Tesi etd-12162010-081041 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
TIZZONI, ELISA
URN
etd-12162010-081041
Titolo
Il Turismo e la costruzione dell’ Europa nel periodo tra il 1918 e il 1960
Settore scientifico disciplinare
M-STO/04
Corso di studi
STORIA
Relatori
correlatore Prof. Polsi, Alessandro
tutor Prof. Baldissara, Luca
tutor Prof. Baldissara, Luca
Parole chiave
- Europa
- Italia contemporanea
- turismo
Data inizio appello
03/03/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/03/2051
Riassunto
La ricerca è stata intrapresa con l’obbiettivo principale di analizzare la storia del turismo europeo ed italiano tra la fine della prima guerra mondiale ed il 1960, secondo una prospettiva che coinvolgesse la storia istituzionale, economica, culturale e sociale.
E’ infatti emerso che il turismo è stato considerato in primo luogo come fattore di crescita economica, apprezzato in quanto fonte di valuta forte (sia tra le due guerre che nei primi anni della ricostruzione) e volano per le economie locali.
Parallelamente, venne precocemente colto un diverso volto del turismo, intendendolo quale fenomeno di costume che partecipa alla costruzione dell’immaginario collettivo di comunità locali e ospiti e influisce sulla psicologia di massa relativamente alla dinamica delle relazioni interpersonali, del sistema di valori, dell’identità e della mitografia di un’epoca.
Dopo una sintetica ricostruzione delle principali fasi di affermazione della moderna pratica turistica, si è affrontato l’oggetto della trattazione partendo dalla ricognizione delle principali iniziative attuate per la promozione del settore a livello europeo al termine della Grande Guerra, ricorrendo anche ai giudizi di osservatori stranieri.
Si è passati ad approfondire i caratteri del sistema turistico nell’Italia fascista, considerato sotto diversi aspetti, tra i quali è stato privilegiato quello istituzionale, ed attuando una comparazione con il contesto della Germania nazista, attraverso la consultazione di editoria tecnica contemporanea, di abbondante bibliografia internazionale, e soprattutto di documentazione archivistica in gran parte inedita prodotta a livello di amministrazioni centrali e periferiche.
Infine le dinamiche del settore sono state misurate nella dimensione locale, scegliendo quale case study l’area della Versilia, ritenuta particolarmente significativa dato il suo precoce sviluppo turistico.
Successivamente si sono analizzate le politiche turistiche nel secondo dopoguerra, partendo nuovamente dal livello europeo (analisi dello status del turismo nell’ottica delle prime comunità europee) e italiano, partendo dal dibattito interno all’assemblea costituente, proseguendo con l’esame di atti parlamentari, testi tecnici dell’epoca, documenti d’archivio, articoli di giornale.
Il punto di vista, come nella sezione precedente, si è poi spostato sul livello periferico, rifacendosi nuovamente all’area versiliese.
Nello svolgimento della ricerca sono emersi come aspetti primari quelli legati alla storia delle istituzioni (nella duplice accezione di governance del territorio e legislazione), al rapporto tra turismo, cultura e propaganda, nonché quello connesso al ruolo economico del turismo. Grazie all’approfondimento delle ricerche è stato possibile ipotizzare alcune linee interpretative del rapporto tra i diversi aspetti segnalati e della loro reciproca importanza nel delineare un quadro complessivo del turismo in Italia e comparativamente in Europa tra le due guerre e nei primi anni della ricostruzione successiva al secondo conflitto mondiale.
Al termine della ricerca, si è ritenuto di individuare alcune chiavi interpretative comuni: a livello europeo, si segnala infatti una forte continuità nel lungo periodo, mentre a livello italiano notiamo la presenza di un sistema turistico “a doppio binario”, nato tra le due guerre, con la contrapposizione tra turismo “di mercato”, proiettato su scenari internazionali, e “turismo di stato (o sociale)”, visto soprattutto come fenomeno culturale e sociale legato a questioni di politica interna.
