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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11252013-151138


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
VOLPI, JACOPO
URN
etd-11252013-151138
Titolo
La cosiddetta Flexicurity ed una applicazione italiana
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Mariani, Michele
Parole chiave
  • flexicurity
Data inizio appello
09/12/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questo lavoro prende avvio da una riflessione ispirata da un convegno relativo alle politiche di sostegno al reddito in un'ottica di Flexicurity. Questa termine mi era ai tempi sconosciuto. Sul finire della giornata di lavori nacque in me la volontà di approfondire l'argomento e magari di farne un giorno oggetto di tesi.
In sede di elaborazione tuttavia il percorso è risultato poco lineare: infatti la maggior parte degli scritti in tema di Flexicurity tendono a battere la linea generica della politica del diritto piuttosto che gli aspetti positivi del diritto stesso.
Alla fine lo schema che è parso migliore per rendere innovativo questo lavoro è quello che esporrò qui di seguito. La trattazione prende avvio da una ricostruzione a carattere principalmente storico analizzando in primis il sistema di welfare di stampo fordista che ha caratterizzato l'era della seconda rivoluzione industriale, per arrivare alla crisi di tale modello in concomitanza con la crisi economica mondiale degli anni '70.
L'analisi si incentra quindi sulle conseguenze che il crollo del modello socio-economico fordista, e conseguentemente del sistema di welfare ad esso collegato, ha comportato. Tale crollo rese evidente la necessità di un ripensamento del sistema socio-economico europeo, in particolare relativamente al settore degli ammortizzatori sociali; occorreva infatti un modello che permettesse all'economia del vecchio continente di adattarsi ai cambiamenti in atto sulla scena mondiale, conservando il proprio livello di competitività ma preservando lo stato sociale tipico dei paesi del vecchio continente.
In particolare l'analisi ha come punti di riferimento concreto due esempi di riforma “tout court” del mercato del lavoro. La prima, in Italia, risalente ai primi anni '90, aveva come obiettivo dichiarato la riorganizzazione del sistema di ammortizzatori sociali. Tale riforma, da anni auspicata, fu varata con la L.n. 223 del 1991. La seconda riforma che analizzeremo in parallelo fu varata dal governo tedesco sotto la guida del cancelliere Schröder. Tale riforma, risalente ai primi anni del 2000 viene comunemente chiamata “riforma Hartz”, dal nome del presidente della commissione incaricata della stesura del testo di riforma, Peter Hartz, allora membro del consiglio direttivo della Volkswagen.
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