Thesis etd-01242022-104311 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale LM5
Author
PIZZANELLI, TATIANA
URN
etd-01242022-104311
Thesis title
ETNOBOTANICA IN LUNIGIANA: PIANTE DEL TERRITORIO UTILIZZATE PER L'APPARATO URINARIO ED EVIDENZE SCIENTIFICHE
Department
FARMACIA
Course of study
FARMACIA
Supervisors
relatore Dott.ssa De Leo, Marinella
Keywords
- antimicrobico
- urolitiasi
- infezioni del tratto urinario
- piante medicinali
- Etnobotanica
Graduation session start date
23/02/2022
Availability
None
Summary
In Lunigiana, regione storica situata tra la Toscana e la Liguria, le piante del territorio sono usate in Etnobotanica per diversi scopi, tra cui quelli medicinali. Numerose sono le specie utilizzate dalla popolazione per curare diverse patologie dell’apparato urinario, come infiammazioni ed infezioni.
Le infezioni del tratto urinario (UTIs) sono tra le infezioni batteriche più comuni che colpiscono 150 milioni di persone ogni anno in tutto il mondo e sono causate sia da batteri Gram-negativi che da batteri Gram-positivi, nonché da funghi. Tra gli agenti patogeni i più comuni sono Escherichia coli uropatogeno (UPEC), Klebsiella pneumoniae, Staphylococcus saprophyticus, Enterococcus faecalis, Proteus mirabilis, Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus e tra i funghi Candida spp. Molto spesso le UTIs, se non trattate correttamente, possono diventare ricorrenti (rUTIs) e in ambiente ospedaliero, dove è frequente l’uso prolungato del catetere urinario, anche CAUTI (UTI associata a catetere). L’eziologia della formazione di calcoli può essere determinata da diversi fattori, tra cui infezioni urinarie, alterazione del pH urinario, fattori ormonali ed altre condizioni patologiche che ne possono aumentare l’insorgenza, come gotta, ipertensione, diabete, obesità e iperparatiroidismo primario. Generalmente i farmaci utilizzati per combattere le infezioni urinarie sono gli antibiotici ad ampio spettro, come trimetoprim-sulfametoxazolo, ciprofloxacina e ampicillina, ma la comparsa dell’antibiotico-resistenza ha sottolineato l’urgenza di terapie alternative.
Le piante medicinali potrebbero rappresentare una valida risorsa di potenziali agenti antimicrobici contro le UTIs. L’obiettivo del presente lavoro di tesi è stato effettuare una ricerca bibliografica sull’uso etnobotanico nel territorio lunigianese di piante per la cura di patologie dell’apparato urinario e su evidenze scientifiche a supporto del loro uso.
La ricerca ha permesso di individuare diverse piante utilizzate nella tradizione popolare come rimedio per diverse patologie legate all’apparato urinario. Ne sono alcuni esempi la cedracca comune (Ceterach officinarum Willd.), il finocchio marino (Crithmum maritimum L.), la gramigna ((Cynodon dactylon (L.) Pers.)), l’equiseto (Equisetum telmanteia Ehrh.), il ginepro comune (Juniperus communis L.), la malva (Malva sylvestris L.), la camomilla comune (Matricaria chamomilla L.), il crescione d’acqua (Nasturtium officinale R.Br.), la vetriola comune (Parietaria officinalis L.), il ciliegio (Prunus avium L.), il rosmarino (Salvia rosmarinus Spenn.), il pungitopo (Ruscus aculeatus L.), la salvia (Salvia officinalis L.), l’ortica (Urtica dioica L.), il tasso barbasso (Verbascum thapsus L.), la veronica acquatica (Veronica anagallis-aquatica L.), l’erba grassa (Veronica beccabunga L.) e il mais (Zea mays L.). Per alcune di queste piante non sono ancora noti studi scientifici che ne attestino l’attività, mentre per altre sono state effettuate ricerche che hanno dimostrato come alcuni composti presenti nella pianta siano responsabili della loro azione nel trattare UTIs e formazione di calcoli.
Gli studi qui riportati confermano che alcune delle piante sopracitate possono essere una valida risorsa di composti con proprietà antimicrobiche o utili per la ricerca di nuovi farmaci.
Le infezioni del tratto urinario (UTIs) sono tra le infezioni batteriche più comuni che colpiscono 150 milioni di persone ogni anno in tutto il mondo e sono causate sia da batteri Gram-negativi che da batteri Gram-positivi, nonché da funghi. Tra gli agenti patogeni i più comuni sono Escherichia coli uropatogeno (UPEC), Klebsiella pneumoniae, Staphylococcus saprophyticus, Enterococcus faecalis, Proteus mirabilis, Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus e tra i funghi Candida spp. Molto spesso le UTIs, se non trattate correttamente, possono diventare ricorrenti (rUTIs) e in ambiente ospedaliero, dove è frequente l’uso prolungato del catetere urinario, anche CAUTI (UTI associata a catetere). L’eziologia della formazione di calcoli può essere determinata da diversi fattori, tra cui infezioni urinarie, alterazione del pH urinario, fattori ormonali ed altre condizioni patologiche che ne possono aumentare l’insorgenza, come gotta, ipertensione, diabete, obesità e iperparatiroidismo primario. Generalmente i farmaci utilizzati per combattere le infezioni urinarie sono gli antibiotici ad ampio spettro, come trimetoprim-sulfametoxazolo, ciprofloxacina e ampicillina, ma la comparsa dell’antibiotico-resistenza ha sottolineato l’urgenza di terapie alternative.
Le piante medicinali potrebbero rappresentare una valida risorsa di potenziali agenti antimicrobici contro le UTIs. L’obiettivo del presente lavoro di tesi è stato effettuare una ricerca bibliografica sull’uso etnobotanico nel territorio lunigianese di piante per la cura di patologie dell’apparato urinario e su evidenze scientifiche a supporto del loro uso.
La ricerca ha permesso di individuare diverse piante utilizzate nella tradizione popolare come rimedio per diverse patologie legate all’apparato urinario. Ne sono alcuni esempi la cedracca comune (Ceterach officinarum Willd.), il finocchio marino (Crithmum maritimum L.), la gramigna ((Cynodon dactylon (L.) Pers.)), l’equiseto (Equisetum telmanteia Ehrh.), il ginepro comune (Juniperus communis L.), la malva (Malva sylvestris L.), la camomilla comune (Matricaria chamomilla L.), il crescione d’acqua (Nasturtium officinale R.Br.), la vetriola comune (Parietaria officinalis L.), il ciliegio (Prunus avium L.), il rosmarino (Salvia rosmarinus Spenn.), il pungitopo (Ruscus aculeatus L.), la salvia (Salvia officinalis L.), l’ortica (Urtica dioica L.), il tasso barbasso (Verbascum thapsus L.), la veronica acquatica (Veronica anagallis-aquatica L.), l’erba grassa (Veronica beccabunga L.) e il mais (Zea mays L.). Per alcune di queste piante non sono ancora noti studi scientifici che ne attestino l’attività, mentre per altre sono state effettuate ricerche che hanno dimostrato come alcuni composti presenti nella pianta siano responsabili della loro azione nel trattare UTIs e formazione di calcoli.
Gli studi qui riportati confermano che alcune delle piante sopracitate possono essere una valida risorsa di composti con proprietà antimicrobiche o utili per la ricerca di nuovi farmaci.
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