Thesis etd-03012012-210345 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione
Author
ROCCA, CARLA
URN
etd-03012012-210345
Thesis title
SINDROME DA IMPIANTO DI CEMENTO OSSEO (BCIS)
Department
MEDICINA E CHIRURGIA
Course of study
ANESTESIA E RIANIMAZIONE
Supervisors
correlatore Dott. Cellai, Ferdinando
relatore Prof. Giunta, Francesco
relatore Prof. Giunta, Francesco
Keywords
- cemento osseo
- impianto
Graduation session start date
27/03/2012
Availability
Full
Summary
La sindrome da impianto di cemento osseo (BCIS) si caratterizza per ipossia, ipotensione , perdita di coscienza , aritmia cardiaca , aumento delle resistenze vascolari polmonari (PVR) fino all’arresto cardiaco.
Frequentemente è associata, anche se non in modo esclusivo, con la protesi d’anca. Di solito si manifesta in uno dei cinque momenti dell’intervento chirurgico: alesatura femorale, impianto di cemento nell’acetabolo e nel femore; inserimento della protesi riduzione dell’articolazione.
E’ causa importante di mortalità e morbilità intraoperatoria nei pazienti sottoposti ad artroplastica d’anca cementata e si può altresì presentare nel postoperatorio in forma minore causando ipossia e confusione.
La protesi d’anca è sempre più frequente nella popolazione anziana. I soggetti anziani possono avere malattie concomitanti che possono aumentare la possibilità di sviluppare BCIS. E’ possibile identificare i gruppi di pazienti ad alto rischio e minimizzare la morbilità e la mortalità con una scelta chirurgica di artroplastiche non cementate.
Il gruppo degli anestesisti deve essere coinvolto nella valutazione preoperatoria del paziente programmato per intervento di protesi d’anca, per uno studio completo delle comorbilità e per la loro ottimizzazione. Un’attenzione particolare deve essere rivolta ai pazienti cardiopatici sottoposti ad intervento con l’uso di cemento , ai soggetti con insufficienza respiratoria e metastasi, ai soggetti con frattura femorale o a cui si prevede l’inserimento di una protesi con stelo lungo. Nei casi ad alto rischio il chirurgo e l’anestesista discuteranno sulle tecniche anestesiologiche e chirurgiche più idonee, compresi i possibili rischi e vantaggi di un protesi non cementata rispetto ad una cementata.
Frequentemente è associata, anche se non in modo esclusivo, con la protesi d’anca. Di solito si manifesta in uno dei cinque momenti dell’intervento chirurgico: alesatura femorale, impianto di cemento nell’acetabolo e nel femore; inserimento della protesi riduzione dell’articolazione.
E’ causa importante di mortalità e morbilità intraoperatoria nei pazienti sottoposti ad artroplastica d’anca cementata e si può altresì presentare nel postoperatorio in forma minore causando ipossia e confusione.
La protesi d’anca è sempre più frequente nella popolazione anziana. I soggetti anziani possono avere malattie concomitanti che possono aumentare la possibilità di sviluppare BCIS. E’ possibile identificare i gruppi di pazienti ad alto rischio e minimizzare la morbilità e la mortalità con una scelta chirurgica di artroplastiche non cementate.
Il gruppo degli anestesisti deve essere coinvolto nella valutazione preoperatoria del paziente programmato per intervento di protesi d’anca, per uno studio completo delle comorbilità e per la loro ottimizzazione. Un’attenzione particolare deve essere rivolta ai pazienti cardiopatici sottoposti ad intervento con l’uso di cemento , ai soggetti con insufficienza respiratoria e metastasi, ai soggetti con frattura femorale o a cui si prevede l’inserimento di una protesi con stelo lungo. Nei casi ad alto rischio il chirurgo e l’anestesista discuteranno sulle tecniche anestesiologiche e chirurgiche più idonee, compresi i possibili rischi e vantaggi di un protesi non cementata rispetto ad una cementata.
File
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