Thesis etd-04152016-210223 |
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Thesis type
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Author
OLIVI, MARTINA
URN
etd-04152016-210223
Thesis title
Lev Sestov tra spiritualita', esistenzialismo e pensiero antico
Department
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Course of study
LINGUE E LETTERATURE STRANIERE
Supervisors
relatore Prof. Garzonio, Stefano
correlatore Prof. Tonna, Carlo
correlatore Prof. Tonna, Carlo
Keywords
- filosofia
- pensiero antico
- Sestov
Graduation session start date
23/05/2016
Availability
Full
Summary
Il presente lavoro dedicato a Lev Šestov intende trattare gli aspetti meno noti e più profondi e complessi dell’opera del pensatore russo, non molto studiato a tutt’oggi in Italia. Si vuole ricostruire un’immagine completa, a tutto tondo, del grande filosofo; il suo microcosmo e il suo macrocosmo, la sua weltanshauung. Il primo capitolo, infatti, è dedicato all’approfondimento del percorso biografico di Šestov: la sua nascita all’interno di una famiglia imprenditoriale russa di origine ebraica, il suo rapporto con il padre e gli altri membri del gruppo familiare, la sua scoperta – fatta proprio grazie al padre – della Bibbia e delle figure più complesse del poema biblico, Abramo, Giobbe, gli jurodivyj.
E’ in questi primi anni che il pensiero di Šestov si enuclea, fin da subito, come un vedere la scelta religiosa come quel salto necessario, la conditio sine qua non che colma la distanza fra noi e il mondo, fra noi e Dio, fra noi e l’altro. Solo compiendo questo salto potremo liberarci della freddezza e della peccaminosità dell’essere. Solo questo salto ci permette di riempire il drammatico vuoto che si è spalancato con l’albero del bene e del male, il vuoto della condanna e della disperazione. La Bibbia narra questa condanna con voce sovrumana; Šestov lo scopre da bambino.
Šestov, con questa scoperta, si avvia agli anni universitari, e va incontro alla rivoluzione d’ottobre. Sono anni durissimi: la sua tesi in legge viene rifiutata, perché troppo permeata di attese sociali vicine al marxismo. Alla fine, inizia la pratica legale, che ben presto abbandona. Prende in mano l’azienda di famiglia, le cui cure lo tormenteranno per un certo periodo. E torna poi agli amati studi di filosofia, considerando la Bibbia come il libro centrale del pensiero umano, Il libro dei libri. Nel corso di questo lavoro, tra le altre cose, vedremo perché.
E’ come ne Il dottor Živago, dove tutto diventa assurdo, confuso, incomprensibile. La Russia è solo dolore.
E Šestov l’abbandona. Seguendo tanti esiliati russi, prende la via dell’uscita dal paese. E’ sposato ormai. Vive per un periodo in Svizzera, poi approda a Parigi, dove – come vedremo– ottiene la cattedra universitaria in filosofia. Si avvicina a Nietzsche, a Kierkegaard. E continua ad analizzare per i suoi studenti Bibbia e Vangeli. Tutte le fonti, Plotino compreso, devono essere viste a partire da quei due libri fondamentali.
Insegnando a Parigi, Šestov trova pochi allievi veri. Ma alcuni sono personaggi eccezionali, come Benjamin Fondane e Albert Camus.
Negli ultimi anni, Šestov si avvicina anche al pensiero indiano, vedendo in esso quel superamento del logos, della ragione greca, occidentale, della razionalità, che vede anche in Gerusalemme. La figura di Buddha lo affascina. La lettura del Mahābhārata, della Bhagavad Gītā, il Canto del Beato Signore, lo colpiscono. Una profonda meditazione su queste fonti si apre in lui.
Il cammino di Šestov ha dunque ancora molto da dirci ed è estremamente attuale. Il percorso di analisi che qui cominciamo su di lui è una navigazione che ci farà toccare gli interni dei continenti filosofici da lui tracciati e coltivati. Osserveremo la sua weltanshauung. Le strutture che emergono sono ancora tutte da studiare e descrivere.
E’ in questi primi anni che il pensiero di Šestov si enuclea, fin da subito, come un vedere la scelta religiosa come quel salto necessario, la conditio sine qua non che colma la distanza fra noi e il mondo, fra noi e Dio, fra noi e l’altro. Solo compiendo questo salto potremo liberarci della freddezza e della peccaminosità dell’essere. Solo questo salto ci permette di riempire il drammatico vuoto che si è spalancato con l’albero del bene e del male, il vuoto della condanna e della disperazione. La Bibbia narra questa condanna con voce sovrumana; Šestov lo scopre da bambino.
Šestov, con questa scoperta, si avvia agli anni universitari, e va incontro alla rivoluzione d’ottobre. Sono anni durissimi: la sua tesi in legge viene rifiutata, perché troppo permeata di attese sociali vicine al marxismo. Alla fine, inizia la pratica legale, che ben presto abbandona. Prende in mano l’azienda di famiglia, le cui cure lo tormenteranno per un certo periodo. E torna poi agli amati studi di filosofia, considerando la Bibbia come il libro centrale del pensiero umano, Il libro dei libri. Nel corso di questo lavoro, tra le altre cose, vedremo perché.
E’ come ne Il dottor Živago, dove tutto diventa assurdo, confuso, incomprensibile. La Russia è solo dolore.
E Šestov l’abbandona. Seguendo tanti esiliati russi, prende la via dell’uscita dal paese. E’ sposato ormai. Vive per un periodo in Svizzera, poi approda a Parigi, dove – come vedremo– ottiene la cattedra universitaria in filosofia. Si avvicina a Nietzsche, a Kierkegaard. E continua ad analizzare per i suoi studenti Bibbia e Vangeli. Tutte le fonti, Plotino compreso, devono essere viste a partire da quei due libri fondamentali.
Insegnando a Parigi, Šestov trova pochi allievi veri. Ma alcuni sono personaggi eccezionali, come Benjamin Fondane e Albert Camus.
Negli ultimi anni, Šestov si avvicina anche al pensiero indiano, vedendo in esso quel superamento del logos, della ragione greca, occidentale, della razionalità, che vede anche in Gerusalemme. La figura di Buddha lo affascina. La lettura del Mahābhārata, della Bhagavad Gītā, il Canto del Beato Signore, lo colpiscono. Una profonda meditazione su queste fonti si apre in lui.
Il cammino di Šestov ha dunque ancora molto da dirci ed è estremamente attuale. Il percorso di analisi che qui cominciamo su di lui è una navigazione che ci farà toccare gli interni dei continenti filosofici da lui tracciati e coltivati. Osserveremo la sua weltanshauung. Le strutture che emergono sono ancora tutte da studiare e descrivere.
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