Thesis etd-04272016-020657 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
USSIA, VALERIA
URN
etd-04272016-020657
Thesis title
L'ecoendoscopia nella diagnosi dei GIST gastrici: esperienza di un centro di riferimento.
Department
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Course of study
GASTROENTEROLOGIA
Supervisors
relatore Prof. Marchi, Santino
Keywords
- AGHI ECOTHIP PROCORE
- ECOENDOSCOPIA
- EUS-FNA
- EUS-FNB
- GIST
Graduation session start date
17/05/2016
Availability
Full
Summary
I tumori stromali gastrointestinali (GIST) sono le più comuni forme di neoplasia mesenchimale del tratto gastrointestinale (80%) e costituiscono circa il 5% di tutti i sarcomi. L’aspirazione endoscopica eco-guidata con ago sottile (EUS-FNA) con successiva analisi immunoistochimica è diventata la modalità di scelta per il campionamento dei tessuti e la diagnosi di sospetti GIST. Tuttavia la valutazione del numero di mitosi e lo studio immunoistochimico non sono sempre possibili su campioni di citologico ottenuti mediante EUS-FNA ed è per questo che tecniche più recenti come la Trucut biopsy e la biopsia EUS-guidata con ago sottile (FNB) sono state introdotte. L’accuratezza diagnostica di queste tecniche nell’ambito dei GIST è ancora poco conosciuta e in letteratura mancano studi consistenti a riguardo.
Scopo dello studio è stato quello di valutare il ruolo dell’EUS nella diagnosi dei GIST di pertinenza gastrica. Lo studio è stato condotto analizzando in maniera retrospettiva i dati relativi a 21 pazienti con diagnosi di GIST che nell’iter diagnostico sono stati sottoposti a Ecoendoscopia con prelievo bioptico. Materiali e metodi: i dati presi in considerazione sono: l’età, il sesso, la presentazione clinica, la sede della lesione (antro, corpo, fondo), le dimensioni, lo strato di origine (muscolare, sottomucosa), la presenza di ulcerazione, l’ecopattern con valutazione dei margini, la tecnica di campionamento bioptico (EUS-FNA e EUS-FNB), le complicanze. La diagnosi di GIST veniva confermata se all’esame istologico erano presenti cellule fusate o epiteliodi, o miste, con positività per CD 117 e in caso di negatività presenza del CD 34 e/o DOG-1. I risultati ottenuti sono stati così suddivisi: diagnostici (campione sufficiente con immunoistochimica positiva per GIST in più del 50% delle cellule tumorali), compatibili (presenza di cellule fusiformi ma in quantità non sufficiente per eseguire colorazioni specifiche), non diagnostici (campione insufficiente o contenente cellularità non compatibile). Negli ultimi due casi la conferma ultima di diagnosi di GIST è data dall’esame istopatologico sul pezzo operatorio che è tuttavia disponibile solo per 10 pazienti. Sono stati quindi indagati i fattori demografici e procedurali predittivi di campionamento diagnostico. Inoltre è stata eseguita una sottoanalisi nei pazienti con valutazione istopatologica del pezzo operatorio, volta alla ricerca di caratteristiche predittive di malignità associabili alle variabili ecoendoscopiche.
Risultati: Sono stati raccolti i dati relativi a 21 pazienti così suddivisi 11 di sesso femminile e 10 di sesso maschile con età media (± DS) alla diagnosi di 63,3 anni ± 4,4 anni. Il 33,3% dei pazienti era asintomatico all’esordio e il riscontro è stato del tutto casuale in seguito ad accertamenti eseguiti per altri motivi, il 33,3% riferiva dolore addominale. In base alla diagnosi istologica i pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: diagnostici (Dgn), includendo sia i pazienti con diagnosi istologica certa che quelli con diagnosi compatibile, e non diagnostici (Non-dgn). I pazienti sottoposti a EUS-FNA sono risultati 9 mentre quelli che hanno eseguito EUS-FNB sono stati 12. Sono risultati non diagnostici 4 campionamenti eseguiti con tecnica EUS-FNA. I passaggi eseguiti per il campionamento bioptico sono stati in media (± DS) 1,8 (± 0,5) per il gruppo non diagnostico e 3,4 (± 1,0) per il gruppo diagnostico. Il campionamento bioptico è risultato diagnostico nel 62 % dei casi, compatibile nel 19% e non diagnostico nel 19% dei casi. Considerando sia i diagnostici che i compatibili, la capacità diagnostica complessiva dell’EUS si è dimostrata pari al 81%. L’analisi statistica volta a ricercare una correlazione tra le variabili endoscopiche, ecoendoscopiche, le caratteristiche tecniche della procedura e la resa diagnostica dell’EUS nell’ambito dei GIST gastrici ha dimostrato che il campionamento bioptico mediante EUS-FNB è la tecnica che permette una diagnosi nel 91.6% dei casi con una differenza statisticamente significativa rispetto al campionamento eseguito mediante EUS-FNA. Un ulteriore dato relativo alla tecnica procedurale che ha dimostrato associazione positiva con la capacità diagnostica dell’EUS è stato il numero di passaggi eseguiti per il campionamento bioptico, con un valore medio (± DS) pari a 3,4 (± 1) passaggi nel gruppo dei diagnostici. Non è emersa invece alcuna differenza con le dimensioni del tipo di ago utilizzato. La complicanza principale registrata è stato il sanguinamento durante la procedura che è stato ben controllato con infiltrazione di adrenalina e successiva elettrocoagulazione e si è verificata in soli tre casi, due avevano eseguito l’agoaspirato della lesione e uno la microbiopsia con un numero di passaggi pari a 4-5. Nessuna associazione è stata riscontrata tra le variabili ecoendoscopiche e le caratteristiche di malignità osservate all’analisi istopatologica del pezzo operatorio.
