Thesis etd-03202017-225223 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
FIORILLI, GIULIA
URN
etd-03202017-225223
Thesis title
L'ecoendoscopia nella diagnosi delle lesioni cistiche del pancreas: esperienza di un centro di riferimento.
Department
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Course of study
GASTROENTEROLOGIA
Supervisors
relatore Prof. Marchi, Santino
relatore Dott. Marini, Mario
relatore Dott. Marini, Mario
Keywords
- cisti
- EUS
- FNA
- pancreas
Graduation session start date
12/04/2017
Availability
Full
Summary
Il riscontro incidentale di lesioni cistiche pancreatiche sta diventando un problema clinico sempre più frequente, e ciò è da ricollegarsi sia al miglioramento delle tecniche di imaging che al loro crescente uso. E’ stato stimato che dall’1 al 19% delle metodiche di imaging eseguite per altre ragioni determinino una diagnosi incidentale di lesioni cistiche pancreatiche.
Il percorso diagnostico di questo tipo di lesioni è spesso difficoltoso, in quanto le lesioni cistiche del pancreas coprono un ampio spettro di comportamento che va da lesioni francamente benigne fino a lesioni maligne e con potenzialità metastatiche.
Le lesioni cistiche del pancreas vengono suddivise in forme mucinose e forme non mucinose: questa è la prima grande differenziazione che diventa importante ai fini del trattamento e del successivo follow up. Nello specifico, il cistoadenoma mucinoso e gli IPMN sono le forme ad evoluzione maligna, e necessitano pertanto di follow up ravvicinati e talvolta di una chiurgia precoce. Le forme non mucinose, comprendenti essenzialmente i cistoadenomi sierosi e le pseudocisti, presentano al contrario un rischio di evoluzione molto basso necessitando quindi solo di follow up.
Le metodiche di imaging tradizionale (US, TC e RMN) non presentano la sufficiente specificità e sensibilità per valutare il rischio di evoluzione maligna della lesione.
Negli ultimi anni l’ecoendoscopia (EUS) ha iniziato a giocare un ruolo fondamentale nella diagnosi differenziale delle lesioni cistiche pancreatiche, non solo fornendo informazioni relative alle caratteristiche morfologiche della lesione, ma offrendo anche la possibilità di eseguire agoaspirato (FNA) per esame citologico.
EUS ha mostrato da sola di avere una sensibilità del 71% e una specificità del 30% nell’identificare lesioni cistiche che necessitano di resezione chirurgica. Tale percentuale sale rispettivamente al 97% e al 100% combinando EUS con FNA. FNA permette infatti di prelevare liquido cistico pancreatico per analisi di marcatori tumorali (CEA), enzimi pancreatici (amilasi) ed esame citologico. CEA nello specifico è il marker utilizzato per la differenziazione delle forme mucinose da quelle non mucinose.
Scopo del nostro studio è quello di analizzare la casistica relativa al biennio 2015-2016 dei pazienti afferenti all’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia operativa delle Scotte di Siena, sottoposti a esame ecoendoscopico in seguito a riscontro di lesione cistica pancreatica.
I dati raccolti sono stati confrontati con le metodiche di Imaging tradizionale (TC e RMN) e, ove possibile, con i dati citologici e di laboratorio, con l’obiettivo di valutare la sensibilità della metodica ecoendoscopica nella diagnosi differenziale delle lesioni cistiche pancreatiche.
Il percorso diagnostico di questo tipo di lesioni è spesso difficoltoso, in quanto le lesioni cistiche del pancreas coprono un ampio spettro di comportamento che va da lesioni francamente benigne fino a lesioni maligne e con potenzialità metastatiche.
Le lesioni cistiche del pancreas vengono suddivise in forme mucinose e forme non mucinose: questa è la prima grande differenziazione che diventa importante ai fini del trattamento e del successivo follow up. Nello specifico, il cistoadenoma mucinoso e gli IPMN sono le forme ad evoluzione maligna, e necessitano pertanto di follow up ravvicinati e talvolta di una chiurgia precoce. Le forme non mucinose, comprendenti essenzialmente i cistoadenomi sierosi e le pseudocisti, presentano al contrario un rischio di evoluzione molto basso necessitando quindi solo di follow up.
Le metodiche di imaging tradizionale (US, TC e RMN) non presentano la sufficiente specificità e sensibilità per valutare il rischio di evoluzione maligna della lesione.
Negli ultimi anni l’ecoendoscopia (EUS) ha iniziato a giocare un ruolo fondamentale nella diagnosi differenziale delle lesioni cistiche pancreatiche, non solo fornendo informazioni relative alle caratteristiche morfologiche della lesione, ma offrendo anche la possibilità di eseguire agoaspirato (FNA) per esame citologico.
EUS ha mostrato da sola di avere una sensibilità del 71% e una specificità del 30% nell’identificare lesioni cistiche che necessitano di resezione chirurgica. Tale percentuale sale rispettivamente al 97% e al 100% combinando EUS con FNA. FNA permette infatti di prelevare liquido cistico pancreatico per analisi di marcatori tumorali (CEA), enzimi pancreatici (amilasi) ed esame citologico. CEA nello specifico è il marker utilizzato per la differenziazione delle forme mucinose da quelle non mucinose.
Scopo del nostro studio è quello di analizzare la casistica relativa al biennio 2015-2016 dei pazienti afferenti all’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia operativa delle Scotte di Siena, sottoposti a esame ecoendoscopico in seguito a riscontro di lesione cistica pancreatica.
I dati raccolti sono stati confrontati con le metodiche di Imaging tradizionale (TC e RMN) e, ove possibile, con i dati citologici e di laboratorio, con l’obiettivo di valutare la sensibilità della metodica ecoendoscopica nella diagnosi differenziale delle lesioni cistiche pancreatiche.
File
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