2024-03-29T05:28:01Z
http://etd.adm.unipi.it:443/ETD-db/NDLTD-OAI/oai.pl
oai:etd.adm.unipi.it:etd-06052003-174133
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Misure ottime per costi di trasporto e funzionali locali
Santambrogio, Filippo
nonconvex functionals over measures
urban planning
mass transportation
c-concavity
urban planning
mass transportation
nonconvex functionals over measures
duality formula
We consider minimization problems for functionals defined on couples of probability measures on a space $Omega$ (which could be an abstract metric space or a subset of the Euclidean space), built by summing up three terms. Two of them are local lower semicontinuous functionals, each concerning just one of the measures, while the third is given by the Monge-Kantorovich optimal cost of transport between them (precisely it is the p-th Wasserstein distance to the power of p). The two local functionals, coming from the theory developed by G.Bouchitté and G.Buttazzo, have opposite behaviours and force the first measure to be spread all over $Omega$ and the other one to be a concentrated atomic measure. We give existence results in the case of a compact metric space and, in the Euclidean space, in the case of a bounded convex set or of the whole space itself. We also show necessary optimality conditions, which imply some regularity for the Lebesgue-density of the spread measure (essentially Lipschitz-type) but also, in some cases, properties identifying in a quite precise way the optimal couples. This model can be applied in several decisional problems but in particular it arises from urban planning questions: in this case the spread measure stands for the distribution of the population in a city and the concentrated one for public services and offices.
Pisa University
Buttazzo, Giuseppe
2003-07-01
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06052003-174133/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-05222003-162408
2023-03-15
dtype:L1
dtype:NoPhD
UNA LIBRERIA PER L'IMPLEMENTAZIONE DEL METAMODELLO UML
Mezzetti, Gabriele
progettazione software
linguaggio per modellazione software
case
unified modeling language
UML
Di fronte al crescere dell’importanza dello standard UML (Unified Modeling Language) come linguaggio per la progettazione di sistemi Object-Oriented si è riscontrata l’estrema diffusione dell’uso di strumenti CASE1 basati su tale formalismo tra i gruppi di sviluppo di software che abbiano una complessità apprezzabile. Tali strumenti hanno quindi un’interfaccia che presenta al progettista una notazione già familiare perché completamente esplicitata nella documentazione ufficiale dello UML, ed hanno una rappresentazione interna del modello fatto dall’utente che si basa su una serie di classi la cui definizione è analizzata completamente nella specifica del linguaggio UML. Quindi un modello UML può essere espresso da uno strumento software solo se quest’ultimo si basa su una libreria che sia implementata a partire dalla specifica della semantica del linguaggio UML stesso.
Dopo un’analisi di ciò che offre la comunità Open Source si è appurata la mancanza di una tale libreria in C++ (il linguaggio di programmazione più efficiente del panorama Object-Oriented) che sia rigorosamente sviluppata a partire dalle specifiche dell’ultima versione approvata dello standard UML. Questo è il motivo per cui si è fissato come obiettivo primario la stesura di una
libreria in C++ standard di alta qualità multipiattaforma per la realizzazione di modelli UML secondo la specifica di OMG (Object Management Group) ver. 1.4. Come obiettivo secondario si è stabilito di realizzare un tool per la modellazione di sistemi software nella notazione UML che utilizzi tale libreria.
Pisa University
Domenici, Andrea
2003-05-24
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-05222003-162408/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-05142003-114402
2023-04-18
dtype:LS
dtype:NoPhD
Studio di un algoritmo per misurare jet di altissime energie con il calorimetro adronico di ATLAS ad LHC
Sarri, Francesca
saturazione dell'elettronica
atlas
algoritmo
tilecal
Riassunto non presente
Pisa University
Roda, Chiara
2003-05-28
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-05142003-114402/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
SCIENZE FISICHE E ASTROFISICHE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-05212003-114032
2023-03-15
dtype:L1
dtype:NoPhD
Progetto del coordinamento del servizio sulla tratta ferroviaria Viareggio-Pistoia-Firenze
Simoncini, Lucia
rail transit planning
mixed integer programming
Feeder coordination
transfer delay
Nell’ambito del trasporto pubblico regionale la domandaèe diffusa e quindi spesso i passeggeri, per arrivare a destinazione servendosi della rete di trasporto pubblico, devono effettuare dei trasbordi, ovvero cambiare tipo di mezzo o comunque cambiare linea. Se un sistema del genere, in cui può essere necessario cambiare mezzo una o più volte, non è coordinato i tempi di viaggio possono abbattere significativamente la qualità del trasporto e renderlo poco appetibile. Un efficace coordinamento può invece migliorare il livello di servizio e quindi soddisfare pienamente la domanda fino anche ad attrarne altra dagli altri sistemi di trasporto.
Il concetto di base è quindi che gli orari delle varie linee siano coordinati, ovvero le linee di trasporto siano state pensate come facenti parte di una rete complessa, fatta di archi e nodi, e non isolate. Si costruisce in tal modo un sistema di trasporto integrato a rete, dove le varie linee si intersecano e si connettono nei nodi di interscambio. Un sistema del genere lo si può realizzare in ambito regionale anche considerando il solo sistema ferroviario.
Scopo di questo studio è migliorare la qualità del servizio di trasporto minimizzando il costo totale di viaggio, che comprende non solo il costo sostenuto dal gestore del servizio, ma anche il costo sostenuto dagli utenti alle stazioni di scambio. Il costo di trasferimento è infatti uno dei più importanti indicatori della qualità del servizio di trasporto. Ci si propone quindi di raggiungere l’obiettivo minimizzando la funzione costo totale e trovando cos ́ı l’insieme ottimo di headways e di slack times per le linee coordinate.
Pisa University
Pratelli, Antonio
Schoen, Fabio
Ferrari, Paolo
2003-06-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-05212003-114032/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA CIVILE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-05212003-110116
2023-03-15
dtype:L1
dtype:NoPhD
Tecniche di funzionamento e gestione dei piazzali portuali
Spinetti, Clara
ottimizzazione spazi e mezzi
gestione porti
Il notevole sviluppo, negli ultimi anni, dell’attività di trasporto tramite container, in termini di tecnologia ed organizzazione, ha determinato notevoli cambiamenti nell’ambito del trasporto marittimo internazionale.
Da un lato, l’innovazione tecnologica delle attrezzature e le caratteristiche standard del container, hanno consentito di velocizzare le operazioni e sopportare un maggiore traffico, dall’altro ci si è trovati di fronte a nuovi problemi organizzativi e gestionali.
Benché le problematiche inerenti al trasporto dei container, essendo questo un trasporto intermodale, riguardino aspetti di varia natura e siano relative a diversi ambienti (terrestre, marittimo), il lavoro di tesi è stato finalizzato ai problemi di gestione e pianificazione che sorgono all’interno di un terminal portuale.
Si è voluto, innanzi tutto, proporre un quadro il più possibile esauriente sulle problematiche relative sia alla gestione complessiva del terminal, sia di alcune parti al suo interno. Le problematiche gestionali vengono considerate facendo riferimento a due parametri fondamentali, peculiari ad ogni ciclo di trasporto, che sono: velocità e costi.
In particolare, si è voluto approfondire le problematiche relative alla gestione del piazzale. Esso, per molti terminal, costituisce una risorsa critica, in quanto limitata. Ci si trova spesso di fronte alla necessità di attivare dei depositi dislocati sul territorio circostante, che comportano, oltre ad ulteriori problemi organizzativi, anche dei costi aggiuntivi.
La nostra attenzione si è concentrata sul caso dei piazzali dei terminal di transhipment, perché diversa è, in questo caso, la funzione del piazzale.
Il transhipment è quella tecnica con cui una nave madre tocca solo alcuni porti nei quali sbarca un certo numero di contenitori che, a bordo di altre navi più piccole (feeder) proseguiranno il loro viaggio verso porti minori.
Si capisce come la priorità di un terminal che fa trasbordo sia quella di garantire un parcheggio nel piazzale ai contenitori che, arrivati via mare con una madre, attendono la feeder per essere su questa reimbarcati o viceversa. Fondamentale diventa, quindi, lo spazio a disposizione all’interno del porto (non è pensabile avere depositi nell’interland, perché la distanza aumenta i tempi e le spese) e le attrezzature con cui questo spazio viene gestito.
Lo scopo di questo studio è proprio quello di fornire un supporto completo alle decisioni inerenti la scelta dei mezzi di movimentazione di piazzale più opportuni, considerando le loro diverse caratteristiche (produttività, spazio necessario, costi,...) rapportate alla situazione globale del terminal.
Per migliorare la caratteristica di un trasporto veloce e non costoso, tipica dei container, si può ricorrere all’utilizzo di modelli matematici e simulazioni. Naturalmente, l’uso di questi strumenti impone delle semplificazioni nella rappresentazione di una realtà complessa come il terminal, ma può affiancare nel processo decisionale le più efficaci regole dettate dall’esperienza concreta.
Pisa University
Pratelli, Antonio
Ferrari, Paolo
2003-06-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-05212003-110116/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA CIVILE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-05302003-113011
2023-03-15
dtype:L1
dtype:NoPhD
STUDIO E PROGETTAZIONE DEL SISTEMA DI RAFFREDDAMENTO DEI MODULI IN SILICIO DEL TRACCIATORE DEL RIVELATORE CMS (COMPACT MUON SOLENOID)
Linari, Stefano
tracciatore
refrigerazione
nucleare
In questo lavoro sono stati effettuati studi approfonditi circa le prestazioni termofluidodinamiche del sistema di raffreddamento dei rivelatori al silicio installati nel “tracker inner barrel” (TIB) dell’esperimento CMS (compact muon solenoid), che nei prossimi anni entrerà in funzione presso i laboratori internazionali del CERN di Ginevra.
L’esperimento CMS è installato sull’acceleratore attualmente più potente del mondo, LHC (large hadron collider) e quindi tutti i suoi componenti, il cui periodo di funzionamento è previsto per un tempo di circa 10 anni, saranno sottoposti ad una dose di radiazioni che non ha precedenti nella fisica delle alte energie (tra 104 e 105 Gy per anno, date principalmente da neutroni veloci ad energia superiore a 100keV).
Questi intensi campi di radiazione rendono molti aspetti della progettazione dei rivelatori di CMS simili a quelli dei componenti impiegati negli impianti nucleari di potenza. Inoltre, come negli impianti nucleari a neutroni termici, anche in questi rivelatori è importante assicurare un basso assorbimento parassita, che si traduce in requisiti di trasparenza alle radiazioni: si deve minimizzare l’assorbimento di ogni tipo di particella da parte delle strutture, per non perdere le informazioni necessarie alla ricostruzione dell’evento occorso nella collisione dei fasci.
Oltre ai requisiti di trasparenza alle radiazioni, e quindi di leggerezza, il sistema di raffreddamento in questione deve soddisfare stringenti vincoli geometrici dati dall’elevato impacchettamento dei rivelatori nelle zone poste in prossimità del volume di interazione dei fasci.
Il lavoro, svolto durante la tesi, ha portato allo sviluppo di un circuito di refrigerazione che soddisfi i limiti di temperatura imposti per il funzionamento dei rivelatori al silicio, con una configurazione più leggera di quella precedentemente proposta presso l’INFN di Pisa; ciò nonostante la complicazione introdotta in itinere dall’adozione di un substrato dell’elettronica di lettura in FR4, in luogo di quello in allumina, che aveva conducibilità termica 100 volte superiore.
Le analisi svolte con una serie di modelli numerici, di diverse complessità, hanno permesso di individuare i punti critici del sistema, e un’approfondita campagna sperimentale, svolta in parte all’INFN di Pisa ed al CERN di Ginevra, ha confermato tali previsioni.
La configurazione del circuito di refrigerazione che ne è scaturita è attualmente in fase di realizzazione e sarà installata nel primo prototipo dello strato 3 del TIB, in costruzione presso l’INFN di Pisa.
L’attività condotta con la collaborazione di esperti nei vari settori tecnologici coinvolti, ha permesso di analizzare le problematiche legate alla realizzazione del sistema di raffreddamento, come la saldatura dell’alluminio su spessori sottili, la prova ed il collaudo dei componenti, prima e durante l’installazione, attraverso sistemi automatizzati ed ha condotto alla progettazione di detti sistemi.
Pisa University
Raffaelli, Fabrizio
Oriolo, Francesco
Ambrosini, Walter
Tonelli, Guido
2003-06-17
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-05302003-113011/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA NUCLEARE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-06032003-191248
2023-04-18
dtype:L1
dtype:NoPhD
Simulazione e dimensionamento di scooter a propulsione ibrida
Chesi, Andrea
simulazione
scooter
veicolo ibrido
Riassunto non presente
Pisa University
Ceraolo, Massimo
2003-06-17
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06032003-191248/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA ELETTRICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-06052003-185806
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Proprietà intere della coomologia dei gruppi di Artin e della fibra di Milnor associata
Callegaro, Filippo
Gruppi di trecce
Coomologia in sistemi locali
In questa tesi diamo una rapida introduzione ai gruppi di Coxeter e ai gruppi di Artin associati ai gruppi di Coxeter finiti.
Vengono quindi esibiti degli spazi classificanti per i gruppi di Artin. In particolare si utilizza un complesso cellulare
finito dovuto a Salvetti e, dopo aver introdotto una filtrazione su questo complesso, si utilizza la successione spettrale
associata per calcolare la coomologia dei gruppi di Artin. Nei casi eccezionali viene completamente calcolata la coomologia twisted dei
gruppi di Artin nell'anello dei polinomi di Laurent a coefficienti interi $R = Z[q,q^{-1}]$, dove l'azione è definita mandando
ogni generatore standard nella moltiplicazione per $q$. Per il caso $A_n$ vengono forniti dei risultati parziali. Viene osservato
come i risultati trovati possano essere tradotti in termini della coomologia della fibra di Milnor di una particolare singolarità non
isolata.
---
English version:
In this thesis we give a quick introduction to Coxeter groups and Artin groups associated to finite Coxeter groups.
We describe some classifying spaces for Artin groups. In particular we take a finite cellular complex due to Salvetti, we
give a filtration on it and we use the associated spectral sequence to compute the cohomology of Artin groups.
In the exceptional cases we give a complete computation of the twisted cohomology of Artin groups over the ring of
integral Laurent polynomials $R = Z[q,q^{-1}]$, where the twisting is defined taking each standars generator into the
moltiplcation by $q$. In the case $A_n$ we give partial results. We observe that our results can be read in terms
of the cohomology of the Milnor fiber of a non isolated singularity.
Pisa University
Salvetti, Mario
2003-07-01
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-07-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/octet-stream
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06052003-185806/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-06082003-134139
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
La legge del logaritmo iterato
Castellucci, Annalisa
iterated logarithm
discrete martingales
stochastic integrals
area process
Skorohod representation
Questo lavoro riprende le tappe fondamentali della legge del
logaritmo iterato che stabilisce, nella sua formulazione più
classica, che l'ordine di infinito di una passeggiata aleatoria è
lo stesso della successione $sqrt{nloglog n}$. Si inizia con lo
studio delle passeggiate aleatorie semplici simmetriche e,
passando attraverso la dimostrazione della legge del logaritmo
iterato nel caso del moto Browniano, si rivisita una versione di
questo teorema per alcuni tipi di martingale a tempi discreti.
Si passa poi alla legge del logaritmo iterato per alcuni tipi di
integrali stocastici, come per esempio il processo area di Lévy,
del quale si dà anche una interpretazione nel gruppo di
Heisenberg, e per il quale si stabilisce come ordine di infinito
quello della funzione $tloglog t$.
Infine si dimostra la validità di un analogo della legge del
logaritmo iterato nel caso di un doppio integrale stocastico
rispetto ad un moto Browniano.-----(English version)-----In this work we go through the main steps in the evolution of the Law of the Iterated Logarithm (LIL) which states, in his most classical formulation, that the infinity order of a random walk is the same of the sequence $sqrt{nloglog n}$. We start by studying the simple symmetric random walk and, going through the proof of LIL for Brownian Motion, we see a version of this theorem for some kind of discrete martingales.
Then we turn to LIL for some kind of stochastic integrals, such as the area process by Lévy, for which we give also an interpretation in the Heisenberg group, and for which it is found that its infinity order is the same as the function $tloglog t$.
In the end, an analogous of LIL for double stochastic integrals with respect to Brownian Motion is proved.
Pisa University
Letta, Giorgio
2003-07-01
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06082003-134139/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-06102003-155617
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Esistenza globale ed esplosione per equazioni delle onde e di Klein-Gordon non lineari
Catania, Davide
esponente critico
esplosione
esistenza globale
equazione di Klein-Gordon
equazione delle onde
problema di Cauchy
stime a priori
Proviamo l'esistenza globale della soluzione per un'equazione delle onde non lineare che presenta una singolarità del tipo "tempo ritardato" in un opportuno spazio di Sobolev e sotto l'ipotesi di dati iniziali piccoli a supporto compatto, nel caso di esponente supercritico. Otteniamo questo risultato tramite la dimostrazione di stime a priori, relative alla soluzione esplicita dell'equazione delle onde, che consentono di costruire una contrazione che garantisce l'esistenza della soluzione cercata.
Inversamente, proviamo che nel caso subcritico un'equazione delle onde semilineare con dati iniziali a supporto compatto non ammette soluzioni globali derivabili due volte con continuità. Per farlo, utilizziamo un approccio di tipo funzionale.
Forniamo anche esempi di equazioni di Klein-Gordon semilineari la cui soluzione esiste globalmente. La dimostrazione si basa sul principio di prolungamento della soluzione e sul principio di conservazione dell'energia.
Pisa University
Gueorguiev, Vladimir Simeonov
2003-07-01
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06102003-155617/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-03062015-090223
2019-02-28
dtype:D1
dtype:PhD
Le misure cautelari a tutela dei crediti tributari
IPPOLITO, MICHELE
ipoteca
sequestro conservativo
medidas cautelares
misure cautelari
Il presente lavoro è stato sviluppato nell’ambito di una convenzione di co-tutela con l’Università Carlos III di Madrid.
Il primo obiettivo dell’elaborato consiste nell’individuazione del ruolo assunto dall’ipoteca e dal sequestro conservativo nel sistema delle misure cautelari tributarie. Il secondo obiettivo della ricerca è rivolto alla comparazione delle misure cautelari adottabili dall’amministrazione finanziaria italiana e spagnola.
Più precisamente, il lavoro è diviso in cinque capitoli. Il primo capitolo, dopo una breve premessa relativa alla funzione che assume la tutela cautelare nella materia tributaria, analizza tutte le misure cautelari che gli enti impositori e l’agente della riscossione possono adottato per tutelare i crediti tributari.
Nel medesimo capitolo viene effettuata una ricostruzione storica dell’ipoteca e del sequestro conservativo per poi giungere all’analisi del ruolo assunto da questi due istituti nel sistema delle misure cautelari adottabili dalla parte pubblica.
I successivi due capitolo indagano l’ambito di applicazione, i presupposti e il procedimento di applicazione dell’ipoteca e del sequestro conservativo. L’attenzione viene posta sul processo cautelare che viene instaurato innanzi alla commissione tributaria nonché i rapporti che possono crearsi con altri procedimenti e processi quali il processo sul rapporto sostanziale, il procedimento incidentale di sospensione degli effetti esecutivi dell’atto impugnato, il procedimento di riscossione e il processo penale.
Il quarto capitolo, redatto in lingua spagnola, consiste in un riassunto dei precedenti capitoli.
Il quinto capitolo, scritto in lingua spagnola, è suddiviso in due parti. La prima, dopo una breve analisi della funzione assunta dalla tutela cautelare nel sistema tributario spagnolo, esamina le misure cautelari adottabili dall’amministrazione tributaria di questo paese.
La seconda, svolge una breve comparazione tra gli istituti esaminati in entrambi gli ordinamenti giuridici.
Pisa University
Bellé, Brunella
2015-03-11
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-03062015-090223/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
Copyright information available at source archive
IUS/12
other
SCIENZE GIURIDICHE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-06122003-092113
2023-04-18
dtype:L1
dtype:NoPhD
Algoritmi del Piano di Taglio Generalizzati
Monteleone, Claudia
ottimizzazione nondifferenziabile
Riassunto non presente
Pisa University
Frangioni, Antonio
2003-07-01
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06122003-092113/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-06192003-111217
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Microscopia SNOM in modulazione di polarizzazione di cromofori dispersi in matrice polietilenica ad alta densita'
Alderighi, Michele
microscopia a campo ottico prossimo
attivita' ottica
cromofori dispersi
modulzione di polarizzazione
film polimerici stirati
In questa tesi è stata impiegata la microscopia a scansione di campo ottico prossimo (SNOM) per analizzare campioni costituiti da una dispersione di cromoforo in matrice polietilenica ad alta densità prodotti per solution casting. Questi campioni, sotto forma di film, presentano una rilevante attività ottica, utile per applicazioni tecnologiche innovative. Allo scopo di rivelare le proprietà di dicroismo lineare su scala locale, cioè con la risoluzione spaziale sotto lunghezza d’onda tipica dello SNOM, è stato implementato un sistema di modulazione di polarizzazione e sono stati messi a punto opportuni strumenti per l’analisi dei dati. Le misure sono state condotte su diversi campioni che si differenziano tra loro per composizione enantiomerica del cromoforo e per l’eventuale processo di stiro meccanico. I risultati permettono di valutare il grado di omogeneità nella dispersione del cromoforo, e dimostrano a livello locale un’efficace allineamento delle molecole del cromoforo indotto dalla cristallizzazione dei polimeri della matrice lungo la direzione di stiro.
<p>
English version
<p>
In this thesis, scanning near-field optical microscopy (SNOM) has been exploited to investigate samples made of a chromophore dispersion in a high-density polyethylene matrix produced by solution casting. Such samples, in the form of films, exhibit a remarkable optical activity, useful in innovative technological applications. In order to detect the linear dichroism of the samples at the local scale, i.e., with the sub-wavelength space resolution typical of SNOM, a modulation polarization system has been implemented and suitable tools have been developed for the data analysis. Measurements have been carried out on a variety of samples, with different enantiomer composition of the chromophore dispersion and mechanically drawn with different ratios. The results allow us to assess the homogeneity in the chromophore dispersion and demonstrate an efficient alignment of the chromophore molecules induced at the local scale by the matrix crystallization along the drawing axis.
Pisa University
Fuso, Francesco
2003-07-07
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06192003-111217/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
SCIENZA DEI MATERIALI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-06272003-160540
2019-02-28
dtype:LS
dtype:NoPhD
SPETTRO A BASSA FREQUENZA DEL FLUORURO DI METILE: EFFETTI DI COLLISIONAL E STARK COUPLING TRA RIGHE
Castorina, Ersilio
larghezze di riga
rilassamento
spettro Debye
In questo lavoro di tesi vengono prese in esame le modificazioni indotte dall'accoppiamento collisionale e dell'accoppiamento Stark sullo spettro a bassa frequenza del symmetric top fluoruro di metile. Ci si attende, in generale, una diminuzione della larghezza di riga rispetto al caso in cui non si voglia considerare l'interferenza collisionale. Nell'ambito del modello di impatto sono stati espressi lo shift della frequenza di risonanza e l'allargamento per pressione in funzione di un operatore sezione d'urto che descrive i processi di collisione binaria tra le molecole. Alla trattazione teorica fa seguito l'esposizione dei risultati delle simulazioni al calcolatore effettuate per valutare l'entità degli effetti discussi. Inoltre è stata testata nel caso in esame la bontà di quella che in letteratura è nota come approssimazione di riga effettiva e viene fornita, per la descrizione generale del rilassamento, una ulteriore chiave di lettura della da partire da considerazioni di spettroscopia dielettrica.
In this extended essay work we deal with the alterations induced by collisional and Stark coupling on the low-frequency absorption spectrum of symmetric top methyl fluoride. We expect, as a general rule, a lower linewidth than the one obtained wheter collisional interference is neglected. Under the hypotheses of impact theory, pressure shifts of resonance frequencies and pressure broadened linewidths have been expressed as a function of a cross section operator which describes molecular binary collisional processes. Theoretical development is followed by the findings of numerical simulations performed to evaluate the magnitude of the effects discussed so far. Furthermore goodness of the frequently used method known in literature as "the effective line approximation" has been put under test for this particular case and we give, for the overall description of relaxation effects, a final picture starting from dielectric spectroscopy concepts.
