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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11252012-224417


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NAPOLITANO, MARIAPIA
URN
etd-11252012-224417
Titolo
LA RISCOPERTA DELL'IDENTITA' AFROCARAIBICA: JAMAICA KINCAID E LA QUESTIONE AUTOBIOGRAFICA
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUE E LETTERATURE MODERNE EUROAMERICANE
Relatori
relatore Prof.ssa Giovannelli, Laura
Parole chiave
  • soggettività
  • obeah
  • caraibi
  • diaspora
  • esilio
  • metropoli
  • periferia
  • colonizzazione
  • matrilinearità
  • meticciato
  • creolizzazione
  • femminile
  • autrebiography
  • etnicità
  • nerezza
  • tribale
  • eurocentrismo
  • femminismo
  • postcoloniale
  • bildungsroman
  • madrepatria
  • pre-edipico
  • emancipazione
  • sessualità
  • genere
  • razza
  • stereotipi
  • caribi
  • arawak
  • folklore
Data inizio appello
12/12/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/12/2052
Riassunto
Il presente lavoro si propone come finalità una riflessione sulla questione autobiografica entro la complessa cornice caraibica anglofona, quel ricco “altrove” letterario segnato dal colonialismo, con le sue drammatiche implicazioni razziali, linguistiche e sociali. Jamaica Kincaid, antiguana ma statunitense d’adozione, è una delle voci viventi più innovative ed originali delle “letterature in lingua inglese” (tra cui si annoverano anche quella australiana, neozelandese e sudafricana), apparentemente “minori” nel confronto con l’impostazione umanistico-storicista delle discipline letterarie “istituzionali”, ma attualmente accreditate di uno status stabile e definito, anche se lo studio critico delle realtà ex-colonizzate mondiali appare tuttora del tutto approssimativo. Si tratta, infatti, di tradizioni culturali particolarmente feconde, che offrono vasti orizzonti di pensiero alle coscienze attuali e future, spinte a rivolgere lo sguardo al cruento passato, solitamente narrato secondo griglie interpretative occidentali, con la conseguente omissione degli aspetti più scomodi e vergognosi. La nera Jamaica Kincaid, coinvolta in prima persona nella tragedia schiavista e diasporica, si inscrive in quel dibattito “postcoloniale” che, portando con sé una decisa spinta decostruttiva verso i crismi imperialisti, intende restituire un linguaggio alle comunità “subalterne” universali, situate dagli europei ai margini delle gerarchie di potere, condannate al silenzio e private della facoltà di autorappresentarsi. L’autrice, inoltre, ha subìto una forma di assoggettamento ulteriore, provocato dall’identità sessuale in un contesto fallocentrico ed incline alla perpetuazione di un ideale bigotto di donna succube e ossequiente. In questo senso, lo specifico contributo dell’autrice al panorama letterario contemporaneo consiste nell’aver veicolato le proprie personali verità di nativa e donna, che la violenza materiale e psicologica occidentale ha cercato di soffocare, nel tentativo di cancellare una eredità tribale secolare e promuovere, contemporaneamente, una coscienza planetaria eurocentrica. L’autobiografia, genere privilegiato degli autori di origine antillana anche se sotto diversi aspetti comunque fortemente manipolato, funziona come alternativa polemica allo stereotipo in quanto testimonianza falsata su una cultura rurale che necessita invece di un veicolo di espressione autentico, al fine di rivendicare se stessa e rimarginare le antiche ferite. Questa modalità narrativa serve cioè agli scrittori caraibici per ridefinire il solco dei propri confini identitari, ripristinare ed esaltare il proprio potenziale umano al di là dei “discorsi” imperialisti, tramite i quali le culture tribali sono state percepite come “inferiori” e “selvagge”.
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