Scopo dello studio è stato quello di valutare il ruolo dell’EUS nella diagnosi dei GIST di pertinenza gastrica. Lo studio è stato condotto analizzando in maniera retrospettiva i dati relativi a 21 pazienti con diagnosi di GIST che nell’iter diagnostico sono stati sottoposti a Ecoendoscopia con prelievo bioptico. Materiali e metodi: i dati presi in considerazione sono: l’età, il sesso, la presentazione clinica, la sede della lesione (antro, corpo, fondo), le dimensioni, lo strato di origine (muscolare, sottomucosa), la presenza di ulcerazione, l’ecopattern con valutazione dei margini, la tecnica di campionamento bioptico (EUS-FNA e EUS-FNB), le complicanze. La diagnosi di GIST veniva confermata se all’esame istologico erano presenti cellule fusate o epiteliodi, o miste, con positività per CD 117 e in caso di negatività presenza del CD 34 e/o DOG-1. I risultati ottenuti sono stati così suddivisi: diagnostici (campione sufficiente con immunoistochimica positiva per GIST in più del 50% delle cellule tumorali), compatibili (presenza di cellule fusiformi ma in quantità non sufficiente per eseguire colorazioni specifiche), non diagnostici (campione insufficiente o contenente cellularità non compatibile). Negli ultimi due casi la conferma ultima di diagnosi di GIST è data dall’esame istopatologico sul pezzo operatorio che è tuttavia disponibile solo per 10 pazienti. Sono stati quindi indagati i fattori demografici e procedurali predittivi di campionamento diagnostico. Inoltre è stata eseguita una sottoanalisi nei pazienti con valutazione istopatologica del pezzo operatorio, volta alla ricerca di caratteristiche predittive di malignità associabili alle variabili ecoendoscopiche.
Risultati: Sono stati raccolti i dati relativi a 21 pazienti così suddivisi 11 di sesso femminile e 10 di sesso maschile con età media (± DS) alla diagnosi di 63,3 anni ± 4,4 anni. Il 33,3% dei pazienti era asintomatico all’esordio e il riscontro è stato del tutto casuale in seguito ad accertamenti eseguiti per altri motivi, il 33,3% riferiva dolore addominale. In base alla diagnosi istologica i pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: diagnostici (Dgn), includendo sia i pazienti con diagnosi istologica certa che quelli con diagnosi compatibile, e non diagnostici (Non-dgn). I pazienti sottoposti a EUS-FNA sono risultati 9 mentre quelli che hanno eseguito EUS-FNB sono stati 12. Sono risultati non diagnostici 4 campionamenti eseguiti con tecnica EUS-FNA. I passaggi eseguiti per il campionamento bioptico sono stati in media (± DS) 1,8 (± 0,5) per il gruppo non diagnostico e 3,4 (± 1,0) per il gruppo diagnostico. Il campionamento bioptico è risultato diagnostico nel 62 % dei casi, compatibile nel 19% e non diagnostico nel 19% dei casi. Considerando sia i diagnostici che i compatibili, la capacità diagnostica complessiva dell’EUS si è dimostrata pari al 81%. L’analisi statistica volta a ricercare una correlazione tra le variabili endoscopiche, ecoendoscopiche, le caratteristiche tecniche della procedura e la resa diagnostica dell’EUS nell’ambito dei GIST gastrici ha dimostrato che il campionamento bioptico mediante EUS-FNB è la tecnica che permette una diagnosi nel 91.6% dei casi con una differenza statisticamente significativa rispetto al campionamento eseguito mediante EUS-FNA. Un ulteriore dato relativo alla tecnica procedurale che ha dimostrato associazione positiva con la capacità diagnostica dell’EUS è stato il numero di passaggi eseguiti per il campionamento bioptico, con un valore medio (± DS) pari a 3,4 (± 1) passaggi nel gruppo dei diagnostici. Non è emersa invece alcuna differenza con le dimensioni del tipo di ago utilizzato. La complicanza principale registrata è stato il sanguinamento durante la procedura che è stato ben controllato con infiltrazione di adrenalina e successiva elettrocoagulazione e si è verificata in soli tre casi, due avevano eseguito l’agoaspirato della lesione e uno la microbiopsia con un numero di passaggi pari a 4-5. Nessuna associazione è stata riscontrata tra le variabili ecoendoscopiche e le caratteristiche di malignità osservate all’analisi istopatologica del pezzo operatorio.
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