Pisa University
Tarrini, Ottavio
2003-07-12
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06272003-160540/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
SCIENZE FISICHE E ASTROFISICHE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07072003-105043
2023-03-15
dtype:L1
dtype:NoPhD
LLParser 2: UN ESECUTORE DI GRAMMATICHE AD ATTRIBUTI TOP-DOWN
Bomprezzi, Roberto
top-down
parser
grammatiche attributate
generazione
codice
compilatori
attributi
LLParser è un sistema per la valutazione Top-Down di grammatiche attributate LL(1) ed è il risultato della tesi in Scienze dell’Informazione del Dott. Samuele Manfrin, laureatosi a Pisa nell’Ottobre del 2001, seguito dal relatore Prof. M. Bellia.
Obiettivo del presente lavoro di tesi è stato la realizzazione di una nuova versione di LLParser, denominata LLParser 2. L’introduzione di nuove funzionalità e la eliminazione di vincoli rendono LLParser 2 uno strumento ancor più potente per l’analisi, la traduzione e la generazione di codice.
Le motivazioni che spinsero alla ideazione di LLParser e successivamente al passaggio a LLParser 2 sono di due tipi. Originariamente si pensò ad uno strumento didattico da poter offrire agli studenti del corso di Compilatori, ma già durante la realizzazione di LLParser scaturì la possibilità di ottenere un ambiente di lavoro adeguato anche alle più esigenti attività di progetto per la sperimentazione di linguaggi.
LLParser 2 si colloca in quella categoria di strumenti che affrontano esclusivamente problematiche di tipo Top-Down, consentendo la definizione, l’analisi e l’uso di Grammatiche LL(1), di Grammatiche L-Attributate e di Schemi di Traduzione Discendente.
Pisa University
Bellia, Marco
2003-07-19
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-07-21
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07072003-105043/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
SCIENZE DELL'INFORMAZIONE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11242003-180447
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Analisi Fluodinamica di Reattori Bifase Gas-Liquido
Chiti, Fabio
Fluidodinamica
Reattori Agitati
Cleaning Aluminium
3PBT30
Mixing
The furnace treatment is an important step during molten aluminium production, by which the dissolved hydrogen and solid impurity particles were removed. Conventionally, a chlorine/inert gas mixture is used for this purpose. However the potential leakage of chlorine and chemical reaction produce hydrogen chloride considered to be dangerous to society and faces the restriction in the new clean air regulation. So, in order to meet the requirement for the furnace emission and improve efficiency, mechanical agitation through impeller was widely used. In this research, the homogenization behaviour of both lance bubbling and mechanical agitation through two different impellers has been investigated experimentally (power drawn, decolourusation, PIV) and numerically. At equivalent mean specific energy dissipation rates, maximum velocities are higher and mixing times are shorter with the impellers, without to cause surface gas entrainment, the latter being detrimental to fluxing. Two different impellers have been analysed because one is designed to resist at high temperature, STAS, and its material (graphite) does not allow a standard shape, so it was necessary to compare its performance with a standard impeller, 3PBT30. In conclusion, the STAS impeller has been considered a good solution for this kind of cleaning process, in fact, despite the strange shape (very thick blades), the impeller shows nice properties like a standard impeller, 3PBT30. Furthermore very interesting results have been obtained in mixing time using asymmetrical configurations, reducing the mixing time more than 20%.
Pisa University
Paglianti, Alessandro
2003-12-09
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-12-11
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11242003-180447/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA CHIMICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07012003-182703
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Studio delle antenne delle Stazioni Radio Base per i sistemi di comunicazione UMTS e GSM
Guarnaccia, Adele
protocollo GPRS
irradiazione del campo elettromagnetico
controllo di potenza
sequenze di spreading
fattore di guadagno
Scopo di questo lavoro di tesi è quello di analizzare il campo elettromagnetico irradiato dai sistemi di telecomunicazione di seconda e terza generazione. La prima parte è dedicata ad una descrizione del sistema UMTS con particolare riferimento all’architettura di rete, alle nuove bande di frequenza e ai servizi innovativi offerti all’utente. Si è cercato di evidenziare i vantaggi prodotti con l’utilizzo della tecnica ad accesso a multiplazione di codice e dell’interfaccia con doppia modalità (FDD/TDD). Il passo successivo è stato, dopo aver esposto le caratteristiche del sistema GSM, quello di illustrare i passi tecnologici che hanno portato ai sistemi di terza generazione. A questo proposito si è discusso il protocollo GPRS, il quale ha migliorato la gestione del traffico dati, ha permesso l’accesso alle informazioni della rete, anche alle persone in movimento, con una maggior velocità di trasmissione dati. L’ultima parte della tesi è stata dedicata allo studio dei sistemi radianti delle Stazioni Radio Base dei sistemi di comunicazione GSM e UMTS. In particolare, dopo aver descritto le antenne comunemente utilizzate dai suddetti sistemi, sono stati individuati i parametri necessari ad una stima del livello di campo elettromagnetico emesso dalle Stazioni Radio Base. Nella tesi, vengono, infine presentati, alcuni risultati relativi ai sistemi GSM e UMTS ottenuti, mediante, un codice di simulazione.
Pisa University
Monorchio, Agostino
2003-07-20
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07012003-182703/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07012003-120443
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Analisi statistica di propagazione di campo elettromagnetico in ambiente urbano
Gentile, Mara
metodi a raggi
propagazione urbana
metodi ad alta frequenza
analisi statistica
propagazione elettromagnetica
Per calcolare con precisione l’andamento del campo elettromagnetico all’interno di uno scenario urbano, occorre conoscere con esattezza sia le caratteristiche elettriche del sito nel quale stiamo effettuando le misure, sia la geometria del sito stesso (ad esempio la distanza tra trasmettitore e ostacoli).
Questi parametri purtroppo non sempre sono noti in maniera deterministica: ad esempio, la conducibilità elettrica dell’asfalto varia a seconda del grado di umidità dell’ambiente; un edificio inoltre è realizzato utilizzando differenti materiali che hanno parametri elettrici diversi, senza trascurare il fatto che in generale la permettività dielettrica e la conducibilità variano con la frequenza.
Lo studio effettuato mira a comprendere quali tra i vari parametri che determinano il campo irradiato all’interno di un sito, influenzino maggiormente l’andamento del campo stesso. Una volta individuati tali parametri, essi verranno modellizzati come variabili aleatorie gaussiane con un certo valor medio ed una certa varianza. Lo studio della presente tesi è mirato ad una analisi statistica, in termini di densità di probabilità, del campo risultante. A tale scopo è stato utilizzato un simulatore di propagazione elettromagnetica in ambiente urbano.
Pisa University
Monorchio, Agostino
2003-07-20
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07012003-120443/
it
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INGEGNERIA
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INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07012003-172921
2019-02-28
dtype:LS
dtype:NoPhD
Analisi di antenne radianti tramite il Metodo dei Momenti nel dominio della frequenza basato sulle funzioni RWG
Brizzi, Alessio
antenne filari
bow-tie
MoM
funzioni RWG
In questo lavoro di tesi viene presentata una procedura numerica per l’analisi di antenne in trasmissione, basata sul Metodo dei Momenti (MoM).
Nella prima parte viene ricavata, tramite il MoM, una soluzione per l’equazione integrale del campo elettrico (EFIE – Electric Field Integral Equation); essa fa uso dell’insieme di funzioni introdotto da Rao-Wilton-Glisson (RWG), sia come funzioni base, sia come funzioni peso (metodo di Galerkin).
In seguito, sono presentate due modellizzazioni della sorgente: il “frill generator” ed il “delta gap model”; di quest’ultimo viene mostrato in dettaglio come possa essere integrato all’interno della formulazione del MoM utilizzata. Viene esposto poi il calcolo del campo irradiato in zona lontana e dell’impedenza d’ingresso, una volta noti i coefficienti della densità superficiale di corrente indotta.
Infine, vengono presentati alcuni risultati numerici, allo scopo di validare l’accuratezza del metodo. I dati ottenuti sono relativi ad alcuni tipi di antenne comunemente utilizzate, ed il confronto è stato realizzato in termini di impedenza d’ingresso, diagrammi di irradiazione e distribuzioni di carica e di corrente.
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In this work, a numerical procedure is presented for the analysis of transmitting antennas, based on the Method of Moments (MoM).
In the first part, a MoM solution for the Electric Field Integral Equation (EFIE) is derived; it makes use of a set of expansion functions introduced by Rao - Wilton - Glisson (RWG) that are used both as basis and weighting functions (Galerkin method).
Two different source models are presented next: the “frill generator” and the “delta gap model”; in particular, the latter is employed in the MoM solving matrix equation to compute the unknown current density at the antenna surface. Therefore, from the induced current density, the radiated electric field and the input impedance of the antenna are evaluated.
Finally, some numerical results are presented in order to check the accuracy of the method. They are relevant to different kind of commonly used antennas and a comparison is made in terms of input impedance, radiation patterns, charge and current distributions.
Pisa University
Monorchio, Agostino
2003-07-20
Electronic Thesis or Dissertation
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http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07012003-172921/
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info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07012003-163644
2019-02-28
dtype:LS
dtype:NoPhD
Caratteristiche radiative di un dipolo a mezz'onda operante in presenza di un piano conduttore magnetico artificiale
Ingrassia, Valentina
Impedenza di una microstriscia accoppiata
Algoritmi Genetici
Parametri S
Campo Elettrico
In questa tesi sono state analizzate le caratteristiche radiative di un dipolo a mezz’onda operante in presenza di un piano conduttore magnetico artificiale. Per realizzare questo si sono usate due diverse strutture, dimensionate con algoritmi genetici, che in opportuni e diversi range di frequenze, simulano un piano di massa conduttore magnetico artificiale
Pisa University
Monorchio, Agostino
2003-07-20
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07012003-163644/
it
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INGEGNERIA
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INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07012003-170313
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Analisi di Superfici Selettive in Frequenza con riempimento disomogeneo mediante un metodo ibrido MM-FEM
Lorenzetti, Emanuele
riempimento disomogeneo
FSS
superfici selettive in frequenza
Nel presente documento viene presentato un metodo ibrido Mode Matching MM – Finite Element Metod FEM pensato per lo studio di schermi spessi in cui le aperture possono essere di forma arbitraria e con riempimenti non omogenei , illuminata da un’onda piana incidente con angolo qualsiasi . Solo in seguito viene mostrato come in metodo presenti risultati validi anche nel caso di schermi induttivi sottili . Questo ci permette di allargare il dominio delle geometrie analizzabili anche a tutte le configurazioni capacitive in aria ( ovvero su substrato dielettrico con costanti dielettriche relative unitarie ) .
Sotto le condizioni di schermo induttivo spesso l’apertura praticata nello schermo può essere considerata come un spezzone di guida d’onda di forma arbitraria .
Il metodo ricava la matrice di scattering generalizzata GSM ( Generalized Scattering Matrix ) riferita agli spazi liberi rispettivamente nella zona di “luce” ( la parte di spazio libero dalla quale giunge l’onda che illumina lo schermo ) e nella zona “d’ombra” ( La parte di spazio libero opposta rispetto allo schermo ) .
Tale GSM viene ricavata come connessione in cascata della matrice di scattering generalizzata della discontinuità aria-apertura , riferita a metà schermo , e della matrice di scattering generalizzata relativa alla discontinuità apertura-aria , riferita a metà schermo . Le GSM di qui sopra vengono ottenute tramite opportune operazioni sulle matrici , dalla sola GSM della discontinuità aria-apertura . Per ottenere questa ultima viene utilizzato il MM formulato in termini di onde dirette e riflesse . Si rende quindi necessaria la conoscenza delle espansioni modali del campo elettromagnetico nella regione di spazio libero ed all’interno del tratto guidato della apertura ; ottenute , le une , utilizzando un set completo di funzioni modali di Floquet , le altre , utilizzando un set completo di funzioni modali in guida , determinate numericamente mediante il metodo agli elementi finiti FEM .
Lo schema ibrido proposto combina MM e FEM al fine di poter coniugare i vantaggi dei due metodi : l’accuratezza del MM e la flessibilità del FEM che , nella sua formulazione “full wave” proposta , consente di analizzare anche schermi con riempimenti disomogenei .
Nel documento proposto , dopo una breve introduzione agli FSSs , viene focalizzata l’attenzione sulla formulazione della tecnica ibrida MM-FEM e sulla espansione modale di Floquet .
Di seguito viene riassunta la procedura di analisi di uno scherno induttivo spesso .
Viene inoltre presentato il procedimento atto all’allargamento del set di FSS analizzabili con il metodo ibrido MM-FEM al caso di schermi con l’aggiunta di una lastra di dielettrico su una od su entrambe le facce dello schermo metallico .
Infine vengono riportati alcuni risultati numerici per dimostrare l’accuratezza del metodo presentato .
Pisa University
Monorchio, Agostino
2003-07-20
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07012003-170313/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07012003-165453
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Una tecnica di accelerazione per funzioni di Green periodiche in problemi di elettromagnetismo applicato
Corucci, Alessandro
funzione di green
formula di poisson
trasformazione
array
potenziale scalare
potenziale vettore
In molti problemi di elettromagnetismo applicato la soluzione delle equazioni risolventi e' espressa tramite delle serie che spesso presentano una lenta convergenza. Scopo di questo lavoro di tesi e' l'individuazione di una tecnica di accelerazione per le suddette funzioni e l'implementazione della stessa in un codice numerico per la valutazione dei parametri di scattering da corpi a geometria periodica mediante il Metodo dei Momenti
Pisa University
Monorchio, Agostino
2003-07-20
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07012003-165453/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07032003-111634
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
IMS Client Architecture for 3G Multimedia Applications Architettura di un Client IMS per Applicazioni Multimediali su Reti di Terza Generazione
Marfia, Gustavo
Voice over IP
Voip
SIP Client
IP Multimedia Subsystem
IMS
The growth of the Internet and the great popularity of cellular phone systems is the background to this thesis. The thesis has been designed and developed at Siemens Mobile SPA labs in Milan within a partnership between Siemens and an Italian 3G Mobile Network Operator, the Exploit (EXPeriences on deveLOpment of Ims based applicaTions) project. The main tasks have been designing the IMS Exploit client and an audio call solution and their implemention. The idea behind the work has been the implemention of a flexible common application that would perform Instant Messaging, Chat, Presence and Voice over IP and manage the messaging for multiple services on its top.The Voice over IP solution is integrated in the Exploit client and permits users to perform calls from the same environment, while using one of the available services.The reasons that have led to this design and implementation are the demand of having a SIP messaging behavior aligned to RFC 3261 and of providing an open interface over which new services may be deployed.
Pisa University
Russo, Franco
2003-07-20
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-07-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07032003-111634/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07042003-183030
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
simulatori di sistemi di comunicazione su fibra ottica
Ferrigno, Giovanni
none
La tesi rappresenta una ricerca accurata in rete dei principali e più
sofisticati software di simulazione di sistemi di comunicazione ottica.
Lo sviluppo sempre maggiore e a basso costo di reti di telecomunicazionie,
basate su tecniche di trasmissione ottica su fibra, ha spinto le aziende a
investire sulla creazione di sistemi software sempre piu’ avanzati in grado
di progettare,simulare e analizzare sistemi di comunicazione ottica anche
molto complessi.
Esistono software in grado di simulare sia l’intero sistema ottico che i
singoli dispositivi ottici che lo compongono,come generatori di
segnale,laser,modulatori,fibre,ricevitori ottici,amplificatori
ottici,multiplatori e altri ancora.
In un progetto di sistema di trasmissione,il cui scopo fondamentale è il
trasferimento da una sorgente ad un utilizzatore di un segnale portatore di
informazione,bisogna sfruttare al massimo e quindi ottimizzare le risorse
caratteristiche del mezzo fisico,cioe’ del mezzo portante.
E’ proprio grazie a questi software di simulazione che riusciamo ad
effettuare previsioni su un particolare collegamento ottico,riuscendo cosi’
ad ottimizzare le risorse a nostra disposizione,diminuendo notevolmente i
costi,che invece si avrebbero con delle prove sperimentali.
Quindi questa tesi vuole essere una guida,per chiunque fosse interessato,ai
principali software di simulazione di questo tipo di sistemi presenti sul
mercato.
L’uso del linguaggio html rende tale guida di facile utilizzo e di rapida
consultazione.
Pisa University
Giannetti, Filippo
2003-07-20
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07042003-183030/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07022003-105514
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
TECNOLOGIE FOTOVOLTAICHE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE. Analisi del ciclo di vita, convenienza energetica, diffusione delle utilizzazioni, futuri scenari
Bernini, Fabrizio
ciclo di vita
fotovoltaico
Viene descritto il ciclo di vita di un’installazione fotovoltaica tipo con moduli a celle in silicio cristallino a contatti stampati. La trattazione è condotta tenendo conto della metodologia LCA (alla quale sono dedicati due paragrafi di approfondimento) ed è divisa in due parti: la prima è dedicata ai processi prettamente industriali, divisi in dieci fasi consecutive, dall’estrazione delle materie prime al riciclaggio, ed è corredata di opportuni bilanci; la seconda riguarda tematiche connesse.
Vengono descritte le più importanti tecnologie FV sviluppate, ad ognuna delle quali è dedicato un paragrafo.
Segue uno sguardo alle diffusione e agli impieghi del fotovoltaico, con un accenno alla sua potenzialità e possibili sviluppi.
Per completezza sono inclusi una breve storia delle tecnologie FV e la descrizione dell’effetto fotovoltaico.
Pisa University
Khawatmi, Mustafà
2003-07-21
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07022003-105514/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA ELETTRICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-06232003-142804
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Progetto di uno strumento di trasformazione del ByteCode Java per la verifica efficiente su JavaCard.
Stilli, Simone
verificatore
javacard
register reallocation
bytecode
Questa tesi contiene un'analisi approfondita del Verificatore del bytecode della Sun Microsystems per JavaCard e lo studio delle trasformazioni del bytecode proposte in letteratura per una verifica diretta del bytecode su JavaCard.
Nella tesi è stato sviluppato uno strumento che fornisce una implementazione Java della trasformazione "Register Reallocation" applicata per garantire che ogni registro assuma un unico tipo durante l'esecuzione del programma.
Lo strumento sviluppato contempla anche bytecode Java (.jca: JavaCard Assembly) in cui sono presenti, oltre ai tipi "address", "short", "byte" e "boolean", il tipo "int". Sempre in ambito della trasformazione "Register Reallocation" é indicato un algoritmo alternativo per il calcolo dei "Live Range" dei registri.
Pisa University
De Francesco, Nicoletta
2003-07-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06232003-142804/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-06262003-121944
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
AUTOMAZIONE DI UNA LINEA PER CARTONE ONDULATO
Cardinotti, Matteo
vision system
image processing
ondulatore
conteggio fogli
sistema di visione
corrugat
elaborazione immagini
image
camere industriali
The problem to know, as exactly as possible, the number of cardboard sheets delivered to the customer, is an important
question for a corrugated cardboard industry because actual solutions don't or partially consider cardboards eliminated, by quality control and internal transport.
In this context, try to project solutions based on imaging vision and processing is an idea to solve this computation problem improving the limitations of the actual solutions.
Many vision systems, that can solve this problem, are implemented in this thesis, based on the different possibility to divide the total image in more subimage, with the conclusion that, one solution that use the global image at the request resolution is not necessary; furthermore this kind of solutions, for actual price of industrial camera technology, exceed the budget for this dispositive.
So, the final projected solution is based on the computed density of cardboard in a segment of the image and the successive exstension of this density to the global image, with a proportional adactive alghoritm. This solution consider quality control and internal transport and solve the presented problem with the best relationship betwen quality and cost.
Pisa University
Balestrino, Aldo
2003-07-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06262003-121944/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-06262003-161922
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
IDENTIFICAZIONE SIMULTANEA DI PARAMETRI IN SISTEMI LINEARI
Girolami, Alberto
circle criteria
autotuning pid
criterio del cerchio
FFT
autosintonia pid
Studio di un sistema per l’identificazione simultanea di parametri in sistemi lineari.
I controllori Proporzionali-integrali-derivativi (PID) continuano ad essere ampiamente impiegati nei processi industriali per la loro semplicità e robustezza. Nel caso di processi di ordine basso (primo, secondo, terzo con ritardo) la tecnica classica per la sincronizzazione dei parametri del regolatore si basa sulle regole di Ziegler – Nichols nella loro forma originale o secondo le numerose varianti proposte. Esistono inoltre altre tecniche ( ATV – SATV ) con le quali è possibile individuare alcuni parametri caratteristici di un processo assegnato. Queste tecniche però sono in grado di poter stimare solamente un criterio alla volta. In questa tesi viene illustrata una tecnica automatica con la quale, utilizzando l’algoritmo di Fast Fourier Trasform, si riescono ad individuare alcuni parametri caratteristici di un procedimento dinamico assegnato ( margine di ampiezza, margine di fase, sensibilità e banda passante a ciclo chiuso) in modo rapido e simultaneo. La validità della tecnica adottata è dimostrata mediante simulazioni.
Study of simultaneous identification system of typical parameters of linear processes.
Proportional-integrative-derivative controllers (PID) still are the most used controllers in industrial processes due to their simplicity and robustness. For low order’s processes (first, second, third with delay process) the classic method of regulator’s parameters tuning is the method of Ziegler – Nichols and other methods based on his hypotheses. There are also others techniques ( ATV – SATV ) witch can identify some typical parameters of an assigned process. The limitation of these techniques is that can only identify one parameter at a time. This graduation thesis faces the problem of an automatic and simultaneous identification, of multiple typical parameters (Gain margin, Phase margin, sensitivity in a closed loop) of a dynamic process utilizing the Fast Fourier Transform. The validity of this technique is verified with simulations.
Pisa University
Balestrino, Aldo
2003-07-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06262003-161922/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07022003-154442
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Studio di tecniche di controllo per manipolatori robotici a cedevolezza variabile.
Bavaro, Michele
cedevolezza variabile
manipolatori robotici
head injury criterion
sicurezza
È agli occhi di tutti quale importanza assumano oggi le problematiche relative alla sicurezza. È altresì evidente come nell'industria sia spesso imprescindibile l'uso di manipolatori meccanici e come, anche nella vita di tutti i giorni, la robotica sia un settore in rapido sviluppo. In entrambi i casi la capacità di una macchina di interagire con l'uomo è un requisito fondamentale. L'altro parametro decisivo nella scelta di un modello rispetto ad un altro sono, e sono sempre state, le prestazioni.<br>
Si puo' dimostrare che in generale questi due aspetti, <b>sicurezza</b> e <b>prestazioni</b>, non si conciliano facilmente: prediligendo uno dei due, l'altro viene meno.
Nel caso specifico dei <b>bracci robotici</b>, infatti, si distinguono i <i>service robot</i> e gli <i>industrial robot</i>. I primi, disegnati per la convivenza e la collaborazione con gli esseri umani, risultano sicuri ma poco performanti, gli ultimi, disegnati per applicazioni in cui sono necessarie potenza e velocità, sono invece molto pericolosi per chi ci vive a contatto.<br>
L'obiettivo, in quest'ultimo decennio, è riuscire a conciliare le caratteristiche peculiari degli uni e degli altri. A livello progettuale due strade sono state finora percorse separatemente: migliorare l'hardware, la struttura del manipolatore, oppure migliorare il sofware, la politica di controllo degli attuatori. Si sono distinte allora rispettivamente tecniche di <i>passive compliance</i> e <i>active compliance</i>. La <b>compliance</b>
(cedevolezza) di un manipolatore è una caratteristica fondamentale per dare l'idea di quanto questo possa essere "amichevole" nei confronti dell'ambiente esterno.<br>
Questo lavoro, inizialmente, si prefigge di definire un metodo di valutazione oggettivo per il livello di sicurezza e per le potenzialità in termini di prestazioni, limitatamente al caso dei manipolatori robotici. In base a quest'ultimo, viene valutato il trade-off che ne risulta per un semplice sistema ad un grado di libertà. Vengono poi esposte due soluzioni esistenti pensate per risolvere tale compromesso. Infine si propone una nuova metodologia di co-design meccanico e controllistico chiamata VST (Variable Stiffness Transmission), ispirata alla biologia del braccio umano, che promette un decisivo apporto teorico e pratico alla materia in discussione. Risultati in simulazione e possibili implementazioni pratiche sono nondimeno inclusi.
