Thesis etd-03292021-111641 |
Link copiato negli appunti
Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
MASSARO, CATERINA
URN
etd-03292021-111641
Thesis title
LA PIRATERIA E LA CONTROVERSIA ITALO-INDIANA IN MERITO ALLA GIURISDIZIONE DEL CASO MARO'
Department
SCIENZE POLITICHE
Course of study
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Supervisors
relatore Avv. Bellesi, Antonio
Keywords
- marò
- pirateria
Graduation session start date
09/04/2021
Availability
None
Summary
Prima di procedere con la trattazione dell’evento che ha visto come protagonisti i due fanti della Marina Militare Italiana, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, è d’obbligo fare un breve excursus sul tema della pirateria e in che modo questa si sia evoluta nel tempo.
Quindi, nell’elaborato, analizzerò il reato di pirateria, il modo in cui viene considerato nell’ambito del diritto internazionale, le risoluzioni emanate da organi quali il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (CdS) e non per ultime le missioni antipirateria che vedono coinvolti diversi Stati al fine di garantire la sicurezza dei mari e delle genti.
In seguito passerò alla trattazione degli spazi marittimi, dunque si analizzeranno i concetti di acque territoriali, zona contigua, zona economica esclusiva (ZEE) e alto mare, senza l’esistenza dei quali non sarebbe possibile comprendere a fondo la nozione di pirateria. Infatti, devono sussistere delle condizioni affinché il suddetto fenomeno criminoso si verifichi e affinché non venga confuso con reati che in un primo momento potrebbero sembrare simili, come, ad esempio, il terrorismo marittimo.
Bisogna inoltre far riferimento alla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare di Montego Bay (CNUDM o UNCLOS III), la quale nasce appunto per creare una fonte giuridica che regolasse a livello internazionale la circolazione in sicurezza nei mari del globo.
Allo stesso modo è rilevante comprendere quale sia la posizione giuridica della nave a seconda che questa appartenga ad una forza armata o meno, e la posizione giuridica del personale che opera a bordo della stessa. In questo ambito affronterò anche il tema dei Nuclei Militari di Protezione (NMP) che, per un certo periodo di tempo, vennero impiegati sulle navi mercantili come uno strumento di possibile contrasto alla pirateria.
Passerò in seguito alla trattazione dell’evento del 15 febbraio del 2012, proseguendo poi con tutti i principali avvenimenti scaturiti da questo; mi soffermerò sulle differenti visioni riguardanti l’accaduto (quella italiana e quella indiana), e analizzerò il problema concernente la mancanza di norme condivise a livello internazionale per contrastare e sanzionare atti di questo genere.
Focalizzerò la mia attenzione inoltre sulle indagini svolte, prevalentemente dall’India, e sui punti che hanno fatto sorgere più di qualche dubbio data la non completa trasparenza dell’India.
Importanti saranno anche le decisioni intraprese dai vari organi internazionali che sono stati interpellati come il Tribunale Internazionale del Diritto del Mare (TIDM).
Infine verrà sottoposta ad esamina la sentenza conclusiva del 2 luglio 2020 la quale venne interpretata come una vittoria italiana in quanto venne riconosciuta la giurisdizione italiana sul caso. Finalmente i due Marò riotterranno la propria libertà personale.
Ho voluto sviluppare questo argomento perché penso sia di estrema attualità in un mondo in cui la minaccia della pirateria è già diventata estremamente pericolosa dal punto di vista sociale ed anche economico. Il caso Marò insegna che vi dovrebbe essere una maggior cooperazione tra gli Stati per quanto riguarda il tema della pirateria che, come vedremo in seguito, è un crimen juris gentium, cioè un crimine contro l’intera umanità. Per questo motivo è importante che siano stipulate leggi ed accordi internazionali che prevedano modalità ben definite attraverso le quali agire in caso si verifichi un delitto di questo genere.
Quindi, nell’elaborato, analizzerò il reato di pirateria, il modo in cui viene considerato nell’ambito del diritto internazionale, le risoluzioni emanate da organi quali il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (CdS) e non per ultime le missioni antipirateria che vedono coinvolti diversi Stati al fine di garantire la sicurezza dei mari e delle genti.
In seguito passerò alla trattazione degli spazi marittimi, dunque si analizzeranno i concetti di acque territoriali, zona contigua, zona economica esclusiva (ZEE) e alto mare, senza l’esistenza dei quali non sarebbe possibile comprendere a fondo la nozione di pirateria. Infatti, devono sussistere delle condizioni affinché il suddetto fenomeno criminoso si verifichi e affinché non venga confuso con reati che in un primo momento potrebbero sembrare simili, come, ad esempio, il terrorismo marittimo.
Bisogna inoltre far riferimento alla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare di Montego Bay (CNUDM o UNCLOS III), la quale nasce appunto per creare una fonte giuridica che regolasse a livello internazionale la circolazione in sicurezza nei mari del globo.
Allo stesso modo è rilevante comprendere quale sia la posizione giuridica della nave a seconda che questa appartenga ad una forza armata o meno, e la posizione giuridica del personale che opera a bordo della stessa. In questo ambito affronterò anche il tema dei Nuclei Militari di Protezione (NMP) che, per un certo periodo di tempo, vennero impiegati sulle navi mercantili come uno strumento di possibile contrasto alla pirateria.
Passerò in seguito alla trattazione dell’evento del 15 febbraio del 2012, proseguendo poi con tutti i principali avvenimenti scaturiti da questo; mi soffermerò sulle differenti visioni riguardanti l’accaduto (quella italiana e quella indiana), e analizzerò il problema concernente la mancanza di norme condivise a livello internazionale per contrastare e sanzionare atti di questo genere.
Focalizzerò la mia attenzione inoltre sulle indagini svolte, prevalentemente dall’India, e sui punti che hanno fatto sorgere più di qualche dubbio data la non completa trasparenza dell’India.
Importanti saranno anche le decisioni intraprese dai vari organi internazionali che sono stati interpellati come il Tribunale Internazionale del Diritto del Mare (TIDM).
Infine verrà sottoposta ad esamina la sentenza conclusiva del 2 luglio 2020 la quale venne interpretata come una vittoria italiana in quanto venne riconosciuta la giurisdizione italiana sul caso. Finalmente i due Marò riotterranno la propria libertà personale.
Ho voluto sviluppare questo argomento perché penso sia di estrema attualità in un mondo in cui la minaccia della pirateria è già diventata estremamente pericolosa dal punto di vista sociale ed anche economico. Il caso Marò insegna che vi dovrebbe essere una maggior cooperazione tra gli Stati per quanto riguarda il tema della pirateria che, come vedremo in seguito, è un crimen juris gentium, cioè un crimine contro l’intera umanità. Per questo motivo è importante che siano stipulate leggi ed accordi internazionali che prevedano modalità ben definite attraverso le quali agire in caso si verifichi un delitto di questo genere.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Thesis not available for consultation. |