scollaperiostio e successivamente lo spazio ottenuto mediante lo scollamento è stato riempito posizionando una spugna di collagene apicalmente alla recessione.
In seguito è stata posta una ricostruzione con materiale composito con una forma che riprende l’andamento del margine gengivale, grazie alla guida di uno strumento in acciaio inox atto a proteggere e a retrarre i tessuti gengivali. Tale restauro è stato però posizionato più apicalmente rispetto alla posizione originale dei tessuti marginali. Dopo questo passaggio la paziente è stata visitata nuovamente dopo due settimane e in seguito a questo lasso di tempo, avvenuta la guarigione di tale zona, è stata rimossa una porzione di composito a livello apicale, così da accorciare in senso coronale il restauro. Questo passaggio è stato eseguito ogni sette giorni fino a che i tessuti molli gengivali non hanno raggiunto la posizione che era stata prefissata.
Risultati: passate tre settimane la gengiva è migrata fino a raggiungere l’altezza desiderata senza mostrare segni di infiammazione. Il controllo a tre anni mostra il mantenimento dei risultati ottenuti a seguito della procedura e una maturazione completa del tessuto gengivale.
Conclusioni: La tecnica RGCA è stata proposta come possibile al trattamento delle recessioni di classe I e II di Miller, anche nei casi in cui queste siano associate a lesioni cervicali non cariose. Naturalmente l’interpretazione dei dati ottenuti potrebbe essere coadiuvata da studi più ampi associati ad una analisi istologia dei tessuti neoformati.
Scopo della tesi: questo lavoro si occupa di suggerire una nuova tecnica per il trattamento delle recessioni gengivali di classe I e II di Miller, alle quali si unisce una lesione non cariosa del terzo cervicale dell’elemento dentario. Tale procedura minimamente invasiva viene chiamata Restoration Guided Creeping Attachment (RGCA) e si basa sui concetti della tecnica BOPT descritta da Ignazio Loi.
Materiali e Metodi: ci siamo occupati di descrivere la tecnica, analizzando il caso di una paziente. In prima seduta è stata levigata la superficie della radice esposta dell’elemento dentario coinvolto dalla recessione gengivale, attraverso l’utilizzo di una fresa a fiamma. I tessuti molli marginali, invece, sono stati leggermente scollati mediante l’utilizzo di uno scollaperiostio e successivamente lo spazio ottenuto mediante lo scollamento è stato riempito posizionando una spugna di collagene apicalmente alla recessione.
In seguito è stata posta una ricostruzione con materiale composito con una forma che riprende l’andamento del margine gengivale, grazie alla guida di uno strumento in acciaio inox atto a proteggere e a retrarre i tessuti gengivali. Tale restauro è stato però posizionato più apicalmente rispetto alla posizione originale dei tessuti marginali. Dopo questo passaggio la paziente è stata visitata nuovamente dopo due settimane e in seguito a questo lasso di tempo, avvenuta la guarigione di tale zona, è stata rimossa una porzione di composito a livello apicale, così da accorciare in senso coronale il restauro. Questo passaggio è stato eseguito ogni sette giorni fino a che i tessuti molli gengivali non hanno raggiunto la posizione che era stata prefissata.
Risultati: passate tre settimane la gengiva è migrata fino a raggiungere l’altezza desiderata senza mostrare segni di infiammazione. Il controllo a tre anni mostra il mantenimento dei risultati ottenuti a seguito della procedura e una maturazione completa del tessuto gengivale.
Conclusioni: La tecnica RGCA è stata proposta come possibile al trattamento delle recessioni di classe I e II di Miller, anche nei casi in cui queste siano associate a lesioni cervicali non cariose. Naturalmente l’interpretazione dei dati ottenuti potrebbe essere coadiuvata da studi più ampi associati ad una analisi istologia dei tessuti neoformati.
File
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