Pisa University
Tonietti, Giovanni
Caiti, Andrea
Bicchi, Antonio
2003-07-22
Electronic Thesis or Dissertation
video/x-msvideo
application/vnd.ms-powerpoint
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07022003-154442/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07032003-151245
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Sviluppo di applicativo software per l'interazione visiva e tattile con sistemi meccanici virtuali, esempi con manipolatori in catena cinematica chiusa
Pisani, Andrea
ingegneria
informatica
graphics
rendering
3D
C++
Visual
opengl
Microsoft
multithread
interface
haptics
kinematics
cinematica
render
chiusa
closed
time
real
display
computer
L'utilizzo del PC tutt'oggi è legato a due sensi umani: la
vista e l'udito; ogni PC è infatti dotato di monitor e
casse. Mediante questi dispositivi o attraverso occhiali 3D
è possibile accedere ad una Realtà Virtuale (VR)
creata al computer e provare sensazioni visive e uditive come se
si fosse immersi in tale realtà. Il crescente interesse per
la VR ha portato allo sviluppo di ulteriori interfacce che
permettano all'utente di utilizzare, oltre che la vista e l'udito,
anche il senso del tatto. Tali dispositivi, denominati interfacce
aptiche, consentono all'utente di toccare oggetti virtuali e avere
la sensazione del tatto che avrebbero se questi oggetti
esistessero realmente. Esse vengono utilizzate in ambito
commerciale per la modellazione 3D dove è molto utile
toccare l'oggetto che si sta progettando prima che sia costruito.
Inoltre utilizzando software commerciali (come per esempio il
FreeForm sviluppato dalla SensAble Technologies) è possibile
modellare oggetti 3D scolpendoli mediante interfacce aptiche; in
questo caso la modellazione 3D diventa alla portata di tutti e i
tempi di progetto si accorciano considerevolmente.
Nell'ottica di migliorare l'aspetto multimodale degli ambienti
virtuali l'obiettivo di questa tesi è sviluppare un software
che permetta all'utente di interagire con sistemi meccanici
virtuali utilizzando il senso della vista, tramite un monitor, e
la percezione tattile (più precisamente di carattere cinestetico)
mediante la gestione di due interfacce aptiche commerciali: il
Phantom Desktop, sviluppato dalla Sensable Technologies (www.sensable.com) e il Delta
Haptic Device sviluppato dalla Force Dimension (www.forcedimension.com). Una particolare
attenzione è rivolta all'interazione diretta fra le due
interfacce aptiche considerate.
Le tematiche affrontate sono quelle relative alla Collision
Detection, all'Haptic Rendering, alla dinamica di manipolatori in
catena cinematica chiusa e all'interazione in real-time. Sono
stati programmati alcuni robot virtuali con un numero variabile di
link in modo da poter esplorare i limiti delle applicazioni
aptiche.
Pisa University
Bicchi, Antonio
2003-07-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07032003-151245/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07042003-104057
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Progetto e implementazione di uno strumento per la verifica della sicurezza delle informazioni nel Bytecode Java
Puntoni, Gabriele
Verificatore di Bytecode
Flusso di Informazioni
Bytecode Java
Sicurezza
La estrema velocità con cui si è espanso l'utilizzo di Internet e di dispositivi come le smart card ha spinto la ricerca nel campo della verifica della sicurezza del Java Bytecode. È proprio la versatilità offerta dalle smart card che ha contribuito alla loro diffusione e quindi ha reso necessario lo sviluppo di strumenti atti alla verifica della sicurezza delle informazioni in tale ambito. A causa delle risorse limitate a disposizione nelle smart card è nata l'idea di utilizzare l’algoritmo del Verificatore di bytecode Java come strumento per il controllo del flusso delle informazioni, poichè esso è già presente all'interno della Java Virtual Machine (JVM). Il bytecode in ingresso al verificatore viene opportunamente trasformato in modo che un errore di tipo, rilevato dal verificatore stesso, corrisponda ad una possibile violazione della segretezza delle informazioni nel codice originale. In questa tesi, è stato presentato un modello per la verifica del flusso sicuro delle informazioni, nel bytecode Java, basato sul controllo di tipo. Il modello estende uno strumento esistente (Tool SFT). L’assegnamento dei livelli di sicurezza, in origine, prevedeva la possibilità di assegnare livelli esclusivamente alle classi. Questo modello è stato ampliato in modo da poter attribuire un livello diverso ad ogni singolo campo all'interno di una classe. È stato reso possibile inoltre determinare una politica di assegnamento dei livelli di sicurezza ai parametri di un metodo, in funzione dell'ambiente di chiamata del metodo stesso. Il codice del Tool SFT è stato modificato per supportare le nuove funzionalità.
Pisa University
De Francesco, Nicoletta
2003-07-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07042003-104057/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07042003-105225
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Progetto e implementazione di uno strumento per la verifica della sicurezza delle informazioni nel Bytecode Java
Facca, Maurizio
Verificatore di Bytecode
Bytecode Java
Flusso di Informazioni
Sicurezza
La estrema velocità con cui si è espanso l'utilizzo di Internet e di dispositivi come le smart card ha spinto la ricerca nel campo della verifica della sicurezza del Java Bytecode.
È proprio la versatilità offerta dalle smart card che ha contribuito alla loro diffusione e quindi ha reso necessario lo sviluppo di strumenti atti alla verifica della sicurezza delle informazioni in tale ambito.
A causa delle risorse limitate a disposizione nelle smart card è nata l'idea di utilizzare l’algoritmo del Verificatore di bytecode Java come strumento per il controllo del flusso delle informazioni, poichè esso è già presente all'interno della Java Virtual Machine (JVM).
Il bytecode in ingresso al verificatore viene opportunamente trasformato in modo che un errore di tipo, rilevato dal verificatore stesso, corrisponda ad una possibile violazione della segretezza delle informazioni nel codice originale.
In questa tesi, è stato presentato un modello per la verifica del flusso sicuro delle informazioni, nel bytecode Java, basato sul controllo di tipo. Il modello estende uno strumento esistente (Tool SFT). L’assegnamento dei livelli di sicurezza, in origine, prevedeva la possibilità di assegnare livelli esclusivamente alle classi. Questo modello è stato ampliato in modo da poter attribuire un livello diverso ad ogni singolo campo all'interno di una classe. È stato reso possibile inoltre determinare una politica di assegnamento dei livelli di sicurezza ai parametri di un metodo, in funzione dell'ambiente di chiamata del metodo stesso.
Il codice del Tool SFT è stato modificato per supportare le nuove funzionalità.
Pisa University
De Francesco, Nicoletta
2003-07-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07042003-105225/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07042003-133301
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Analisi e progettazione di funzionalità per l'accesso in rete a beni museali
Spinosa, Giorgio
xml
protocolli di accesso
musei virtuali
banche dati catalografiche
siti web
Il lavoro si propone di esaminare le problematiche di rappresentazione dei dati e di definire le funzionalità di accesso a banche dati eterogenee e distribuite, che costituiscono individualmente, o nel loro insieme, un museo virtuale in rete.
A partire da un indagine conoscitiva approfondita su siti web di musei reali, virtuali e di banche dati catalografiche, si definisce l'architettura di un sistema di accesso generalizzato basato su
tecnologie della famiglia XML.
Il metalinguaggio XML viene introdotto illustrando la scelta con un esempio di impiego pratico (realizzazione di uno schema XML per schede di catalogo OA-CEI, con informazioni sul
patrimonio storico-artistico della Chiesa Cattolica Italiana), facendo riferimento esplicito al Progetto Ecumene, un progetto nazionale che si pone l'obiettivo di realizzare strumenti per la fruizione in rete del patrimonio dei beni culturali.
Si passa quindi alla definizione e alla realizzazione di un prototipo, con riferimento ad un ambiente semplificato, che effettui il recupero di informazioni da un database di schede di catalogo e le presenti all'utente tramite
un'interfaccia web.
Le conclusioni illustrano i risultati raggiunti ed individuano le principali prospettive aperte.
Pisa University
Tomasi, Andrea
2003-07-22
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-07-24
Electronic Thesis or Dissertation
application/zip
application/octet-stream
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07042003-133301/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07042003-143848
2023-03-15
dtype:L1
dtype:NoPhD
Definizione di traiettorie spaziali per velivoli ad alte prestazioni
Gentile, Roberto
volo acrobatico
Tracciamento traiettorie
dinamica del volo
volo in formazione
Il volo acrobatico nasce dalla passione per l’alta spettacolarità delle evoluzioni aeree messe in atto durante i combattimenti, ed esalta sicurezza, padronanza, sensibilità e coordinazione in qualsiasi assetto di volo.
Da sempre l’acrobazia aerea ha affascinato ed entusiasmato e per le caratteristiche di alta professionalità, dedizione e preparazione tecnica degli uomini che la rendono possibile, costituisce vanto dell'Aeronautica Militare.
L’acrobazia aerea collettiva, a motivo delle sue caratteristiche intrinseche, attualmente mal si presta ad una gestione automatizzata della configurazione dei velivoli, che volano mantenendo posizioni relative, velocità, orientamenti, velocità angolari l’uno rispetto all’altro, in condizioni estreme.
A differenza del volo aereo in formazione non acrobatico, l’acrobazia aerea collettiva presenta un ulteriore grado di difficoltà:il sincronismo, elemento essenziale all’alta spettacolarità delle manovre.
Lo scopo di questa tesi è quello di fornire un valido supporto informatico alla progettazione e allo studio delle difficoltà delle manovre, nonché alla fase di addestramento dei piloti e alla progettazione di air shows.
L’applicazione sviluppata permette “la definizione delle traiettorie spaziali dei velivoli” e costituisce il primo passo nella realizzazione di supporti informatici, che consentiranno in futuro di riprodurre e automatizzare il volo acrobatico.
Attualmente non esistono software che permettano di definire traiettorie spaziali per l’acrobazia collettiva, in grado di mostrare l’evoluzioni in 3D, ma solo applicazioni che producono diagrammi 2D che rappresentano le sequenze acrobatiche, tra i quali il più noto ed accreditato è Aresti 6.
La presente tesi è strutturata in modo da evidenziare le caratteristiche dell’applicazione realizzata e giustificare le scelte e le semplificazioni adottate.
Pisa University
Innocenti, Mario
2003-07-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07042003-143848/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-09112003-124705
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Basi di Potenze per Anelli di Numeri
Pellegrini, Eleonora
conduttore
indice di inerzia
indice di ramificazione
monogenico
radici dell'unita
La determinazione di una base di potenze per un anello di numeri fissato e' un problema di non facile applicazione e dalle diverse applicazioni. Infatti la presenza di un elemento che generi l'anello degli interi come Z-algebra (dove con Z indicheremo l'anello dei numeri interi razionali) permette prima di tutto di scrivere gli interi del campo di numeri in maniera semplice, snellendo in tal modo i calcoli e facilitando l'uso di certe formule, e consente ad esempio di utilizzare l'algoritmo di Kummer per lo spezzamento dei primi. E' impossibile elencare tutte le applicazioni ed i vantaggi che la monogenicità di un anello di numeri comporta, ma e` evidente che la soluzione di questo problema e` un passo avanti notevole nella descrizione della sua struttura algebrica. Inoltre, come risultera` chiaro durante lo svolgimento di questa tesi, la questione della monogenicita` e` connessa con molti altri aspetti della teoria dei numeri.
Ho cercato di strutturare questo lavoro in modo da dare un'idea dell'evoluzione degli studi sulla questione, focalizzando l'attenzione su alcuni esempi tipici ed illustrando cosi` alcune delle principali strategie che possono essere utilizzate per raggiungere dei risultati. L'assenza di algoritmi e criteri di validita` generale che permettano di decidere con facilita` quando un campo e` monogenico, mi costringeranno a suddividere l'insieme dei campi di numeri in categorie caratterizzate dal grado, dal conduttore o dal gruppo di Galois.
Dopo un primo capitolo dedicato a richiamare alcuni fatti di teoria, la tesi si incentra sulla descrizione di esempi e situazioni significative, delineando un quadro abbastanza completo e diversificato. Alcuni degli esempi decritti sono i campi ciclotomici, su cui si fonda tutto il secondo capitolo, i campi quadratici, alcuni tipi di estensioni composte, i campi ciclici di grado primo maggiore di 5. Un'attenzione particolare e` rivolta ai campi cubici, a cui e` dedicato tutto il quarto capitolo. La prima parte di questa sezione contiene i risultati dovuti a Gras sui campi cubici ciclici. La seconda, invece, e` dedicata ai campi cubici puri, sui quali ho dimostrato alcuni piccoli fatti originali che mi hanno permesso di costruire un algoritmo per decidere della monogenicita` del campo in questione. Il risultato finale sara` a parer mio ancor piu` interessante grazie al raffronto tra le tabelle riportate in quest'ultimo capitolo.
Pisa University
Dvornicich, Roberto
2003-09-28
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-09112003-124705/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-09142003-214712
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Le unità ciclotomiche e la congettura di Catalan
Ranieri, Gabriele
campi ciclotomici
estensioni abeliane
equazioni diofantee
La dimostrazione di Mihailescu della congettura di Catalan (che afferma che non esistono interi consecutivi che siano potenze esatte ad eccezione di 8 e di 9) e uno studio degli elementi di teoria algebrica dei numeri utilizzati nella dimostrazione. In particolare verranno trattati alcuni risultati della teoria di Stickelberger, alcune proprietà delle unità ciclotomiche ed il teorema di Thaine.
Inoltre una breve storia dei tentativi di dimostrazione della congettura di Catalan precedenti allo studio di Mihailescu ed una ricca bibliografia.
Pisa University
Del Corso, Ilaria
2003-09-28
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-09142003-214712/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-09092003-162448
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Stime per integrali oscillanti e applicazioni all'analisi di Fourier
Girardi, Carlo
none
Stime asintotiche per integrali oscillanti - Comportamento all'infinito della trasformata di Fourier di una misura di Borel finita avente supporto su una superficie. - Studio dell'insieme caratteristico di una misura di Borel regolare, finita, positiva, liscia con supporto su una varietà. - Restrizione della trasformata di Fourier (con particolare attenzione al caso delle ipersuperfici). - Condizioni per la limitatezza fra spazi L^p degli operatori integrali di Fourier.
Pisa University
Ricci, Fulvio
2003-09-28
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-09092003-162448/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-09102003-145847
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Regolarità delle geodetiche nei gruppi di Carnot
Vittone, Davide
calcolo delle variazioni
carnot-carathéodory
varietà subriemanniane
La tesi è dedicata allo studio della regolarità delle geodetiche in una particolare classe di varietà subriemanniane, i gruppi di Carnot. Sfruttando il formalismo Lagrangiano (si tratta di considerare funzionali dell'azione non continui e che possono assumere valori non finiti) enunciamo alcuni promettenti risultati parziali, che garantiscono la regolarità all'infuori di un chiuso di misura nulla.
Pisa University
Ambrosio, Luigi
2003-09-28
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-09102003-145847/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-01302004-211926
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Preparazione e studio delle proprieta' ottiche di dispersioni di nanoparticelle d'oro e di complessi di Ni e Cu in matrice polimerica.
Elvati, Paolo
dicroismo
nanoparticelle
complessi metallici
dispersioni polimeriche
E' stato svolto uno studio sulle proprietà ottiche di dispersioni polimeriche contenenti aggregati di molecole di dimensioni micro- e nanometriche.
A tale scopo sono stati preparati e dispersi in polietilene (UHMWPE) sia complessi metallici di Cu e Ni derivati dalla salicilimmina aventi catene alchiliche di lunghezze diverse, che nanoparticelle d'oro stabilizzate da tioli e tioeteri alifatici e aromatici ottenute per riduzione in soluzione.
Sono stati inoltre preparate delle particelle d'oro di dimensioni nanometriche) disperse in
poli(etilene-co-vinilalcol) per fotoriduzione in situ di Au(III) in presenza di glicole etilenico.
Le dispersioni sono state caratterizzate attraverso misure calorimetriche (TGA, DSC), spettroscopiche (UV-Vis, IR, ESI), microscopiche (TEM, SEM) e di diffrazione (ED, XRD).
I film ottenuti dai materiali preparati, mostrano proprietà ottiche modulabili sia in assorbimento che in emissione, in particolare dopo stiro meccanico uniassiale le dispersioni risultano caratterizzate da proprietà dicroiche.
Pisa University
Ciardelli, Francesco
Ruggeri, Giacomo
2004-02-16
info:eu-repo/date/embargoEnd/2044-02-18
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-01302004-211926/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
CHIMICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-09102003-103549
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Sui modelli matematici per il trasporto pubblico urbano
Billi, Carolina
ottimizzazione
ricerca operativa
trasporti
informazioni
statico
dinamico
In questo lavoro di tesi vengono analizzati tre diversi modelli matematici per la rappresentazione del trasporto pubblico urbano.
Viene innanzi tutto presentato il modello comportamentale rappresenta appunto il comportamento degli utenti nell'utilizzo del sitema di trasporto collettivo.
Il primo modello analizzato, chiamato "statico senza informazioni", e' quello utilizzato in letteratura. Nella trattazione è mostrato come tale modello non rappresenti fedelmente il modello comportamentale.
Il secondo modello, chiamato "dinamico", del tutto innovativo, prende in esame strategie dipendenti dal tempo di attesa; esso risolve inoltre le incoerenze mostrate per il caso statico. Il terzo ed ultimo modello, chiamato "con informazioni", presenta un modello di recente sviluppo nel quale si suppone che agli utenti vengano fornite informazioni relative ai tempi di attesa dei veicoli in arrivo alla fermata.
Vengono inoltre presentati alcuni esempi numerici, nei quali sono messi a confronto i tre modelli.
Sono infine sviluppati alcuni aspetti computazionali relativi all'implementazione del calcolo delle grandezze presenti nei tre modelli.
Pisa University
Pallottino, Stefano
2003-09-28
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-09102003-103549/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-07252003-160008
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Campi reali chiusi con esponenziale
Matteucci, Ilaria
logica
numeri reali
Lo scopo di questa tesi è dimostrare che ogni campo reale chiuso con l'esponenziazione ammette una parte intera.<br>
Per far questo, inizialmente, definiamo le serie di potenze generalizzate ad esponenti in un gruppo ordinato e a supporto ben ordinato introdotte da Hahn (capitolo 1). Dopo aver dimostrato che tali serie formano un campo, introduciamo il concetto di <i>chiusura per troncamento</i> che permette di 'troncare' le serie dopo un numero fissato di elementi.<br>
Successivamente, dopo aver definito la valutazione archimedea standard, vengono fornite le ipotesi necessarie per poter immergere un campo reale chiuso <code><b>R</b></code> in un opportuno campo di serie formali. Tali serie hanno coefficienti nel campo residuo di <code><b>R</b></code> rispetto alla valutazione archimedea standard v ed esponenti nel gruppo di valutazione di <code><b>R</b></code> calcolato ancora rispetto a v. L'immersione definita risulta chiusa per troncamento, quindi si dimostra l'esistenza della parte intera per <code><b>R</b></code>.<br>
Arriviamo quindi all'argomento principale di questo lavoro. Dopo aver effettuato un cambiamento di notazioni (per poter scrivere gli elementi in forma diadica), passiamo a costruire l'immersione di un campo reale chiuso con esponenziazione in un opportuno campo di serie formali. Ne calcoliamo dunque la parte intera.<br>
Come conclusione di questa tesi, illustriamo un importante teorema dovuto a Ressayre, da cui si ha l'equivalenza tra <code>Th(<b>R</b>, 2^x)</code> e la teoria dei campi reali chiusi con l'esponenziale ristretto all'intervallo [0, 1] (<code>Te</code>) unita ad uno schema di assiomi. Questo risultato non solo dà una dimostrazione della model completezza di <code>Th(<b>R</b>, 2^x)</code> alternativa a quella data da Wilkie, ma riconduce il problema della decidibilità della suddetta teoria a quello della decidibilità di <code>Te</code>.
Pisa University
Berarducci, Alessandro
2003-09-28
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07252003-160008/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11142003-161210
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Una generalizzazione di E. Calabi del teorema di Bonnet-Myers
Vargas Mancera, Juan Sebastian
geometria riemanniana
curvatura
geodetiche
geometria differenziale
La tesi approfondisce la dimostrazione di un teorema di Eugenio Calabi sulla relazione tra la curvatura di Ricci e la topologia di una varieta' Riemanniana; il teorema e' una generalizzazione del noto teorema di Bonnet-Myers.
Pisa University
Abate, Marco
2003-12-02
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11142003-161210/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11122003-184838
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
QUALIFICAZIONE A FATICA DI PANNELLI SANDWICH IN ACCIAIO INOX OTTENUTI CON SALDATURA LASER
Polacci, Emanuele
saldatura laser
pannello sandwich
anima corrugata
fatica
acciaio inossidabile
Nella presente tesi si descrivono le modalità di svolgimento ed i risultati delle prove di fatica di pannelli sandwich in acciaio inox ottenuti per saldatura laser per impiego ferroviario. L'attività sperimentale è stata svolta presso il Laboratorio Sperimentale dello Stabilimento di Pistoia di Ansaldobreda.
Dopo una breve introduzione alla tecnologia laser nel Capitolo 1 e specificatamente alla saldatura laser nel Capitolo 2, nel Capitolo 3 sono presentati i risultati delle prove di fatica tensile-shear di due tipi di giunto per sovrapposizione realizzati l'uno con saldatura laser a tratti e l'altro con saldatura laser di forma anulare. Nello stesso capitolo sono riportati i risultati delle prove di trazione pura per caratterizzare a fatica la saldatura laser ed il materiale base (AISI 304).
Nel Capitolo 4 sono descritte le prove di fatica di flessione su quattro punti effettuate sui pannelli. I risultati sono analizzati col metodo della tensione strutturale e comparati con i risultati delle prove del giunto saldato a tratti.
Nel Capitolo 5 sono illustrati i modelli agli elementi finiti utilizzati per l'analisi tensionale e per la determinazione delle tensioni strutturali.
Pisa University
Frediani, Aldo
2003-11-30
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11122003-184838/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA AERONAUTICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-09292003-121546
2023-03-15
dtype:LS
dtype:NoPhD
Progettazione dell'architettura di interconnessione tra rete wireless di tipo manet e rete satellitare, con relativa sperimentazione
Barsocchi, Paolo
rete satellitare
rete wireless. MANET
Si è recentemente imposto all’attenzione della ricerca lo scenario delle “Mobile ad-hoc networks” (MANET), che rappresentano una forma di mobilità che pone requisiti radicali nello scenario di rete e sfide nuove alla ricerca, in quanto molte delle classiche assunzioni che si possono fare nel progetto dei tradizionali sistemi distribuiti decadono in questo nuovo contesto.
Dal punto di vista pratico non sono ancora chiare quali siano le potenzialità applicative, anche se attorno ad esse si muovono ormai numerosi interessi industriali. Le applicazioni “consumer” sono quelle abilitate dallo standard “Bluetooth”. Si tratta di piccole reti, con campi di azione dell’ordine di pochi metri, per connettere dispositivi e “information appliances” (tipo il collegamento dell’auricolare al cellulare, la fotocopiatrice al computer, etc.), oppure di reti che consentono la formazione di “impromptu meetings”. Le MANET sembrano però particolarmente interessanti per permettere un’elaborazione distribuita in contesti difficili o addirittura ostili in cui non è possibile (per ragioni economiche o pratiche) avere un’infrastruttura di comunicazione fissa. Esempi classici sono le applicazioni militari o le applicazioni in situazioni di emergenza nell’ambito della protezione civile. In tal caso lo standard Bluetooth non e’ più utilizzabile ma il collegamento wireless e’ soppiantato dallo standard IEEE 802.11.
Il settore della protezione civile e’ proprio quello verso cui si indirizza questo progetto, avendo come scopo quello di offrire un supporto infrastrutturale ed applicativo proprio nelle situazioni di emergenza e di “disaster recovery”. Per queste tipologie di applicazioni si pone, in modo naturale, il problema dell’ interconnessione della (o delle) reti MANET con la rete fissa, attraverso collegamenti che, data la situazione di disastro, si assume non possano essere tramite cavo terrestre, bensì attraverso link satellitari o mediante collegamenti cellulari (per esempio, UMTS). Attraverso il sistema satellitare GPS (Global Positioning System) sarà inoltre possibile una cooperazione di tipo distribuito, attraverso la localizzazione nello spazio dei dispositivi mobili comunicanti, tutto ciò è essenziale per supportare un team di intervento in situazioni di emergenza.
Questo scenario presenta molteplici sfide per la ricerca che viene proposta. Dal punto di vista dei protocolli di rete, la mancanza di nodi fissi determina la necessità di ripensare in maniera radicale all’implementazione delle funzionalità di base (per esempio, le politiche di istradamento dei messaggi) che, a differenza dello scenario tradizionale, coinvolgono anche i nodi terminali. Va inoltre considerato che i nodi mobili, a differenza dei consueti personal computers, possono essere costituiti da palmari o telefoni delle nuove generazioni, e cioè da dispositivi con risorse di potenza limitate, per i quali diventa essenziale controllare e ridurre il consumo di energia. Dal punto di vista dell’architettura di rete, diverse isole MANET possono essere collegate tra di loro mediante ripetitori, ed ad un certo punto della catena di interconnessione, essere interconnesse con la rete fissa attraverso collegamenti satellitari o di tipo cellulare. Nonostante stiano emergendo alcune proposte, non esistono ancora standard che ridefiniscano la pila di protocolli per le reti MANET e per la loro connessione con le reti fisse attraverso collegamenti satellitari.