Tali assunti, in Italia, sarebbero stati ripresi nel secondo dopoguerra, e rielaborati all’interno dei sistemi ideologici propri degli opposti schieramenti, trovando espressione concreta nelle iniziative politiche e legislative dei governi repubblicani.
A livello locale, infine, l’esame della documentazione versiliese mette in luce una capacità di iniziativa autonoma e una consapevolezza dell’importanza del turismo che è stata analizzata nei suoi contenuti concettuali e, soprattutto, con riferimento alle dinamiche del confronto interistituzionale.
E’ infatti emerso che il turismo è stato considerato in primo luogo come fattore di crescita economica, apprezzato in quanto fonte di valuta forte (sia tra le due guerre che nei primi anni della ricostruzione) e volano per le economie locali.
Parallelamente, venne precocemente colto un diverso volto del turismo, intendendolo quale fenomeno di costume che partecipa alla costruzione dell’immaginario collettivo di comunità locali e ospiti e influisce sulla psicologia di massa relativamente alla dinamica delle relazioni interpersonali, del sistema di valori, dell’identità e della mitografia di un’epoca.
Dopo una sintetica ricostruzione delle principali fasi di affermazione della moderna pratica turistica, si è affrontato l’oggetto della trattazione partendo dalla ricognizione delle principali iniziative attuate per la promozione del settore a livello europeo al termine della Grande Guerra, ricorrendo anche ai giudizi di osservatori stranieri.
Si è passati ad approfondire i caratteri del sistema turistico nell’Italia fascista, considerato sotto diversi aspetti, tra i quali è stato privilegiato quello istituzionale, ed attuando una comparazione con il contesto della Germania nazista, attraverso la consultazione di editoria tecnica contemporanea, di abbondante bibliografia internazionale, e soprattutto di documentazione archivistica in gran parte inedita prodotta a livello di amministrazioni centrali e periferiche.
Infine le dinamiche del settore sono state misurate nella dimensione locale, scegliendo quale case study l’area della Versilia, ritenuta particolarmente significativa dato il suo precoce sviluppo turistico.
Successivamente si sono analizzate le politiche turistiche nel secondo dopoguerra, partendo nuovamente dal livello europeo (analisi dello status del turismo nell’ottica delle prime comunità europee) e italiano, partendo dal dibattito interno all’assemblea costituente, proseguendo con l’esame di atti parlamentari, testi tecnici dell’epoca, documenti d’archivio, articoli di giornale.
Il punto di vista, come nella sezione precedente, si è poi spostato sul livello periferico, rifacendosi nuovamente all’area versiliese.
Nello svolgimento della ricerca sono emersi come aspetti primari quelli legati alla storia delle istituzioni (nella duplice accezione di governance del territorio e legislazione), al rapporto tra turismo, cultura e propaganda, nonché quello connesso al ruolo economico del turismo. Grazie all’approfondimento delle ricerche è stato possibile ipotizzare alcune linee interpretative del rapporto tra i diversi aspetti segnalati e della loro reciproca importanza nel delineare un quadro complessivo del turismo in Italia e comparativamente in Europa tra le due guerre e nei primi anni della ricostruzione successiva al secondo conflitto mondiale.
Al termine della ricerca, si è ritenuto di individuare alcune chiavi interpretative comuni: a livello europeo, si segnala infatti una forte continuità nel lungo periodo, mentre a livello italiano notiamo la presenza di un sistema turistico “a doppio binario”, nato tra le due guerre, con la contrapposizione tra turismo “di mercato”, proiettato su scenari internazionali, e “turismo di stato (o sociale)”, visto soprattutto come fenomeno culturale e sociale legato a questioni di politica interna.
Tali assunti, in Italia, sarebbero stati ripresi nel secondo dopoguerra, e rielaborati all’interno dei sistemi ideologici propri degli opposti schieramenti, trovando espressione concreta nelle iniziative politiche e legislative dei governi repubblicani.
A livello locale, infine, l’esame della documentazione versiliese mette in luce una capacità di iniziativa autonoma e una consapevolezza dell’importanza del turismo che è stata analizzata nei suoi contenuti concettuali e, soprattutto, con riferimento alle dinamiche del confronto interistituzionale.
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