Tesi etd-11272008-153753 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
ITALIA, CONCETTA
URN
etd-11272008-153753
Titolo
Proteine differenzialmente espresse in funzione dell'infezione da Tetranychus urticae in Citrus clementina.
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE BIOMOLECOLARI
Relatori
Relatore Dott.ssa Maserti, Biancaelena
Parole chiave
- chitinasi
- Citrus clementina
- elettroforesi bidimensionale
- lectine
- Tetranychus urticae
Data inizio appello
15/12/2008
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/12/2048
Riassunto
Le piante, al pari dell’uomo e di altri animali, si ammalano, ma lo sviluppo della malattia richiede la contemporanea presenza di un ospite suscettibile, di un patogeno virulento e di condizioni ambientali favorevoli.
La maggior parte delle piante è in grado di resistere all’attacco dei patogeni poiché ha sviluppato un sofisticato sistema di difesa basato sulla combinazione di risposte costitutive (passive, precostituite) ed inducibili (attive, post-infettive) che possono agire in maniera localizzata o sistemica, diffondendosi in tutti i tessuti ed organi della pianta.
Quindi, le piante ospiti non rimangono passive durante l’interazione parassitaria, ma avviano un ricco arsenale di barriere di difesa.
Una delle più potenti risposte delle piante all’attacco di patogeni è la risposta di ipersensibilità (HR) spesso associata alla resistenza indotta localizzata (LAR) o sistemica (SAR) e resistenza sistemica indotta (ISR).
L’acquisizione di resistenza in una pianta può essere indotta da vari fattori: patogeni avirulenti, ceppi incompatibili di patogeni, microrganismi non patogeni, microrganismi patogeni virulenti in particolari condizioni ambientali sfavorevoli alla patogenesi; stress fisici quali alte e basse temperature e, infine, sostanze chimiche. Tutti questi fattori vengono definiti elicitori o induttori di resistenza. Tale termine fu coniato negli anni ’70 per le sostanze che inducevano l’accumulo in cellule vegetali di fitoalessine ed è oggi usato per indicare tutte le molecole in grado di stimolare qualunque tipo di risposta di difesa nelle piante. Ad oggi si conoscono diversi tipi di elicitori di origine chimica (elicitori abiotici) o prodotti dalla pianta o dal patogeno (elicitori biotici).
L’acido jasmonico è uno dei più importanti e studiati fra gli elicitori che modulano le risposte della pianta verso gli stress biotici. Questo composto viene metabolizzato in molti derivati biologicamente attivi fra i quali il metil-jasmonato.
Scopo di questa tesi è stato quello di valutare i meccanismi di risposta, a livello proteico, indotti dall’attacco dell’acaride patogeno Tetranychus urticae in una varietà di agrumi: il Citrus clementina(Hort. ext Tan).
Il C. clementina, appartenente alla famiglia delle rutacee, è ampiamente coltivato nel bacino del Mediterraneo. La pianta risulta essere suscettibile ad un gran numero di insetti, artropodi e patogeni. Tra loro, il polifago T. urticae Koch (“spider mite”) è uno dei più distruttivi e resistenti ai fitofarmaci.
Per questo motivo, è necessario conoscere le basi molecolari della risposta del C. clementina a questo patogeno allo scopo di selezionare ibridi resistenti e/o individuare strategie di controllo a minore impatto ambientale.
Utilizzando tecniche di elettroforesi mono- e bi-dimensionale e spettrometria di massa è stato osservato che chitinasi acide e lectine sembrano essere coinvolte nei meccanismi di risposta in seguito all’infezione di Tetranychus.
In particolar modo, in un primo studio, sono state identificate, per la prima volta, nelle foglie di piante infettate, 8 isoforme di lectine che differiscono tra loro per punto isoelettrico e peso molecolare e una chitinasi acida di classe II.
Successivi studi sono stati effettuati allo scopo di mimare l’attacco dell’artropode, trattando le foglie con l’elicitore metil-jasmonato (JAME). Dalla comparazione dei risultati ottenuti tra piante infette e piante trattate con JAME, è stata mostrata una over-espressione nel tempo di proteine che, per valori di peso molecolare e punto isoelettrico, corrisponderebbero a chitinasi e lectine.