Il progetto si propone di realizzare una rete MANET e la relativa infrastruttura per la sua interconnessione alla rete fissa mediante collegamento satellitare. L’infrastruttura verrà utilizzata per realizzare un prototipo di applicazione per la gestione di emergenze ambientali nell’ambito della protezione civile. Il settore applicativo presenta un contesto in cui l’infrastruttura di comunicazione fluida e riconfigurabile fornita dalla rete MANET diventa insostituibile o, comunque, offre vantaggi notevoli rispetto ad altre soluzioni tecnologiche.
Nell’ambito della protezione civile, non necessariamente la rete Ad-Hoc deve essere costituita da portatili o da palmari, ma più generalmente può essere pensata in modo che agisca anche senza l’intervento dell’uomo: può essere infatti costituita da robot e/o sensori che rilevano dati, li immagazzinano e li trasmettono alla rete fissa tramite un collegamento che non può essere via cavo terrestre. I robot (mobile computers) possono inoltre modificare i loro comportamenti a seconda dei comandi ricevuti dagli operatori remoti ed inviati loro tramite link satellitario.
Pisa University
Giannetti, Filippo
2003-10-13
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-10-15
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-09292003-121546/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-09252003-121603
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Le rocce ignee della valle del Rio Genoa-Senguerr e della catena del Cerro San Bernardo, Chubut, Argentina.
Bruni, Sandro
Ridge-trench collision
Patagonia
basalti alcalini
Le rocce ignee della valle del Rio Genoa-Senguerr e della catena del Cerro San Bernardo, Chubut, Argentina
RIASSUNTO
La presente tesi ha avuto come oggetto lo studio delle rocce ignee cenozoiche affioranti in Patagonia centrale, nella regione Río Genoa-Senguerr/Cerro San Bernardo (Sarmiento, Chubut, Argentina). Tali rocce sono situate in una posizione di retroarco rispetto alla cordigliera Andina e si trovano a nord-est dell’attuale Punto Triplo del Cile. Al fine di determinarne l’origine, sono stati descritti sia i prodotti emessi che il contesto tettonico nel quale queste rocce ignee si inseriscono.
La realizzazione di questa tesi ha implicato la seguente attività sperimentale svolta dal candidato:
- Campionatura eseguita nel mese di febbraio 2003;
- Esecuzione di 45 sezioni sottili per indagine petrografica;
- Determinazione del contenuto in elementi maggiori di 29 campioni tramite XRF;
- Determinazione del contenuto in elementi in traccia di 16 campioni tramite ICP-MS;
- Inoltre su 5 sezioni lucide, utilizzando il microscopio elettronico a scansione (SEM), sono state determinate le composizioni delle fasi presenti (oltre 190 misure).
Tutti i dati raccolti sono stati elaborati con lo scopo di determinare la composizione, le condizioni termobarometriche e le modalità di fusione della sorgente coinvolta nella genesi di tali prodotti magmatici e, inoltre, confrontando i dati originali di questa tesi con quelli presenti in letteratura, si è cercato di capire come il magmatismo delle zone studiate si inserisca nel complesso quadro geodinamico della zona di retroarco Sudamericana.
L’utilizzo delle datazioni radiometriche pubblicate ha messo in evidenza come questa zona sia stata interessata negli ultimi 25 Ma da almeno due eventi magmatici alcalini: il primo (24-17 Ma) ha interessato la catena del Cerro San Bernardo e ha portato alla messa in posto di numerosi, anche se non estesi, plateau basaltici; e un secondo( 4-2 Ma), esclusivo della valle del Rio Genoa-Senguerr, rappresentato da spatter cones dai volumi modesti e piccole colate laviche.
Petrograficamente tutte le rocce studiate sono estremamente omogenee e mostrano tessiture porfiriche con fenocristalli di olivina e più raramente di clinopirosseno (augite titanifera); in pasta di fondo si osservano sempre clinopirosseno, plagioclasio, olivina e Ti-magnetite ed in alcuni campioni anche ilmenite e feldspato alcalino; inoltre sono comuni xenocristalli di olivina, clinopirosseno, ortopirosseno e Cr-spinello; questi derivano dalla disgregazione di noduli ultrafemici mantellici che frequentemente si trovano come inclusi nelle lave e negli spatter dei coni della valle del Rio Genoa-Senguerr.
L’estrema omogeneità petrografica che caratterizza questi prodotti non rispecchia la loro ampia variazione chimica; infatti, utilizzando gli elementi maggiori è possibile distinguere cinque serie magmatiche con contenuti e rapporti tra alcali completamente differenti.
Chimicamente sono distinguibili 6 campioni decisamente subalcalini (tre basalti tholeiitici, e tre andesiti basaltiche), quattro basalti transizionali, e 19 prodotti alcalini (basaniti, basalti alcalini, trachibasali); inoltre, considerando i rapporti tra potassio e sodio e i contenuti in potassio delle rocce alcaline si riesce ad individuare almeno tre serie di rocce distinte: la Alcalina Sodica, la Alcalina Potassica e il campione del Cerro Ante (PA388, cono di scorie molto prossimo alla Cordigliera) che mostra contenuti e rapporti K/Na molto maggiori.
Generalmente le rocce studiate sono molto primitive con alti valori di Mg# (raramente < 60).
Con i dati ricavati con il metodo ICP-MS sono stati costruiti spider-diagrams che hanno messo in evidenza come tutti i campioni, ad eccezione del PA388, abbiano un andamento omogeneo con un picco in corrispondenza di Ta e Nb e frazionamenti delle REE compatibili con granato nel residuo solido.
Il campione PA388, invece, mostra un pattern degli incompatibili completamente differente con una profonda fossa in corrispondenza del Ta e Nb, contenuti in LILE estremamente alti (Th, U, Rb > di 200 volte rispetto ai contenuti del pirolite di McDonough et al .,1995) e un alto frazionamento delle REE.
I dati raccolti inoltre sono stati utilizzati per discriminare temperature e profondità di genesi di questi magmi e le modalità di fusione della sorgente.
Con studi petrogenetici si è stabilito che pur trattandosi di prodotti primitivi
c’è stato frazionamento di olivina e un trascurabile frazionamento di Cpx, e che le differenze geochimiche osservate possono essere spiegate ipotizzando profondità e modalità di fusione differenti di una comune sorgente lherzolitica a granato.
Le caratteristiche geochimiche delle vulcaniti studiate, ad eccezione del campione PA388, sono tipiche dei magmi intra-placca di tipo OIB e non mostrano nessuna sostanziale differenza con il magmatismo di retroarco della Patagonia meridionale; il campione PA388, invece, può essere messo in relazione con bassi gradi di fusione parziale di una sorgente fortemente metasomatizzata ed idratata da fluidi derivanti dallo slab in subduzione.
Analizzando il moto relativo della placca continentale Sudamericana e delle placche oceaniche, Antartica, Farallon (paleo-Nazca) e Nazca, che hanno interagito con essa negli ultimi 30 Ma è stato possibile costruire un modello che spiega in funzione dell’apertura di finestre astenosferiche nello slab in subduzione sia il magmatismo Miocenico superiore che quello Mio-Pliocenico.
CANDIDATO:
Sandro Bruni
Pisa University
D'Orazio, Massimo
2003-10-15
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-10-17
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-09252003-121603/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
SCIENZE GEOLOGICHE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10062003-104514
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Studio di un neutralizzatore per un motore ad effetto Hall da 5 kW
Aringhieri, Carlo
neutralizzatore
propulsione elettrica
orificed hollow cathode
SPT
La propulsione elettrica, nell’arco degli ultimi dieci anni, si è affermata nel campo delle applicazioni spaziali come valida alternativa alla propulsione chimica. In particolare, i propulsori ad effetto Hall hanno raggiunto un posto di rilievo grazie alla attività di ricerca e sviluppo svolta dapprima nell’ex Unione Sovietica, poi negli Stati Uniti ed in Europa, mentre la quantità di potenza a bordo dei satelliti, disponibile per l’utilizzo di un sistema propulsivo elettrico è andata crescendo costantemente.
Il presente lavoro di tesi descrive lo studio teorico-numerico di un catodo neutralizzatore per un motore ad effetto Hall da 5 kW, recentemente progettato, realizzato e provato al Centrospazio, e le fasi di progettazione che hanno portato al suo dimensionamento.
Dopo una breve parte introduttiva sul principio di funzionamento di un motore ad effetto Hall, nella prima parte la tesi sintetizza i risultati principali di precedenti studi teorico-sperimentali, alcuni dei quali condotti al Centrospazio, sul catodo cavo che è alla base del funzionamento del neutralizzatore. In particolare è stata analizzata l’influenza della zona dell’orifizio terminale (orificed hollow cathode) sulle caratteristiche della scarica e del plasma uscente dal neutralizzatore.
Sulla base di questi studi è stato quindi realizzato un modello fisico-matematico della zona dell’orifizio, descritto nella seconda parte della tesi, i cui risultati sono stati confrontati con dati sperimentali reperibili in letteratura.
Infine la tesi ripercorre il processo di dimensionamento del neutralizzatore per il motore ad effetto Hall di Centrospazio, operante ad una corrente nominale di 20 Ampere. Sono state analizzate configurazioni diverse in termini di materiali e di tecnologie di produzione, ambedue aventi un forte impatto sui costi e sulle prestazioni, in termini di vita operativa. L’analisi termica sia della fase transitoria durante l’accensione che di quella stazionaria ha rappresentato lo strumento principale per la definizione del disegno finale del neutralizzatore.
Pisa University
Andrenucci, Mariano
2003-10-19
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-10-21
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10062003-104514/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA AEROSPAZIALE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10022003-100912
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Modellazione parametrica ed analisi agli elementi finiti di strutture di fusoliera di velivoli da trasporto
Lalia, Francesco
analisi struttura di fusoliera
modellazione parametrica
CATIA V5
Nella presente tesi sono stati sviluppati strumenti che consentano di studiare, con il metodo agli elementi finiti, strutture di fusoliera di velivoli da trasporto per impieghi civili.
I software CATIA V5 e MATLAB sono stati utilizzati in modo interattivo per generare modelli sufficientemente rappresentativi della struttura.
I modelli sono stati generati con procedura parametrica sia in fase di definizione della geometria che di meshatura.
La procedura elaborata consente di modellare cisacun elemento con diversi gradi di approssimazione sulla geoemtria, partendo da semplici schematizzazioni fino ad un'alta definizione di dettaglio.
Gli strumenti elaborati sono stati testati su modelli sufficientemente complessi, con lo scopo di verificare le potenzialita' del software utilizzato, in termini di soluzione e gestione dei risultati.
Pisa University
Lazzeri, Luigi
2003-10-19
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10022003-100912/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA AEROSPAZIALE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10032003-120824
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Controllo morfologico e strutturale in lattici acrilici reattivi e loro derivati ibridi con organosilani
Giannini, Giacomo
nanocompositi
polimerizzazione in emulsione
materiali ibridi
film polimerici
Viene presentata una nuova tipologia di materiali filmogeni costituiti da dispersioni acquose (lattici) di particelle eterofasiche a base acrilica di dimensioni sub-micrometriche. Questi materiali vengono sintetizzati tramite polimerizzazione in emulsione del lattice acrilico contenente gruppi reattivi derivanti dal comonomero funzionale TSPMA, seguita da ibridizzazione tramite condensazione sol-gel di miscele di alcossisilani.
Allo scopo di ottimizzare questi prodotti per applicazioni come protettivi o consolidanti di substrati porosi, ne sono state studiate struttura, morfologia ed evoluzione chimica durante e dopo la deposizione in film sottili. In particolare sono state analizzate la possibilità di ottenere particelle ibride nanometriche di dimensioni e morfologia controllate e le modificazioni chimiche del materiale conseguenti alla variazione dei parametri di processo.
Si ritiene che le caratteristiche peculiari derivanti dalla natura eterofasica nanostrutturata delle particelle idrodisperse possano essere utilmente sfruttate per la preparazione di consolidanti innovativi per materiali porosi, costituiti da ibridi acrilico-organosilossanici nanostrutturati.
Pisa University
Castelvetro, Valter
Aglietto, Mauro
2003-10-19
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-10-21
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10032003-120824/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
CHIMICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10062003-101907
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Studio teorico-sperimentale di un catodo multicanale per un motore MPD
Signori, Massimiliano
cavo
MPD
multicanale
propulsione
catodo
elettrica
Il presente lavoro di tesi s'inquadra nelle attivita' di ricerca e sviluppo condotte presso Centrospazio sui propulsori magneto-plasma dinamici (MPD) per applicazioni spaziali e finanziate prevalentemente da ASI. In particolare l'attivita' di tesi ha riguardato lo studio, la progettazione e la prova di un catodo a configurazione multicanale. Sulla base dei risultati di studi teorico-sperimentali reperibili in letteratura e' stato disegnato un catodo multicanale per il motore denominato HPT, operante in regime pulsato quasi stazionario nel laboratorio di Centrospazio e sviluppato in collaborazione con il RIAME del Moscow Aviation Institute.
E' stata anche riprogettata l'alimentazione gassosa dei catodi della camera di preionizzazione del motore al fine di ottenere un maggior controllo sul suo funzionamento. Come verifica delle modifiche effettuate e' stata svolta una campagna di prove con due diversi tipi di propellente, argo ed elio. I risultati sperimentali indicano che la modifica al sistema di alimentazione gassosa non e' sufficiente a garantire un buon funzionamento della camera di preionizzazione, ma si rende necessaria anche una modifica del sistema di distribuzione della corrente, del resto gia' prevista in questo lavoro di tesi. Risultati incoraggianti vengono dal catodo multicanale che, come da previsioni, consente di ottenere le stesse correnti del catodo precedente con cadute di potenziale fra gli elettrodi minori, permettendo di migliorare le prestazioni del motore.
Contemporaneamente e' stato elaborato un modello numerico per la previsione delle condizioni termiche e delle caratteristiche del plasma in un catodo multicanale, al variare dei piu' importanti parametri operativi (tipo e portata di gas, corrente) e della geometria del catodo. Questa attivita' e' di particolare interesse in quanto non vi e' traccia in letteratura di modelli numerici del catodo multicanale. L'elaborazione si basa sul modello di un catodo a singolo canale sviluppato in precedenti lavori di tesi al Centrospazio. Il modello e' in grado di prevedere la ripartizione della portata di gas tra i vari canali del catodo e la variazione di dimensione della zona di attacco dell'arco; è evidente anche una rispondenza della variazione di temperatura in senso radiale con i risultati sperimentali riportati in letteratura. Benche' il modello elaborato necessiti di alcune modifiche per migliorarne soprattutto gli aspetti numerici, rappresenta gia' un efficace strumento di progettazione.
Pisa University
Andrenucci, Mariano
2003-10-19
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-10-21
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10062003-101907/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA AEROSPAZIALE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-01302004-163917
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
SIMULAZIONE NUMERICA DEL GAP HEATING
Cariati, Francesco Antonio
PIASTRELLE
simulazione numerica del gap heating tra le piastrelle di ceramica del veicolo HYFLEX mediante il programma DS2G basato sul metodo DSMC al fine di valutare l'andamento nel tempo del flusso di calore che si sviluppa nel gap.
Pisa University
D'Agostino, Luca
Biagioni, Leonardo
Paganucci, Fabrizio
2004-02-21
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-01302004-163917/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA AEROSPAZIALE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10022003-180723
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
UNO STRUMENTO DI ANALISI DI SISTEMA PER IL TRASFERIMENTO LEO-GEO CON PROPULSIONE ELETTRICA DAL LANCIATORE VEGA
Bellardi, Francesco
analisi di sistema
Hall
analisi di missione
vega
propulsione elettrica
sistemi spaziali
Vega è un lanciatore spaziale in fase di sviluppo per conto dell’agenzia spaziale europea (ESA). E’ interesse della comunità spaziale valutare la possibilità di estendere l’inviluppo operativo del lanciatore utilizzando veicoli spaziali equipaggiati con propulsione elettrica. Lo scopo della presente tesi è di fornire uno strumento informatico che permetta di effettuare lo studio di sistema ed il dimensionamento preliminare di tali veicoli. In particolare è stato esaminato il caso di un trasferimento da orbita bassa (LEO) ad orbita geostazionaria (GEO).
Inizialmente è stata condotta un’analisi dettagliata delle tecnologie disponibili, con particolare riguardo ai sottosistemi di propulsione elettrica di generazione di potenza e di controllo d’assetto. Sono state anche riportate le principali informazioni sul lanciatore Vega e sul suo inviluppo operativo.
E’ stata quindi effettuata un’analisi di missione utilizzando sia la teoria dei trasferimenti a bassa spinta, sia il propagatore orbitale D-Orbit sviluppato presso Centrospazio, che è stato opportunamente ampliato con la creazione di un modello che consentisse di misurare il degradamento dei pannelli solari durante la fase di trasferimento. Sono state individuate tre possibili strategie di missione alternative, tenendo conto del comportamento dei propulsori selezionati al variare della potenza generata dai pannelli solari.
Grazie allo strumento sviluppato in questa tesi si sono poi compiuti, alla luce dei risultati dell’analisi di missione, gli studi di sistema per due configurazioni alternative del veicolo spaziale lanciato da Vega, relative al caso di un satellite autonomo ed a quello di un modulo di trasferimento.
Si è infine effettuata una comparazione delle soluzioni individuate, identificando quale tra esse fosse la preferibile. Di quest’ultima è stato realizzato uno studio preliminare della configurazione geometrica.
Pisa University
Andrenucci, Mariano
2003-10-19
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10022003-180723/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA AEROSPAZIALE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10042003-170433
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Studio e progetto di ricevitore digitale in tecnologia CMOS per collegamenti ottici ad alta capacità
Martinelli, Fabrizio
Campionatore
CMOS
Clock and Data Recovery (CDR)
Delay Locked Loop (DLL)
Demultiplexer (DEMUX)
SONET
La quantità di dati circolanti sulle reti di telecomunicazione è in continuo aumento. Dalla metà degli anni ’90 a oggi il tasso di crescita annuo ha subito un incremento notevole e questo è dovuto in particolare all’esplosione del traffico internet.
La risposta tecnologica alla richiesta di banda non si è fatta attendere. Prima con l’introduzione della fibra ottica, vantaggiosa rispetto ai cavi tradizionali (banda larga, riduzione delle interferenze elettromagnetiche, leggerezza strutturale, costo ridotto), poi con la realizzazione di interfacce elettroniche che ne ampliano la capacità di trasporto dati. L’importanza di utilizzare trasmettitori e ricevitori sempre più veloci è notevole: c’è la necessità di aumentare la quantità di dati trasportati su una singola fibra ottica in quanto il costo del cablaggio è comunque elevato.
Per realizzare trasmettitori e ricevitori funzionanti a elevati bit rate (oltre 10 Gb/s) si ricorre a tecnologie costose come le bipolari a eterogiunzione o le GaAs. Si intuisce, quindi, la convenienza di implementare la maggior parte della circuiteria in CMOS per ottenere un’elevata integrabilità, una bassa dissipazione di potenza e una riduzione dei costi di fabbricazione.
In questo lavoro di tesi è stato studiato un CDR/DEMUX (Clock and Data Recovery Integrated Circuit con incorporato un Demultiplexer) basato su DLL (Delay Locked Loop) realizzabile in tecnologia CMOS e in grado di trasformare il segnale in ingresso a elevato bit rate in sedici segnali aventi bit rate pari a 1/16 di quello iniziale. Il lavoro svolto riguarda in particolar modo la definizione dell’architettura del sistema, l’analisi delle varie problematiche che si sono presentate durante tale definizione, la progettazione del campionatore dei dati in ingresso ad alto bit rate e la progettazione della cella di ritardo costituente la DLL. Le simulazioni effettuate hanno permesso di dimostrare che con la tecnologia 0.35 µm CMOS è possibile far funzionare correttamente il sistema per un segnale in ingresso avente bit rate pari a 10 Gb/s. Con la tecnologia 0.18 µm, invece, è possibile far funzionare il ricevitore a 40 Gb/s o a 10 Gb/s in dipendenza delle condizioni di processo.
Questo lavoro di tesi è stato effettuato facendo uso dell’ambiente di progettazione CADENCE.
Pisa University
Roncella, Roberto
2003-10-21
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10042003-170433/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA ELETTRONICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10022003-124939
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Sistema per riconoscimento vocale per applicazioni industriali
Cutrona, Gaetano
vector
support
elettronica
riconoscimento
voce
parole
ingegneria
machines
svm
automatico
mel
estrazione
sistema
features
embedded
In questa tesi si affronta il progetto di un sistema per riconoscimento vocale automatico per applicazioni industriali integrabile in sistemi elettronici portatili basati su DSP. Inizialmente viene fatto un quadro riassuntivo di quanto disponibile attualmente per ciò che riguarda le tecniche di preparazione e classificazione del segnale. Nei capitoli successivi si descrive l'estrazione di features, dal segnale audio di partenza con filtri di Mel, il processo di classificazione mediante Support Vector Machines (SVM) e l'implementazione del software su un sistema embedded.
Pisa University
Roncella, Roberto
2003-10-21
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10022003-124939/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA ELETTRONICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10082003-102915
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
CARATTERIZZAZIONE DEL SILICIO MACROPOROSO COME SUBSTRATO PER COMPONENTI A RADIOFREQUENZA INTEGRATI
Zurlo, Henri
silicio
macropori
radiofrequenza
Si tenta di risolvere i problemi dell'integrazione di componenti passivi su Silicio studiando un particolare substrato di macropori. Questa struttura risulta essere stabile meccanicamente e puo' essere molto profonda garantendo cosi'una maggiore riduzione delle perdite, inoltre i processi per realizzare il Silicio Macroporoso sono tutti compatibili con le tecnologie standard (CMOS e BiCMOS).
Pisa University
Nannini, Andrea
2003-10-21
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10082003-102915/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA ELETTRONICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10062003-124629
2019-02-28
dtype:LS
dtype:NoPhD
Transizione superconduttore-isolante in reticoli Josephson con simmetria T3
Rizzi, Matteo
none
In questo lavoro si studiano alcuni aspetti del diagramma di fase di un reticolo bidimensionale di isole superconduttive connesse da giunzioni Josephson, nella particolare geometria nota come "dice lattice" che presenta simmetria T3.
Un'introduzione generale è dedicata al sistema fisico delle giunzioni e alle loro proprietà quando inserite in un reticolo. Queste sono caratterizzate dalla competizione tra due termini dell'Hamiltoniana: quello di charging favorisce la localizzazione delle coppie di Cooper mentre l'effetto Josephson privilegia una configurazione di fasi tra loro coerenti ed essendo numero e fase canonicamente coniugate non è possibile soddisfare entrambe. Se predomina la parte Josephson il sistema è globalmente superconduttore, mentre se vince quella elettrostatica il sistema è globalmente un isolante di Mott, nonostante ogni isola resti superconduttiva.
Segue un'esposizione dei motivi di interesse in letteratura della geometria T3 in esame, collegati alla presenza di siti con differente numero di coordinazione (z = 3 e z = 6) e all'esistenza di stati localizzati per effetto Aharanov-Bohm in campo magnetico.
La parte originale del lavoro è dedicata agli effetti della topologia scelta sulla transizione di fase quantistica a frustrazione magnetica nulla: i lavori esistenti esaminano infatti solo i casi limite e non il regime di competizione quantistica. Lo studio è condotto attraverso la scrittura di un'energia libera di Ginzburg-Landau a partire dall'hamiltonana microscopica:
- la classe di universalità risulta quella di un modello XY 2+1 dimensionale confermando che i dettagli locali non modificano le proprietà critiche universali;
- emergono interessanti effetti di modulazione del parametro d'ordine sui sottoreticoli con diverso z (calcoli analitici e variazionali);
- viene esaminato anche l'insorgere, al variare della frustrazione elettrica, di lobi nel diagramma di fase.
Pisa University
Fazio, Rosario
2003-10-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10062003-124629/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
SCIENZE FISICHE E ASTROFISICHE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10062003-144003
2023-04-18
dtype:LS
dtype:NoPhD
Analisi delle proprietà dei fotomoltiplicatori impiegati nel calorimetro adronico dell'esperimento ATLAS ad LHC.
