ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-12192015-221831


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VESCIO, LAURA
URN
etd-12192015-221831
Titolo
IL VOLTO COME PAESAGGIO. Il primo piano come spazio di visibilita' delle emozioni.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Ambrosini, Maurizio
Parole chiave
  • fotogenia
  • primo piano
  • Volto
Data inizio appello
08/02/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
La struttura di questa tesi magistrale è di tipo analitico e descrittivo, il tema che verrà trattato al suo interno è legato all'universo dell’espressività, in particolare quella del volto. Lo sguardo col quale viene affrontato l’argomento è simile a quello col quale si osserva un paesaggio, naturale o urbano che sia. Questo perché il volto umano è un paesaggio. Emblema dell’espressività nella pittura, nella fotografia, a teatro e al cinema.
Il testo intende porre l’attenzione sull'evoluzione dell’espressività all'interno delle arti visive e soprattutto sull'importanza della deformazione di ogni singolo tratto del volto, che contiene in sé profondi significati. Sulle sue variazioni e sulla sua intrinseca evoluzione. Si cercherà di spiegare come ogni movimento esterno, sullo schermo, è il risultato di in movimento interno. Attraverso l’espressività l’attore esprime il mondo interiore del personaggio che interpreta, dando la possibilità allo spettatore di comprendere sentimenti e pensieri senza l’uso della parola.
Il punto di partenza dell’elaborato è la descrizione della fisiognomica (lo studio delle particolarità del volto umano). Si procederà con la breve storia sull'origine della maschera nel teatro antico, passeremo per le teorie di Georg Simmel, per arrivare, poi, alla complicata quanto affascinante spiegazione della fotogenia studiata e approfondita da Jean Epstein, fino a giungere ai celebri studi effettuati da Sergej M. Ejzenstejn e Bela Balàzs sul volto e dunque sul primo piano cinematografico. Un’inquadratura privilegiata dunque, che tecnicamente può contenere in sé un qualsiasi frammento del corpo umano o di un oggetto e all'interno della quale ogni immagine contiene una tensione latente che agisce sui sensi di chi guarda e questa energia si sprigiona non appena entra in contatto con un’altra immagine. Il volto verrà dunque esaminato come si fa osservando un paesaggio, superficie autonoma e al contempo “sintetizzante”; massima espressione di unità di senso e specchio dell’anima. Proprio come accade davanti ad un immenso paesaggio naturale o urbano, difronte a un volto si perde la percezione di sé e ci si proietta in una dimensione altra.
Si cercherà di comprendere, inoltre, l’evoluzione del mezzo cinematografico come espressione di una nuova cultura visiva e comunicativa, imperniata attorno al linguaggio non verbale e alla comprensione delle immagini. Tenteremo di seguire e quindi descrivere il divenire di un sentimento e il suo incarnarsi; la capacità che lo schermo ha di proiettare l’invisibile e l’inspiegabile.
L’elaborato vuole, insomma, affiancarsi anzitutto all'universo delle immagini e più nello specifico all'inquadratura perfetta, il primo piano, il quale, ponendo un’immagine al di sopra delle altre, racchiude in sé l’essenza dell’arte cinematografica. Il tentativo è allora quello di cercare di “leggere” oltreché guardare il volto: la forma dell’incontro per eccellenza, immagine che racconta l’emozione di chi è guardato e trascina con sé l’emozione di chi guarda.

Note
La tesi in oggetto non è stata inserita correttamente nel data base dall’autore. L’autore stesso ed i relatori sono stati avvertiti di tale omissione.
File