Thesis etd-01172022-180903 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
BERNARDI, VALERIA
URN
etd-01172022-180903
Thesis title
Ripensare il mondo: la svolta ontologica in antropologia
Department
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Course of study
ITALIANISTICA
Supervisors
relatore Prof. Dei, Fabio
correlatore Prof.ssa Di Pasquale, Caterina
correlatore Prof.ssa Di Pasquale, Caterina
Keywords
- Eduardo Viveiros De Castro
- ontological turn
- Philippe Descola
Graduation session start date
31/01/2022
Availability
None
Summary
Dalla metà degli anni Novanta nelle scienze umane e, in particolare, nell’antropologia si è acceso un dibattito internazionale, ancora aperto, noto come ‘svolta ontologica’ (ontological turn), un’etichetta che accomuna posizioni molto variegate che si differenziano per riferimenti filosofici, obiettivi polemici e proposte teorico-metodologiche.
Al di là delle differenze, si potrebbe individuare come nerbo centrale di questo nuovo indirizzo di studi un ripensamento critico del modo di analizzare la relazione tra l’essere umano e i vari tipi di entità non umane (animali, vegetali, artefatti tecnologici e artistici, fenomeni atmosferici, e anche varie tipologie di entità immateriali), che è fondato su una visione dualista e antropocentrica, caratterizzante il pensiero occidentale ma ritenuta universalmente valida, che dicotomizza la realtà in entità ontologiche separate, prima tra tutte quella archetipica tra cultura e natura dalla quale discendono, in rapporto metonimico, una serie di polarità oppositive: uomo/animale, mente/corpo, soggetto/oggetto, rappresentazione/realtà ecc.
Un dibattito contemporaneo questo che però nasce non solo come risposta alla crisi dei paradigmi conoscitivi vissuta dall’antropologia a partire dagli anni ’80, nella cosiddetta età post-moderna, e in relazione a fenomeni emergenti nel mondo contemporaneo che sono ibridi di cultura e natura, umano e non umano. Ad un obiettivo di tipo cognitivo, infatti, se ne associa uno di tipo etico-politico legato, in prima battuta, a una volontà di decolonizzazione del sapere antropologico ma d’altro canto reso più urgente dall’aggravarsi della crisi ambientale che ricorda all’uomo la stretta interrelazione tra tutto ciò che vive nel mondo e la sua responsabilità rispetto all’incombente catastrofe dell’ecosistema terrestre .
Al di là delle differenze, si potrebbe individuare come nerbo centrale di questo nuovo indirizzo di studi un ripensamento critico del modo di analizzare la relazione tra l’essere umano e i vari tipi di entità non umane (animali, vegetali, artefatti tecnologici e artistici, fenomeni atmosferici, e anche varie tipologie di entità immateriali), che è fondato su una visione dualista e antropocentrica, caratterizzante il pensiero occidentale ma ritenuta universalmente valida, che dicotomizza la realtà in entità ontologiche separate, prima tra tutte quella archetipica tra cultura e natura dalla quale discendono, in rapporto metonimico, una serie di polarità oppositive: uomo/animale, mente/corpo, soggetto/oggetto, rappresentazione/realtà ecc.
Un dibattito contemporaneo questo che però nasce non solo come risposta alla crisi dei paradigmi conoscitivi vissuta dall’antropologia a partire dagli anni ’80, nella cosiddetta età post-moderna, e in relazione a fenomeni emergenti nel mondo contemporaneo che sono ibridi di cultura e natura, umano e non umano. Ad un obiettivo di tipo cognitivo, infatti, se ne associa uno di tipo etico-politico legato, in prima battuta, a una volontà di decolonizzazione del sapere antropologico ma d’altro canto reso più urgente dall’aggravarsi della crisi ambientale che ricorda all’uomo la stretta interrelazione tra tutto ciò che vive nel mondo e la sua responsabilità rispetto all’incombente catastrofe dell’ecosistema terrestre .
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