Volpi, Matteo
fotomoltiplicatori
ATLAS
LHC
Riassunto non presente
Pisa University
Del Prete, Tarcisio
2003-10-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10062003-144003/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
SCIENZE FISICHE E ASTROFISICHE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10072003-011007
2019-02-28
dtype:LS
dtype:NoPhD
Descrizione di nuclei leggeri come sistemi a due e tre corpi
Belmonte, Gina, Mariabruna
sistemi a pochi corpi
armoniche ipersferiche
principio variazionale
Il concetto di ``sistema nucleare composto da pochi corpi' non è limitato a descrivere nuclei composti da pochi nucleoni, ma si adatta a descrivere anche nuclei più complessi visti come aggregazione di nuclei più piccoli, che per le loro caratteristiche possono essere considerati, almeno approssimativamente, un corpo unico. Nel caso di nuclei leggeri, è possibile considerare in questo modo il nucleo di {^4}He, particella alpha, che presenta un unico stato legato
molto profondo. Così, ad esempio, il nucleo di {^6}Li può essere visto come un sistema a tre corpi, alpha+n+p.
In questo lavoro ho studiato la diffusione nucleone nucleone, N-N, alpha-N, e alpha-alpha, e gli stati legati del deutone e alpha+alpha ({^8}Be), considerati come sistemi composti di due corpi. A tale scopo ho utilizzato diversi potenziali, presenti in letteratura, che descrivono ragionevolmente i parametri di diffusione a bassa energia. Successivamente, ho studiato il sistema di tre nucleoni, {^3}H, e quelli compositi {^6}He e {^12}C, considerati rispettivamente come alpha+n+n e alpha+alpha+alpha. Nelle descrizioni sono stati utilizzati i potenziali studiati in precedenza per i sistemi a due corpi. Particolare attenzione è stata posta nel caso dei sistemi alpha+N+N per eliminare i cosiddetti stati spuri, in quanto tutti i potenziali alpha-N utilizzati hanno presentato uno stato legato di cinque nucleoni con momento angolare l=0 proibito dal principio di Pauli.
Pisa University
Kievsky, Alejandro
2003-10-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10072003-011007/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
SCIENZE FISICHE E ASTROFISICHE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10092003-121118
2023-03-15
dtype:LS
dtype:NoPhD
Risuonatori dielettrici Whispering Gallery per studi di dielettrometria a larga banda ed EPR ad alti campi
Strambini, Elia
Risuonatori dielettrici Whispering Gallery
EPR ad alti campi
dielettrometria alte frequenze
Lo scopo di questa tesi è quello di mostrare, sia tramite analisi teorica che dai risultati sperimentali, come effettivamente i risuonatori W.G. migliorino la sensibilità degli apparati di dielettrometria e di HFEPR.
Pisa University
Martinelli, Massimo
2003-10-22
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10092003-121118/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
FISICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-09242003-174956
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Bayesian Source Separation of Astrophysical Images Using Particle Filters (Separazione Bayesiana di Sorgenti in Immagini Astrofisiche Utilizzando "Particle Filters")
Costagli, Mauro
Particle Filtering
A-priori Information
Sequential Markov Chain Monte Carlo
Cosmic Microwave Background
Non-Stationary Noise
Non-Gaussian Models
Blind Source Separation
Bayesian Source Separation
Independent Component Analysis
The problem of separating a superposition of
different, simultaneous signals from their mixture appears very frequently in various fields of engineering, such as speech processing,
telecommunications, biomedical imaging and financial data analysis.
In this thesis, we will confront the problem of source separation in the field of astrophysics, where the contributions of various Galactic and
extra-Galactic components need to be separated from a set of observed noisy mixtures.
Most of the previous work on the problem perform a blind separation, assume noiseless models, and in the few cases when noise is taken
into account it is generally assumed to be
Gaussian and space-invariant.
Our objective is to study a novel technique named particle filtering, and implement it for the non-blind solution of the source separation problem.
Particle filtering is an advanced Bayesian estimation method
which can deal with non-Gaussian and nonlinear models, and additive space-varying noise, in the sense that it is a generalization of the Kalman Filter.
In this work, particle filters are utilized with objectives of both noise filtering and separation of signals:
this approach is extremely flexible, as it is possible
to exploit the available a-priori information about
the statistical properties of the sources through the Bayesian theory.
Especially in case of low SNR, our simulations show that the output quality of the separated signals is better than that of ICA, which is one of the most widespread
methods for source separation.
On the other hand, since a wide set of
parameters, which can take from a large range of values, has to be initialized, the use of this approach needs extensive experimentation and testing.
Pisa University
Gini, Fulvio
2003-10-13
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-09242003-174956/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-09302003-174221
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
L’integrazione dei sistemi di gestione per la qualità, la sicurezza e l’ambiente: il caso di un’azienda petrolchimica.
Brando, Biagio
ISO 14001
ISO 9001
Integrazione
OHSAS 18001
Sistemi
Al giorno d’oggi uno dei problemi che un’azienda deve risolvere è la messa in atto di sistemi di gestione differenti e in particolare quelli per la qualità, per l'ambiente e per la sicurezza. E’ stato valutato opportuno e interessante studiare la possibilità d’integrazione di tali sistemi, considerando che tale esigenza viene suggerita dai seguenti vantaggi: maggiore efficienza complessiva, maggiore efficacia nel perseguire obbiettivi aziendali per tutti i sistemi, razionalizzazione del sistema documentale.
Lo Stabilimento Produzione Lubrificanti di Livorno, già certificato ISO 9001:2000 e ISO 14001:1996, ha istituito uno stage allo scopo di pianificare concretamente tale integrazione. La prima parte del lavoro ha riguardato l’organizzazione dell’integrazione documentale dei tre sistemi; la seconda è stata dedicata alla mappatura di uno dei processi dello stabilimento rivisitandolo in ottica integrata. Risultato dell’esperienza è stata la descrizione di uno dei possibili modi di realizzare il processo d’integrazione, applicabile in linea di principio ad una qualsiasi azienda.
_______________________________
One of the main problems companies have to solve today is the implementation of different management systems, in particular those dedicated to quality, the environment and safety. Studying how to integrate these systems was considered appropriate and interesting, as this necessity brings the following benefits: significative improvement in the overall efficiency, in the effectiveness in pursuing the company goals for all the systems, and in the rationalisation of the documental management system.
The Livorno-based Lubricant Production Factory [Stabilimento Produzione Lubrificanti], ISO 9001:2000 and ISO 14001:1996 certified, set up an on-the-job training course aimed at drawing up a concrete plan of this integration. The first part of the work dealt with organising the documental integration of the three systems; the second focussed on mapping one of the factory’s processes, revisited in an integrated perspective. The outcome of the experience was a description of one of the possible ways of implementing the integration process, which can – in principle – be applied to any company.
Pisa University
Failli, Franco
2003-10-25
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-09302003-174221/
it
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INGEGNERIA MECCANICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10022003-163413
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Analisi di alcune tipologie di differenziali autobloccanti e loro effetti sulla dinamica del veicolo
Greco, Giordano
sovrasterzo
differenziale auto bloccante
differenziale
diagramma di maneggevolezza
comportamento direzionale
sottosterzo
dinamica del veicolo
SOMMARIO:
Questa tesi, condotta in collaborazione con il Centro Ricerche Fiat, si propone di sviluppare modelli matematici accurati di differenziali autobloccanti, allo scopo di analizzare le loro influenze sulla dinamica del veicolo. E’ stato condotto uno studio del differenziale in condizioni dinamiche, per poter quantificare gli effetti che le forze di inerzia agenti sui suoi componenti hanno sulla ripartizione della coppia tra le ruote motrici e sulla dinamica del veicolo. Sono stati così sviluppati i modelli di un differenziale Dana Trac-Loc® e di un differenziale ZF; il primo è stato inserito in un modello molto accurato di veicolo, disponibile in Matlab-Simulink presso il Centro Ricerche Fiat, con il quale sono state eseguite le simulazioni di alcune manovre dinamiche. E’ stato infine sviluppato un semplice modello di vettura a trazione integrale, supposta in marcia rettilinea e dotata di differenziale centrale autobloccante, allo scopo di analizzare qualitativamente gli effetti di questi differenziali sulla capacità di trazione di un veicolo.
ABSTRACT:
This study, carried out in cooperation with Centro Ricerche Fiat, was aimed at developing accurate mathematical models of some types of limited-slip differentials, in order to analyse their influence on vehicle dynamics. The differentials were studied under dynamic conditions, to quantify the influence of inertia forces acting on their components on torque distribution and vehicle dynamics. Mathematical models for two common types of limited-slip differentials (namely the Dana Trac-Loc® and ZF) were developed. The first model was used to simulate the behaviour of a real differential in a vehicle dynamics simulation software, developed in Matlab-Simulink environment at Centro Ricerche Fiat. This software was used to simulate some dynamic manoeuvres. A simple model of a Four-Wheel-Drive car, equipped with a limited-slip central differential and running on a straight track, was also developed, to get a qualitative insight of the influence of these kinds of differentials on traction capabilities.
Pisa University
Guiggiani, Massimo
2003-10-25
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10022003-163413/
it
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INGEGNERIA MECCANICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10092003-130155
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Modellazione del sistema pilota-veicolo a due ruote in ambiente integrato Matlab-Adams
Marescotti, Luca
none
"Modellazione del sistema pilota-veicolo a due ruote in ambiente integrato Matlab-Adams"
Sommario
In questo lavoro è presentato un modello del sistema pilota-veicolo a due ruote realizzato utilizzando il codice di calcolo multibody ADAMS per lo sviluppo del sistema fisico ed integrandolo con le regole di controllo del pilota implementate con il software Matlab. Lo scopo è di fornire uno strumento da utilizzare in analisi di maneggevolezza da affiancare alle prove su pista dei collaudatori;questo nell’ottica della prototipazione virtuale, necessaria per orientare nella giusta direzione la progettazione sin dalle sue fasi iniziali e per limitare i costi, sia in termini di denaro che di tempo, delle prove sperimentali.
Il “pilota virtuale” realizzato è in grado di percepire le grandezze che caratterizzano la dinamica del sistema e di guidare il veicolo, in modo da seguire una traiettoria assegnata, applicando una coppia allo sterzo ed una forza di trazione o frenatura; le manovre simulate sono state il cambio di corsia, la curva “ad U” e l’otto stretto.
E’ stata messa a punto una procedura per generare le traiettorie desiderate a partire da una serie discreta di punti. Infine, il modello è stato validato confrontando i risultati ottenuti nelle simulazioni con quelli sperimentali relativi alle prove su pista della manovra di “otto”, evidenziando un buon accordo.
“Modelling of two wheeled vehicle-driver system in Matlab-Adams integrated environment”
Abstract
In this work a model of the two wheeled vehicle-driver system is presented; it is realized using the multibody code AdamsÒ to represent the physical system, and MatlabÒ software for the implementation of the driver control rules. The aim was to provide a tool to use in handling evaluation, to support test drivers judgments. This was developed according to the concept of virtual prototyping, which is very useful to direct the design of a vehicle since the beginning, thus limiting the high costs, in terms of money and time, of the trials.
The “virtual driver” is able to perceive the quantities characterizing the system dynamics, and to drive the vehicle to follow a given path, applying a steering torque and an accelerating or braking force; lane change, U-turn and “eight” manoeuvres was simulated.
A procedure to generate the assigned path starting from a discrete sequence of points has been designed. Finally the model was validated comparing the simulation results with the experimental ones in the case of the “eight” manoeuvre, showing a good agreement.
Pisa University
Guiggiani, Massimo
2003-10-25
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
application/octet-stream
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10092003-130155/
it
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INGEGNERIA MECCANICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10102003-124718
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Ottimizzazione dei fattori di influenza in un sistema di Reverse Engineering
Fuliano, Luca
none
Ottimizzazione dei fattori di influenza in un sistema di reverse engineering
In diversi settori dell’industria si ha l’esigenza di creare dei modelli geometrici a partire da oggetti esistenti: tale processo è chiamato col termine inglese Reverse Engineering (R.E.); il disporre di un modello al calcolatore consente di ottenere enormi miglioramenti nella qualità ed efficienza della progettazione e della produzione, e di risparmiare sui tempi e sui costi.
Nella nostra università è iniziato da qualche anno lo studio e la sperimentazione di questi sistemi di ricostruzione, arrivando ad ottenere diversi sistemi di scansione tridimensionale funzionanti.
Le soluzioni adottate e le tecniche esistenti in R.E. sono però numerose, così come le variabili che influenzano le performance: lo scopo di questa tesi è stato quello di analizzare se e come alcuni fattori di interesse influenzano la precisione della ricostruzione, utilizzando alcuni sistemi attivi a luce strutturata basati sulla codifica Gray-Code.
L’indagine è stata concepita ed eseguita secondo le linee guida del Design of Experiments (D.O.E.) sia per l’aspetto sperimentale di ottenimento dei dati, sia per quello di analisi statistica e di interpretazione dei risultati.
Optimization of influential factors in a reverse engineering system
In many areas of industry, it is desirable to create geometric models of existing objects; this process is called Reverse Engineering (R.E.): the existence of a computer model provides enormous gains in improving quality and efficiency of design and manufacture, and results in reduced time and costs.
For some years now our university has been studying and experimenting with these reconstruction systems, obtaining different working 3D scanner systems.
However the solutions adopted and the existing techniques in R.E. are numerous, as are the variables that influence performance: the aim of this thesis has been to analyze if and how some factors of interest influence the accuracy of reconstruction, using some active structured light systems based on Gray-Code.
The study was conceived and carried out with reference to statistical approach Design of Experiments (D.O.E.), both for the experimental aspect of data acquisition, and for the one of statistical analysis and interpretation of results.
Pisa University
Barone, Sandro
2003-10-25
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10102003-124718/
it
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INGEGNERIA MECCANICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10102003-152551
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Studio teorico e sperimentale di attuatori a cedevolezza variabile
Piccigallo, Marco
none
Questa tesi si propone di studiare e sviluppare una classe di motoriduttori per robotica con la caratteristica di possedere cedevolezza regolabile in tempo reale. La proprietà di cedevolezza dei giunti, sia essa simulata attraverso il controllo o inserita realmente nella struttura meccanica del robot, è importante ai fini di garantire la sicurezza di operazioni con interazione tra manipolatore e uomini. Un’interazione sicura impone una limitazione dei valori che la forza e la velocità di impatto possono assumere. La soluzione adottata attualmente consiste nell’implementare la necessaria cedevolezza a livello di software di controllo. Questa soluzione è però intrinsecamente limitata dai ritardi di trasmissione legati alle cedevolezze e inerzie del braccio meccanico. La soluzione da noi proposta consiste nell’inserire una cedevolezza passiva, puramente meccanica. L’inserimento di un elemento cedevole nella trasmissione può però rendere il controllo di posizione meno preciso. Da qui la necessità di recuperare le prestazioni utilizzando un meccanismo che permetta di regolare la cedevolezza durante la esecuzione di un moto. Partendo dall’idea di utilizzare due attuatori collegati ad un unico giunto mediante molle non lineari, è stato studiato un nuovo tipo di motoriduttore e gli schemi di controllo che ne permettono l’efficace utilizzo. E’ stato realizzato un modello dinamico per la simulazione di siffatti dispositivi, è stato costruito un prototipo meccanico su cui si è provato uno schema di controllo appositamente progettato. Infine si propone una nuova realizzazione che permette di meglio sfruttare lo stesso principio di funzionamento.
Pisa University
Bicchi, Antonio
2003-10-25
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
application/octet-stream
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10102003-152551/
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INGEGNERIA MECCANICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10102003-175749
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
SVILUPPO DI UN SISTEMA DI VISIONE PER IL COLLAUDO DIMENSIONALE DI CASSE DI COMPRESSORI
Mori, Leonardo
visione stereo
ricostruzione tridimensionale
calibrazione
fotogrammetria
gray coding
Reverse Engineering
SOMMARIO
In questa lavoro è stato sviluppato un sistema di visione per il collaudo
dimensionale di casse di compressori. Il sistema consente di effettuare la
digitalizzazione della superficie dell’oggetto da rilevare, mediante la proiezione di
opportuni patterns luminosi a frange bianche e nere, e l’acquisizione delle relative
immagini. Attraverso quindi un certo numero di scansioni e allineamenti delle nuvole di
punti relative, è possibile ricostruire l’oggetto nella sua interezza. Nel corso di questo
studio sono state affrontate alcune problematiche legate al miglioramento delle
caratteristiche del sistema, in termini di precisione e velocità di elaborazione dei dati
rilevati. È stata inoltre sviluppata una procedura automatica di allineamento delle
singole nuvole di punti, basata sulla tecnica fotogrammetrica. Il sistema sviluppato è
stato quindi utilizzato per il rilievo e la ricostruzione di casse di compressori presso gli
stabilimenti di Massa della Nuovo Pignone. Gli ottimi risultati ottenuti in termini di
precisione hanno permesso quindi di sviluppare una valida procedura di collaudo
dimensionale alternativa a quella attualmente utilizzata.
ABSTRACT
In this work, a vision system for dimensional test of compressor cases has been
developed. The system allows the digitalization of the object surfaces through the
projection of fringe patterns (black and white stripes), and relative images capture. The
global model of object can be reconstructed through the sequence of surface scans and
the alignment of relative point clouds. In this thesis, problems relative to the
improvement of system’s accuracy and velocity, are discussed. Furthermore, an
automatic procedure has been developed for the alignment of single point clouds, on the
bases of a photogrammetric technique. The developed system has been used for scans
and reconstructions of compressor stators at the Nuovo Pignone factory in Massa. The
quality of the experimental results has enabled a valid procedure which is alternative to
the control process currently used.
Pisa University
Barone, Sandro
2003-10-25
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10102003-175749/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA MECCANICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10112003-111852
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Analisi e progettazione di un attuatore tattile per applicazioni di realtà virtuale
Ricchetti, Remo
none
Obiettivo di questo lavoro di tesi egrave la definizione di una possibile configurazione di riferimento per un attuatore tattile, di una procedura di progettazione e dei relativi strumenti necessari alla sua implementazione. Tale attuatore dovragrave essere in grado di stimolare i sensori esterocettivi dei polpastrelli e del palmo della mano, in modo da produrre una percezione tattile simile a quella che si determina durante l?esplorazione e la manipolazione reale di un oggetto fisico. Sono state raccolte ed analizzate informazioni disponibili relative al sistema sensoriale tattile ed allo stato dell?arte degli attuatori tattili e dei motori piezoelettrici. In base a tali conoscenze egrave stata scelta una configurazione possibile e sono stati definiti una procedura di progettazione e gli strumenti necessari alla sua implementazione. Di tali strumenti egrave stata ricercata la formulazione analitica e ottenuta l?implementazione su calcolatore.
Thesis title: Analysis and design of a tactile actuator for virtual reality applications.
Abstract
The goal of this thesis is the definition of a possibile reference configuration for a tactile actuator, a design procedure and the tools required for. The actuator would be able to stimulate the exteroceptives tactile sensors located in the fingerpads and in the palm in order to produce a tactile sensation similar to that determined by the physical exploration and manipulation of an object in reality. State of the art knowledge about tactile sensorial system, tactile actuators and piezoelectric motors have been collected and analyzed to lay the basis to the choice of a possible configuration. A design procedure has been defined together with its tools. Each tool has been defined for both its analytical formulation and implementation.
Pisa University
Bergamasco, Massimo
2003-10-25
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-10-27
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10112003-111852/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA MECCANICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-09182003-111548
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Analisi spettrale e autotuning
Mati, Roberto
cascade relé
Hammerstein
MUSIC
Pisarenko
Smyth
analisi spettrale
wavelet
FFT
autotuning
Recentemente è stata proposta una nuova tecnica di autosintonia reazionando il processo da controllare mediante due relé (cascade relay). Tale tecnica è molto utile per stimare automaticamente alcuni parametri caratteristici (coefficienti della funzione di trasferimento, ritardo, andamento della non linearità) di un processo di tipo Hammerstein inserito nell’anello più interno. In assenza di disturbi le prestazioni offerte nell’identificazione dei parametri sono notevoli. In presenza di rumore, invece, i valori ottenuti non sono più consistenti con quelli reali. In questa tesi si valutano diverse tecniche di stima spettrale con lo scopo di ridurre gli effetti negativi apportati dai disturbi sul segnale. Vantaggi e svantaggi nell’utilizzo di tali tecniche sono evidenziati mediante simulazioni.
Pisa University
Balestrino, Aldo
2003-10-26
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-09182003-111548/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10062003-114615
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Progetto e realizzazione di un protocollo di trasporto per reti Ad Hoc Multi-Hop
Ancillotti, Emilio
TPA
exposed node
hidden node
mobilita'
A Mobile Ad hoc Network (MANET) is a collection of mobile nodes connected together over a wireless medium, which self-organize into an autonomous multi-hop wireless network. This kind of networks allows devices to seamlessly internetwork in areas with no pre-existing communication infrastructure, e.g., disaster recovery environments.
This thesis examines the problems encountered by TCP over multi-hop ad hoc networks. TCP is not able to efficiently deal with the unstable and very dynamic environment provided by multi-hop ad hoc networks. This is because TCP implicitly assumes that packet loss is almost always due to congestion phenomena causing buffer overflows at intermediate routers. Furthermore, it also assumes that nodes are static (i.e., they do not change their position over time). Unfortunately, these assumptions do not hold in MANETs, since in this kind of networks packet losses due to interference and link-layer contentions are largely predominant, and nodes may be mobile. This thesis presents a new lightweight transport protocol (TPA) designed from scratch, that provides a connection-oriented, reliable type of service. TPA differs from TCP in a number of ways. Specifically, the data transfer and the congestion control algorithms have been re-designed. Furthermore, TPA explicitly detects and deals with both route failures and route changes and it can also leverage cross-layer interactions with the routing protocol, when available. This thesis also includes a preliminary simulative evaluation of TPA.
Pisa University
Anastasi, Giuseppe
2003-10-26
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10062003-114615/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10102003-171113
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Modellazione meccanica e analisi delle prestazioni richieste agli attuatori elettromeccanici in un sistema steer-by-wire per autoveicoli
Baggiani, Matteo
controllo imbardata
azionamenti sul piantone
azionamenti sulle ruote
steer-by-wire
Abstract
Considering the great researching impulse of the automotive industry in the direction of developing assisted driving systems and electronic trajectory control (steer - by - wire), also in universities the calling is heard towards proposing studies in this widely innovative field.
Here a comprehensive research is presented with the purpose of producing the first important instrument to overtake every technical problem.
Moving from a quite rigorous study of the vehicle dynamics and its analytical formulation, some of the control techniques are presented, and eventually the main specifications regarding the electro-mechanic actuators used to direct the wheels are qualitatively discussed.
A number of electric actuators that fits perfectly the required specifications are also examined.
Riassunto analitico
Dato la notevole spinta di ricerca del settore automotive in direzione dello sviluppo di sistemi di guida servoassistita del veicolo e di controllo della traiettoria (steer - by - wire), anche in ambito universitario si avverte l'esigenza di effettuare studi in questo settore fortemente innovativo.
A questo scopo si propone un lavoro di ricerca al fine di fornire il primo strumento utile nell'affrontare ogni problema, cioè la sua visione globale.
Partendo da uno studio sufficientemente rigoroso della dinamica dell'autoveicolo e della sua modellazione matematica, si esaminano alcune delle tecniche di controllo sviluppate e infine si definiscono qualitativamente le specifiche degli attuatori elettromeccanici adibiti al direzionamento delle ruote.
Vengono anche presentati particolari tipi di attuatori elettrici che soddisfano nel migliore dei modi le specifiche richieste.
Pisa University
Taponecco, Lucio
2003-10-26
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10102003-171113/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA ELETTRICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10132003-125233
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Spezzamenti di Heegaard di varietà di Seifert
Penzavalle, Simone
irriducibile
lenticolare
spina
compression body
handlebody
incompressibile
eccezionale
regolare
stabilizzazione
<p>Questo lavoro di tesi si articola nei seguenti punti.
<p>Viene esposta la classificazione degli spezzamenti di Heegaard delle varietà F x I, con F superficie orientabile, compatta e chiusa, e delle varietà F x S^1, con F superficie orientabile e compatta; tali risultati sono stati ottenuti da Scharlemann, Thompson e Schultens.
<p>Vengono classificati gli spezzamenti di Heegaard degli spazi lenticolari; tali risultati sono stati ottenuti da Waldhausen, Bonahon e Otal.
<p>Vengono infine classificati, utilizzando i risultati precedenti, gli spezzamenti di Heegaard delle varietà di Seifert con base orientabile; in particolare, ogni spezzamento di Heegaard irriducibile di una varietà di Seifert con base orientabile è orizzontale oppure verticale. Tale risultato è stato ottenuto da Moriah e Schultens.
