Tesi etd-11252016-183615 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GRIECO, ANTONIO
URN
etd-11252016-183615
Titolo
Indagini fitochimiche su colture in vitro ed idroponica di S. viridis L.
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
BIOTECNOLOGIE VEGETALI E MICROBICHE
Relatori
relatore Prof.ssa Pistelli, Laura
relatore Prof. Picciarelli, Piero
relatore Prof. Picciarelli, Piero
Parole chiave
- callo
- callus
- composti volatili
- germogli
- Giordania
- Jordan
- shoots
- SPME
- volatile compounds
Data inizio appello
12/12/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/12/2025
Riassunto
Il genere Salvia è il più ricco di specie all’interno della famiglia delle Lamiaceae, tra cui si annoverano più 400 specie officinali. Il genere Salvia è diffuso in tutto il mondo e già fin dall’antichità i Cinesi e i Romani utilizzavano molte specie nella medicina popolare, conoscendo le molteplici proprietà tra cui quelle antibatteriche, antiossidanti, citotossiche e antiinfiammatorie.
La Giordania è una nazione del Medio Oriente caratterizzata da un territorio prevalentemente desertico e con clima più asciutto e caldo di quello mediterraneo, che permette un centro di biodiversità decisamente ricco e ospita più di una decina di specie diverse di Salvia. Alcune specie sono impiegate nella medicina tradizionale del paese e ciò rende importante la conservazione del germoplasma ed un loro utilizzo razionale. Inoltre risulta fondamentale indagare la composizione dei metaboliti presenti in queste specie, finora poco studiate.
La S. viridis è una specie erbacea annuale tipica dell’areale del Mediterraneo e del Medio Oriente, particolarmente presente in Giordania e utilizzata per aumentare la qualità dei liquori oltre che impiegata come spezia da cucina. Semi di questa pianta sono stati raccolti in Giordania nell’ambito del progetto europeo EMAP (Edible, Medicinal and Aromatic Plants).
I semi sono stati impiegati in test di coltura in vitro per avere espianti sterili da micropropagare e utilizzare per successivi studi. Dai germogli ottenuti in vitro è stata indotta la produzione di callo indifferenziato, mentre le piantine intere dotate di radici derivate dalla coltura in vitro sono state coltivate con la tecnica idroponica. I germogli della coltura in vitro hanno mostrato una crescita variabile, ramificazioni piuttosto diffuse e produzione di radici. Le colture su substrato solido di vari cloni di callo hanno evidenziato il picco di produzione di biomassa tra la terza e la quarta settimana di coltura mostrando segnali di diminuzione al termine del periodo di coltura.
Inoltre è stato impiegato l’A. rhizogenes per infettare espianti di diversa origine e per indurre la produzione di hairy roots, ma gli espianti non sono sopravvissuti all’infezione.
Su queste diverse colture di S. viridis sono state effettuate indagini fitochimiche per individuare i metaboliti secondari presenti.
Sono stati testati i pigmenti fotosintetici, i composti fenolici totali, i flavonoidi totali e l’attività antiossidante nelle diverse tecniche colturali, analisi propedeutiche alla successiva identificazione mediante altre tecniche cromatografiche di metaboliti specifici.
I pigmenti fotosintetici nella coltura in vitro ed idroponica sono risultati variabili, con un rapporto di clorofilla A/clorofilla B compreso tra 2,5 e 3,5. I composti fenolici totali sono risultati tra i 16 e i 40 mg/g DW. I flavonoidi totali sono variati tra i 20 e gli 80 mg/g DW. L’attività antiossidante, misurata tramite l’IC50 del DPPH, ha mostrato un range tra 0,040 e 0,150 mg/ml di estratto.
La composizione dei composti volatili in fogli e fiori di S. viridis coltivata in idroponica è stata analizzata mediante la tecnica SPME. Dai risultati è emerso che gli idrocarburi sesquiterpenici sono stati la classe principale di composti trovati. I maggiori composti ritrovati sia nelle foglie che nei fiori sono β-cariofillene>germacrene-D. Nei fiori è stata rilevata anche una moderata presenza di β-fellandrene.
La composizione volatile della coltura in idroponica è diversa da quella osservata in letteratura per piante spontanee raccolte in Turchia.
La Giordania è una nazione del Medio Oriente caratterizzata da un territorio prevalentemente desertico e con clima più asciutto e caldo di quello mediterraneo, che permette un centro di biodiversità decisamente ricco e ospita più di una decina di specie diverse di Salvia. Alcune specie sono impiegate nella medicina tradizionale del paese e ciò rende importante la conservazione del germoplasma ed un loro utilizzo razionale. Inoltre risulta fondamentale indagare la composizione dei metaboliti presenti in queste specie, finora poco studiate.
La S. viridis è una specie erbacea annuale tipica dell’areale del Mediterraneo e del Medio Oriente, particolarmente presente in Giordania e utilizzata per aumentare la qualità dei liquori oltre che impiegata come spezia da cucina. Semi di questa pianta sono stati raccolti in Giordania nell’ambito del progetto europeo EMAP (Edible, Medicinal and Aromatic Plants).
I semi sono stati impiegati in test di coltura in vitro per avere espianti sterili da micropropagare e utilizzare per successivi studi. Dai germogli ottenuti in vitro è stata indotta la produzione di callo indifferenziato, mentre le piantine intere dotate di radici derivate dalla coltura in vitro sono state coltivate con la tecnica idroponica. I germogli della coltura in vitro hanno mostrato una crescita variabile, ramificazioni piuttosto diffuse e produzione di radici. Le colture su substrato solido di vari cloni di callo hanno evidenziato il picco di produzione di biomassa tra la terza e la quarta settimana di coltura mostrando segnali di diminuzione al termine del periodo di coltura.
Inoltre è stato impiegato l’A. rhizogenes per infettare espianti di diversa origine e per indurre la produzione di hairy roots, ma gli espianti non sono sopravvissuti all’infezione.
Su queste diverse colture di S. viridis sono state effettuate indagini fitochimiche per individuare i metaboliti secondari presenti.
Sono stati testati i pigmenti fotosintetici, i composti fenolici totali, i flavonoidi totali e l’attività antiossidante nelle diverse tecniche colturali, analisi propedeutiche alla successiva identificazione mediante altre tecniche cromatografiche di metaboliti specifici.
I pigmenti fotosintetici nella coltura in vitro ed idroponica sono risultati variabili, con un rapporto di clorofilla A/clorofilla B compreso tra 2,5 e 3,5. I composti fenolici totali sono risultati tra i 16 e i 40 mg/g DW. I flavonoidi totali sono variati tra i 20 e gli 80 mg/g DW. L’attività antiossidante, misurata tramite l’IC50 del DPPH, ha mostrato un range tra 0,040 e 0,150 mg/ml di estratto.
La composizione dei composti volatili in fogli e fiori di S. viridis coltivata in idroponica è stata analizzata mediante la tecnica SPME. Dai risultati è emerso che gli idrocarburi sesquiterpenici sono stati la classe principale di composti trovati. I maggiori composti ritrovati sia nelle foglie che nei fiori sono β-cariofillene>germacrene-D. Nei fiori è stata rilevata anche una moderata presenza di β-fellandrene.
La composizione volatile della coltura in idroponica è diversa da quella osservata in letteratura per piante spontanee raccolte in Turchia.
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