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ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12152014-170619


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MANZI, CARLA
URN
etd-12152014-170619
Titolo
"CONTESTI VIRTUALI E DIPENDENZA, IL VUOTO DI RELAZIONI NELL'ERA DIGITALE"
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Mazza, Roberto
Parole chiave
  • contesti virtuali
  • sfida educativa
  • dipendenza
  • vuoto di relazioni
Data inizio appello
26/01/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’elaborato si pone l’obbiettivo di discutere, attraverso un’accurata ricerca bibliografica, con un approccio alla complessità che permette di formulare nuove ipotesi, uno dei temi più dibattuti di questi tempi: quello dell’equilibrio della società in bilico tra mondo online e mondo offline, entrando passo dopo passo nel vivo della questione, evidenziando quindi anche le implicazioni più critiche della rivoluzione digitale, ovvero la “superficializzazione” delle informazioni e della comunicazione, la “fragilizzazione” dei rapporti umani, la psicopatologia della condotta online fino ad arrivare alla dipendenza da internet; una vera e propria sindrome: la cosiddetta IAD (Internet Addiction Disorder). Per la finalità sovraesposta l’elaborato è suddiviso in due parti. La prima parte cura gli aspetti “più sociologici” del fenomeno, dalle sue origini fino ad arrivare allo scenario attuale, passando in rassegna alcuni autori selezionati per la rilevanza e la coerenza dei loro contributi con gli argomenti trattati, in particolar modo per quanto concerne il cambiamento dei contesti spazio-temporali che l’individuo ha dovuto fronteggiare ad ogni salto tecnologico. La seconda parte invece, avvalendosi dei contributi degli esperti del settore, cura gli aspetti “più psicologici” legati alla presenza dei nuovi ed ambigui contesti virtuali. Verranno infatti affrontati il tema della solitudine e del vuoto di relazioni nel tempo del “tutti connessi”, verrà inquadrata la IAD e la sua evoluzione, verranno analizzate la famiglia digitalizzata e le criticità legate alla sfida educativa nell’era digitale, fino ad arrivare all’approfondimento dello studio di Schimmenti et al, il quale prendendo le mosse dalla teoria dell’attaccamento è riuscito a far emergere una stretta correlazione della IAD con il modello di attaccamento disorganizzato e gli stati dissociativi. Nell’elaborato i pensieri degli studiosi si intrecciano: emergeranno matrici comuni, fili conduttori, convergenza o differenza di opinioni, punti di forza e di debolezza delle varie teorie. Qual è la vera relazione dell’individuo con “il muro di vetro” e quanti e quali sono gli impatti positivi e negativi della tecnologia digitale nella sua vita? Per poter fornire una risposta adeguata sono state indispensabili tutte le prospettive e le visioni degli autori passati in rassegna. Attraverso la lettura di ogni punto di vista sono emerse le dinamiche sia evidenti che sottese tra mondo reale e mondo virtuale, dinamiche utili per poter proporre in conclusione delle linee guida, delle best practices per la prevenzione di comportamenti a rischio. Alla base della dipendenza da Internet è sempre presente qualche forma di fuga: nel porto sicuro del cyberspazio si condividono i pensieri più profondi, si affermano le opinioni più decise, si raggiunge una miriade d’interlocutori in modo assai più veloce e disinvolto; soprattutto, è possibile tenere celata la propria identità: si può essere chiunque si scelga di essere, ci si può comportare come meglio aggrada. La fuga, tuttavia, è solo temporanea: una volta spento il computer, i problemi di ogni giorno si riaffacciano e si aggravano. Ciò spinge le persone dipendenti a rituffarsi nel mondo di Internet: vi tornano sempre più frequentemente e per periodi sempre più lunghi, per placare le sensazioni dolorose risvegliatesi. Nell'era dei "mobile born" puntare nuovamente il dito verso i temi dell’educazione, della genitorialità e dell’insegnamento sembra scontato ma è indispensabile. Dell’autorità e dell’autorevolezza detenuta un tempo da questi capi saldi della crescita sembra non esserci rimasto niente, i genitori e gli insegnanti di vecchio “stampo” generazionale, i cosiddetti “immigrati digitali” sembrano muoversi in una fitta nebbia dimenandosi goffamente nella ragnatela di Internet. Gli adulti catturati e trasportati in contesti virtuali, inusuali e completamente nuovi si mostrano ora tecnofobi e nostalgici di quel piccolo mondo antico ed autentico ove sono cresciuti, ora tecnodipendenti per predisposizione, per adattamento, per slancio narcisistico, o come emergerà dallo studio di Schimmenti, per difendersi dai ricordi legati al trauma dell’attaccamento. Le menti e le vite di tali soggetti sono connesse online ventiquattro ore su ventiquattro, entrando in tal modo, più che in una rete, nel tunnel della vera e propria dipendenza.









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