Pisa University
Petronio, Carlo
2003-10-28
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10132003-125233/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10072003-180903
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Il problema dei bordi nella geometria CR
Della Sala, Giuseppe
varietà CR
massimale complessità
catene olomorfe
La tesi discute alcuni problemi di bordo per varietà CR immerse. Si tratta dapprima il caso classico di varietà complesse immerse in C^n (Harvey-Lawson) e in CP^n (Dolbeault-Henkin), e in seguito la questione dei bordi di varietà 2n+1-dimensionali massimalmente complesse e di ipersuperfici Levi piatte in C^n (n=2,3). Gli ultimi due casi si riconducono, passando attraverso foliazioni in varietà complesse, al teorema di Harvey-Lawson.
Pisa University
Tomassini, Giuseppe
2003-10-28
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10072003-180903/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10112003-174635
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Compattificazione di varietà di caratteri e applicazioni topologiche
Alessandrini, Daniele
A-polinomio
3-varietà
dimensione bassa
incompressibili
topologia
superfici
nodi
<BR><BR>
Versione italiana <BR><BR>
L'argomento della tesi è lo studio dei caratteri di rappresentazioni del gruppo fondamentale di una varietà in SL_2(C) con lo scopo di ottenere delle informazioni sulla topologia della varietà.<BR><BR>
Considero una varietà M e definisco R(M) come l'insieme delle rappresentazioni del suo grupp fondamentale in SL_2(C). L'insieme dei caratteri delle rappresentazioni in R(M) sarà chiamato X(M).<BR><BR>
Se il gruppo è finitamente generato, su R(M) e X(M) si può dare una struttura di varietà algebrica affine (cosa non banale per X(M) ), sfruttando la quale si definisce il concetto di punto "all'infinito" di X(M), e si associano a questi punti una valutazione di un campo F e una rappresentazione del gruppo in SL_2(F). A partire da questi elementi si costruisce un'azione del gruppo su un albero reale, un particolare tipo di spazio metrico che nel caso in cui la valutazione è a valori in Z è un albero simpliciale.<BR><BR>
Queste azioni su alberi danno informazioni sulla topologia di M. <BR><BR>
Si affronta in maniera particolareggiata il caso dell'azione su un'albero simpliciale, facendo vedere come, se M è una 3-varietà compatta, si può arrivare a costruire un sistema di superfici incompressibili di M. Si fa vedere come con opportune ipotesi su M si possono ottenere superfici incompressibili con certe proprietà, e si mostrano alcune applicazioni, come ad esempio la dimostrare un bel risultato di decomposizione di una 3-varietà. <BR><BR>
Nel caso di una varietà associata ad un nodo si riesce a costruire un invariante del nodo, l' A-polinomio, e si calcolano esplicitamete le pendenze di bordo delle superfici incompressibili costruite in questo modo. <BR><BR>
Il caso delle azioni su alberi reali viene presentato per mostrare una nuova costruzione del bordo di Thurston degli spazi di Teichmuller ed una nuova interpretazione dei punti di bordo aggiunti. <BR><BR><BR>
English version<BR><BR>
The aim of this thesis is studying how the characters of SL_2(C)-representations of the fundamental group of a manifold may bring topological information about the manifold itself.<BR><BR>
Let M be a manifold, R(M) be the set of SL_2(C)-representations of its fundamental group, X(M) be the set of characters of such representations. <BR><BR>
If the fundamental group is finitely generated we can endow R(M) and X(M) with an algebraic structure (which is not simple for X(M)), and using this structure we can define the "points at infinity" of X(M), and we can associate with each of these points a valutation of a field F and a representation of the group in SL_2(F). Starting from these elements we can construct an action of the group on a real tree, a particular kind of metric space that, if the valutation is Z-valued, is an ordinar simplicial tree.<BR><BR>
These actions bring information about the topology of M.<BR><BR>
I have studied in detail the actions on simplicial trees, and I have shown that, if M is a compact 3-manifold, an action on a simplicial tree permits the construction of a system of incompressible surfaces in M. With additional hypotheses on M, it is possible to obtain incompressible surfaces with some additional properties, and I have shown some applications of this, as for example a decomposition result for 3-manifolds.<BR><BR>
If M is a knot manifold, it is possible to construct a knot invariant, the A-polynomial, and it is possible to evaluate the boundary slopes of incompressible surfaces constructed this way.<BR><BR>
The actions on real trees lead to a new construction of the Thurston boundary of Teichmuller spaces and to a new interpretation of the boundary points. <BR><BR>
Pisa University
Benedetti, Riccardo
2003-10-28
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10112003-174635/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
MATEMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10152003-181233
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Analisi di alcune peculiari potenzialità degli HTR: la produzione di idrogeno ed il bruciamento degli attinidi
Romanello, Vincenzo
radiotossicità
CARL
MCB
scorie nucleari
attinidi
HTR
idrogeno
Scopo della presente tesi è l'esame di alcune caratteristiche peculiari dei reattori HTR (High Temperature gas Reactor), quali la possibilità di fornire l'energia necessaria alla produzione dell'idrogeno e quella di bruciare gli attinidi.
In un primo capitolo sono state analizzate le caratteristiche generali dei reattori HTR e presi in esame i principali prototipi attualmente esistenti.
Nella seconda parte, dopo una analisi del fabbisogno energetico mondiale e delle problematiche ambientali legate all'utilizzo dei combustibili fossili (in particolare nel campo dei trasporti), sono stati presi in esame gli impegni conseguenti alla ratifica del protocollo di Kyoto.
Si è quindi proceduto ad una descrizione delle caratteristiche generali dell'idrogeno con particolare attenzione al suo possibile impiego come vettore energetico. Sono stati quindi evidenziati i vantaggi e gli svantaggi relativi all'utilizzo dell'idrogeno tal quale come combustibile per i motori a combustione interna e per quelli alimentati con celle a combustibile (fuel cells).
Sono stati sinteticamente descritti i metodi convenzionali per la produzione dell'idrogeno, sia quelli tradizionali che quelli innovativi, quali ad esempio lo "steam reforming" e la "fotoelettrolisi".
Successivamente, nel capitolo terzo, è stata considerata la possibilità di utilizzare i reattori HTR per fornire l'energia necessaria per la produzione di idrogeno.
Si è passati all'analisi delle potenzialità insite nella produzione dell'idrogeno per via nucleare, in particolare usando i reattori HTR.
Nella terza parte della tesi si è analizzato dapprima il problema dello smaltimento delle scorie nucleari, della loro pericolosità potenziale, e le caratteristiche principali degli attinidi che maggiormente contribuiscono all'aumento della radiotossicità delle stesse. In seguito attraverso l'uso di un innovativo codice di vita neutronico denominato MCB (Monte Carlo Continuos Energy Burnup) è stata determinata, al variare delle caratteristiche del combustibile fresco, la composizione delle scorie di un reattore HTR di tipo a pebble. E' stata altresì valutata, per mezzo di un codice originale autonomamente sviluppato denominato CARL (CAlculation of Radiotoxicities Lifetime), l'evoluzione temporale dell'ammontare della radiotossicità totale e di ogni singolo radionuclide successivamente allo scarico dal reattore.
Utilizzando i codici sopra citati è stata valutata la radiotossicità finale per vari tipi di cicli con lo scopo di minimizzare il valore di tale dato.
Pisa University
Cerullo, Nicola
2003-10-29
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10152003-181233/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA NUCLEARE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10062003-114626
2023-03-15
dtype:L1
dtype:NoPhD
Progetto e realizzazione di un sistema power saving per lo streaming audio in ambiente mobile
Pelusi, Luciana
MP3
mobile computing
algoritmi di smoothing
power saving
streaming
Questo lavoro affronta le problematiche di risparmio energetico dei termi- nali mobili nell’ambito delle applicazioni di multimedia networking che operano trasferimenti in Streaming. A differenziarlo dai lavori in materia di Power Saving che lo hanno preceduto c’è una particolare attenzione riservata ai vincoli temporali poiché il loro rispetto non si limita ad influire sulla qualità del servizio percepito dall’utente finale ma è condizione necessaria all’espletamento stesso del servizio. L’architettura di rete proposta e realizzata si preoccupa inoltre di mantenere la trasparenza del sistema di Power Saving rispetto all’attività di Streaming: integra pertanto il sistema di Streaming senza introdurre modifiche nei protocolli classici preposti al trasferimento dei dati audio-video e dei comandi.
Pisa University
Anastasi, Giuseppe
2003-10-31
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10062003-114626/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10172003-122002
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Principi di funzionamento di antenne al plasma.
Bettarini, Roberto
densità di elettroni
colonne al plasma
onde superficiali
frequenza di risonanza del plasma
Nella presente tesi vengono studiate le applicazioni di colonne al plasma come antenne a radio frequenza. Dopo un'analisi delle onde superficiali di plasma in termini di relazione di dispersione e congruenza con i modelli teorici, vengono analizzate le proprietà radiative e di rumore di tali antenne.
Pisa University
Monorchio, Agostino
2003-11-01
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-11-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10172003-122002/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10082003-132232
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Progetto ed implementazione di una rete VOIP con architettura H.323 per la condivisione dell'accesso a vettori RF.
Ambrosini Nobili, Alessandro
none
La tesi in oggetto tratta il progetto e l’implementazione di un sistema integrato di telecomunicazioni basato su un architettura di rete VOIP secondo la Raccomandazione H.323. Il sistema offre varie potenzialità ed è in grado di offrire a tutti gli utenti abilitati, l’accesso a comunicazioni interne (fra tutti i client della stessa LAN), punto-punto o in modalità conferenza, e comunicazioni esterne verso vettori a radiofrequenza. Per quest’ultima capacità viene sviluppato un gateway ad hoc in grado di gestire le comunicazioni in banda audio e di pilotare il PTT (Push to Talk) dell’ apparato, da remoto. Gli Endpoints sono dei softphone in grado di gestire contemporaneamente le comunicazioni interne ed esterne. Le policies saranno definite dall’amministratore del Sistema attraverso il Gatekeeper. La sicurezza, intesa come Autenticazione, Autorizzione, Integrità dei messaggi e dei flussi di media sono garantiti dall’implementazioni di un profilo di sicurezza di base, come descritto dalla Raccomandazione H.235 dell’ITU-T. Tutti gli stack protocollari utilizzati non sono difformi da quanto specificato nelle raccomandazioni in oggetto, in particolare non è utilizzata nessun tipo di segnalazione proprietaria.
Pisa University
Giordano, Stefano
Garroppo, Rosario Giuseppe
2003-11-01
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-11-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10082003-132232/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10152003-210805
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Rivelazione e stima di segnali multicomponente in sistemi SAR interferometrici a basi multiple
Galletto, Michele
layover
MOS
interferometria
ITC
speckle
La conoscenza dettagliata della topografia della superficie terrestre è oggi di grande interesse ed importanza nell?ambito della ricerca scientifica e della prevenzione di alcuni rischi naturali, come per la geofisica, l?idrologia, lo studio delle correnti atmosferiche oppure il monitoraggio dei ghiacciai, delle foreste e dei vulcani. Uno spiccato interesse si riscontra anche nell?ambito commerciale per la cartografia, lo studio sulla propagazione dei segnali nei sistemi radio-mobile, l?individuazione di siti per l?installazione di antenne oppure per un dettagliato monitoraggio delle costruzioni sul territorio.
Le tecniche convenzionali utilizzate per ottenere mappe topografiche non sono completamente adeguate a questi scopi, poiché non soddisfano contempora-neamente requisiti indispensabili come la copertura di vaste zone di territorio, alta risoluzione spaziale e verticale. Per ottenere mappe topografiche ad alta risoluzione, in ogni condizione meteorologica e di illuminazione, viene oggi adoperata la tecnica dell?Interferometria mediante Radar ad Apertura Sintetica (InSAR). Tale tecnica è realizzata mediante l?utilizzo di due antenne montate su una piattaforma, a bordo di aerei o satelliti, separate da una linea di base (baseline) con una componente ortogonale alla linea di vista (cross-track baseline). Essa permette di ottenere una mappa digitale di elevazione (DEM) della zona di terreno osservata, con errori di altezza dell?ordine del metro.
I principali problemi che si incontrano con questa tecnica consistono in un?ambiguità di fase che corrisponde ad un?altezza di equivocazione, ed in una decorrelazione spaziale del segnale ricevuto, causata dal fenomeno di speckle originato dalla natura estesa degli scatteratori a terra, cioè da sorgenti di retrodiffusione non puntiformi. L?effetto dello speckle è tanto più gravoso quanto più è lunga la baseline, ma l?uso di baseline corte influenza negativamente la sensibilità del sistema; si hanno quindi requisiti contrastanti in termini di scelta della baseline ottima.
Un problema ancora più critico, che è quello di interesse centrale in questa tesi, è il cosiddetto fenomeno di layover o ripiegamento, causato dalla sovrapposizione di più segnali retrodiffusi (echi di ritorno) da zone di terreno situate a diversi angoli di elevazione e quindi a diverse altezze. Questo fenomeno può provocare forti degradi nell?accuratezza delle mappe, sia della stima della quota altimetrica, sia dell?intensità del segnale ricevuto. Infatti i vari segnali riflessi dal terreno, non possono essere separati per stimare correttamente le caratteristiche della superficie.
Per contrastare efficacemente il fenomeno di layover e le altre problematiche menzionate, è stato recentemente proposto l?utilizzo di sistemi InSAR multibaseline. Un sistema di questo tipo è composto da una schiera di antenne (array) in cui le diverse baseline corrispondono alla distanza fra la prima antenna e le altre. Studi già effettuati su questi sistemi hanno dimostrato un miglioramento nella risoluzione dei problemi legati alla scelta della baseline ottima, all?accuratezza della stima e all?ambiguità di fase, grazie alla diversità di baseline e alla fusione dei dati disponibili. Tuttavia la soluzione del problema di layover non può prescindere da un problema, ancora trascurato in letteratura, rappresentato dalla selezione dell?ordine del modello (MOS), cioè dalla determinazione del numero delle componenti del segnale retrodiffuso che concorre al fenomeno del layover.
Ampio spazio in questa tesi è stato dedicato all?implementazione di tecniche MOS, in particolare ai metodi ITC (information theoretic criteria) basati sugli autovalori della matrice di covarianza dei dati osservati. I metodi ITC considerati sono: AIC (Akaike Information Criterion), MDL (Minimum Description Length) e EDC (Efficient Detection Criterion), quest?ultimo in due differenti versioni. Tali metodi sono stati però concepiti per operare con spettri spaziali a righe, come quelli che si ottengono nel caso di sorgenti di retrodiffusione puntiformi. In presenza di speckle, modellato come rumore moltiplicativo sul segnale, gli spettri spaziali relativi ai segnali di ritorno al SAR, non sono a righe ma hanno una banda spaziale non nulla, ciò implica che i metodi ITC sono costretti, in tale situazione, ad operare in condizioni di disadattamento del modello dei dati.
Le prestazioni dei metodi ITC sono state quindi analizzate tramite simulazioni Monte Carlo per indagare diverse situazioni di interesse pratico nell?interferometria quali:
i) l?impatto dello speckle da zone di terreno localmente piatte o rugose;
ii) l?ottimizzazione della dimensione della baseline del sistema InSAR tramite un compromesso fra risoluzione e decorrelazione spaziale;
iii) il degrado in presenza di pochi osservati o di un forte segnale retrodiffuso dal terreno;
iv) l?effetto dell?applicazione del Diagonal Loading ai metodi ITC per ottenere una maggiore robustezza allo speckle, ad un eccessivo livello di segnale ricevuto o ad una disponibilità di pochi osservati;
v) l?acquisizione di dati tramite singola antenna e passaggi multipli, il che può rendere la storia delle baseline non sequenziale oltre che non uniforme ed introduce il problema della decorrelazione temporale dei segnali ricevuti;
vi) le prestazioni in situazioni di non-identificabilità tipiche degli array non uniformi.
Le prestazioni sono state valutate tracciando le curve relative alla probabilità di corretta stima del numero di sorgenti di retrodiffusione e quelle relative alla sovrastima o sottostima di tale numero. Inoltre, per ogni scenario, si è anche determinato e graficato il numero medio di sorgenti stimate dai diversi metodi.
La tesi è strutturata come di seguito:
Nel Capitolo 1 viene descritto il funzionamento dei sistemi InSAR e il metodo con cui vengono stimate le altezze del terreno dalla conoscenza della fase interferometrica. Successivamente viene spiegato il fenomeno della decorrelazione spaziale lungo i sensori dell?array e viene introdotto il problema del layover, illustrando gli scenari in cui si origina e la tecnica di soluzione.
Nel Capitolo 2 si descrive il modello statistico dei dati ricevuti dall?array in condizioni di layover, formulato sulla base del modello fisico adottato e vengono successivamente introdotti e definiti i metodi ITC per la stima del numero di componenti di segnale.
Il Capitolo 3 è dedicato all?analisi delle prestazioni degli algoritmi di rivelazione al variare di tutti i parametri caratteristici del sistema, ma limitatamente al caso di array uniformi.
Nel Capitolo 4 viene definita la tecnica di diagonal loading, la quale consiste nel modificare la matrice di covarianza dei dati osservati al fine di rendere più robusti i metodi ITC negli scenari più critici per la stima, come nel caso di forte decorrelazione spaziale, pochi osservati o segnale elevato.
Nel Capitolo 5 vengono esaminati i sistemi di acquisizione a passaggi multipli con singola antenna e sono individuate le problematiche associate al loro utilizzo, in particolare la decorrelazione temporale dei segnali osservati derivante da cambiamenti subiti dal terreno nell?intervallo fra due acquisizioni.
Il Capitolo 6 è interamente dedicato agli array non uniformi. Nella prima parte viene effettuata un?analisi delle prestazioni dei metodi ITC operanti con tali array, al variare di tutti i parametri caratteristici del modello. Nella seconda parte è introdotto il problema della non-identificabilità, caratteristico di questo tipo di array, riportando un algoritmo per individuare le configurazioni non identificabili ed infine valutando le prestazioni degli algoritmi di rivelazione per tali configurazioni.
Nel Capitolo 7 vengono inoltre definiti gli algoritmi di stima delle fasi interferometriche, e successivamente questi sono applicati a due particolari array non uniformi, al variare dei parametri principali del sistema.
Pisa University
Verrazzani, Lucio
2003-11-01
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-11-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10152003-210805/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10162003-182520
2019-02-28
dtype:LS
dtype:NoPhD
Tecniche di sintesi di antenne a riflettore
Volpi, Luigi
funzioni bsplines
polinomi di zernike
polinomi rettangolari
antenna azimuth
antenna elevazione
ottimizzazione
algoritmi genetici
guadagno
riflettore
In questo lavoro di tesi abbiamo realizzato la progettazione di due antenne con tecnologia a riflettore.
Le antenne vengono utilizzate in un radar per un approccio di precisione.
Per entrambe le antenne sono richiesti particolari andamenti del loro diagramma di irradiazione, è quindi opportuno modificare il diagramma di irradiazione di tipo pencil-beam tipico dell’antenna a riflettore.
Esistono vari metodi per sagomare il fascio di un’antenna a riflettore, noi abbiamo scelto quello che consiste nel sagomare opportunamente la superficie del riflettore.
Di conseguenza il diagramma di irradiazione dell’antenna viene modificato abbandonando la forma parabolica e sagomando opportunamente il riflettore.
Pisa University
Nepa, Paolo
2003-11-01
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10162003-182520/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10172003-102408
2019-02-28
dtype:LS
dtype:NoPhD
Studio ed implementazione di funzionalità telefoniche avanzate basate sui protocolli H.450.2 e H.450.11 in ambiente VoIP H.323
Satriani, Andrea
servizi supplementari
ip-pbx
pabx voip
pbx
progetto
implementazione
h.450
h.323
reti
voip
Il presente lavoro di tesi ha avuto come oggetto l’implementazione di funzionalità telefoniche avanzate in un contesto VoIP basato su architettura H.323; in particolare, è stato progettato e realizzato all’interno di un sistema di telefonia VoIP il supporto di alcuni dei servizi supplementari previsti dallo standard H.323 della ITU-T.
Nella realizzazione del progetto si è affrontata una prima fase di studio ed approfondimento delle raccomandazioni ITU relative allo standard H.323 con particolare attenzione per quelle della serie H.450, contenenti le norme di funzionamento previste per servizi supplementari all’interno di un dominio H.323. Tra quest’ultime, in particolare, sono state analizzate approfonditamente le raccomandazioni H.450.2 ed H.450.11 corrispondenti alle funzionalità di Trasferimento ed Intrusione di Chiamata vero fulcro di questo lavoro.
Dopo questa prima fase di preparazione, si è passati alla realizzazione di una proposta d’implementazione di tali servizi supplementari all’interno di un particolare sistema di comunicazione VoIP interamente basato su un IP-PABX di tipo H.323. L’obiettivo del presente lavoro, infatti, è stato quello d’integrare ogni nuova funzionalità all’interno del PABX in questione, verificando oltre che il corretto funzionamento di quanto inserito, anche la sua conformità con le caratteristiche strutturali e di funzionamento del sistema nel suo complesso.
Nella realizzazione dei suddetti servizi avanzati, dunque, si è sempre cercato di procedere in perfetta conformità con i protocolli costituenti lo standard H.323 ed, in particolare, la serie H.450. Tutto ciò allo scopo di salvaguardare il più possibile la fedeltà del sistema nei confronti degli standard e di poter fornire i servizi in questione a qualunque terminale, sia software che hardware, conforme agli stessi. I servizi H.450 implementati, infatti, sono stati pensati in modo che anche i terminali che non supportano nativamente l’H.450 possano accedere agli stessi servizi tramite opportune funzionalità CTI attivabili mediante l’interfaccia web del PABX.
E’ da notare, inoltre, come pur essendo il sistema su cui si è lavorato un apparato VoIP basato su una filosofia di comunicazione di tipo decentralizzato, per consentire l’uso delle funzionalità supplementari in questione da parte di qualunque terminale H.323, anche di quelli più datati, è stato necessario realizzare una struttura di tipo centralizzato che fosse in grado di supportare tutto l’insieme di procedure ed operazioni previste dagli standard.
A tal fine, dunque, l’architettura stessa del PABX su cui si è lavorato ha permesso una realizzazione lineare e funzionale delle suddette innovazioni. Nella fase d’implementazione, infatti, tutti gli aspetti legati alla segnalazione H.323 proveniente e diretta verso i terminali è stata demandata al livello di controllo H.323 del PABX, mentre tutto ciò che avesse a che fare con la gestione ed il controllo approfondito dei nuovi servizi offerti è stata affidata al livello coincidente con l’intelligenza del PABX.
Realizzare all’interno del PABX le funzionalità di supporto per i servizi H.450 previsti, dunque, ha significato prevedere:
• un sottostrato interamente basato su H.323 che fosse in grado d’interagire con i terminali utente da livello rete;
• tutta una serie di funzioni di livello superiore in grado di monitorare i servizi proposti durante il loro iter;
• opportuni metodi di comunicazione interna tra i due precedenti livelli del PABX;
• tutte una serie di funzionalità, relative ai servizi prorposti e basate su tecnologia CTI, che permettessero, mediante interfaccia web, una più approfondita integrazione tra gli utenti e il sistema PABX.
In definitiva, il sistema proposto rappresenta sicuramente una soluzione innovativa e perfettamente funzionante di sistema di comunicazione basato su H.323, tanto più che il supporto di servizi supplementari della serie H.450 rappresenta attualmente un valore aggiunto non facilmente riscontrabile in altri apparati della stessa categoria.
Pisa University
Giordano, Stefano
2003-11-01
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-11-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10172003-102408/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10062003-104829
2023-04-18
dtype:L1
dtype:NoPhD
Un mecanismo di publish-subscribe per reti mobili ad-hoc
Bonasorte, Mirko
wireless
publish
subscribe
ad-hoc
Riassunto non presente
Pisa University
Avvenuti, Marco
2003-11-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10062003-104829/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10092003-111722
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Progettazione e realizzazione di un'architettura software per il riconoscimento automatico di espressioni facciali attraverso un sistema di visione artificiale
Fallone, Luca
segmentazione
reti neurali
espressioni facciali
riconoscimento
sistema di visione artificiale
Viene presentato un nuovo sistema di riconoscimento di espressioni facciali.
Attraverso un sistema di visione artificiale, si cattura l'immagine 3-D del volto di una persona, parallelamente all'acquisizione delle informazioni relative alla curvatura.
Da una segmentazione dell'immagine, si mettono in evidenza le zone del volto necessarie per effettuare il riconoscimento dell'espressione.