Tuttavia, altri studi saranno necessari per valutare se queste proteine svolgono un ruolo attivo nei meccanismi di difesa nella foglia di C. clementina contro artropodi o altri patogeni e la loro precisa funzione.
La maggior parte delle piante è in grado di resistere all’attacco dei patogeni poiché ha sviluppato un sofisticato sistema di difesa basato sulla combinazione di risposte costitutive (passive, precostituite) ed inducibili (attive, post-infettive) che possono agire in maniera localizzata o sistemica, diffondendosi in tutti i tessuti ed organi della pianta.
Quindi, le piante ospiti non rimangono passive durante l’interazione parassitaria, ma avviano un ricco arsenale di barriere di difesa.
Una delle più potenti risposte delle piante all’attacco di patogeni è la risposta di ipersensibilità (HR) spesso associata alla resistenza indotta localizzata (LAR) o sistemica (SAR) e resistenza sistemica indotta (ISR).
L’acquisizione di resistenza in una pianta può essere indotta da vari fattori: patogeni avirulenti, ceppi incompatibili di patogeni, microrganismi non patogeni, microrganismi patogeni virulenti in particolari condizioni ambientali sfavorevoli alla patogenesi; stress fisici quali alte e basse temperature e, infine, sostanze chimiche. Tutti questi fattori vengono definiti elicitori o induttori di resistenza. Tale termine fu coniato negli anni ’70 per le sostanze che inducevano l’accumulo in cellule vegetali di fitoalessine ed è oggi usato per indicare tutte le molecole in grado di stimolare qualunque tipo di risposta di difesa nelle piante. Ad oggi si conoscono diversi tipi di elicitori di origine chimica (elicitori abiotici) o prodotti dalla pianta o dal patogeno (elicitori biotici).
L’acido jasmonico è uno dei più importanti e studiati fra gli elicitori che modulano le risposte della pianta verso gli stress biotici. Questo composto viene metabolizzato in molti derivati biologicamente attivi fra i quali il metil-jasmonato.
Scopo di questa tesi è stato quello di valutare i meccanismi di risposta, a livello proteico, indotti dall’attacco dell’acaride patogeno Tetranychus urticae in una varietà di agrumi: il Citrus clementina(Hort. ext Tan).
Il C. clementina, appartenente alla famiglia delle rutacee, è ampiamente coltivato nel bacino del Mediterraneo. La pianta risulta essere suscettibile ad un gran numero di insetti, artropodi e patogeni. Tra loro, il polifago T. urticae Koch (“spider mite”) è uno dei più distruttivi e resistenti ai fitofarmaci.
Per questo motivo, è necessario conoscere le basi molecolari della risposta del C. clementina a questo patogeno allo scopo di selezionare ibridi resistenti e/o individuare strategie di controllo a minore impatto ambientale.
Utilizzando tecniche di elettroforesi mono- e bi-dimensionale e spettrometria di massa è stato osservato che chitinasi acide e lectine sembrano essere coinvolte nei meccanismi di risposta in seguito all’infezione di Tetranychus.
In particolar modo, in un primo studio, sono state identificate, per la prima volta, nelle foglie di piante infettate, 8 isoforme di lectine che differiscono tra loro per punto isoelettrico e peso molecolare e una chitinasi acida di classe II.
Successivi studi sono stati effettuati allo scopo di mimare l’attacco dell’artropode, trattando le foglie con l’elicitore metil-jasmonato (JAME). Dalla comparazione dei risultati ottenuti tra piante infette e piante trattate con JAME, è stata mostrata una over-espressione nel tempo di proteine che, per valori di peso molecolare e punto isoelettrico, corrisponderebbero a chitinasi e lectine.
Tuttavia, altri studi saranno necessari per valutare se queste proteine svolgono un ruolo attivo nei meccanismi di difesa nella foglia di C. clementina contro artropodi o altri patogeni e la loro precisa funzione.
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