Con l'ausilio di reti neurali artificiali, mappe di Kohonen opportunamente addestrate, si giunge al riconoscimento di una delle 6 espressioni base (a cui si aggiunge l'espressione normale, cioe' l'assenza di un particolare stato emotivo): sorriso, paura, sorpresa, disgusto, tristezza, rabbia.
Pisa University
De Rossi, Danilo
2003-11-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10092003-111722/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10102003-101754
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
METODOLOGIE DI SUPPORTO ALLA PROGRAMMAZIONE SICURA SU JAVA CARD MULTI-APPLICATIVE
Corti, Federico
purse
implementazione
shareable interfaces
firewall
illegal flow
applet sicure
La nostra attenzione si è concentrata sullo studio di metodologie di supporto al programmatore di applet per riuscire a produrre applet sicure da attacchi del tipo “flusso illegale di informazioni e dati”.
Abbiamo dapprima esaminato con attenzione le politiche di sicurezza previste dal linguaggio Java e le protezioni aggiuntive previste dalla piattaforma Java Card.
Dopo aver studiato il meccanismo del Firewall, presente sulle Java Card per garantire al tempo stesso la sicurezza dinamica delle applet e la loro interazione, siamo passati ad analizzare alcuni problemi che il meccanismo di sicurezza dinamica previsto dalla piattaforma Java Card non riesce a risolvere completamente: il flusso illegale di informazioni e dati.
A questo punto abbiamo analizzato due diverse tipologie di flusso illegale di informazioni e dati; la prima tipologia, già risolta in letteratura, ci è servita come base di analisi per la seconda e più complessa tipologia di attacco alla sicurezza delle Java Card.
Dopo aver analizzato a fondo le cause che producono flusso illegale di informazioni e dati nella seconda tipologia di attacco, abbiamo approntato, dapprima teoricamente, una possibile soluzione al problema.
Infine abbiamo prodotto una possibile implementazione del caso di studio proponendo una implementazione completa della soluzione teorica illustrata verificandone la funzionalità.
Pisa University
Bernardeschi, Cinzia
2003-11-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/msword
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10102003-101754/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
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INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10142003-182306
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Progetto e realizzazione di uno strumento di trasformazione del bytecode Java per una verifica efficiente
Ippolito, Simona
verifica del bytecode
Trasformazione di programma
Il Bytecode Verifier della Java Virtual Machine testa staticamente la sicurezza dei tipi del bytecode ed è alla base del modello di sicurezza di Java. Tuttavia, esistono esempi di programmi Java legali, che non sono accettati dal Bytecode Verifier.
Questa tesi espone e analizza i limiti del Bytecode Verifier soffermandosi, in particolare, sul problema delle subroutines. Inoltre, una soluzione al problema della verifica delle subroutines è presentata.
La soluzione proposta si basa su uno strumento di trasformazione del bytecode Java, che apporta delle modifiche al codice prima che questo sia verificato. Il codice modificato sarà, infine, sottoposto all’algoritmo di verifica standard.
La trasformazione del bytecode non cambia la semantica del programma originario: il bytecode trasformato può essere eseguito dopo la verifica al posto del bytecode originario.
Pisa University
De Francesco, Nicoletta
2003-11-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10142003-182306/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10162003-154022
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Controllo di veicoli autonomi basato su visione
Di Sipio, Alessandro
coordinate feature
veicoli autonomi
localizzazione veicoli mobili
filtro di kalman esteso
visual servoing
odometria
singola videocamera
In questo lavoro di tesi si sono elaborate delle procedure per la localizzazione di un veicolo autonomo sulla base dell'integrazione delle misure provenienti da una telecamera a basso costo e dagli encoder.
In particolare il filtro di Kalman esteso è stato utilizzato per:
A) migliorare la localizzazione del veicolo avendo una conoscenza parziale della geometria dell'ambiente di lavoro (altezza delle feature);
B) stimare le coordinate 3D delle feature per rilasciare il vincolo della conoscenza geometrica dell'ambiente per la localizzazione.
In particolare, per la stima delle feature, è stato implementato un filtro ad hoc più efficiente e robusto dell'EKF. Le prove di
laboratorio dimostrano la validità dei metodi proposti per la stima delle coordinate delle feature.
In this work it is considered the pose estimation problem of an autonomous vehicle. The vehicle moves in unknown environment. The localization is possible by the synergistic use of a visual sensor
and odometry measurements. In particular Extended Kalman Filter is used to: A) improve the localization of the vehicle having a partial knowledge of the workspace (in particular the height of the features in regards to fixed world frame); B) estimate the 3D coordinates of the features to release the constraint of the
height knowledge. In addiction a new robust and efficient filter is proposed for the estimation of the features' coordinates. Both computer simulation and experimental results demonstrate the effectiveness of the proposed methods.
Pisa University
Bicchi, Antonio
2003-11-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10162003-154022/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10162003-221259
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Progettazione ed implementazione per un ambiente di sviluppo integrato di uno strumento di analisi di programmi Java concorrenti
Alfeo, Salvatore
java
testing
instrumentazione
concorrenza
Il testing ed il debugging sono due fasi del ciclo di vita di un sistema software che contribuiscono a più di metà del costo di sviluppo di un’applicazione. Per il testing di programmi sequenziali sono state sviluppate varie tecniche e metodologie, oltre alla messa a punto di strumenti automatici; il testing di programmi concorrenti (paralleli e distribuiti) ha messo in evidenza nuovi problemi e nuove difficoltà che non possono essere affrontate semplicemente con le tecniche sviluppate per applicazioni sequenziali. Il presente lavoro di tesi si propone di produrre uno strumento di analisi di programmi concorrenti che permetta di tenere sotto controllo il non-determinismo legato alla concorrenza tra processi. L’approccio teorico seguito si basa sulla raccolta di sequenze di sincronizzazioni tra processi/thread esercitata dall’applicazione sotto esame tramite le quali è possibile riprodurre in maniera deterministica il comportamento. La tecnica utilizzata per la raccolta delle sequenze utili si basa sulla modifica del codice sorgente di un’applicazione per generare una nuova applicazione funzionalmente equivalente a quella data ma in grado di registrare tracce di esecuzione a partire da cui è possibile effettuare il replay e l’analisi di concorrenza. L’applicazione risultato della presente tesi espone i propri servizi sia da linea di comando, sia tramite un’interfaccia grafica sviluppata come modulo plugin per la piattaforma NetBeans su cui sono basati vari ambienti integrati di sviluppo, in primis SunOne Studio. In virtù di questa scelta, il prodotto risulta di immediato utilizzo pratico e disponibile per una grande utenza.
Pisa University
Prete, Cosimo Antonio
2003-11-03
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-11-05
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10162003-221259/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10172003-125842
2023-03-15
dtype:L1
dtype:NoPhD
Modellazione e simulazione di un alimentatore non convenzionale per applicazioni ferroviarie
Unetti, Matteo
simulazione
modellazione
batterie
generatore
aria compressa
Con lo sviluppo dei sistemi di trazione ferroviaria ad alta velocità una delle problematiche più sentite diventa quello della captazione della corrente dalla linea attraverso il pantografo, che realizza un contatto strisciante con la catenaria.
Il miglioramento della captazione è una problematica che si sta affrontando con l’uso di pantografi asserviti e sensori che ne controllano il funzionamento. Da qui nasce l’esigenza di avere un sistema di alimentazione che deve avere le seguenti caratteristiche:
• isolamento galvanico con l’interno del convoglio;
• ridotta manutenzione;
• tensione di uscita di 24 V c.c e potenza nominale non inferiore ai 200 W;
• conforme alle norme IEC 60077, relativa ai requisiti generali per le appa- recchiature elettriche installate a bordo dei rotabili;
• deve modificare in minima parte il cablaggio interno alla locomotiva;
• ingombri limitati.
Dallo studio effettuato presso l’Università di Pisa è stata scelta come fonte di energia l’aria compressa, presente nei treni in quanto usata per il sollevamento del pantografo e per il circuito dei freni.
Pisa University
Balestrino, Aldo
2003-11-03
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10172003-125842/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA INFORMATICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10292003-115457
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
I basalti ofiolitici dell'Isola d'Elba: affinità geochimica primaria ed effetti metamorfici
Mori, Laura
basalti spilitizzazione
termometamorfismo
metasomatismo
Introduzione
La geologia dell’Isola d’Elba è estremamente interessante per la sua complessità strutturale, per il legame tra magmatismo Neogenico e processi tettonici, nonché per la sua posizione intermedia fra la Corsica e l’Appennino Settentrionale.
La storia tettonica dell’Elba ha inizio nel Cretaceo superiore e prosegue fino al Miocene superiore-Pliocene con la consunzione della Tetide Occidentale e la successiva collisione del margine Europeo (Corsica) e dell’Adria (Dominio Tosco-Umbro).
Attualmente si distinguono nell’Isola cinque Complessi tettonici rappresentati da unità di tipo oceanico (Complessi IV, V) sovrascorse sulle sequenze del margine continentale dell’Adria. Il Complesso IV è costituito da una completa sequenza ofiolitica (serpentiniti, gabbri e basalti) sovrastata da una copertura sedimentaria pelagica.
Oggetto di questo studio sono i basalti ofiolitici presenti nei diversi settori dell’Isola d’Elba: i campioni esaminati provengono da varie località dell’Elba Centro-Orientale (Portoferraio, Bucine, Penisola di Capo della Stella, Volterraio) e da affioramenti nei settori occidentale (presso Casa Perìa e Punta Massellone) e settentrionale (Punta della Crocetta, Marciana Marina, area di Lavacchio e Monte Perone) dell’anello termometamorfico del Monte Capanne.
Il primo obiettivo della tesi è quello di determinare l’affinità chimica e quindi il contesto tettonico di formazione dei basalti affioranti nelle diverse località dell’Isola, cercando di riconoscere se abbiano o meno un’origine comune, e confrontare questi risultati con quelli relativi ai basalti ofiolitici dell’Appennino Settentrionale e della Corsica.
A questo scopo è stato effettuato dapprima uno studio mineralogico-petrografico e al SEM-EDS dei campioni raccolti per caratterizzare il grado metamorfico o di alterazione da essi acquisito ed individuare i caratteri petrografici primari utili per definire la tipologia di protolite basaltico. Quindi, tramite XRF e ICP-MS, sono stati determinati gli elementi maggiori e in traccia su roccia totale: le concetrazioni degli elementi considerati immobili sono state plottate nei diagrammi di discriminazione tettonomagmatica proposti in letteratura.
Il secondo obiettivo di questo lavoro è rappresentato dalla caratterizzazione geochimica dei fenomeni di alterazione e/o metamorfici che hanno coinvolto i basalti ofiolitici elbani; essi sono stati soggetti a eventi secondari o metamorfici diversi in relazione alla loro collocazione geografica: le rocce del settore Centro-Orientale hanno subìto un processo di spilitizzazione, mentre i basalti dell’Elba Occidentale registrano un termometamorfismo correlato alla messa in posto dell’intrusione del Monte Capanne.
All’osservazione petrografica si aggiunge in questo caso l’analisi chimica degli elementi mobili, che manifestano un comportamento differente in funzione delle caratteristiche e dell’entità dei processi post-ignei cui sono stati sottoposti.
Pisa University
Rocchi, Sergio
2003-11-12
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-11-14
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10292003-115457/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
SCIENZE GEOLOGICHE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10062003-231338
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Evoluzione strutturale di un segmento della Catena Ercinica della Sardegna Nordorientale.
Magi, Stefano
Orogenesi Ercinica
geologia strutturale
transpressione
zone di taglio
Il lavoro consiste in uno studio strutturale di un’area di circa 200 km2 nella zona delle Baronie (Sardegna NE), con rilevamento geologico in scala 1:10000, mirato principalmente allo studio delle deformazioni, corredato dall’analisi microstrutturale in sezione sottile di circa 100 campioni.
L’area studiata costituisce un segmento della Zona Assiale della Catena Varisica della Sardegna, interessato da metamorfismo progrado dal basso grado (Zona a Biotite) fino all’ alto grado (Zona a Sillimanite).
Esso comprende un segmento di circa 8 km della Linea Posada-Asinara, caratterizzata dalla presenza di una shear zone transpressiva con senso di taglio destro, con importante sviluppo di miloniti per uno spessore di circa una ventina di km, ma con effetti di una deformazione di taglio osservabili nell’intera area studiata.
Lo studio strutturale ha messo in evidenza la presenza di 5 fasi deformative duttili erciniche, successivamente interessate da deformazioni di tipo fragile legate alla tettonica alpina.
Si osserva la progressiva trasposizione delle strutture di prima fase da parte della fase D2, responsabile delle strutture principali, legate alla deformazione di taglio. In particolare lo studio di un segmento poco noto della Sinforme di Mamone ha permesso di evidenziare uno sviluppo di deformazioni milonitiche di intensità pari a quelle osservabili lungo la Valle del Posada, indicando quindi uno spessore per questa zona di taglio ben maggiore di quanto indicato nella letteratura precedente.
Il presente studio ha fornito nuovi risultati, in particolare per quanto riguarda la struttura dell’Antiforme di Lodè-Mamone, di dimensioni plurichilometriche, costituita da ortogneiss, fino ad oggi interpretata come una struttura legata alla seconda fase deformativa, responsabile delle strutture milonitiche osservabili all’interno dei complessi di medio e alto grado. Il rilevamento e l’analisi strutturale hanno portato al riconoscimento di una maggiore complessità di natura sia litologica che strutturale di questa antiforme, che sarebbe dovuta a una struttura di interferenza tra le fasi D2 e D3.
Quest’ultima, considerata fino ad oggi di minore importanza rispetto alle fasi D1 e D2, interpretata in relazione alla prosecuzione di quest’ultima, sarebbe invece relativamente sviluppata in tutti i complessi di grado medio-alto, con locale sviluppo di una debole blastesi in facies Scisti Verdi (Zona a Biotite).
Il presente studio ha apportato un significativo cambiamento rispetto a quanto conosciuto in letteratura, per quanto concerne la zoneografia metamorfica, con un’estensione verso sud della Zona a Staurolite +Biotite. La presenza di micascisti a staurolite osservata all’interno della Sinforme di Mamone, testimonierebbe infatti una maggiore complessità nell’andamento delle isograde Barroviane, il cui sviluppo sarebbe in prevalenza precedente alla seconda fase deformativa. Le isograde sarebbero state successivamente deformate nel corso della seconda e terza fase deformativa, generando una struttura più complessa rispetto a quanto descritto nei precedenti lavori.
Sono state inoltre osservate evidenze di metamorfismo di contatto nelle vicinanze delle litologie granitoidi tardoerciniche.
Nel corso del rilevamento è stata individuata la presenza di un nuovo affioramento di metabasiti a S del complesso degli ortogneiss, caratterizzato da analogie con i corpi anfibolitici osservabili lungo la Linea Posada-Asinara, costituenti un interessante oggetto di discussione per quanto riguarda il problema dell’esistenza di una sutura oceanica in questo segmento della Catena Varisica Sudeuropea.
Pisa University
Carosi, Rodolfo
2003-11-12
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-11-14
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10062003-231338/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
SCIENZE GEOLOGICHE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10302003-182420
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Geologia dell'area compresa tra Foce di Mosceta e Cardoso(Alpi Apuane meridionali). SOTTOTESI: nuovi ritrovamenti di Conodonti nelle "Dolomie a Orthoceras" del basamento delle alpi Apuane
Consani, Veronica
geologia strutturale
pieghe a guaina
marmi
L’area oggetto di studio è situata nelle Alpi Apuane meridionali, ubicata tra la Foce di Mosceta ed il paese di Cardoso (elementi n° 249161, 249162 della Cartografia Tecnica Regionale Toscana). Scopo dello studio è stato quello di chiarire le geometrie di deformazione dell’area, attraverso un rilevamento geologico strutturale di dettaglio (scala 1: 5.000) completato con analisi microstrutturali.
E’ stato inoltre affrontato lo studio dei meta-carbonati (meta-calcari e dolomie), sottostanti alla formazione dei Grezzoni, che a causa della loro posizione geometrica e delle caratteristiche litologiche, sono oggetto d’interpretazione controversa.
I rilevamenti geologici di quest’area sono iniziati alla fine dell’ottocento con D. Zaccagna (cartografia del 1890 – 1932, foglio Monte Altissimo scala 1: 25.000), che considerava le metamorfiti dello stazzemese (definiti dall’autore come Scisti Superiori) d’età permiano-triassica perché comprese tra i marmi alla base e i calcari retici al tetto. Le numerose anomalie riscontrate nella successione stratigrafica erano interpretate come “ripiegamenti complessi ed eccezionali scorrimenti orizzontali”.
Studi successivi di Masini, (1937) e Merla, (1952) hanno evidenziato problemi nell’inquadramento cronologico della successione stratigrafica con implicazioni importanti nell’interpretazione tettonica.
Trevisan, (1962) e Nardi, (1963), con l’esecuzione della seconda edizione della Carta Geologica d’Italia, (scala 1: 100.000) interpretarono la zona di Stazzema come costituita da unità metamorfiche separate dall’”Autoctono Apuano” e formanti le cosiddette “Scaglie di Stazzema”. In questa interpretazione l’assetto a pieghe isoclinali a scala chilometrica che caratterizzava il lavoro di Zaccagna veniva rivisitato come dovuto alla sovrapposizione di scaglie tettoniche.
L’ultima proposta interpretativa sviluppata nell’ambito del progetto CARG è quella di Carmignani et al., (1999). Questi autori hanno evidenziato come la strutturazione dell’area sia caratterizzata dalla presenza di un sistema antiforme-sinforme a pieghe isoclinali a scala chilometrica, immergente verso SE. Queste pieghe sono attribuite alla fase deformativa regionale (D2) e collegate ad estensione crostale nel quadro del modello regionale proposto da Carmignani & Kligfileld (1990).
I risultati principali del lavoro di tesi sono relativi al riconoscimento di una zona di taglio sin-metamorfica con spessore pluriettometrico, delimitata alla base dalla sinclinale del Monte Corchia e al tetto dall’Unità delle Panie. Nella zona studiata, le strutture principali sono rappresentate da pieghe isoclinali a scala pluridecametrica (direzioni assiali circa N 070° NE), con geometria fortemente non cilindrica, ed aventi come foliazione di piano assiale un clivaggio di crenulazione (S2) e/o una foliazione composita (S1/2). Sono inoltre attribuibili alla strutturazione principale, zone di deformazione localizzata plurimetrica ubicate in particolare sul fianco inverso della sinclinale del Corchia (limite inferiore della zona di taglio).
La strutturazione principale è deformata da pieghe pluridecametriche (e strutte minori), da aperte a chiuse E-vergenti (direzioni assiali circa N 145° SE) aventi come foliazione di piano assiale un clivaggio di crenulazione disgiuntivo (S3) debolmente immergente verso ovest.
L’assetto strutturale dell’area è stato interpretato come derivante da una storia di deformazione progressiva sviluppata in un contesto di esumazione delle unità metamorfiche.
Nell’ambito della sottotesi è stato affrontata lo studio paleontologico dei meta-carbonati (meta-calcari e dolomie), sottostanti alla formazione dei Grezzoni. Si tratta di lenti e livelli di meta-carbonati in cui sono stati ritrovati nuovi esemplari di Conodonti attribuibili al Siluriano Superiore.
Pisa University
Molli, Giancarlo
2003-11-12
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10302003-182420/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
SCIENZE GEOLOGICHE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10312003-181501
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Metodi sintetici per la preparazione di polimeri a blocchi o segmentati con caratteristiche anfifiliche
Squaglia, Michela
coatings biocidi
polimerizzazione vivente
dispersioni acquose polimeriche
guanidina
Il presente lavoro di tesi riguarda lo studio di metodologie di sintesi di polimeri statistici, a blocchi o segmentati con caratteristiche anfifiliche, ossia costituiti da una porzione idrofoba e da una porzione idrofila. Tali sistemi possono quindi autodisperdersi in mezzo acquoso e sostituire anche i tensioattivi classici. Sono stati studiati metodi di sintesi per poliuretano-uree in cui si è cercato di introdurre un segmento estensore di catena recante un atomo di azoto salificato, in modo da formare uno ionomero cationico. È stata inoltre applicata la tecnica di polimerizzazione radicalica controllata ATRP (Atom Transfer Radical Polymerization) per la sintesi per copolimeri a blocchi poli(acido metacrilico-b-PEG metacrilato). La procedura sintetica in due stadi prevede la copolimerizzazione sequenziale del blocco di poli(TBMA) e del blocco di poli(MeOPEGMA) e la successiva idrolisi del gruppo tert-butile delle unità di tert-butil metacrilato (TBMA) per liberare i gruppi acidi dell’unità monomerica di acido metacrilico (AMA). Sono stati infine sintetizzati monomeri metacrilici contenenti funzionalità fluorescenti da impiegare nella preparazione di polimeri "marcati", necessari per un successivo studio della cinetica di formazione di film a partire da lattici polimerici acrilici e metacrilici.
Pisa University
Castelvetro, Valter
Ciardelli, Francesco
2003-11-17
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-11-19
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10312003-181501/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
CHIMICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-10272003-180036
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Messa a punto e validazione di una procedura analitica per la determinazione multiresiduo di pesticidi in matrici vegetali, mediante gascromatografia/spettrometria di massa accappiata in linea con un sistema di desorbimento termico.
Filippelli, Lucia
Procedura analitica
multiresiduo
pesticidi
desorbimento termico-gascromatografia-spettrometri
matrici vegetali
Nel presente lavoro di tesi è stata investigata, in maniera positiva, la possibilità di utilizzare una nuova strumentazione (TDS-GC-MSD) per la determinazione di residui di pesticidi in matrici vegetali. Questa linea analitica permette di effettuare in maniera automatica gli stadi di purificazione dell’estratto, mediante desorbimento termico in corrente gassosa, di separazione degli analiti mediante gascromatografia, e loro identificazione e quantificazione mediante spettrometria di massa. L’identificazione automatica dei pesticidi avviene sulla base dei tempi di ritenzione, utilizzando il sistema RTL (Retention Time Lock), e sulla base dei rapporti di frammentazione ottenuti dai rispettivi spettri di massa, per confronto con quelli dei composti puri.
La procedura analitica così sviluppata è stata ottimizzata per l’analisi multiresiduo individuando le condizioni sperimentali che realizzano il miglior compromesso delle prestazioni analitiche per un totale di quarantadue pesticidi. I pesticidi selezionati sono rappresentativi delle classi più frequentemente riscontrate nei controlli condotti nel settore agro-alimentare.
La validazione della procedura si è basata sull’analisi di soluzioni standard, sull’aggiunta di quantità note a matrici vegetali ed infine sulla partecipazione ad un esercizio interlaboratorio condotto a livello europeo.
Pisa University
Dell'Amico, Nicola
Valentini, Giorgio
Fuoco, Roger
2003-11-17
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-11-19
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10272003-180036/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
other
CHIMICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11132003-002736
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Sistema di Misura delle forze non Stazionarie su Giranti di Turbopompe Cavitanti
Saggini, Nicola
dinamometro
turbopompe
cavitazione
calibrazione
rotodinamica
Cavitation and rotordynamic instabilities are two relevant phenomena in space engine turbopumps, and the related mechanisms are still lacking sufficiently accurate models. Experimentation and tests therefore do play a fundamental role. In the past few years, Centrospazio research laboratory in Pisa, Italy, has undertaken the design and construction of a test facility for carrying out experiments on turbopump impellers under fluid dynamic and inertial/thermal cavitation similarities, using water as the working fluid. Most recently, the facility has been upgraded to allow for measurement of steady and unsteady forces exerted by the fluid on inducers and pumps both under non cavitating and cavitating conditions.
Purpose of the present work is that of detailing the author’s activities undertaken to field the instrument for the measurement of loads, the extensimeter scale christened rotating dynamometer.
The first part provides a brief summary of the present theoretical and experimental knowledge on cavitation and rotordynamic instabilities, showing also the recent related test activities performed by Centrospazio and other research institutes.
Then the specifications and layout of the CPRTF (Cavitating Pump Rotordynamic Test Facility) and its components are described, with particular emphasis on the rotating dynamometer. The calibration, i.e. the building of the linear correspondence between the measured signals and the applied load, is thoroughly illustrated. The numerical reduction to extract the applied forces and moments is then shown, both for a reference frame fixed w.r.t. the dynamometer and one fixed w.r.t. the laboratory.
Finally, a numerical model for the prediction of axial natural flow oscillation in the test circuit is illustrated, and the good correlation with test data is then shown.
Pisa University
D'Agostino, Luca
2003-11-30
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-12-02
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
application/zip
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11132003-002736/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA AEROSPAZIALE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11142003-134803
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Modellizzazione della dinamica di carrelli aeronautici in ambiente ADAMS
Finucci, Antonello
ADAMS
Carrelli Atterraggio
Simulazione
Drop Test
Lo scopo di questa tesi è lo studio della dinamica dei carrelli aeronautici mediante la realizzazione, in ambiente ADAMS, di modelli multicorpo, rigidi ed elastici, per la simulazione di drop test.
Vengono prese in considerazione due architetture di carrelli, una a gamba telescopica ed una a ginocchio, tipiche di un velivolo da trasporto con massa di 20000 kg e carrelli in fusoliera.
I risultati ottenuti sono confrontati sia con un software FORTRAN, sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale di Pisa (DIA), denominato DYSI e presentato al FORUM INTERNATIONAL AEROELASTICITE ET DYNAMIQUE DE STRUCTURES tenutosi a Strasburgo nel 1993, capace di simulare i drop test degli stessi tipi di carrelli, sia con dati sperimentali sempre inerenti ai drop test.
Tutti gli schemi implementati in ADAMS simulano i drop test delle due architetture considerate, in modo da avere risultati che possono essere confrontati sia con quelli DYSI che con quelli sperimentali di riferimento: in pratica si costruisce in ambiente ADAMS una macchina virtuale per effettuare i drop test.
Per ognuna delle architetture di carrello considerate vengono realizzati tre modelli ADAMS: uno costituito da elementi rigidi, uno con elasticità strutturale simulata mediante molle concentrate, uno con elementi strutturali elastici.
Nel modello rigido la massa delle ruote è applicata nel baricentro delle stesse, quella di caduta è applicata nel baricentro della parte di collegamento tra il carrello e la macchina virtuale per effettuare i drop test, mentre tutti gli altri componenti sono considerati senza massa, ed inoltre si utilizzano modelli delle ruote semplici.
Nel modello elastico con molle, che è una variante di quelli rigidi e che ne mantiene la stessa distribuzione di massa, la flessibilità è rappresentata da molle di rigidezza opportuna poste in punti particolari della struttura.
Nel modello con elementi strutturali elastici tutte le parti del carrello sono configurate come corpi elastici.
In entrambi i modelli elastici vengono adottati modelli ruote più complessi per meglio descrivere le forze che nascono nell’interfaccia tra pneumatico e suolo.
I risultati conseguiti con i modelli rigidi sono confrontati sia con il software del DIA, per mostrare le prestazioni di ADAMS paragonate con un codice di calcolo appositamente realizzato per simulare i drop test dei carrelli in questione, sia con i dati sperimentali.
I modelli elastici sono confrontati solo con i dati sperimentali.
Dal confronto tra i modelli ADAMS rigidi con il software FORTRAN si ottengono conclusioni simili, mentre vengono evidenziati i limiti dei modelli rigidi comparati con i dati sperimentali.
I modelli elastici, invece, riescono a descrivere in maniera adeguata gli andamenti dei carichi, evidenziando la dipendenza di questi ultimi dall’elasticità di alcune parti dei carrelli.
Il confronto tra i risultati forniti dai modelli rigidi ed elastici ha evidenziato come l’elasticità della struttura sia un parametro fondamentale per comprendere gli accoppiamenti dinamici tra le diverse parti che costituiscono il sistema.
Nel lavoro è illustrata in dettaglio la realizzazione dei modelli e sono riportati i risultati dei diversi test effettuati.
Pisa University
Denti, Eugenio
2003-11-30
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11142003-134803/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA AERONAUTICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11142003-153158
2023-03-15
dtype:L1
dtype:NoPhD
Analisi comparativa di modelli numerici e multibody per la simulazione di manovre di rullaggio di velivoli
Mori, Sergio
manovre di rullaggio
frenata
velivoli
Nella moderne applicazioni industriali, ormai già da diversi anni, rivestono una grande importanza le simulazioni. L’uso di simulazioni è quanto mai vario, e spazia dal campo puramente accademico, a quello ludico, a quello progettuale. Pensiamo infatti a quanto può essere vantaggioso in termini economici per un progettista sapere quale è il comportamento di ciò che vuol costruire, senza che venga prodotto il prototipo.
Questo ovviamente è possibile solo se sono disponibili codici di simulazione di provata affidabilità. La validazione di detti codici viene condotta mediante confronto con risultati di prove di volo o provenienti da simulazioni effettuate con codici di provata affidabilità. Questa tesi riprende un lavoro svolto presso il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale negli ultimi anni novanta, in collaborazione con il progetto di ricerca europeo SAMBA (Smart Attuator and Modulator Bracking Application). Questo progetto aveva lo scopo di sviluppare degli strumenti hardware e software per migliorare le prestazioni dei sistemi di controllo della frenata degli aerei.
Il prodotto finale del lavoro del DIA è stato un codice di calcolo in ambiente Matlab- Simulink, ABS, Aircraft Bracking Simulation, che simula il comportamento di un velivolo nelle fasi di frenata.
Il fine di questa tesi è quello di sperimentare l’efficacia di metodi alternativi per implementare lo stesso modello di simulazione.
Il primo passo è stato quello di cercare una verifica di quanto riscontrato in precedenti lavori di tesi, cioè che è possibile ottenere migliori tempi di calcolo con Simulink, utilizzando il linguaggio C++ al posto del Matlab per la parte di programmazione delle funzioni.
Per fare questo, il codice ABS è stato aggiornato sostituendo le funzioni scritte in linguaggio Matlab, con le analoghe riscritte in linguaggio C++. Sono state quindi confrontate le due versioni sia per quanto riguarda i risultati, accertandosi che siano uguali, che i tempi di simulazione.
Inoltre lo stesso modello di velivolo presente in ABS è stato realizzato nell’ambiente software ADAMS (che è in sostanza un ambiente di simulazione di dinamica, cioè un codice che è stato programmato per costruire modelli e per condurre test di simulazione), e sono state confrontate sulle stesse simulazioni le performances dei due programmi.
I confronti sono in termini di precisione e tempi di calcolo, ma anche in termini qualitativi di complessità e lunghezza di programmazione, nonché di versatilità.
Pisa University
Denti, Eugenio
2003-11-30
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11142003-153158/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA AERONAUTICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11112003-190201
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
STUDIO TEORICO E CARATTERIZZAZIONE SPERIMENTALE DI UN BANCO PROVA PER ATTUATORI IDRAULICI DEI COMANDI PRIMARI DI VOLO
Bardelli, Marcello
Modellizzazione
FDT
Controllo
Servovalvola
Martinetto
Questa tesi si inquadra nell’ambito delle attività, in corso presso il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale (DIA), per lo sviluppo di un sistema di controllo Fly-By-Wire (FBW) dei comandi primari di volo con attuazione idraulica.
Attualmente è in corso di allestimento un banco prova per la simulazione del Flight Control System (FCS) capace di riprodurre le condizioni operative di volo effettuando simulazioni Real-Time/Hardware-in-the-loop/Man-In-The-Loop.
Gli obiettivi della presente tesi comprendono l’espansione della parte software del banco, la caratterizzazione della parte idraulica con la realizzazione di modelli relativi ad alcune delle sue parti e il confronto con risultati ottenuti da prove sperimentali
In una prima fase del lavoro vengono apportate le modifiche al software di simulazione, sviluppato nell’ambito di precedenti attività, con l’aggiunta dell’interfaccia col pilota umano, in particolare vengono realizzate: un’interfaccia per il controllo del velivolo (Joystick), una per la rappresentazione dinamica dello scenario di volo (Visual) ed un Cockpit contenente i principali strumenti di volo ed i comandi per la gestione del sistema autopilota del velivolo. Nella seconda viene modellizzata la valvola regolatrice di pressione presente sul distributore a tre vie, al fine di individuare possibili problematiche di funzionamento e di controllo del sistema. Successivamente si analizza il sistema di applicazione dei carichi aerodinamici sull’attuatore velivolo e ne viene realizzato un modello lineare per valutarne il comportamento dinamico in presenza di diversi tipi di controllore.
Il modello di interfaccia Cockpit è stato realizzato in ambiente LabVIEW mentre tutti gli altri modelli realizzati sono stati implementati in ambiente Matlab-Simulink.
Pisa University
Galatolo, Roberto
2003-11-30
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11112003-190201/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA AEROSPAZIALE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11112003-190809
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
STUDIO TEORICO E CARATTERIZZAZIONE SPERIMENTALE DI UN BANCO PROVA PER ATTUATORI IDRAULICI DEI COMANDI PRIMARI DI VOLO
Bagni, Mirco
attuatore
pressione
forza
servovalvola
martinetto
Questa tesi si inquadra nell’ambito delle attività, in corso presso il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale (DIA), per lo sviluppo di un sistema di controllo Fly-By-Wire (FBW) dei comandi primari di volo con attuazione idraulica.
Attualmente è in corso di allestimento un banco prova per la simulazione del Flight Control System (FCS) capace di riprodurre le condizioni operative di volo effettuando simulazioni Real-Time/Hardware-in-the-loop/Man-In-The-Loop.
Gli obiettivi della presente tesi comprendono l’espansione della parte software del banco, la caratterizzazione della parte idraulica con la realizzazione di modelli relativi ad alcune delle sue parti e il confronto con risultati ottenuti da prove sperimentali
In una prima fase del lavoro vengono apportate le modifiche al software di simulazione, sviluppato nell’ambito di precedenti attività, con l’aggiunta dell’interfaccia col pilota umano, in particolare vengono realizzate: un’interfaccia per il controllo del velivolo (Joystick), una per la rappresentazione dinamica dello scenario di volo (Visual) ed un Cockpit contenente i principali strumenti di volo ed i comandi per la gestione del sistema autopilota del velivolo. Nella seconda viene modellizzata la valvola regolatrice di pressione presente sul distributore a tre vie, al fine di individuare possibili problematiche di funzionamento e di controllo del sistema. Successivamente si analizza il sistema di applicazione dei carichi aerodinamici sull’attuatore velivolo e ne viene realizzato un modello lineare per valutarne il comportamento dinamico in presenza di diversi tipi di controllore.
Il modello di interfaccia Cockpit è stato realizzato in ambiente LabVIEW mentre tutti gli altri modelli realizzati sono stati implementati in ambiente Matlab-Simulink.
Pisa University
Galatolo, Roberto
2003-11-30
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11112003-190809/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA AERONAUTICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11112003-162124
2023-03-16
dtype:L1
dtype:NoPhD
Caratterizzazione sperimentale di un arcogetto ad alta potenza
Bambagiotti, Sara
caratterizzazione sperimentale
arcogetto ad alta potenza
All’Institut fuer Raumfahrt Systeme di Stuttgart vengono compiuti studi sperimentali e teorici su modelli di arcogetti ad alta potenza, al fine di comprendere qualitativamente e quantitativamente i processi fisici che ivi hanno luogo e per poter collocare tali propulsori nell’ambito delle missioni spaziali (come ad esempio la partecipazione all’equipaggiamento di un volo su Marte) mirando a ottimizzarne quindi le caratteristiche tecniche come spinta e rendimento.
Un importante scopo degli esperimenti è la misura della spinta.
A tal fine all’IRS viene utilizzata una bilancia di spinta il cui funzionamento segue il principio del pendolo. Sebbene tale dispositivo garantisca misure di una certa attendibilità, esso è affetto da imperfezioni che provengono dalla difficoltà di realizzazione di sospensioni prive di attrito e cavi di alimentazione di acqua e corrente che non siano sottoposti a sforzo.
Oltre a ciò all’IRS è in via di sviluppo il propulsore ibrido ATTILA che non può essere integrato in nessun banco di spinta.
In questo contesto diventa importante valutare metodi alternativi per la determinazione della spinta di un tale propulsore. Una possibilità risiede nella misurazione della pressione di Pitot del getto di propellente espulso dal motore. Attraverso la misura di un profilo radiale di tale pressione si perviene alla relativa distribuzione di pressione totale, considerando naturalmente la presenza dell’onda d’urto in corrispondenza della sonda, indi alla valutazione dalle spinta fornita dal propulsore.
In questo lavoro è stato perciò impiegata una sonda di Pitot al fine di determinare la spinta dell’arcogetto ad alta potenza HIPARC sviluppato all’IRS, a propellente Idrogeno, misurandone la pressione del getto. La sonda installata presenta un foro di 17 mm di diametro che induce a valutare anche gli effetti della viscosità sui dati acquisiti.
Per un’ ulteriore caratterizzazione del propulsore è stata determinata la distribuzione dell’entalpia specifica locale del getto di plasma attraverso l’utilizzo di sonde per la rilevazione del flusso di calore. Indagini supplementari sono state compiute per un primo studio sulle proprietà catalitiche di alcuni materiali sotto il flusso di plasma di Idrogeno.
Per l’elaborazione dei dati misurati è stato considerato il modello unidimensionale per l’urto. Obiettivo di questo lavoro è verificare l’utilizzabilità della misura della pressione di Pitot come metodo aggiuntivo di misura della spinta al fianco della già nota bilancia di spinta.
Pisa University
Andrenucci, Mariano
2003-11-30
info:eu-repo/date/embargoEnd/2043-12-02
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11112003-162124/
it
info:eu-repo/semantics/closedAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA AEROSPAZIALE
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11142003-091446
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Rassegna bibliografica su metodi e strumenti per analisi del DNA
Filippi, Fabrizio
Lab on Chip
microCAE
microarray DNA
sequenziamento DNA
elettroforesi
DNA
Questa tesi ha come obiettivo l’introduzione nel mondo del DNA, considerando sia gli aspetti biologici che quelli di analisi, intesa come capacità di sequenziamento del DNA stesso.
È stata data importanza all’aspetto biologico, partendo dal presupposto che una sua conoscenza possa essere essenziale per comprendere l’importanza che la molecola del DNA ha per gli organismi viventi.
Nel primo capitolo viene quindi descritta la struttura del DNA e come, a partire dalla sequenza di basi contenuta nel DNA, avviene la sintesi delle proteine (parte essenziale di tutte le cellule, animali e vegetali) e l’influenza di eventuali mutazioni su tale sintesi.
Nel secondo capitolo vengono descritti i passi necessari per effettuare una analisi del DNA, dando particolare importanza all’amplificazione dei campioni tramite la PCR, la loro separazione per mezzo dell’elettroforesi e all’introduzione delle metodologie di sequenziamento (tecniche che permettono la determinazione delle basi di un frammento di DNA sotto analisi). La PCR è una tecnica che consente di produrre un quantitativo enorme di copie del DNA da esaminare in modo da avere materiale sufficiente per effettuare una analisi completa. Con l’elettroforesi si ottiene la separazione di molecole di dimensioni diverse, consentendo l’applicazione delle tecniche di sequenziamento.
Nel terzo capitolo viene riportata la descrizione di strumentazioni microfabbricate che usano sia la metodologia dell’ibridazione (sono presentate realizzazioni di microarray che sfruttano tale principio di analisi) che di sequenziamento per l’analisi del DNA. Le tecniche di fabbricazione dei microdispositivi sono simili a quelle usate nell’industria dei semiconduttori. In questo momento i risultati migliori di sequenziamento si hanno usando dispositivi microfabbricati su vetro, che permettono sequenziamenti in parallelo e usano la tecnica di rivelazione LIF (“Laser Induced Fluorescence”). Infine sono presentate alcune realizzazioni di microdispositivi su silicio. In particolare, viene analizzato un sistema per elettroforesi capillare, con sistema di rivelazione integrato realizzato con fotodiodi, e un prototipo di “Lab on Chip” monolitico, che integra sullo stesso substrato l’operazione di amplificazione, mediante PCR, con la rivelazione, mediante ibridazione.
Pisa University
Roncella, Roberto
2003-12-01
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11142003-091446/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
other
INGEGNERIA ELETTRONICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11152003-161636
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Progetto e realizzazione di registratore/riproduttore digitale di segnali audio basato su Compact Flash Memory Card e tecnologia DSP
Lo Torto, Matteo
registratore digitale
CF
qualità CD
frequenza di campionamento
DSP
registratore audio
Il Compact Flash Player/Recorder è un registratore/riproduttore audio che utilizza come supporto di memoria le Compact Flash card, memorie più comunemente usate nelle macchine fotografiche digitali o altri dispositivi analoghi, che richiedono la possibilità di “immagazzinare” grandi quantita’ di dati in poco spazio. Tale Compact Flash Player/Recorder (che d'ora in avanti sarà abbreviato in CF-P/R) è in grado di registrare e ovviamente riprodurre con due diverse frequenze di campionamento, che sono rispettivamente 39062.5 Hz e 24414.06 Hz. Tale opzione permette di ottenere una maggiore durata della registrazione a una frequenza di campionamento di 24414.06 Hz invece che a 39062.5 Hz, al prezzo di una leggera perdita di qualità del segnale audio per il conseguente restringimento della banda (12207.03Hz per il teorema di Nyquist). Questa perdita di qualità è trascurabile se il segnale che voglio registrare e/o riprodurre è un segnale vocale, avendo quest'ultimo banda intrinsecamente limitata, decisamente minore di 12207.03 Hz. Inoltre è possibile impostare il CF-P/R in modo tale che la riproduzione (registrazione) parta automaticamente all'accensione della macchina. Un'altra opzione permette di far riprodurre il contenuto della Compact Flash card in modo continuativo, ripartendo automaticamente in riproduzione una volta arrivati in fondo alla stessa. Questo vale solo in riproduzione, perché in registrazione potrei involontariamente coprire quanto registrato precedentemente e perderne quindi inevitabilmente il contenuto. L'hardware utilizzato è una board sulla quale è montato il codec a 16 b (convertitore A/D e convertitore D/A con varie possibilità di gestione) per l'acquisizione dell'audio dall'esterno e per la riconversione del segnale digitale in segnale analogico, segnale digitale e che era immagazzinato nella Flash card, il DSP che si occupa della gestione delle varie parti oltre che del flusso dati e della gestione dei comandi esterni, una SRAM esterna che si utilizza come buffer per la Flash card, una EPROM sulla quale viene caricato il codice che viene poi acquisito dal DSP in fase di boot all’accensione e della logica di supporto (registri e porte logiche) per far comunicare correttamente le varie parti. Naturalmente sulla board è presente anche il connettore nel quale si inserisce la Flash card. In definitiva il CF-P/R è in grado di registrare (riprodurre) con qualità audio tipo CD (conversione a 16 b con frequenza di campionamento a 39062.5 Hz) oppure, come già detto, con qualità “vocale”, che permette di avere una maggiore durata di registrazione (riproduzione) pagando una piccola perdita in qualità sonora.
Pisa University
Roncella, Roberto
2003-12-01
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11152003-161636/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA ELETTRONICA
Pisa University
oai:etd.adm.unipi.it:etd-11182003-180255
2019-02-28
dtype:L1
dtype:NoPhD
Sistema wireless per il monitoraggio di parametri fisiologici del tratto gastro-esofageo
Caccamo, Chiara
dispositivo impiantabile
wireless
monitoraggio in vivo
biotelemetria
Lo scopo di questo lavoro di tesi e' la progettazione e realizzazione, a livello prototipale, di un sistema wireless miniaturizzato ed impiantabile per la rilevazione di parametri fisiologici del tratto gastro-esofageo.
Questo studio si inserisce nell’ambito della ricerca di nuovi sistemi minimamente invasivi, che si possano sostituire ai dispositivi tradizionali attualmente in uso per effettuare alcuni esami clinici, in questo caso particolare la manometria e la pH-metria esofagea.
Le problematiche riscontrate nei metodi tradizionali di rilevazione, sono legate fondamentalmente alla scarsa praticita’ che caratterizza il sistema di acquisizione dati: questi apparecchi infatti utilizzano sistemi di cateteri per la rilevazione di pH e pressione esofagei, che risultano molto fastidiosi per i pazienti sottoposti all’esame.
Alla luce di quanto detto, il sistema elettronico proposto vuole sfruttare:
· un modulo di telemetria con circuito di acquisizione e trasmissione dati, miniaturizzato ed impiantabile;
· un circuito di ricezione, interfacciabile con PC per la memorizzazione e visualizzazione dei dati rilevati.
Il sistema finale prevede che per ogni indagine clinica si utilizzino cinque capsule da agganciare all’esofago: quattro identiche fra loro (con sensore di pressione, convertitore A/D, trasmettitore, piu’ l’elettronica necessaria), una sola dotata anche di sensore per pH; esse devono essere posizionate lungo il tratto esofageo a 5 cm l’una dall’altra.
Resta da sottolineare che il prototipo progettato presenta notevoli caratteristiche di flessibilita’: il modulo di telemetria puo’ infatti essere accoppiato con diversi tipi di circuiti di acquisizione del segnale e quindi utilizzato per svariate applicazioni.
I problemi affrontati durante questo studio, sono legati dunque ai seguenti aspetti:
· date le specifiche stringenti sulle dimensioni del circuito di acquisizione e trasmissione, e' stato necessario cercare e scegliere componenti di dimensioni opportune; in fase di realizzazione, si sono seguite metodologie che permettessero la minimizzazione degli ingombri dovuti alle piste di collegamento;
· un ruolo rilevante ha avuto la ricerca di regole di layout in modo da minimizzare le emissioni spurie rispetto alla portante e migliorare la robustezza alle interferenze presenti nell’ambiente esterno;
· e' stato necessario progettare diversi tipi di antenna, di dimensioni contenute, che sono state testate per ottenere un corretto dimensionamento della potenza di trasmissione;
· per poter effettuare i test in vivo, sono state eseguite diverse prove di packaging per rendere il modulo adatto all’impianto: infatti il circuito deve risultare perfettamente isolato dall’ambiente circostante e rivestito di materiale biocompatibile per non causare danni ai tessuti biologici, ma contemporaneamente i sensori devono essere esposti all’esterno per poter rilevare i dati necessari.
Come detto sopra, in questo lavoro di tesi gli esperimenti condotti sono stati finalizzati al possibile utilizzo del modulo di telemetria progettato come rilevatore di pH e pressione intra-esofagei: per questo motivo e' stato ritenuto opportuno inserire una descrizione anatomica del giunto esofago-gastrico, arricchita da alcune informazioni di carattere divulgativo sulla patologia di interesse.
Si passa quindi ad una panoramica sulle principali applicazioni della radiotelemetria nel campo biomedico, in cui e' stato dedicato particolare spazio ai dispositivi piu’ innovativi recentemente realizzati.
A questo punto segue la descrizione del lavoro eseguito, articolato in due fasi principali: inizialmente e' stato ripreso il lavoro svolto durante il periodo di tesi dall’Ing. P.Valdastri, in cui e' stato progettato un sistema di telemetria multicanale impiantabile; vengono descritte le caratteristiche principali del sistema, quindi viene dedicato ampio spazio all’analisi dei vari prototipi realizzati del circuito di trasmissione e ricezione, coi quali e' stata eseguita una serie di prove di laboratorio per verificare le funzionalita’ del sistema, per ottimizzarne i parametri circuitali e verificare il corretto accoppiamento tra trasmettitore e ricevitore. In questa fase e' stato necessario uno studio dei datasheet dei componenti utilizzati e degli application notes di recente uscita.
A conclusione di questa prima parte di lavoro, e' stato progettato e realizzato un circuito per la rilevazione del pH: viene quindi riportata la descrizione del modulo dotato di sensore e di packaging biocompatibile, col quale e' stato effettuato il primo test in vivo su maiale, seguita dall’analisi dei risultati ottenuti da questo primo esperimento.
A questo punto si passa alla descrizione della seconda parte di lavoro, che si basa sulla progettazione e realizzazione di un nuovo prototipo impiantabile miniaturizzato, completamente scalato nelle dimensioni rispetto al precedente.
Le specifiche progettuali testate nella fase precedente, sono state mantenute anche per il secondo prototipo, apportando ove necessario alcune modifiche.
Vengono prima descritti i componenti utilizzati, poi i circuiti progettati per il nuovo modulo. Segue la parte sugli strumenti utilizzati per la fase di realizzazione del prototipo e sui test effettuati per verificarne le funzionalita’. Viene poi dedicato spazio all’analisi del tipo di packaging piu’ adatto all’impianto, riportando le caratteristiche dei materiali utilizzati e del sistema proposto.
Per concludere il lavoro svolto, si descrive poi l’ultimo test in vivo effettuato con questo secondo modulo, accompagnato da un’analisi dei risultati ottenuti dall’esperimento e delle conclusioni che ne derivano.
Pisa University
Roncella, Roberto
2003-12-01
Electronic Thesis or Dissertation
application/pdf
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-11182003-180255/
it
info:eu-repo/semantics/openAccess
INGEGNERIA
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INGEGNERIA ELETTRONICA
Pisa University
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